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Autore: Duodoppioteam99    23/11/2022    0 recensioni
Dal testo:
A quel punto non seppi come reagire, e per la prima volta durante tutto il mio viaggio, mollai. Avrei potuto seguirlo sicuramente, ma in quell’istante non ebbi la prontezza necessaria.
La testa si fece ancora più pesante, la mente annebbiata e le gambe si fecero molli sotto al mio peso. Svenni.
L’ultima cosa che sentii fu il richiamo acuto di Reshiram, ormai allontanato dalla sua controparte, e le urla dei miei amici Komor e Belle che cercavano inutilmente di farmi rinsavire.
———
Proseguo immaginario della storia tra Touko ed N dopo gli avvenimenti di Nero e Bianco
!Prologo risistemato graficamente!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Touko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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CAPITOLO 29
Ti ho riportato il tuo Leggendario…Touko”.
 
Sbarrai gli occhi.
Conoscevo perfettamente il proprietario di quella voce, l’avrei riconosciuta tra mille.
“N…” riuscii solo a sibilare.
A quelle parole Reshiram emise nuovamente il suo grido di battaglia, spalancando le ali e producendo un’onda d’urto che costrinse il piccolo Tepig a ripararsi maggiormente dietro le mie gambe.
Chiusi gli occhi nel momento in cui un forte vento mi colpì mentre i capelli, quel giorno non raccolti nella solita coda, iniziarono a muoversi senza controllo. Con una mano andai a tener salda sul capo la cuffia bordeaux che portavo, in modo da non perderla.
Mi voltai lentamente, tremando.
E lo vidi, in carne ed ossa, lì dinnanzi a me. E questa volta era vero, non come il sogno avuto alla Fossa Gigante.
I morbidi capelli verdi ondeggiavano leggeri a causa dell’urlo di Reshiram, sempre portati lunghi e in disordine lungo la schiena. Il cappello da viaggio nero a fronte grigio portato in testa nonostante fosse un capo prettamente estivo.
Al di sotto di questo il viso pallido e candido come quello di un bambino, con i due occhi grandi e grigi ora fissi verso di me.
Le mani portate nella tasca della pesante felpa grigia, probabilmente per proteggerle dal freddo.
Tantissime domande vorticavano nella mia mente.
Avevo sognato quasi tutti i giorni un nostro possibile incontro e mi ero preparata mille possibili discorsi o inizi di conversazione. Realizzai in quel momento come tutte le preparazioni fossero state inutili, neanche a dirlo.
“N…” riuscii solo a sibilare nuovamente.
“Ciao Touko” iniziò poi facendo un passo avanti, affondando le scarpe da ginnastica verdi nella neve soffice, mentre la Spugna di Menger portata come ornamento attaccata alla cintura si muoveva pigramente.
“Ma che…” cercai di cominciare io “tu… dove…” inutili i miei tentativi di iniziare un discorso di senso compiuto. Il cuore batteva all’impazzata dentro il petto mentre lui continuava a fissarmi con quei suoi maledetti occhi che mi mandavano fuori di testa. Un sorriso non troppo sereno solcava il suo volto.
Probabilmente neanche lui era a suo agio al massimo in questa circostanza.
“N io non… non me lo aspettavo” riuscii finalmente a mettere insieme due parole per poi voltarmi verso Reshiram, che rimaneva ancora fermo nella sua posizione.
Lui sorrise leggermente a quelle parole.
“Tranquilla, capisco il tuo stupore. E capisco anche che la situazione è quasi surreale al dire il vero”.
Inspirai profondamente, cercando di calmarmi. Andai a stringermi un braccio nel mentre, per ulteriore conferma del fatto che non fosse tutto un sogno. Un leggero dolore dipartì da esso e, di conseguenza, cercai di tranquillizzarmi per sostenere un discorso serio e sensato con l’individuo che mi trovavo davanti.
“Dove sei stato tutto questo tempo?” cominciai con voce flebile, abbassando il capo leggermente.
Ero a disagio, sapendo che avrebbe potuto rispondermi con un onestissimo “fatti i fatti tuoi”. Ma per mia fortuna, N non era quel tipo di ragazzo.
“Un po’ di qua… un po' di là” rispose facendo spallucce ma sempre senza smettere di sorridere “diciamo che la sconfitta alla Lega ha un po' bruciato. Non mi aspettavo di perdere a dire la verità, ma la tua volontà ha prevalso sulla mia e i piani del mio Team sono andati tutti a rotoli”.
Il mio Team.
A quelle parole di mi irrigidii. Non aveva chiuso i rapporti con il Team Plasma quindi? Lo considerava ancora un qualcosa di sua proprietà? Non aveva capito chi erano davvero Gechis e tutti i membri che lo componevano?
Realizzai che Bellocchio tempo addietro mi aveva chiesto di avvertirlo in caso di ipotetica visione di N, per punirlo nella maniera corretta, ma decisi di lasciare perdere questo punto, tornando a concentrami sulle parole di N.
“Ho viaggiato in luoghi che non avevo mai visto, ho conosciuto persone diverse, con ideologie differenti ma che mi hanno fatto capire tante cose”.
Alzai gli occhi.
“Ho capito sai Touko? Ho capito che ero nel torto. Non solo io, tutto il Team. I Pokèmon non sono oggetti addomesticati per la lotta, se trattati con rispetto. Grazie all’incontro con gente nuova ho potuto comprenderlo anche se, a dire la verità, tu eri l’esempio più lampante che avevo dinnanzi agli occhi. Ma non me ne sono reso conto sul momento”
“N…” lo richiamai con un filo di voce, in un certo senso lusingata da quelle sue parole nei miei confronti.
“Avrei dovuto comprenderlo. Già dal primo incontro a Quattroventi… il tuo piccolo Oshawatt sembrava così legato a te nonostante il tuo viaggio fosse appena cominciato. E io potevo sentirlo… potevo sentirla molto bene la sua voce e il rispetto che ti portava. E andando avanti nel percorso mi sarebbe dovuto essere sempre più chiaro ma, accecato dagli ideali di mio padre, ho perso il lume della ragione e la retta via. Tuttavia, sono contento del risveglio di Zekrom, è stato ed è tuttora il mio fedele compagno, la mia luce nei momenti bui. E sono contento che d’altra parte che sia stata su l’altra Eroina. Non potevo desiderare compagna migliore…”
Avvampai alle ultime parole.
Se fosse stato possibile averi sciolto la neve intorno a me a causa del calore che stavo emanando.
“N…” incominciai nuovamente “devo ammettere che la tua presenza durante lungo tutto il viaggio è stato un bello stimolo. Se non ti avessi incontrato non sarei diventata quello che sono oggi e probabilmente sarei diventata un’allenatrice come tante altre”.
“Uno stimolo?” ripeté lui.
“Certo” risposi sorridendogli “mi hai sempre spronata a continuare il mio viaggio in fondo, pur non avendo un contatto diretto con me. Mi hai sempre posto un obiettivo. Raggiugere la città vicina, battere la Lega, risvegliare Reshiram … ammetto che le mie intenzioni all’inizio del viaggio erano ambiziose ma non avrei mai immaginato di diventare Eroina di Unima. Da un lato questo lo devo anche a te. E poi…”.
Forza Touko, ora o mai più.
“E poi mi faceva piacere la tua presenza”.
Silenzio.
Bene, avevo letteralmente buttato via una possibilità di ulteriore conversazione con la mia ultima uscita.
Vedevo N con lo sguardo fisso su di me, in volto un’espressione indecifrabile.
“Anche tu mi piaci. Touko”.
Cosa? Avevo sentito bene? Il cuore batteva sempre più forte. Le orecchie pulsavano e le sentivo bollenti.
Chissà cosa stava pensando di me N in quel momento, probabilmente a causa dell’imbarazzo il volto aveva variato colore una manciata di volte.
“Mi piace il tuo modo di fare, il tuo atteggiamento, la tua grinta e determinazione. Il tuo carattere. Tutto.
A quel punto si mosse verso di me, per cercare di raggiungermi e cercare di diminuire la distanza tra di noi.
“Ed è per questo che, al contrario di quello che tu possa pensare, non ti ho mai abbandonata”.
Corrugai gli occhi a quelle parole e lui, notando la mia perplessità, continuò dopo una risatina leggera.
Dio, quanto mi faceva impazzire. Non avessi avuto l’autocontrollo che mi caratterizzava gli sarei saltata al collo in un baleno. Ma, come già detto, certe volte mi controllavo anche troppo.
“Non te ne sei accorta? Zoroark” rispose semplicemente.
“Zoroark?” ripetei.
“Esatto. Non hai fatto caso che si è manifestato dopo la perdita dei tuoi Pokèmon alla Fossa Gigante?”
Non stavo capendo.
“Allora eri tu…”
“Si, ero io alla Fossa. E ringrazia il cielo che fossi lì altrimenti non so se ora staremmo dialogando così amorevolmente”.
Sorvolai sull’ultimo aggettivo da lui usato. Troppe cose non mi tornavano. I pezzi del puzzle erano tanti e avevo la necessità di incastrarli tutti uno per uno.
“E spiegami” lo incentivai incrociando le braccia al petto “cosa facevi tu alla Fossa?”
“Diciamo che dopo essermi allontanato dalla Lega mi sono chiesto più volte se Zekrom fosse… o meglio, se io fossi in grado di avere al mio fianco un Pokèmon di tale calibro. Conosco le leggende di Unima e conoscevo anche la figura di Kyurem e di come quest’ultimo potesse fondersi con uno dei due leggendari da noi risvegliati. Di conseguenza mi sono recato alla Fossa e ho posto a Zekrom una scelta…”
“Non mi sembravano così in buoni rapporti i due draghi da quello che ho potuto notare però” risposi ironica lasciando cadere il discorso del Cuneo DNA di cui Aristide mi aveva parlato. Senza quell’oggetto era pressoché impossibile l’unione dei due draghi.
“Infatti. Kyurem è un Pokèmon indipendente e la mia bizzarra idea si è sgretolata quasi subito. La situazione è degenerata nella lotta in cui poi sei stata coinvolta pure tu. Era mio dovere cercare di salvarti”.
 
Distolsi lo sguardo da quello di N.
Stavo ripercorrendo quello che era accaduto da qualche mese a questa parte con il suo aiuto.
Tutto sarebbe tornato e avrebbe avuto un senso.
 
CONTINUA…
 
*Buongiorno a tutti! Chiedo perdono per gli aggiornamenti più sporadici delle ultime settimane ma purtroppo sto frequentando l’ultimo anno di università che si sta rivelando tosto e di conseguenza il tempo scarseggia.
Siamo alle battute finali di questa storia comunque, e ne approfitto per ringraziare le persone che hanno seguito la storia fino a questo punto.
   
 
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