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Autore: Bombay    26/11/2022    4 recensioni
Dal testo: - Quindi Akaashi negli anni si era abituato a quei pranzi dove finiva sempre per succedere qualcosa di imbarazzante o inaspettato ai danni di qualcuno di loro. Però non si era aspettato un presente del genere. -
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Fandom: Haikyu!!

Genere: comico, demenziale

Tipo: one shot

Personaggi: Kotaro Bokuto, Keiji Akaashi

Coppia: yaoi

Rating: PG-17, giallo

Avvertimenti: spoiler, post time skip

PoV: terza persona

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Note: e come esimersi di scrivere qualcosa si comico sul calendario dell’“Ah…vengo”? Quindi ecco qui la mia storiella, vi consiglio di leggere quelle di Chiaragiappo e Musa07.

 

I regali più belli sono quelli inaspettati

 

Il pranzo si stava dipanando tranquillamente, fino a quando non arrivò il momento dei regali.

da parecchi anni ormai il primo sabato libero della fine di novembre Akaashi e Bokuto andavano a pranzo a casa di quest’ultimo dove si riuniva tutta la famiglia e facevano un anticipo del pranzo di Natale e compleanno di Keiji con relativi doni, perché la madre di Bokuto voleva avere tutti i suoi figli e i rispettivi compagni, riuniti a tavola perché per le feste era pressoché impossibile.

 

Akaashi aveva conosciuto la famiglia di Bokuto in un piovoso e grigio pomeriggio d’inverno al suo primo anno di liceo e aveva conquistato tutti.

Una delle sorelle di Kotaro gli aveva fatto anche la punta, ma aveva presto compreso che l’interesse del bel moretto era rivolto al suo fratello tontolone, innamorato cotto, ma incapace di dichiararsi, quanto lo avevano preso in giro, le due ragazze, negli anni a venire.

 

Il padre di Bokuto era ingenuo e genuino proprio come il figlio e quando i due giovani avevano fatto outing, ci aveva messo un po’ di tempo a metabolizzare il significato delle parole dei ragazzi.

“Tesoro, stanno insieme, sono una coppia come me e te” aveva spiegato la donna con dolcezza.

“Sì, l’ho capito cara, ma se stanno insieme come fanno a…”

“Papà!” le tre voci dei figli, lo avevano interrotto e Akaashi avrebbe voluto sotterrarsi.

Il padre lo avrebbe scoperto a loro spese qualche tempo dopo, come avrebbero fatto a fare l’amore, entrando in camera di Bokuto senza bussare e ignorando gli ammonimenti della moglie, ma questa è un’altra storia.

 

La madre invece era un passo avanti a tutti: diceva sempre quello che pensava e le davano man forte le due sorelle maggiori di Kotaro, quindi erano una tripletta esplosiva, tanto che il padre un giorno gli aveva sussurrato con fare cospiratore: “In questa casa ci sono troppe donne, ti rendi conto che abbiamo anche la gatta! Kotaro ed io siamo in minoranza, sono contento che stai insieme a Kotaro così alziamo le quote azzurre e così quando anche le figlie avranno il fidanzato passiamo in vantaggio!”

 

Quindi Akaashi negli anni si era abituato a quei pranzi dove finiva sempre per succedere qualcosa di imbarazzante o inaspettato ai danni di qualcuno di loro, senza volerlo, non c’era mai nulla di programmato. Con il tempo e con l’età Akaashi non aveva più avuto problemi a parlare di qualsiasi cosa e i genitori di Bokuto avevano davvero una mentalità aperta, per fortuna. Però non si era aspettato un presente del genere.

“Allora, Keiji, quest’anno ho comprato una cosa un po’ particolare ed ho unito il tuo regalo a quello di Natale che facciamo per voi due io e papà” cinguettò tutta felice, allungandogli un pacco con la carta sgargiante rossa e oro ed un immenso fiocco.

“Sul serio mamma, un regalo in due?” protestò il pallavolista, Kotaro amava i regali, anche una sciocchezza, ma doveva essere esclusivamente per lui.

“Zitto, Kotaro! Poi mi ringrazierai” lo liquidò la donna con un’occhiataccia tornando a guardare Keiji che strappava la carta, si rigirava l’elegante scatola nera e oro tra le mani e cercava di capire cosa fosse.

“Calendario dell’avvento…” lesse Bokuto al contrario, ma non sembrava che ci fosse scritto così… ma faceva fatica visto che era dall’altra parte del tavolo e le lucci facevano cangiare la scritta.

Bokuto guardò la madre negli occhi, incrociando le braccia sul petto e sollevando un sopracciglio “Ti è sfuggito che non abbiamo più sei anni?”

Kou” lo richiamò Akaashi che aveva aperto la prima casella e suo malgrado era arrossito fin sulla punta delle orecchie.

“Che cos’è?” chiese garrulo il padre aguzzando la vista.

“Un vibratore” spiegò una delle sorelle con un ampio sorriso divertito.

“Sì, in ogni casella c’è un sex toys o affini” lesse a voce alta l’altra sorella.

“Gel lubrificante, dadi delle posizioni, plug, vibratore, manette, questo non so cos’è…”

“Va bene abbiamo capito” la interruppe Akaashi spostando lo sguardo sul compagno che aveva gli occhi sgranati ed increduli, la bocca aperta in una esclamazione muta

“A che vi possono servire le manette?” borbottò perplesso il padre.

“È per quando uno dei due fa il cattivo papà” spiegò sghignazzando una delle sorelle beccandosi un’occhiata dal fidanzato.

“Io non l’avrei spiegato così”

“Stanne fuori” gli sussurrò l’altro fidanzato “È meglio del cinema” aggiunse “Voglio vedere come ne escono”

Bokuto fece un respiro profondo gli sembrava una situazione irreale, certi discorsi saltavano fuori in spogliatoio e di solito era Miya a tirarlo fuori, il discorso, e a volte anche qualcos’altro, non al pranzo di famiglia con sua madre che ne sparava una dietro l’altra e la cosa drammatiche è che non aveva bevuto nemmeno un goccio.

“Dove lo hai preso?”  la interrogò basito voltandosi verso la donna. 

“Su internet, acquisto on line” ripose tutta fiera “Mi si è aperta una pubblicità mentre cercavo una ricetta e mi siete venuti in mente voi due. Non è adorabile?”

“Adorabile non è il termine che userei”

“Beh visto che ci sono tante cose poteste condividere” tentò, posando una mano sulla scatola, la sorella maggiore.

"Giù le mani, ragazza, è nostro” la fermò Keiji con un’occhiata molto penetrante e un tono che non ammetteva repliche.

“Accidenti Keiji rimpiango ancora che ti piaccia mio fratello, lo sai?”

“Ehi” la richiamò il suo ragazzo con una gomitata. 

“Che cos’è un plug?” chiese Bokuto senior candidamente riportando l’attenzione su di lui.

“Mi creda è meglio se non lo sa” provò Keiji invano perché la madre di Kotaro andava a briglia sciolta.

“È un aggeggio che si mette nel didietro, amore, a loro piace”

Keiji si alzò di scatto incapace di stare ancora seduto, troppo imbarazzato.

“Andiamo, Kou, o perdiamo il treno”

“Grazie mamma il tuo regalo è proprio adorabile” disse Kotaro abbracciandola.

“La fuga è l’unica soluzione” sussurrò uno dei ragazzi. “Ci conviene approfittarne anche noi, non abbiamo la stessa dialettica di Keiji e se ha capitolato lui, noi siamo fottuti”

 

Akaashi strinse la mano del padre non riuscendo a guardarlo negli occhi, probabilmente non ci saprebbe più riuscito.

“Grazie è sempre un piacere” mormorò arrossendo suo malgrado.

“Anche per me, ragazzo mio, anche per me”

“Ci vediamo papà” lo abbracciò stringendolo forte.

 

“Ehi devi aprirne uno al giorno Keiji” gli gridò dietro una delle sorelle mentre i due giovani si mettevano il cappotto.

“Sì lo so, ma Kotaro dopo domani parte per una trasferta e sta via quattro giorni” spiegò mettendosi le scarpe.

“Sì, bella scusa”

“Ottima direi” affermò strizzando un occhio “Anche perché non abbiamo bisogno di scuse, per fare quello che vogliamo a casa nostra” aggiunse.

“Meravigliosa risposta! Divertitevi!”

La porta si chiuse dietro ai due giovani e le tre donne si guardarono soddisfatte.

“Te l’ho detto mamma che gli sarebbe piaciuto” dichiarò la prima.

“Soprattutto Keiji ne tirerà fuori il meglio” asserì altra.

“Ora andiamo ad aprire i vostri, ragazze! Prima che i vostri fidanzati battano in ritirata come hanno fatto loro!” disse posando le braccia sulle spalle delle figlie scuotendo il capo.

“Perdere il treno, ma se sono venuti in macchina? Keiji era proprio sconvolto!”

 

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Note dell’autrice:

ecco ho scritto questa storiella in una oretta, in palestra mentre aspettavo mia figlia, sghignazzando come una scema, spero che vi diverta come ha divertito me scriverla.

Grazie a chi è arrivato fino a qui e ha voglia di dire la sua.

A presto

Bombay

   
 
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