Perché quando mi viene un’idea
imbecille io la devo seguire
parte centocinquantamila^///^

Evviva i brain storming mattutini
che mi fanno produrre “cose”
dieci minuti di prima di entrar in classe.

Non c’è niente di più provocatorio dell’indifferenza

Ok, Atsumu non poteva dire che non fosse quello che aveva voluto.
Lo aveva provocato impunemente. Giorno dopo giorno. E Kiyoomi sempre stoico. Anzi, quasi infastidito dal fatto che in spogliatoio gli si piantasse sempre fieramente nudo davanti.
Che cogliesse qualsiasi occasione per piegarsi – a 90° - davanti a lui.

E dire però che in quel momento - in piedi davanti al proprio armadietto mentre cercava i suoi boxer, nello spogliatoio deserto – Atsumu non lo aveva fatto per niente apposta.
Quindi sussultò, producendosi in un urletto per niente virile, quando sentì due mani posarsi a coppa sul suo sedere e stringere.
- Belle sode, eh, queste chiappette. -
- Omi! - strillò, completamente colto di sorpresa.
- Non mi dire che ti dispiace. - la voce di Kiyoomi gli arrivò diretta all’orecchio mentre lo schiacciatore gli sfiorava il lobo con le labbra, facendogli venire i brividi.
- Direi proprio di no. - fu la risposta sfrontata mentre Kiyoomi lo spingeva con il peso del proprio corpo ad appoggiarsi all’armadietto, facendogli scivolare la mani lungo i fianchi sfiorandogli la nuca con le labbra e premendogli addosso la propria erezione, prepotentemente risvegliata.
- Hmmm amore – Atsumu strusciò sapientemente il sedere contro quel piacevole rigonfiamento – direi che qui a qualcuno stanotte non è bastata. -
- Tu non mi basti mai, amore. - ridacchiò l’altro, staccandosi da lui per andar a chiudere a chiave la porta dello spogliatoio.