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Autore: Shainareth    10/09/2009    6 recensioni
[Gundam SEED] L’ex-soldato di ZAFT esitò. Riteneva giusto che lui sapesse, perché dopotutto si trattava di Cagalli, non di un’estranea; eppure quel suo essere maledettamente riservato gli creava parecchia difficoltà, al momento.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Kira Yamato
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Quando Athrun lo raggiunse, Kira stava per accomiatarsi da una conversazione interna al circuito della nave avuta con l’equipaggio della Kusanagi. Fu distratto dal suo arrivo e subito gli rivolse un sorriso, segno che i brutti ricordi di poche ore prima andavano lentamente lasciando posto alla quotidianità: erano sopravvissuti ad una guerra che avevano combattuto in prima persona, e già questo poteva dirsi un miracolo.

   «Tutto bene?», gli chiese, notando l’aria piuttosto turbata dell’amico.

   L’ex-soldato di ZAFT esitò. Riteneva giusto che lui sapesse, perché dopotutto si trattava di Cagalli, non di un’estranea; eppure quel suo essere maledettamente riservato gli creava parecchia difficoltà, al momento. Si fece forza: doveva parlarne con Kira, con l’unica persona che egli potesse chiamare fratello senza vantare con lui un reale legame di sangue.

   «Hai un minuto? Avrei bisogno di parlarti di una cosa.»

   «Certo», si offrì subito il pilota del Freedom, seguendolo con lo sguardo mentre l’altro fluttuava nella sua direzione e gli si fermava di fronte. «È successo qualcosa?»

   «Sì, ma non è nulla di grave», rispose Athrun, come a voler rassicurare entrambi. «Riguarda Cagalli.»

   Il Sottotenente Yamato, già sinceramente affezionato alla ragazza, adesso non poteva più nascondere a se stesso di amarla con tutto il cuore, viste le scoperte fatte circa la loro parentela. Si fece perciò tutto orecchi. «Dimmi pure.»

   Di nuovo il più giovane tentennò: non era facile per niente. «Avrai notato… credo… che io e lei andiamo molto d’accordo», buttò lì poi, sentendo il cuore che batteva forte in petto.

   Se avesse avuto il coraggio di alzare gli occhi sull’antico compagno di giochi, sarebbe stato confortato dal fatto che quest’ultimo era tornato a stendere le labbra verso l’alto. «Intendi dire quando non siete impegnati a bisticciare come bambini?»

   Anche lui si lasciò scappare un sorriso. «Già…»

   «E quindi?»

   Il tono usato da Kira gli parve una sorta di invito a continuare quel discorso che, così credette, non lo sorprendeva affatto. «Quindi ci troviamo bene fra noi», osò, levando finalmente il viso nella sua direzione.

   «Lo avevo già capito, non preoccuparti», si arrese il giovane dai capelli castani, rasserenandolo una buona volta. «Cagalli non è capace di nascondere le emozioni», gli spiegò, intenerito. «Sono contento.»

   «Anch’io», non poté fare a meno di ammettere Athrun, sentendosi più leggero dopo aver vuotato il sacco: Kira era il suo migliore amico, non doveva avere timore di nascondergli nulla. «È solo che mi sembrava giusto parlartene… Sai, per onestà.»

   «Grazie. Lo apprezzo molto», rispose l’altro, poggiandogli una mano sulla spalla.

   «Soprattutto dopo aver chiarito le cose con lei prima dell’ultima battaglia, quando l’ho baciata», continuò il figlio di Patrick Zala.

   Fu solo quando sentì le dita del compagno affondare nella carne che si rese conto di essere stato forse troppo schietto.

   «Hai baciato mia sorella?»

   «Beh…», provò a tergiversare, iniziando a pentirsi di essere andato a cercarlo.

   «Hai baciato mia sorella?»

   «Lei non aveva niente in contrario…»

   «Hai davvero baciato mia sorella?»

   «Oh, piantala!», si spazientì Athrun, stanco di quel disco rotto, sfuggendo alla sua presa dolorosa. «Fino a poco tempo fa neanche sapevi che siete gemelli!»

   «Ciò non toglie che tu l’abbia baciata!», esclamò Kira, senza quasi avvedersi che la porta automatica della cabina si stava aprendo per lasciar entrare proprio Cagalli. La quale, udendo quelle parole, cercò immediatamente un appiglio a cui aggrapparsi per poter fare marcia indietro e sparire da dov’era venuta. La mancanza di gravità non l’aiutò, e prima ancora che potesse sperare di raggiungere di nuovo l’uscita, suo fratello l’agguantò per il giubbino rosso, pronto a fare il terzo grado anche a lei. «Tu lo hai…»

   «E tu stai sempre con quella Lacus!», lo interruppe la fanciulla, scattando sulla difensiva, come a voler dire che si era appiccicata ad Athrun unicamente per noia – tant’è che questi la fissò torvo ma si limitò a restarsene in silenzio: un problema per volta, si disse.

   «Non fare la sorella gelosa!», la rimbrottò invece Kira.

   «Il bue che dice cornuto all’asino», mormorò il soldato Zala, non sapendo quale dei due sfidasse maggiormente i suoi nervi.

   «Appunto», gli diede man forte Cagalli.

   L’altro dovette allora fermarsi a riflettere per una manciata di secondi, al fine di recuperare un minimo di lucidità mentale. «D’accordo. Va bene», concesse loro, lasciando andare la ragazza. «Da quanto va avanti questa storia, esattamente?»

   I due si scambiarono uno sguardo veloce, e decisero in mutuo silenzio che a rispondere doveva essere la bionda. Mai fu commesso errore più grosso di questo.

   «Intendi fisicamente o…?»

   Athrun sbiancò. Kira divenne livido. «Fisicamente

   «Eh?», balbettò la Principessa, non capendo. Vide l’innamorato affondare il volto nel palmo della mano con fare scoraggiato e suo fratello assumere un’espressione preoccupante. Da ciò comprese, ma troppo tardi. «Oddio! NO! Per l’amor del cielo… NO! NON fisicamente in quel senso!», iniziò a gridare, agitando forsennatamente le braccia per aria, rossa per l’imbarazzo. «Intendevo… Intendevo…»

   Non resse alla tensione e provò di nuovo la fuga, ma Kira la braccò una seconda volta, intrappolandola per le spalle, mentre lei scalciava nel vuoto nel disperato tentativo di riconquistare la libertà.

   «Allora?!»

   «Kira, calmati!», intervenne a quel punto Athrun, temendo che la cosa degenerasse. «Tua sorella è ancora illibata», fu costretto a giurargli, benché ritenesse che quelli fossero esclusivamente affari loro. Cercò gli occhi di Cagalli, forse per cercarne conferma. «… Almeno spero», si lasciò infatti sfuggire.

   «Certo che sì, cretino!», si sgolò la poveretta, non sapendo più come uscire da quella situazione che la stava uccidendo per la vergogna.

   D’un tratto la voce di Kisaka li interruppe. «Ehm… Voi tre… Il microfono è ancora aperto», li informò, senza riuscire a nascondere troppo lo sforzo che faceva nel contenere le risate.

   Piombò il silenzio.

   Infine, la sola Principessa di Orb riuscì a dire qualcosa.

   «VI AMMAZZO TUTTI!»

 













Oggi sono in fase creativa. E la cosa comica è che ieri avevo annunciato a Lightning_ che sentivo di avere l'ispirazione per una shot seria. Certo, pare vero. XD
Chiedo scusa per la solita ondata di idiozia, per l'eventuale OOC di Kira (in realtà lo faccio troppo dolce per reagire in questo modo) e per le sviste (i miei hanno deciso di rallegrare le mie orecchie per tutto il tempo... casualmente proprio mentre scrivevo).
Grazie come sempre a tutti i lettori, a NicoDevil (Prima o poi ti pesto, ma per un'altra storia che non ha niente a che vedere con le mie shot), Rinoa87heart, Lightning_, Atlantislux, hinata_chan, Gufo_Tave e Lil_Meyer (Troppo gentile! Mi riservo di leggere le tue opere non appena avrò visto anche la serie 00) per il sostegno che mi danno. ^^
Shainareth





  
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