Fandom:
Haikyu!!
Genere:
comico, demenziale
Tipo:
one shot
Personaggi:
Kotaro Bokuto, Keiji Akaashi
Coppia:
yaoi
Rating: PG-17, giallo
Avvertimenti: spoiler, post time skip
PoV:
terza persona
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma di Haruichi
Furudate. I personaggi e gli
eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Note: e come
esimersi di scrivere qualcosa si comico sul calendario dell’“Ah…vengo”? Quindi
ecco qui la mia storiella, vi consiglio di leggere quelle di Chiaragiappo e Musa07.
I regali più belli sono quelli inaspettati
Il pranzo si stava
dipanando tranquillamente, fino a quando non arrivò il momento dei regali.
da parecchi anni
ormai il primo sabato libero della fine di novembre Akaashi e Bokuto andavano a
pranzo a casa di quest’ultimo dove si riuniva tutta la famiglia e facevano un
anticipo del pranzo di Natale e compleanno di Keiji con relativi doni, perché
la madre di Bokuto voleva avere tutti i suoi figli e i rispettivi compagni,
riuniti a tavola perché per le feste era pressoché impossibile.
Akaashi aveva
conosciuto la famiglia di Bokuto in un piovoso e grigio pomeriggio d’inverno al
suo primo anno di liceo e aveva conquistato tutti.
Una delle sorelle di
Kotaro gli aveva fatto anche la punta, ma aveva presto compreso che l’interesse
del bel moretto era rivolto al suo fratello tontolone, innamorato cotto, ma
incapace di dichiararsi, quanto lo avevano preso in giro, le due ragazze, negli
anni a venire.
Il padre di Bokuto
era ingenuo e genuino proprio come il figlio e quando i due giovani avevano
fatto outing, ci aveva messo un po’ di tempo a metabolizzare il significato delle
parole dei ragazzi.
“Tesoro, stanno
insieme, sono una coppia come me e te” aveva spiegato la donna con
dolcezza.
“Sì, l’ho capito cara,
ma se stanno insieme come fanno a…”
“Papà!” le tre voci dei
figli, lo avevano interrotto e Akaashi avrebbe voluto sotterrarsi.
Il padre lo avrebbe scoperto
a loro spese qualche tempo dopo, come avrebbero fatto a fare l’amore, entrando
in camera di Bokuto senza bussare e ignorando gli ammonimenti della
moglie, ma questa è un’altra storia.
La madre invece era
un passo avanti a tutti: diceva sempre quello che pensava e le davano man forte
le due sorelle maggiori di Kotaro, quindi erano una tripletta esplosiva, tanto
che il padre un giorno gli aveva sussurrato con fare cospiratore: “In questa
casa ci sono troppe donne, ti rendi conto che abbiamo anche la gatta! Kotaro ed
io siamo in minoranza, sono contento che stai insieme a Kotaro così alziamo le
quote azzurre e così quando anche le figlie avranno il fidanzato passiamo in
vantaggio!”
Quindi Akaashi negli
anni si era abituato a quei pranzi dove finiva sempre per succedere qualcosa di
imbarazzante o inaspettato ai danni di qualcuno di loro, senza volerlo, non c’era
mai nulla di programmato. Con il tempo e con l’età Akaashi non aveva più avuto
problemi a parlare di qualsiasi cosa e i genitori di Bokuto avevano davvero una
mentalità aperta, per fortuna. Però non si era aspettato un presente del genere.
“Allora, Keiji, quest’anno
ho comprato una cosa un po’ particolare ed ho unito il tuo regalo a quello di Natale
che facciamo per voi due io e papà” cinguettò tutta felice, allungandogli un
pacco con la carta sgargiante rossa e oro ed un immenso fiocco.
“Sul serio mamma, un
regalo in due?” protestò il pallavolista, Kotaro amava i regali, anche una
sciocchezza, ma doveva essere esclusivamente per lui.
“Zitto, Kotaro! Poi
mi ringrazierai” lo liquidò la donna con un’occhiataccia tornando a guardare
Keiji che strappava la carta, si rigirava l’elegante scatola nera e oro tra le
mani e cercava di capire cosa fosse.
“Calendario dell’avvento…”
lesse Bokuto al contrario, ma non sembrava che ci fosse scritto così… ma faceva
fatica visto che era dall’altra parte del tavolo e le lucci
facevano cangiare la scritta.
Bokuto guardò la
madre negli occhi, incrociando le braccia sul petto e sollevando un
sopracciglio “Ti è sfuggito che non abbiamo più sei anni?”
“Kou”
lo richiamò Akaashi che aveva aperto la prima casella e suo malgrado era
arrossito fin sulla punta delle orecchie.
“Che cos’è?” chiese
garrulo il padre aguzzando la vista.
“Un vibratore” spiegò
una delle sorelle con un ampio sorriso divertito.
“Sì, in ogni casella
c’è un sex toys o affini” lesse a voce alta l’altra sorella.
“Gel lubrificante,
dadi delle posizioni, plug, vibratore, manette, questo non so cos’è…”
“Va bene abbiamo capito”
la interruppe Akaashi spostando lo sguardo sul compagno che aveva gli occhi
sgranati ed increduli, la bocca aperta in una esclamazione muta
“A che vi possono
servire le manette?” borbottò perplesso il padre.
“È per quando uno dei
due fa il cattivo papà” spiegò sghignazzando una delle sorelle beccandosi un’occhiata
dal fidanzato.
“Io non l’avrei
spiegato così”
“Stanne fuori” gli
sussurrò l’altro fidanzato “È meglio del cinema” aggiunse “Voglio vedere come
ne escono”
Bokuto fece un
respiro profondo gli sembrava una situazione irreale, certi discorsi saltavano
fuori in spogliatoio e di solito era Miya a tirarlo fuori, il discorso, e a
volte anche qualcos’altro, non al pranzo di famiglia con sua madre che ne
sparava una dietro l’altra e la cosa drammatiche è che non aveva bevuto nemmeno
un goccio.
“Dove lo hai preso?” la interrogò basito voltandosi verso la donna.
“Su internet,
acquisto on line” ripose tutta fiera “Mi si è aperta una pubblicità mentre cercavo
una ricetta e mi siete venuti in mente voi due. Non è adorabile?”
“Adorabile non è il
termine che userei”
“Beh visto che ci
sono tante cose poteste condividere” tentò, posando una mano sulla scatola, la
sorella maggiore.
"Giù le mani,
ragazza, è nostro” la fermò Keiji con un’occhiata molto penetrante e un tono
che non ammetteva repliche.
“Accidenti Keiji
rimpiango ancora che ti piaccia mio fratello, lo sai?”
“Ehi” la richiamò il
suo ragazzo con una gomitata.
“Che cos’è un plug?” chiese
Bokuto senior candidamente riportando l’attenzione su di lui.
“Mi creda è meglio se
non lo sa” provò Keiji invano perché la madre di Kotaro andava a briglia
sciolta.
“È un aggeggio che si
mette nel didietro, amore, a loro piace”
Keiji si alzò di
scatto incapace di stare ancora seduto, troppo imbarazzato.
“Andiamo, Kou, o perdiamo il treno”
“Grazie mamma il tuo
regalo è proprio adorabile” disse Kotaro abbracciandola.
“La fuga è l’unica
soluzione” sussurrò uno dei ragazzi. “Ci conviene approfittarne anche noi, non abbiamo
la stessa dialettica di Keiji e se ha capitolato lui, noi siamo fottuti”
Akaashi strinse la
mano del padre non riuscendo a guardarlo negli occhi, probabilmente non ci
saprebbe più riuscito.
“Grazie è sempre un
piacere” mormorò arrossendo suo malgrado.
“Anche per me,
ragazzo mio, anche per me”
“Ci vediamo papà” lo
abbracciò stringendolo forte.
“Ehi devi aprirne uno
al giorno Keiji” gli gridò dietro una delle sorelle mentre i due giovani
si mettevano il cappotto.
“Sì lo so, ma Kotaro
dopo domani parte per una trasferta e sta via quattro giorni” spiegò mettendosi
le scarpe.
“Sì, bella scusa”
“Ottima direi”
affermò strizzando un occhio “Anche perché non abbiamo bisogno di scuse, per fare
quello che vogliamo a casa nostra” aggiunse.
“Meravigliosa risposta!
Divertitevi!”
La porta si chiuse
dietro ai due giovani e le tre donne si guardarono soddisfatte.
“Te l’ho detto mamma
che gli sarebbe piaciuto” dichiarò la prima.
“Soprattutto Keiji ne
tirerà fuori il meglio” asserì altra.
“Ora andiamo ad aprire
i vostri, ragazze! Prima che i vostri fidanzati battano in ritirata come hanno
fatto loro!” disse posando le braccia sulle spalle delle figlie scuotendo il
capo.
“Perdere il treno, ma
se sono venuti in macchina? Keiji era proprio sconvolto!”
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Note dell’autrice:
ecco ho scritto
questa storiella in una oretta, in palestra mentre aspettavo mia figlia,
sghignazzando come una scema, spero che vi diverta come ha divertito me
scriverla.
Grazie a chi è
arrivato fino a qui e ha voglia di dire la sua.
A presto
Bombay