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Autore: ChemistryGirl    30/11/2022    6 recensioni
[STORIA INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE]
Anno 2062.
Da decenni ormai Londra è divisa in due fazioni. In superficie gli ignari Babbani, affiancati da Streghe e Maghi. Nel sottosuolo, dove si trovano le stazioni e le linee abbandonate della metropolitana, si sono stabiliti le Creature fondando il Sottosopra.
Fra le due società vige un patto di quieto vivere, ora messo a repentaglio da una serie di efferati omicidi che sconvolgono entrambe le comunità. Questi eventi portano a mal contento e atti di violenza da ambo le parti, che potrebbero presto trasformarsi in una vera guerra civile.
Si vocifera che la colpevole sia la latitante Nashira O’Malley, ormai in fuga dalle autorità da cinque anni. Quale sia il suo piano non è chiaro a nessuno, men che meno le sue motivazioni. Si sa solo che la vampira è tornata a casa e pare essere intenzionata ad avere la sua vendetta.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Attenzione! 
Questa storia tratta argomenti delicati ed è sconsigliata la lettura a un pubblico facilmente impressionabile.

 
 
 
 

Capitolo II

 
 
“Un albero inizia con un seme.”
(Proverbio Arabo)
 
 
25 Settembre 2062,
Essex, Epping Forest
 
 
Una leggera e fine pioggerella cadeva delicatamente sulla boscaglia e, se intorno gli alberi fungevano da riparo, nella piccola radura le gocciole tamburellavano imperterrite sugli agenti MSI. Almeno una decina di Auror si affaccendavano intorno alla scena del crimine ognuno con il proprio preciso compito: c’era chi scattava le fotografie, alcuni imbustavano le prove raccolte, un paio delimitavano l’area e altri ancora modificavano i ricordi dei primi soccorritori babbani intervenuti alla vista della colonna di fumo. 
La cosa più destabilizzante di tutte però non erano i corpi bruciati e ammucchiati al centro della radura, talmente malridotti che dei cadaveri erano rimasti solo le ossa e i tessuti carbonizzati, ma il tipico odore di carne troppo cotta, come quando ci si dimentica per sbaglio un hamburger sulla piastra del barbecue. 
Ryu, con il cappuccio alzato e fermo vicino a quello che inizialmente doveva essere solo un fuoco da campo, studiava con freddezza un teschio staccato di netto dalla colonna vertebrale. Si accosciò per terra e, con le mani ricoperte dai guanti di lattice, prese in mano il cranio e, con estrema cautela e rispetto, cominciò a esaminarlo.
Walter, che fino a quel momento era stato nella ridente Epping, comparve nello spazio con berretto da baseball calato sulla fronte e un taccuino in mano << Qualche novità? >>
<< Questa testa è stata tranciata con una spada a doppia lama. >> il giapponese, che stava tastando con i polpastrelli le vertebre, sollevò lo sguardo per fissarlo in quello del suo diretto superiore << Ed è stata staccata con un unico colpo. >> 
<< Però, impressionante. >> scribacchiando l’informazione sul suo bloc-notes dalle pagine umide, il biondo increspò le labbra in un’espressione che manifestava tutta la sua ammirazione << Io non ne sarei mai stato in grado. >> 
<< Non è nulla per cui provare rispetto o invidia. >> Virginia, che si trovava poco distante da loro e anche lei con il cappuccio sollevato a coprirle il capo, si alzò con in mano una busta delle prove << Quello che è successo qui è abominevole. >> 
Walter inclinò il capo di lato << Credo che tu ti stia dimenticando chi sono quelli a cui diamo la caccia. >> 
<< So perfettamente come sono fatte le creature e che il loro modo di agire e di pensare si discosta completamente dal nostro, ma questo non vuol dire che sia facile assistere a uno spettacolo del genere. >> uno sbuffo sfuggito dalle labbra dell’uomo fece aggrottare la fronte della svedese << Ho detto qualcosa di sbagliato? >> 
<< No assolutamente, ma mi chiedo, essendo gli agenti MSI delle spie e dei sicari, che cosa ci differenzia tanto da loro ai tuoi occhi. >> il Capo squadra scrutò con sincera curiosità la sottoposta << Perché, per essere rimasta così interdetta, vuol dire che ci vedi molto distanti dalle creature. Esattamente in cosa siamo migliori? >> 
La donna che apprezzava le discussioni costruttive, dove ognuno poteva dire quello che pensava senza timore, si sentì appunto libera di esprimersi, cosa che accadeva assai di rado con chi era più in alto di lei nella scala gerarchica << Noi siamo costretti a farlo, è il nostro dovere. Di certo non ci divertiamo e non puoi negare che loro spesso e volentieri godono a compiere atrocità. >>
<< Hai assolutamente ragione, per le creature la violenza è qualcosa da osannare e celebrare: molti di loro sono privi di qualsivoglia freno inibitore. Però noi tre sappiamo che quelli a cui stiamo dando la caccia sono tutto fuorché delle teste calde. Quindi che cosa ti fa credere che abbiano commesso questo massacro per spasso? >> 
Ryu, che aveva appena consegnato il teschio a una giovane leva MSI, si avvicinò ai due << È stato uno scontro quattro contro uno. Le prove sono evidenti, anche se hanno cercato di ripulire e non mi spiego il perché. >>
Virginia sollevò la busta delle prove che teneva in mano e che conteneva un vetrino in cui era racchiuso del sangue misto a del terriccio << Credo che stessero cercando di rimuovere questo, era vicino al tronco spezzato. >>
Walter picchiettò con la penna il sacchetto di plastica e, al contempo, si voltò verso il collega << Conosci per caso qualche runa che ci potrebbe tornare utile in questo momento? >> 
Il giapponese rimase un attimo in silenzio, poi annuì e, estratto il vetrino, lo apri. Impugnando con sicurezza la bacchetta di ciliegio, lo spezzaincantesimi disegnò nell’aria, a pochi centimetri dalla terra intrisa di sangue, una runa sconosciuta agli altri due che osservavano con interesse la scena. Improvvisamente il liquido rosso si separò dal terriccio e divenne come un filo di cotone, si attorcigliò e poi cominciò a fluttuare fino a giungere al tronco spezzato, dove si divise in migliaia di piccoli filamenti: in pochi istanti una figura a loro ben nota prese forma. 
<< Quella è… >> 
<< Nashira O’Malley. >> concluse Walter al posto della medimaga, che osservava con stupore quell’ammasso di fili scarlatti assumere l’aspetto di un fantoccio reale. 
Il Capo squadra si avvicinò al collega, che aveva la fronte leggermente imperlata di sudore << Può condurci da lei? >> 
Ryu scosse la testa, mentre i fili che componevano il pupazzo cominciavano a separarsi velocemente << Sarebbe bello, ma purtroppo no. Questa runa si chiama Uèir(1) e necessita di sangue fresco per poter funzionare. A quanto pare la ferita è stata richiusa a dovere e il filo non ha nulla a cui attingere o a cui condurci. >> quando il sangue fu tornato all’interno del vetrino, l’uomo lo richiuse e depositò la prova insieme alle altre. 
<< Quanto meno ora sappiamo che siamo sulla strada giusta e che la notizia che fosse giunta sul suolo inglese non è una bufala. >> Virginia, con le mani piantate sui fianchi, si voltò verso il suo superiore << Hai scoperto qualcosa nella cittadina? >>
Walter scosse le spalle e si grattò la guancia irsuta con fare meditabondo << Nulla di che: in un pub, dal nome infelice ovvero “Lucky”, qualcuno ha banchettato, anche se per fortuna non è scappato il morto. Ho trovato tre babbani molto frastornati e con forti capogiri, ma nulla di più. >> mettendo al sicuro il suo taccuino in una tasca interna della giacca, l’uomo sollevò il viso verso il cielo come se l’acqua piovana lo aiutasse a mantenersi in qualche modo lucido << Ho fatto delle domande in giro, più che altro ai curiosi che si aggiravano introno al locale, e alcuni di loro affermano di aver visto vicino al pub un uomo e due donne, di cui una vestita in maniera davvero strana. >> 
<< Nient’altro? >> 
<< La tipa buffa indossava un top giallo e un cappello da aviatore. >>
Virginia prese un profondo respiro e inclinò il capo di lato << Intendo qualcosa di utile. >>
<< Anche a me piacerebbe che confermassero i nostri sospetti e ci dicessero che hanno visto i nostri fuggiaschi, ma mica posso chiedere a dei babbani se hanno notato delle ali da fata o dei canini. >> 
<< Ritengo che i cadaveri sapranno darci più risposte in merito. >> intervenne Ryu << Qui ormai c’è poco da fare, la pioggia e il fuoco hanno cancellato la maggior parte delle tracce e non ha senso rimanere qui al freddo. >> 
<< Concordo, anche se mi chiedo chi siano questi quattro. >> Virginia si inclinò leggermente, sporgendosi oltre ai colleghi per vedere il cumolo fatto di corpi a pochi metri da loro. Era triste rendersi conto che aveva visto talmente tante atrocità nella sua vita che quello che aveva davanti non era il peggio a cui avesse assistito, per quanto fosse indubbiamente orribile. 
<< Quasi sicuramente cacciatori di taglie. >>
La svedese aggrottò le sopracciglia << Ora che ci siamo noi sul caso non si dovrebbero fare da parte? >> 
Walter le sorrise con indulgenza << Tutto il contrario: aumenteranno. Solo la taglia sulla testa di Nashira O’Malley sistemerebbe a vita un uomo con un sano appetito, immaginati se riuscissero a catturare tutti e cinque. >> 
<< Si porterebbero a casa una vera fortuna. >> lo spezzaincantesimi incrociò le braccia al petto << Chi non tenterebbe il tutto e per tutto? >> 
La medimaga si ritrovò ad annuire, mentre recuperava il suo zaino da lavoro << Qual è la prossima mossa? >>
<< Torniamo al Quartier Generale e facciamo il punto della situazione. >> il Capo squadra diede una pacca sulla schiena di Ryu << E speriamo che i cadaveri parlino più dei vivi. >>  
 
 
§§§
 
 
Sottosopra,
Sede dei Custodi, 4° Piano
 
 
Ad Hera faceva sempre uno strano effetto entrare nell’Ufficio del Capo dei Custodi. Benché fossero quasi passati cinque anni, quando si schiudeva la porta, un’immagine residua del passato la assaliva e si sovrapponeva alla realtà. Appena metteva piede nella stanza, non vedeva un luogo ordinato, dai colori tenui e ben organizzato, ma un caloroso disordine: fascicoli sparsi un po’ ovunque, piante che uscivano dai cassetti dagli schedari posti sui due lati, un divanetto di pelle marrone su cui stazionavano perennemente una coperta attorcigliata e un cuscino e quadri colorati appesi alle pareti intervallati da fogli o post-it su cui erano scritti a pugno annotazioni o memento di vario genere. 
<< Tutto bene? >> la voce profonda di Livari giunse alle orecchie della vampira come da un’altra dimensione, lontana e allo stesso tempo reale e vicina. 
La donna sbatté velocemente le palpebre, cercando di eliminare il ricordo di Nashira seduta dietro la scrivania, che campeggiava in mezzo alla stanza, e che l’accoglieva con il suo solito modo informale << S-sì. >> dopo essersi schiarita la gola, spostò i grandi occhi verdi sul superiore << Tutto a posto, grazie. >> 
L’ibrido la guardò con interesse per un paio di secondi, con il sopracciglio destro inarcato, poi scosse le spalle. Dopo aver appoggiato la valigetta sulla scrivania, si sfilò la cravatta nera che lo stava torturando da quando se l’era messa. L’appese a uno dei tre ganci dell’appendiabiti attaccato al muro e indicò una delle sedie di fronte al tavolo << Accomodati pure. >> 
Con eleganza felina la vampira si accomodò e accavallò le gambe, per poi intrecciare le mani sulle cosce << Di cosa volevi parlarmi? >> 
<< Nessun convenevole? >> il Capo dei Custodi sorrise divertito alla sbrigativa praticità della sottoposta, sedendosi a sua volta sulla poltrona dall’altro capo del tavolo << Nessun: come stai? Come è andata la tua mattinata? >> 
Di fronte al sopracciglio inarcato della mora, palese dimostrazione che non gliene poteva fregare un cazzo dei salamelecchi dettati dall’educazione, Livari si ritrovò a pensare che, da quando la conosceva, aveva sempre apprezzato la cauta fermezza di cui Hera faceva sfoggio: non si faceva prendere dal panico e non accettava che qualcuno le mettesse i piedi in testa, ma dimostrava un’intelligenza sopraffine e un occhio estremamente attento anche al più piccolo dettaglio. L’uomo si ritrovò a domandarsi come fosse in realtà, quando veniva privata della sua naturale compostezza e prudenza. 
<< Oggi, insieme a Makoma e a Martin, ho avuto un simpatico colloquio con Mason Stabler, la sua Vice e quello che ritengo essere il suo secondo sottoposto più fidato. >> l’ibrido intrecciò a sua volta le lunghe dita e appoggiò i gomiti sui braccioli della poltrona << Come saprai il caso dei fuggiaschi è passato agli agenti MSI. A noi invece è toccata la patata bollente degli ultimi due casi avvenuti in superficie e che gli Auror hanno attualmente imputato essere opera di creature non ancora identificate. >> 
Gli occhi chiari della donna si assottigliarono, ma fu l’unico movimento che compì, visto che rimase perfettamente immobile << Ebbene? >> 
Uno sbuffo divertito sfuggì al Capo dei Custodi, insieme a un mezzo sorrisetto che si delineò sul volto diafano << Ebbene, sarà un lavoro congiunto con gli Auror e dovremo essere sottoposti all’Incantesimo di Contenimento. >> 
Un silenzio pesante scese fra i due che rimasero a studiarsi a vicenda, finché Hera, irritata dal ghigno del superiore, non arricciò le labbra e sibilò un << Puoi spiegarti meglio? >> 
<< La situazione in superficie si sta facendo critica: il malcontento e la diffidenza nei confronti di noi creature sta aumentando sempre più, soprattutto aggravato dal fatto che Nashira e i suoi sono tornati sul suolo inglese. Il Consiglio e il Ministro della Magia hanno deliberato che la cosa migliore sia che collaboriamo per risolvere al più presto i casi per evitare scontri tra le due fazioni o anche peggio. >> 
<< Fin qui tutto ha un senso logico. >> la mascella del Capo della Classe S si serrò brevemente, poi parve riprendere il controllo su di sé << Non comprendo la questione di quel maledetto incantesimo. >> 
<< Non si fidano di noi. >> la semplicità disarmante con cui l’uomo disse una verità comprovata fece irritare la vampira ancora di più.
<< Perché noi invece ci dovremmo fidare di loro? >>
<< Oh, mia adorabile miscredente. Credi davvero che avrei accettato una cosa del genere? >> Livari sorrise con dolce condiscendenza alla donna che aggrottò la fronte allo strano appellativo con cui era stata chiamata << Ho preteso che venisse imposto lo stesso incantesimo agli Auror che collaboreranno con noi. Ammetto che non è stato facile, una delle discussioni più sfibranti della mia esistenza, ma alla fine Mason ha accettato. Il nostro vecchio amico ha borbotto qualcosa sugli agenti Underseaq e Tanaka e su come loro probabilmente sapessero ovviare al problema, visto che quella simpaticissima magia è stata ideata esclusivamente per noi creature. >> 
Un sospiro di pura incredulità sfuggì dalle labbra di Hera, che, sollevando entrambe le sopracciglia, si adagiò contro lo schienale della sedia, come se non potesse ancora credere del tutto a quello che le era stato riferito e volesse in qualche modo mantenere le distanze, così da avere una maggiore lucidità << E quand’è che inizierebbe questa collaborazione? >> 
<< Domani mattina. >> gli occhi verdi della donna si spalancarono a quella notizia, mentre il suo diretto superiore apriva la valigetta ed estraeva una cartella piena di fascicoli, che spinse verso di lei << Questi sono i profili dei nostri nuovi amici e, visto che tu sei la migliore profiler tra i Custodi, ti chiederei il piacere di analizzarli. >> 
<< Per domani. >> 
<< Sì, domani alle otto. >> 
La vampira si allungò, aprì la cartella e il primo nome che lesse fu quello di Helena Charlotte Schuyler, il Vice Capo Auror << Per i santi canini di Dracula. >> 
L’ibrido rimase sorpreso e divertito da quella strana esclamazione, che in più di duecento anni di vita non aveva mai udito << Sono certo che sarà un’esperienza unica oltre che spassosa. >>
Il naso del Capo della Classe S si arricciò << Io e te, a quanto pare, abbiamo una concezione diversa di svago. >>
Un sorriso malandrino e pieno di sensualità fiorì sul volto dell’uomo, che inclinò il capo di lato << Se vuoi sono ben felice di insegnarti. >>
Hera si alzò lentamente dalla sedia, tenendo la testa alta e non distogliendo lo sguardo da quello del suo superiore << No, grazie. Ora come ora ho meno di dodici ore per leggere e analizzare sei fascicoli: sarà un miracolo se avrò qualcosa di riferirti a voce domani prima che inizi la riunione. >> 
<< Conto su di te. >> 
La vampira trattene, con grande difficoltà, l’impulso di mandarlo a cagare, prese la cartella e uscì dall’ufficio, seguita ovviamente dallo sguardo divertito dell’uomo.
 
 
§§§
 
 
Ministero della Magia,
Secondo Livello
 
 
Sarah, seduta sullo sgabello del suo laboratorio, sbatteva quasi a ritmo la testa contro il piano di lavoro, mentre Noelle, in piedi al suo fianco, continuava a rileggere il foglio appena stampato, arrivò anche a capovolgerlo, nella speranza che i dati riportati iniziassero ad avere un senso. 
<< Giuro, più li leggo e meno hanno senso. È possibile? >> la medimaga aggrottò la fronte, inclinando il capo.
La voce di Sarah giunse ovattata alle orecchie della collega << Sì, credo che presto ci porterà alla follia. >>
<< Forse dovremo rifare le analisi. >> 
La pozionista voltò leggermente la testa, per guardare l’amica << È già la quinta volta che le rifacciamo. >> 
Noelle arricciò le labbra in un piccolo broncio, mettendo le mani sui fianchi, mentre continuava a tenere il foglio stretto nel palmo << Forse lo spettrometro di massa(2) è rotto. >> 
<< Lo abbiamo cambiato sei mesi fa, è impossibile. >> 
La medimaga estrasse dalla tasca del camice la bacchetta di salice << Beh, è giunto il momento di una revisione. >> 
Sarah scattò su, frapponendosi con le braccia spalancate fra la collega e il suo amato strumento << No! >>
<< Perché? >>
All’espressione confusa della ex Corvonero, la pozionista rispose con uno sbuffo << L’ultima volta che l’hai “revisionato” >> mimò le virgolette con le dita << l’ho dovuto cambiare. >>
<< Quella volta è stato un incidente. >> 
La bionda l’additò con fare imperioso << Poco importa, tu non ti avvicini ad Alphonzo. >> 
<< Alphonzo? >>
<< Abbreviato in Al per gli amici. >> 
<< Potrei sapere che cosa state facendo? >> Helena, che aveva appena superato la soglia, studiò con stupore i comportamenti bizzarri delle due sottoposte. 
Sarah si voltò di scatto verso l’entrata, con le gote leggermente arrossate per l’imbarazzo, al contrario Noelle che si mordeva l’interno delle guance, per non scoppiare in una fragorosa risata, e puntando, al contempo, gli occhi sul soffitto.
Il Vice-Capo Auror sollevò le sopracciglia, gesto che fu subito colto della pozionista come una sollecitudine allo spiegarsi << Ecco i risultati delle analisi sono oltremodo bizzarri. >> strappando il pezzo di carta dalle mani dell’amica, la bionda lo allungò al superiore << Come sai non abbiamo potuto analizzare la droga che ha mandato in overdose la nostra vittima visto che i nostri amici hanno ripulito tutto. Per tale motivo abbiamo deciso di analizzare il sangue, nella speranza che fosse rimasto qualcosa in circolo… >> 
<< E? >> 
Noelle, dopo essere riuscita a ricacciare indietro la risata, con gli occhi azzurri-grigi sgranati, fece roteare il dito indice della mano libera in maniera teatrale << Un guazzabuglio di sostanze, ecco cosa c’era nel suo sangue! >> 
<< Un guazzabuglio? >> Helena, che aveva un’espressione parecchio confusa, venne affiancata da Sarah che le indicò i dati riportati.
<< Parrebbe che la nostra vittima avesse nel sangue uno strano mix di LSD, cocaina, ice e una sostanza sconosciuta. >> 
<< Per Merlino, ma di quante cose si faceva? >>
Noelle e Sarah si scambiarono uno sguardo preoccupato, ormai ogni traccia di ilarità di poco prima completamente scomparsa. Ovviamente la breve occhiata fra le due non passò inosservata al superiore, che aggrottò la fronte << Cos’è che non mi state dicendo? >> 
<< Beh, vedi… >> Noelle si avvicinò alle due mentre sistemava la bacchetta, estratta poco prima, nella tasca del suo camice << Non è che si facesse di queste droghe singolarmente, ma parrebbe che queste fossero unite in un’unica sola. >> 
Helena prese un profondo respiro, mentre tentava di capire quello che le due ragazze cercavano di dirle << Potete essere più chiare? >> 
Sarah tornò quindi a indicare i valori riportati sul foglio << I dati ci dicono che nell’organismo c’erano… >> 
<< Sì, ho capito: LSD, cocaina e compagnia cantante. >> 
La pozionista annuì al riassunto monco della bionda << Ma come puoi ben vedere i valori sono troppo bassi per essere pericolosi, nessuno di essi avrebbe potuto causare l’overdose. >> 
Il Vice-Capo Auror sollevò le sopracciglia e indicò uno dei dati << Quindi è stata la sostanza non identificata? >> 
<< Non esattamente. >> Noelle indicò tutti i valori riportati << Riteniamo che la sostanza sconosciuta faccia da collante e da stimolatore per le altre tre. >> 
<< Quindi mi state dicendo… >> 
<< Che c’è una nuova droga sul mercato. >> concluse con freddezza Sarah.
Helena si passò una mano fra i capelli, mentre si sedeva lentamente su uno degli sgabelli del laboratorio << Ne siete sicure? >> 
<< Beh, non sappiamo molto di come funzioni o di come venga somministrata. Ci servirebbe la droga pura per poterlo sapere con certezza… >> 
<< Abbiamo molti più quesiti che risposte, questo è vero. >> Sarah si fece nuovamente avanti, interrompendo lo sproloquio della collega << Ma siamo certe che quella nel corpo della nostra vittima sia una nuova sostanza stupefacente, non ci sono altre spiegazioni. >> 
<< Non è che i valori possono essere stati alterati? Insomma l’organismo assimila le sostante che noi ingeriamo e questo accade anche con le droghe. >> 
<< Sicuramente buona parte è stata assorbita dal metabolismo, ma nel caso di un’overdose i valori rimangono alti perché appunto se n’è assunta troppa. >> Noelle si strinse rapidamente la coda alta, che era solita fare quando lavorava << Quindi sì, i valori che abbiamo sono sballati e non possiamo sapere quale sia la dose fatale, ma è indubbio che quello che ha ingerito sia un nuovo tipo di droga. I dati delle analisi non rientrano in nessuna statistica conosciuta, quindi è l’unica spiegazione plausibile. >> 
Un lungo e pesante silenzio scese nel laboratorio, intanto che le donne digerivano l’enormità della scoperta appena fatta. Helena, per un po’, rimase ferma immobile a fissare un punto nel vuoto, tenendo il mento appoggiato al palmo della mano destra e le lunghe dita a coprirle le labbra sottili, poi si voltò leggermente verso le due colleghe << E per quanto riguarda la sostanza sconosciuta? >> 
Sarah si strinse nelle spalle, sconsolata << Purtroppo non avendo un campione da analizzare possiamo fare ben poco. Abbiamo solo scoperto che non si tratta di una sostanza sintetica. >> 
<< Quindi è naturale? >> al cenno di assenso di entrambe, la bionda annuì a sua volta << Beh, è già qualcosa. A questo punto dobbiamo solo trovare una partita di questa maledetta droga per poter capire con cosa abbiamo a che fare, giusto? >> 
All’ennesimo cenno di assenso delle due, Helena si ritrovò a ridacchiare divertita, poi quando si rese conto di quello che aveva detto, borbottò << Più facile a dirsi che a farsi. >> 
Uno strano trillo fece sobbalzare le tre, che per un istante rimasero ferme e spaesate. 
<< Che è stato? >> 
Noelle aggrottò la fronte, voltandosi verso l’ex Serpeverde << È il tuo laboratorio, mica il mio. Dovresti dirlo tu a noi. >> 
Sarah arricciò il naso, diede le spalle alle due e cercò di capire quale dei suoi macchinari avesse emesso il suono: avrebbe dovuto impostare delle suonerie diverse in modo tale da non confondersi. Ci vollero, per fortuna, soli pochi secondi alla ragazza per capire che aveva ricevuto un’email urgente, quindi scivolò sulla sua poltrona girevole e aprì il messaggio appena ricevuto << Ora sappiamo chi è la nostra vittima. La sua foto è risultata al 99% compatibile con una denuncia di scomparsa. >> stampò il documento e lo allungò al suo superiore << Si chiamava Colton Baker. >>
Il Vice Capo Auror prese in mano il foglio e studiò con tristezza la foto di un ragazzo sorridente nel fiore dei suoi anni << Questo è più di qualcosa, è una pista da seguire. >> sollevò lo sguardo sulle due << Voi continuate con le vostre analisi, io vado da Gaspard e Jordan: temo che toccherà a loro l’ingrato compito di avvisare i Signori Baker della morte del loro bambino. >>
 
 
§§§
 
 
Sottosopra, 
Zona Nord
 
 
Il frinire leggero delle cicale accompagnava l’incedere deciso di Lucien e Dagmar per il quartiere residenziale dei vampiri. Un sentimento di puro disagio attanagliava sempre le due quando lasciavano il caos del centro città per addentrarsi nella quiete dei nuclei familiari. In quanto ibridi non erano ben visti dai Clan, benché la loro situazione fosse nettamente migliorata grazie ad Alya ma soprattutto a Livari. La stessa Lucien, che era stata adottata da Makoma, non poteva dirsi completamente a suo agio nel quartiere, nonostante nessuno l’avesse mai insultata o maltrattata, aveva però la costante impressione che tutti le stessero perennemente a un passo di distanza, soppesandola e giudicandola.
Stavano attraversando una stradina lungo la quale erano disposte delle villette a schiera, quando Dagmar notò che da una di esse, dietro una tendina, un uomo anziano le scrutava con diffidenza e allo stesso tempo grande curiosità. La donna arricciò il naso e decise di non dargli peso, concentrandosi invece sul compito che era stato assegnato loro << Quindi negli ultimi mesi sono scoparsi tre giovani creature. >> 
La kelpie annuì, mentre teneva le mani sprofondante nelle tasche della giacca << Il primo è stato un kelpie di trent’anni, è svanito senza lasciare traccia due mesi fa, circa nello stesso periodo si è volatilizzata una fata di ottantatré anni e ora una vampira. >> 
Dag si passò una mano fra i folti capelli turchini << E non c’è nessun collegamento tra gli scomparsi? >> 
<< Dalle indagini preliminari non è saltato fuori nulla. Il kelpie e la vampira erano delle teste calde, che causavano parecchi problemi, ma non parevano conoscersi bene. La fata al contrario era una tipa tranquilla, magari sopra le righe e con passioni particolari, ma nulla di pericoloso. >> 
Le due si fermarono di fronte a un piccolo cottage di un solo piano, il silenzio calò fra di loro mentre osservavano l’abitazione e il giardino ben curato. A nessun agente piaceva dover parlare con i familiari delle vittime, ma era un passo fondamentale da compiere per poter procedere con le indagini, seppur estremamente difficoltoso da compiere. Superarono quindi una alla volta il cancellino che caratterizzava la bianca staccionata e attraversarono il prato che, dall’odore di erba fresca, pareva essere stato tagliato da poco. Saliti in fretta i tre gradini della veranda, Dagmar spinse il campanello, mentre Lucien si guardava intorno con noncuranza. 
Dopo un paio di minuti di attesa una donna bionda aprì la porta, ma non la zanzariera, per poi scrutarle con un cipiglio severo, adagiando lo sguardo in particolare sulle nappe nere che le due avevano sulle rispettive giacche << Sì? >> 
<< Salve, lei è la Signora Mary Anne Rundel? >> domandò con tono gentile Dagmar, spostandosi dal viso una ciocca di capelli azzurri che era sfuggita dall’alta coda che aveva fatto poco prima, quando aspettavano che qualcuno si palesasse.
<< Sì, sono io. Voi siete… ? >> la vampira, non spostandosi di un millimetro dalla soglia della porta, squadrò le spalle e drizzò la schiena, come se fosse già pronta a una discussione o peggio.
<< Agente Moràvek-Kalinovà. >> spostandosi la mano dal petto, indicò la collega al suo fianco << Lei invece è l’agente Modjadji. Vorremmo parlarle di sua figlia Janet. >> 
<< Cos’altro ha combinato quella sconsiderata? Spero sinceramente di non doverle pagare nuovamente la cauzione. >> la donna, palesemente infastidita, incrociò le braccia al petto e spostò il peso da un piede all’altro, fissando gli occhi scuri sull’ibrido che le stava di fronte, come se fosse lei la fonte di ogni suo male. 
<< Vorremmo parlare della sua scomparsa. >> ripeté Dag, rimanendo però sorpresa quando la bionda roteò gli occhi al cielo. Lucien, dal canto suo, non spiccicò mezza sillaba, rimanendo un passo indietro e scrutando con attenzione le reazioni della padrona di casa.
<< Scomparsa? Questa mi giunge nuova. >>
Le sopracciglia dell’hacker schizzarono in alto << Però io ho fra le mani una denuncia di scomparsa. >>
<< Per Dracula, chi mai avrebbe potuto… >> Mary Anne si fermò di colpo, poi fece un passo indietro e gridò << Isabelle! Vieni subito qui! >> 
Dopo pochi secondi una figura esile, dai lunghi capelli castano biondo e con un’adorabile salopette addosso, comparve affianco alla vampira << Sei stata tu a denunciare la scomparsa di quella sciagurata di tua sorella maggiore? >>
La ragazzina non ebbe bisogno di dire nulla visto che sul volto le si leggeva la verità, tant’è che l’espressione della donna di pietra si ammorbidì un poco << Sei davvero ingenua Isa. >> poi si voltò verso i Custodi che sostavano sotto la sua veranda << Mi dispiace per il disguido, ma ritiro la denuncia. Arrivederci. >> 
<< Aspetti. >> la voce improvvisamente dura di Dagmar fermò di malavoglia la signora dal chiudere loro la porta in faccia << Janet è scomparsa da più di dieci giorni. >>
<< Sì e allora? >> 
La mezza fata storse il naso << Non è preoccupata? >>
A Mary Anne scappò un sospiro di pura esasperazione, come se avesse a che fare con una bambina particolarmente lenta di comprendonio << No, non lo sono perché non è la prima volta che mia figlia si volatilizza nel nulla. Ritornerà qui strisciando quando avrà finito i soldi o quando il suo ragazzo di turno l’avrà lasciata. Probabilmente si trova in centro, nascosta in qualche locale malfamato a bere fino al collasso. Ormai ha settantaquattro anni, non è più un mio problema. >> la spietata freddezza con cui disse ogni parola fece comprendere alle due donne che la padrona di casa era giunta davvero al limite di sopportazione, per quanto riguardava i guai in cui si andava a cacciare sua figlia maggiore << Mi dispiace se Isabelle vi ha dato dei grattacapi, la punirò adeguatamente. Ora però vi chiederei di andarvene dalla mia proprietà in quanto i vostri servigi non sono richiesti e non ho nient’altro da aggiungere sull’argomento. >> 
Dag sostenne per qualche secondo gli occhi scuri della donna, poi si limitò a farle un cenno del capo e a girarsi per dare le spalle alla casa, la cui porta venne chiusa con un secco schiocco. Lucien invece rimase intrappolata dagli occhi chiari della ragazzina finché l’anta non la fece scomparire: per un attimo ebbe la folle impressione che la supplicassero di non arrendersi. L’ibrido tentennò per qualche secondo, ma dall’interno della dimora non provenne nessun suono preoccupante se non due voci concitate che discutevano. 
Dagmar, che aveva compreso il perché del tentennamento della compagna, superandola, le diede un leggero buffetto sulla spalla << Andiamo, non ha senso rimanere qui. >> 
Quando furono fuori dalla proprietà dei Rundel, Dagmar puntò gli occhi al cielo mentre si picchiettava il mento con fare meditabondo << Quindi ora i ragazzi scomparsi calano da tre a due e non si possono più definire dei sequestri seriali, perciò credo sia meglio che  li analizziamo singolarmente. >> 
La kelpie non ebbe modo di dire alcunché visto che entrambe si fermarono di scatto e si voltarono nella medesima direzione, da cui una giovane vampira giungeva verso di loro correndo << Agenti! >> 
<< Tu non dovresti essere qui. >> Dag inarcò le sopracciglia, mentre la ragazzina, che non doveva avere più di quindici anni, si arrestava di fronte a loro, per poi appoggiare entrambe le mani sulle ginocchia << È meglio se torni a casa. >>
<< N-non posso… >> ansimò Isabelle, drizzandosi e cercando, al contempo, di normalizzare il respiro dopo la corsa a perdifiato << Ho bisogno che mi ascoltiate. >>
<< Tua mamma sa che sei qui? >> 
<< Sono appena stata messa in punizione e per raggiungervi sono dovuta scappare dalla finestra, cosa ne deduce? >> appoggiando le mani sui fianchi, in una posa che ricordava molto sua madre, arricciò il naso palesemente infastidita.
Un mezzo sorriso incurvò le labbra dell’hacker << Allora è meglio se ritorni indietro. Alla svelta. >> per poi voltarsi e riprendere il suo cammino
<< La prego, aspetti! >> 
Alla supplica della piccola, Dagmar si fermò e si voltò nuovamente spazientita, rendendosi conto così che Lucien era rimasta ferma dov’era.
<< Abbiamo del lavoro da fare, non possiamo stare qui ad ascoltare le tue futili chiacchiere. >> poi si voltò verso la collega che non si era mossa di un millimetro << Non eri tu quella che poco fa si lamentava del poco tempo che aveva per fare tutte le sue commissioni? >>
<< Credo che dovremmo ascoltarla. >>
<< Non sono futili! >> ignorando le parole di Lucien, Isabelle pestò i piedi per terra << Dovete cercare Janet, vi prego. >>
La mezza fata si profuse in un lungo sospiro, poi tornò accanto alle due visto che non voleva mettersi a urlare in mezzo alla strada << Da quanto ho capito tua sorella è solita scomparire nel nulla per lunghi periodi. Senza contare che ho almeno tre denunce per adescamento e spaccio di stupefacenti a suo nome. Dovresti dare retta a tua madre, forse è semplicemente nascosta da qualche parte. >> 
Le labbra di Isabelle si strinsero in una linea sottile << So che non è una santa e men che meno una brava ragazza, ma so per certo che le è successo qualcosa. >>
<< Su cosa basi questa tua convinzione? >> le chiese Lucien, appoggiandole una mano sulla spalla e portandola così a girarsi verso di lei. 
<< Tre giorni fa era il mio compleanno, il mio sedicesimo compleanno. >> sottolineò la vampira con enfasi, spostando lo sguardo da una all’altra << Non se lo sarebbe perso per nessun motivo al mondo. >>
Lo sguardo della kelpie si riempì di dolcezza e compassione a sentire quelle parole: il sedicesimo compleanno, per molte culture, era il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta, per quelli della sua specie era ancor più importante; rappresentava infatti il rallentamento dell’invecchiamento, ma soprattutto il momento in cui a un giovane vampiro era permesso di cacciare in autonomia. 
<< Mi dispiace dovertelo dire, ma potrebbe esserselo dimenticato. >>
<< Senta, come vi ho già detto, so che mia sorella non è perfetta e ha fatto tanti errori nella sua vita, però c’è sempre stata per me, in ogni momento importante. Non si sarebbe mai persa il mio compleanno, per nulla al mondo, soprattutto questo. Quindi so per certo che le è capitato qualcosa. >> gli occhi di Isabelle si inumidirono benché tentasse di sembrare stoica mentre le allungava una foto << Vi prego, cercatela. >>
Le due Custodi studiarono l’istantanea che raffigurava due giovani ragazze bionde, sedute su delle altalene, che ridevano allegre. La maggiore portava un caschetto sbarazzino e un sorriso solare, ma, per quanto potesse sembrare felice, le occhiaie e il suo volto denotavano una mal celata preoccupazione.
<< Quando è stata scatta questa fotografia? >> domandò con voce piatta Dagmar, ma facendo comunque aggrottare la fronte alla giovane. 
<< Poco meno di un mese fa… >> 
Prima però che potesse dire qualcos’altro, l’hacker aggrottò la fronte e Lucien intervenne << Non possiamo prometterti dei miracoli né che sarà in cima alle nostre indagini, ma la cercheremo. >>
Isabelle annuì comprensiva, nonostante fosse palese che fosse rammaricata << Vi ringrazio. >> 
Dag, mettendo la foto in una tasca interna della giacca, indicò con il mento la casa della giovane << Ora fila a casa, prima che tua madre decida di metterti in punizione fino al tuo trecentesimo compleanno. >>
La vampira fece una specie di smorfia e dopo un saluto frettoloso, si allontanò di corsa. Le due la seguirono con lo sguardo finché non scomparve alla vista, poi ripresero il loro cammino. 
Scuotendo leggermente il capo, l’ibrido lanciò un’occhiata divertita alla collega << Certo che hai un cuore tenero. >> 
La diretta interessata si strinse nelle spalle << Cercare tre scomparsi invece che due non cambia molto. >> 
<< Oh boh, insomma: più scartoffie, più tempo impiegato, più file e persone da analizzare… Non direi proprio che cambi poco. >> 
Di fronte al borbottio della compagna, la kelpie roteò gli occhi al cielo << Vedila così, con questo colloquio oggi hai finto il tuo turno e puoi tornartene serena a casa tua. >> 
A quelle parole un sorriso di pura gioia si dipinse sul volto di Dagmar, che già iniziava a pianificare come passare il resto della giornata << Vero… oddio che bella notizia. >> 
Uno sbuffo divertito sfuggì a Lucien, che si fermò a una biforcazione << Io devo andare di qua, come hai fatto presente poco fa ho delle commissioni da svolgere. Ci vediamo domani. >> 
<< Buon divertimento allora. >> la mezza fata regalò un occhiolino alla collega, per poi intraprendere la strada opposta << A domani. >> 
La kelpie ricambiò il saluto, poi rimase ferma in mezzo al bivio per una manciata di minuti. Quando fu certa che Dag si fosse allontanata non intraprese la strada che l’avrebbe riportata in centro, ma una piccola viuzza che sapeva l’avrebbe condotta a una delle uscite del Sottosopra meno frequentate.
 
 
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Sottosopra,
Zona Nord-Ovest
 
 
Proprio al limitare del quartiere residenziale dei vampiri, nella zona nord-ovest, sorgeva solitario un piccolo cottage a due piani. L’abitazione si trovava all’ingresso di un bosco di aceri rossi e, per raggiungerla, bisognava seguire uno stretto sentiero poco battuto. Martin, costeggiando lo stagno che si trovava di fronte alla casa, giunse di fronte alla bianca veranda che, nonostante avesse decisamente bisogno di una mano di vernice, manteneva il suo fascino. Per una manicata di minuti rimase a osservare i mattoni a vista della dimora con un grande senso di nostalgia a stringergli il cuore. Era convinto che, se avesse drizzato bene le orecchie, il fruscio del vento tra le foglie gli avrebbero riportato anche le calorose risate o buffi battibecchi che erano soliti mettere su Nashira e Balthazar. Poi, se chiudeva gli occhi, aveva quasi l’impressione di poter tornare indietro nel tempo, a una di quelle cene con parenti e amici che Alya si ostinava a organizzare a casa della sorella minore, benché quest’ultima si lamentasse del fatto che la prima avesse una vera e propria reggia a sua disposizione e non capiva perché alla fine si dovessero tutti stipare da lei come delle sardine in scatola; la risposta era, ovviamente, sempre la stessa: Alya, con le mani sui fianchi, fulminava la sorellina affermando che “Un ambiente raccolto è molto più caloroso e poi sei l’unica ad avere uno stramaledetto bosco a tua disposizione”. Un sorriso malinconico si delineò sul volto dell’uomo che, per un attimo solo, attese che Nashira comparisse sotto la veranda ad accoglierlo, come era solita fare, con un bicchiere di scotch per lui e un calice di sangue per sé stessa, ma ovviamente non accadde nulla di tutto ciò. Uno sbuffò spazientito gli sfuggì dalle labbra, quindi salì in fretta i pochi gradini ed entrò nella casa, la cui porta principale era già aperta. Senza stupirsi per quel dettaglio il selkie si diresse verso la cucina, dove trovò una strana intrusa che, con in mano uno straccio per la polvere, puliva ogni superficie piana che trovava.
<< Sibylle. >> la salutò con un cenno del capo, sfilandosi il suo fidato capello dalla tesa larga e appoggiandolo sull’isola che campeggiava in mezzo alla stanza.
<< Martin. >> la banshee fece svolazzare lo strofinaccio a mo’ di benvenuto e poi riprese a strofinare << Pensavo che saresti tornato prima, come mai questo ritardo? >> 
<< La riunione è stata più lunga del previsto. >> l’uomo si diresse verso un mobiletto, che si trovava vicino all’arco che metteva in comunicazione la cucina con il salotto, e da cui estrasse una bottiglia di scotch insieme a un bicchiere panciuto. Senza esitazione cominciò a raccontare per sommi capi quello che era accaduto e, a ogni parola che diceva, l’amica pareva indignarsi sempre di più.
<< Il Consiglio è stato favorevole al passaggio del caso di Nashira agli agenti MSI? >> l’ultima parola la disse con un tono talmente acuto che il povero salkie si portò la mano sinistra all’orecchio per il fastidioso fischio che pareva udire.
<< Non il caso, ma la cattura sua e dei suoi compari. >> 
Sibylle iniziò a camminare aventi e indietro come una furia, ripetendo come una piccola locomotiva << Come osano, come osano quei brutti ceffi! >> 
Martin, dopo aver trangugiato l’ultimo sorso di scotch, prese per le spalle la banshee e la costrinse a guardarlo negli occhi << Questo non cambierà nulla, noi continueremo per la nostra strada. >> 
<< Davvero? >> 
<< Davvero. >> 
La donna si lasciò sfuggire un piccolo singulto prima di nascondere il viso nel petto del selkie, che, dopo un istante d’esitazione, cominciò ad accarezzarle delicatamente la schiena per tranquillizzarla. Passarono una decina di minuti, ma alla fine la banshee si staccò dal corpo dell’amico con un sorriso vagamente imbarazzato per quello scoppio improvviso e riprese in mano il panno che poco prima aveva scagliato dentro il lavandino. 
<< Non capisco perché ti ostini a voler pulire da cima a fondo questo posto ogni settimana, non è che torneranno tra un paio di giorni. >>
Le labbra di Sibylle si contrassero per un breve istante, poi diede le spalle al portoricano per cominciare a pulire i bicchieri di vetro dentro una delle credenze << Per come la vedo io, sì: loro torneranno presto e non voglio certo che vengano sommersi dallo sporco al loro ritorno. Poi, come tu ben sai, Balthazar è allergico alla polvere, inizia a grattarsi quando c’è n’è troppa. >> 
<< Oh povero cucciolo. >> borbottò sarcastico Martin, ricevendo in tutta risposta uno sguardo omicida dalla donna.
<< Non è carino prendere in giro gli altri per una allergia o una qualsivoglia malattia. >> 
Il selkie, che ebbe come l’impressione di essere stato redarguito da una mamma iperprotettiva, sollevò le mani in segno di resa, mentre si sedeva su uno degli alti sgabelli dell’isola di legno << Ok-ok, non lo farò più, promesso. Rimane però il fatto che questa casa sta diventando sempre più un mausoleo: hai lasciato ogni cosa esattamente com’era quando sono fuggiti. È un po’ inquietante, non trovi? >>
Sibylle scosse energeticamente la testa << In realtà venire qui e pulire mi aiuta a tranquillizzarmi e, per assurdo, a sentirli più vicini. Ogni tanto mi capita di immaginare che siano qui con me: Balthazar scende le scale a perdifiato per venirmi a stritolare in uno dei suoi abbracci soffocanti e non richiesti; Soho invece entra come una furia dalla porta sul retro, con una quale notizia sensazionale da raccontare; Nilüfer solitamente è accomodata sul quest’isola a chiacchierare del più e del meno, allegra e solare; mentre Adam è seduto davanti  al pianoforte a suonare una qualche melodia intanto che Nashira schiaccia un pisolino sul divano. >> l’uomo poté quasi giurare di aver visto quello che la banshee aveva appena descritto riflesso nelle sue iridi chiare, ma fu solo per un fugace istante, infatti ogni cosa scomparve quando sbatté le palpebre << Dobbiamo riportarli tutti a casa. >> 
Un piccolo, ma piuttosto voluminoso, plico di documenti venne estratto dalla tasca interna del pastrano del portoricano, il quale conteneva tutti i progressi che i due avevano fatto negli ultimi anni e in particolare su cosa aveva fatto Alya O’Malley nei suoi ultimi giorni di vita << Allora mettiamoci al lavoro. >> 
 
 
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Ministero della Magia,
Secondo Livello, Saletta Ristoro
 
 
Gaspard appoggiò sul tavolo di metallo due bicchieri di carta colmi di thè al limone << Mi dispiace di non potervi offrire qualcosa di meglio. >> 
Il signor Baker, un uomo massiccio e alto quasi due metri, si voltò verso l’Auror con gli occhi arrossati mentre teneva un braccio sulle spalle della moglie, scosse dai singhiozzi << V-va bene così, grazie. >> 
Il profiler annuì brevemente, scivolando sull’unica sedia libera. Detestava quella parte del suo lavoro, nonostante fosse pienamente consapevole che fosse un momento cruciale quello dell’interrogare i parenti più stretti, ma era comunque un dato di fatto che non gli piacesse, soprattutto da quando nella sua vita erano giunti Elodie e Adrien. Sapeva perfettamente che il dolore che i signori Baker stavano provando in quel momento fosse uno dei peggiori al mondo: totalizzante, abbacinante, agonizzante e in grado di segnarti per sempre, in un modo in cui era praticamente impossibile riprendersi. Insomma una perfetta leva su cui fare pressione per scoprire il più possibile sulla vittima, ma al momento non poteva tollerare di sfruttare a suo vantaggio una tale disperazione. Per l’amor del cielo: avevano appena identificato il cadavere del loro unico figlio!
<< Siamo davvero rammaricati per la vostra perdita. >> passando gli occhi da uno all’altro, l’uomo intrecciò le dita delle mani << Se volte possiamo rimandare a un altro giorno le domande. >>
Udì distintamente il sussulto del collega seduto al suo fianco, ma lo ignorò, fissando gli occhi verdi, dal taglio allungato, sul volto cinereo del signor Baker, che scosse la testa << Vogliamo esservi d’aiuto. >>
<< Quand’è l’ultima volta che avete visto Colton? >> Jordan, estratto il suo taccuino dall’interno della giacca, fece scattare la penna e iniziò a scribacchiare.
<< Circa una settimana fa. >> l’uomo aumentò la stretta sulle spalle della moglie, che continuava a tenere il viso coperto dalle mani, e, dopo un momento di silenzio, continuò << Da quando abbiamo litigato. >>
<< Per quale motivo avete discusso? >> 
Il signor Baker prese un profondo respiro << Da qualche tempo litigavamo per ogni piccola cosa, Colton era diventato intrattabile e stava via per interi giorni, io… noi non potevo tollerare un comportamento del genere. >> abbassò gli occhi sul tavolo e si grattò con imbarazzo il retro della nuca << Abbiamo avuto una tipica lite padre e figlio: lui sosteneva che, avendo ormai diciannove anni, poteva fare quello che voleva, senza dover rendere conto di ogni suo più piccolo movimento e io gli ho fatto presente che, visto che viveva ancora sotto il mio tetto e non aveva un lavoro degno di questo nome, non poteva pensare di poter fare come più gli aggradava. >>
<< Quindi lui se n’è andato? >> Gaspard inclinò il capo, non capendo il perché dell’imbarazzo e del grandissimo senso di colpa che si leggeva sul volto del mago seduto di fronte a lui. 
<< No, è uscito di casa dopo il mio ultimatum. >> le narici del signor Baker fremettero, poi sollevò gli occhi castani, così simili a quelli del figlio, sull’Auror << Gli ho dato due possibilità: mettere la testa a posto e continuare a vivere con noi, almeno finché non si fosse potuto mantenere da solo, oppure… andarsene. >> 
A quell’ultima parola un singhiozzo più forte, simile a un lamento di un animale ferito, sfuggì dalle labbra della signora Baker che sollevò il capo e, con gesto stizzito, allontanò il braccio del marito. I fitti ricci le circondavano il viso a forma di cuore, mettendo in risalto la sua carnagione scura, bagnata dalle lacrime, e gli occhi gonfi e arrossati << Il mio bambino era un bravo ragazzo: intelligente, carismatico e pieno di vita. Se non fosse stato per quei suoi nuovi amici, lui… lui sarebbe ancora qui con noi! >> 
<< I suoi nuovi amici? >> Jordan si sporse leggermente sul tavolo, la fronte aggrottata << Una nuova comitiva? >> 
La donna annuì con fervore, continuando a tormentare il fazzoletto di carta che teneva fra le dita << Sì, un gruppo di perdigiorno che ha conosciuto quando ha concluso la scuola. Sono stati loro a condurlo sulla cattiva strada, hanno individuato in Colton un animo fragile e se ne sono approfittati. Lo hanno costretto a drogarsi, ne sono certa. >>
<< Cristo, Looren. Sai com’era Colton, nessuno riusciva a costringerlo a fare qualcosa che non volesse. Di sicuro non erano dei bravi ragazzi, ma neanche il nostro era un santo. >> 
<< Derek, stai zitto. >> la signora Baker si voltò verso il marito con l’indice teso e uno sguardo duro come la pietra mentre il mento le tremava << Se tu non lo avessi… sbattuto fuori casa. T-tutto questo non sarebbe mai successo. >> 
L’uomo aprì la bocca, ma la richiuse subito dopo, evidentemente ferito dalla consapevolezza che la moglie lo considerava responsabile della morte del loro unico figlio. 
<< Vi prego, signori Baker. Nessuno è colpevole di nulla qui. >> Gaspard tese entrambe le mani in avanti, nella speranza di attirare l’attenzione dei due e di sedare la tensione crescente << Gli unici a essere responsabili della morte di vostro figlio sono coloro che gli hanno venduto la droga. Ok? >>
I due, dopo qualche momento di esitazione, un po’ come dei bambini dopo essere stati sgridati, annuirono all’unisono, facendo trarre un sospiro di sollievo al profiler << Signora Baker, lei poco fa ha detto che suo figlio era fragile, mi può spiegare cosa intendeva. >> 
Dopo aver tirato su con il naso, Looren annuì nuovamente, drizzando leggermente la schiena << Finita la scuola Colton ha subito una cocente delusione. Fin da piccolo ha sempre sognato di diventare un giocatore professionista di Quidditch ed era un vero portento, dovevate vederlo in sella alla sua scopa. >> gli occhi color cioccolato della donna si riempirono nuovamente di lacrime << Al suo terzo anno è stato selezionato come c-cacciatore dei Grifondoro, era così fiero della sua squadra. Poi, durante i suoi ultimi due anni, è stato anche Vice-Capitano, ma alla fine, nonostante tutti i suoi sforzi, non è stato selezionato da nessuna delle grandi squadre. Per lui è stato devastante… è scivolato pian piano in un baratro da cui non sono riuscita a tirarlo fuori. >> 
<< Nessuno dei due ci è riuscito, Looren. >> il signor Baker appoggiò una mano sulla spalla della moglie che si voltò verso di lui con il volto segnato dalle lacrime, per poi ricambiare la stretta dopo un attimo d’esitazione.  
Gaspard, con un sorriso pieno di compassione, allungò il suo fazzoletto di stoffa alla donna, che lo prese con un cenno di ringraziamento << Quindi si è allontanato da voi per questo motivo? >>
<< Sì, all’inizio si limitava a essere scontroso e a chiudersi in camera sua per tutto il giorno. >> il signor Baker strinse gli occhi, come se stesse cercando di riportare alla mente ogni più piccolo dettaglio, intanto che accarezzava la schiena della moglie, nel vano tentativo di calmarla << Lo abbiamo convinto a venire con noi al mercatino natalizio, per prendere un po’ d’aria e per viversi appieno le feste. Strascicava i piedi, borbottava come una ciminiera e nulla gli andava bene, ma alla fine è rimasto coinvolto dall’ambiente. Un gruppetto di ragazzi chiassosi, vicini a una bancarella, ha attirato la sua attenzione: erano pieni di vita e sembrava che si stessero divertendo un mondo, Colton ne è rimasto stregato. Quando ha deciso di avvicinarsi a loro noi ne eravamo felici, insomma sembravano normali: stavano bevendo zabaione e mangiando delle mele caramellate. >>
<< Poi cos’è successo? >> Jordan inclinò il capo, picchiettando con la penna la spirale del suo taccuino.
<< L-lo hanno corrotto. >> Looren si soffiò rumorosamente il naso, poi il suo mento riprese a tremare << Colton ha perso interesse per ogni cosa, il suo unico chiodo fisso erano i suoi nuovi amici e non faceva altro che passare tutto il suo tempo con loro. Quei sei farabutti hanno ucciso il mio bambino. >>
<< Per caso sapete come si chiamassero? >> il tamburellare ritmico di Jordan si interruppe e i suoi occhi si assottigliarono. 
La signora Baker arricciò il naso << No, Colton usava dei vezzeggiativi “Esco con Kiki” o “Non rompere Ma’, Orso mi aspetta” e cose simili, ma ho una loro foto. >> dopo aver armeggiato per un minuto buono all’interno della borsa che teneva sulle cosce, la donna allungò loro l’immagine racchiusa in una semplice cornice nera << La teneva appesa sulla parete vicino al suo letto. È l’ultima foto che ho di Colton in cui ride. >>  
I due Auror guardarono con interesse quel frammento di passato, immortalato da una macchina fotografica babbana visto che i soggetti ritratti erano perfettamente immobili. Il primo ad attirare la loro attenzione fu un energumeno seduto sul bracciolo di una poltrona, che faceva il segno del rock and roll e una stupida linguaccia, mentre una ragazzina minuta, seduta nella poltrona su cui lui era appoggiato, gli stringeva un braccio e rideva. Il primo doveva essere per forza un kelpie, i due tatuaggi che sbucavano da sotto il bordo della t-shirt erano inconfondibili. La domanda che sorse in mente a entrambi fu la stessa: possibile che la loro vittima avesse qualche amico tra le creature oltre al bestione? Era però difficile da capire dalla foto, sembravano infatti tutti esseri umani completamente normali, anche se i visi smunti e le occhiaie che sfoggiavano erano un brutto campanello d’allarme, come anche le numerose bottiglie di super alcolici sul tavolino di fronte a loro.  
Colton, che si trovava seduto al centro del divano, si stringeva al fianco una bella ragazza, con uno caschetto biondo sbarazzino, intenta a sussurrargli qualcosa all’orecchio che doveva essere oltremodo divertente visto il sorriso a trentadue denti che sfoggiava il mago. Due giovani si trovavano alle spalle del divano e parevano discutere di qualcosa di importante visto i visi corrugati, mentre l’ultima ragazza, dai lunghi capelli vermigli, seduta anche lei sul divano, veniva immortalata mentre lanciava in aria un popcorn, per poi riprenderlo al volo con la bocca già dischiusa. 
Jordan scambiò uno sguardo di intesa con il suo superiore, poi aggrottò la fronte mentre si rivolgeva ai due coniugi << Avremmo bisogno di questa foto, ne faremo una copia e appena potremo vi riconsegneremo l’originale. Va bene? >>
La signora Baker annuì freneticamente << Faremo tutto quello che è in nostro potere per aiutarvi. >> 
Gaspard sorrise riconoscente alla donna, poi si schiarì la gola << Mi dispiace dovervelo chiedere, ma sapevate che vostro figlio era un tossicodipendente? >> 
Derek strinse brevemente la mascella, mentre la moglie tornava a nascondere il volto nel fazzoletto di stoffa << Lo sospettavamo. L’ultima volta, quando abbiamo litigato, ho provato a tirare imballo l’argomento, ma lui ha negato in modo strano: prima si è mostrato offeso per le nostre insinuazioni, poi si è dimostrato ferito e, infine, all’improvviso è diventato aggressivo… a quel punto non abbiamo più avuto bisogno di prove, era lampante. Non immaginavamo però fin dove si fosse spinto. >> 
<< Avete per caso qualche idea da chi si rifornisse? >> Jordan, con la penna sguainata, già pronto a scrivere il nome di qualsiasi spacciatore di bassa lega, si vide costretto ad abbassarla quando il signor Baker scosse la testa desolato e rammaricato.  
I due Auror continuarono il colloquio per circa altri venti minuti, poi si separarono dai coniugi che vennero riaccompagnati all’uscita da un loro collega.
Jordan, appoggiato allo stipite della porta della sala ristoro, guardò i signori Baker allontanarsi tutti ingobbiti << La solita storia: un ragazzino viziato, abituato ad avere tutto quello che vuole, alla sua prima grande delusione finisce in un brutto giro. >> 
<< È vero, sarebbe da manuale se non fosse che è morto troppo presto. >> Gaspard si strinse le braccia al petto << Hai sentito cosa ha detto il signor Baker? Era finito nella spirale della droga da meno di nove mesi e la stessa Noelle aveva supposto che avesse iniziato da poco a farsi. >> 
Jordan si strinse delle spalle << Ha scelto la droga sbagliata. >> 
<< Già, ma il nostro compito è evitare che qualcun altro commetta lo stesso errore. >> il profiler strinse brevemente la mascella << Questo non è decisamente un caso convenzionale. >> 
<< Direi proprio di no. >> Jordan si staccò dallo stipite e fece un passo oltre la soglia << Porto questa foto a Sarah, così può iniziare il riconoscimento facciale. Tu intanto avviati alla sala riunioni, ti raggiungo lì fra poco. >>
Gaspard fece un cenno d’assenso al collega più giovane, che, dopo aver ricambiato il gesto, si diresse verso il laboratorio della bionda. Il mago rimase un attimo fermo immobile a fissare un punto del vuoto, dopo di che si lasciò sfuggire un lungo respiro e si avviò verso il suo ufficio per recuperare Maigret, che lo attendeva docilmente al suo interno, per poter così andare insieme alla riunione che lo attendeva, aveva come l’impressione che sarebbe stata una conversazione animata.
 
 
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Essex,
Epping Forest
 
 
Adam si fermò all’improvviso, gli occhi socchiusi in due fessure e tutti i sensi in allerta: qualcuno o, per meglio dire, qualcosa li stava seguendo. Sollevò la mano destra e la chiuse a pugno, in modo che le due compagne comprendessero di prestare attenzione a ciò che le circondava. Ogni muscolo e ogni nervo del vampiro era teso a captare anche il più piccolo cambiamento e, appena udì un ritmo cardiaco calmo e inconfondibile, si rizzò dalla sua posizione d’attacco.
<< Non c’è pericolo, è Balthazar. >> a quelle parole un lupo, dal folto pelo nero, sbucò da dietro un castagno e si diresse verso di loro con la lingua che penzolava da un lato delle fauci socchiuse.
<< Cucciolo. >> lo chiamò con dolcezza Soho, che non dovette neanche chinarsi per abbracciarlo quando lui l’affiancò, visto che era alto almeno novanta centimetri e ciò significava che le arrivava poco oltre il fianco << Sei venuto a prenderci? >>
Il kelpie mosse il muso in su e in giù, in quello che tutti e tre interpretarono come un assenso.
Intanto che Soho saliva in groppa a Zar, Adam gli si avvicinò e gli diede un buffetto sul capo, fra le morbide orecchie << Bravo Fido, dovresti rimanere sempre nella tua forma lupesca. >> 
Il vampiro ignorò il ringhio di protesta dell’amico, mentre si voltò a ghignare con Nilüfer che se la stava ridacchiando bellamente. 
Adam sentendosi osservato tornò a prestare attenzione a Balthazar e, in un qualche modo strano, dato probabilmente dalla lunga conoscenza e dal tempo passato insieme, comprese quello che il secondo gli stava comunicando con un semplice sguardo << Perché ci abbiamo messo così tanto tempo ad arrivare? Beh, abbiamo fatto il giro lungo per precauzione. Se qualcuno ci stava inseguendo ormai lo abbiamo seminato. >> di fronte alla teatrale alzata degli occhi al cielo dell’altro, il vampiro increspò le labbra stizzito << Ma cosa ne vuoi capire tu, che non sai neanche che cosa significa la parola “discrezione”? >>
Dopo essersi stretta brevemente il ponte del naso tra il pollice e l’indice, Nilüfer intervenne prima che i due iniziassero a bisticciare << Possiamo procedere o saremo costrette ad assistere al vostro ennesimo litigio da bambini? >> 
I due si guardarono storto per un secondo, poi annuirono e il piccolo gruppo si mosse senza ulteriori indugi, capeggiati da Soho che, aggrappata al pelo soffice di Balthazar, incitava al trotto mentre faceva dondolare le gambe. La sottile pioggia cadeva fitta e insieme a una bassa nebbia rendeva complicato muoversi attraverso la foresta. La situazione però migliorò quando gli alberi si fecero più radi e giunsero al limitare del bosco, da dove si poteva vedere una linea ferroviaria e Blake Hall, una vecchia stazione abbandonata. In silenzio i quattro attraversarono di fretta il binario e salirono sulla banchina rialzata, dalle cui crepe uscivano ciuffi di erba selvatica, fino a giungere alla porta della biglietteria, la cui targhetta era per terra, fatta a pezzi probabilmente da un gruppo di baby teppisti anni prima. Il pian terreno era stato lasciato in uno stato di completo abbandono, dei graffiti arricchivano le pareti, mentre sedie sfondate, carta straccia, vetri rotti  e altri oggetti difficili da identificare adornavano il pavimento. Zar, con ancora in groppa Soho, aprì la strada e salì per primo le vecchie scale scricchiolanti, conducendo così il piccolo gruppo al primo piano, che, grazie a una rapida pulizia, era in una situazione decisamente migliore del piano inferiore.  
Nashira, che si trovava seduta a gambe incrociate su una scrivania a guardare la parete che aveva tappezzato di foto e cartine, si voltò all’ingresso degli amici. Scivolò giù dal ripiano e, con in mano quelli che parevano essere un paio di pantaloni marroni, si diresse verso di loro << Ben arrivati. >> 
Dopo che Soho fu scesa dalla schiena del lupo, il corpo di quest’ultimo venne avvolto completamente da delle fiamme blue-nere che, dopo pochi secondi, si ritirarono per mostrare la forma umana del kelpie.
Zar sorrise in modo canzonatorio alla donna, mentre si infilava i pantaloni che gli aveva allungato << Che carina, sei gelosa che gli altri mi vedano nudo? >>
Nilüfer diede una pacca sulla spalla all’uomo, superandolo << Il fatto che i tuoi genitali siano in bella vista non è una novità per noi. Il suo si chiama decoro. >> 
<< Io ho molto decoro! >> sbottò Blathazar fingendosi oltraggiato e portandosi una mano al petto << Io lo facevo per voi. Mi state dicendo che non siete allietati alla vista del mio corpo nudo? >> 
La fata roteò gli occhi al cielo ed emise uno strano verso, mentre si sedeva al posto che poco prima la vampira aveva occupato. Il kelpie, intanto, si guardò intorno, attendendo ovazioni e assensi alla sua domanda retorica. La stessa Soho, che solitamente era la sua fan numero uno, non disse assolutamente nulla, anzi rimase sdraiata su un vecchio triclino sfondato a lanciare in aria quello che pareva essere il pomello di una porta. Sentendosi punto nel suo amor proprio, il ragazzone si avvicinò a passo di marcia a Nilüfer << Guarda che io sono bellissimo! Sono una vera e propria medicina, anzi un balsamo per gli occhi. >> 
Nashira scosse la testa, tra l’esasperato e il divertito, mentre udiva i due battibeccare, poi, percependo una strana presenza vicino a sé, si voltò e trovò Adam che incombeva su di lei come un angelo vendicatore << Sì? >>
<< Tu sai chi sono io, giusto? >> 
Alla strana domanda del compagno, la vampira annuì stranita << Certamente. >> 
<< Ne sei sicura? Perché non si direbbe. >> l’uomo fece un altro passo avanti, riducendo la distanza che li separava a pochi centimetri e, se la stragrande maggioranza delle persone si sarebbe allontanata da lui, la mora rimase al suo posto, con un sopracciglio inarcato e un’espressione di pura tranquillità in viso. Il corvino, benché non lo diede a vedere, apprezzò quel gesto di sfida, era molto più divertente avere a che fare con qualcuno che era in grado di tenergli testa. << Io sono Adam Joid: sicario d’élite, spia, ex Capo della Classe S e incubo di tutti i criminali. >> 
<< Apperò. >> 
Il borbottio sarcastico della vampira venne ignorato dall’assassino che strinse la mascella e inchiodò con lo sguardo gelido la sua preda, che però non parve minimamente spaventata << Secondo te io ho bisogno delle babysitter quando vado a caccia? >> 
Nashira inclinò il capo di lato, si aprì in un sorriso sincero e poi gli diede un buffetto sulla guancia << Sì. >>
A quella semplice e secca parola, Adam rimase palesemente interdetto, mentre il capo di quella banda di svitati gli dava le spalle e andava al centro della stanza. Il falco di Nilüfer scelse proprio quel momento per atterrare sulla cornice di una delle finestre aperte, attirando per un momento lo sguardo della vampira, che poi batté le mani per richiamare l’attenzione dei presenti << Ora che ci siamo tutti, basta cazzeggiare: è giunto il momento di fare il punto della situazione. >> 
Soho, dalla sua posizione supina, girò il capo verso l’amica continuando, al contempo, a lanciare in aria e a riprendere al volo il pomello << Un recap delle puntante precedenti? >>
<< All’incirca. >> la vampira si avvicinò al muro su cui aveva affisso tutti gli indizi che, nel corso degli ultimi anni, avevano raccolto << Come sapete tutti il nostro obbiettivo è Georges Bataille. >> 
<< Detto anche amorevolmente “Lo Stronzo”. >> Nilüfer, dopo essersi allungata a chiudere la finestra, tornò al suo posto, che ora condivideva con Balthazar, e prese ad accarezzare il capo del suo amato Bernardo. 
<< O meglio noto come il Boss dei Purificatori. >> Soho si drizzò a sedere, tenendo fra le sottili dita il pomello << Gruppo razzista che vuole fomentare una guerra tra creature e maghi. >> 
<< Nonché i colpevoli dell’omicidio di mia madre e di Alya. >> Adam, con le braccia strette al petto, era appoggiato contro una colonna, un po’ distate dal resto del gruppo. 
<< Già, ovviamente quello che ci mancano sono le prove, visto che questi schifosi sono bravi a nascondere le tracce. >> Nashira, dopo aver scambiato un breve sguardo con il vampiro, indicò con la mano una foto sfocata che erano riusciti a ottenere con grande difficoltà << Solo in questi ultimi mesi abbiamo scoperto l’alias che il loro capo usa e questa immagine è l’unica cosa che abbiamo su di lui. Non possiamo di certo definirlo uno sprovveduto, ma scoprire chi sia e i suoi prossimi piani è fondamentale per evitare un genocidio di massa. >> 
<< Io sono ancora dell’idea che dovremmo contattare i nostri vecchi amici. >> Nilüfer si strinse nelle spalle e si guardò intorno << Siamo in un pantano e ritengo che se affidassimo quello che abbiamo scoperto ai Custodi ne usciremmo prima. >> 
Balthazar si passò una mano fra i lunghi cappelli per poi legarli in uno chignon veloce << Non metto in dubbio che non sia una mossa sensata, il problema è che non abbiamo tempo e nemmeno prove per confermare quello che sappiamo. >> iniziando poi a grattarsi con furia il collo e borbottando a mezza voce << Maledetta polvere. >> 
<< Senza poi contare che anche se solo uno di noi si palesasse nel Sottosopra verrebbe catturato e interrogato su dove sono gli altri, perdendo appunto il tempo che non abbiamo. >> Soho si portò le ginocchia al petto, arricciando il naso << Per tutti siamo dei criminali che hanno tradito la loro fiducia, siamo dei reietti. Nessuno ci ascolterà. >> 
Adam inclinò il capo di lato << Neanche se Nashira si facesse avanti servirebbe a qualcosa. Ci sono talmente tanti maghi corrotti che sarebbe un suicidio consegnarsi. >> gli occhi dell’uomo si fecero duri, spietati << Verrebbe accusata di tradimento e giustiziata prima ancora di poter dischiudere le labbra. >> 
La diretta interessata prese un profondo respiro, che rilasciò lentamente. Quindi diede le spalle ai compagni e, con sguardo analitico e privo di emozioni, iniziò a studiare il quadro di prove che costellava il vecchio muro fatiscente << Possiamo escludere la strada dei soldi, è impercorribile. >>
<< Non mi sarei mai aspettata di vistare così tanti paradisi fiscali. >> Soho sorrise malandrina << Lo Stronzo è stato accorto, ha aperto diversi conti in tutte le banche con agevolazioni. Mai somme grosse, in modo da non attirare attenzioni indesiderate, ma sufficienti a finanziare le sue cellule terroristiche, che ovviamente compaiono e scompaiono con la stessa velocità con cui una persona si cambia le mutande. >> 
<< Saranno pure dei matti e degli schifosi assassini, ma più che dei terroristi questi si sentono dei componenti di una società segreta. >> Nilüfer, dopo aver dato un buffetto a Balthazar per farlo smettere di grattarsi con furia, scivolò giù dalla scrivania e si avvicinò a una piramide che avevano costruito con difficoltà. Bernardo, preso il volo, si posò su un tubo esposto sul soffitto << Il voto di segretezza è fondamentale per loro e, al posto di confessare, si ucciderebbero. >> 
<< Dei terroristi che fanno parte di una società segreta, di bene in meglio. >> borbottò sarcasticamente Soho.
<< Questo gruppo però sta diventando troppo grande, non tutti sono così inamovibili: i vigliacchi sono ovunque, anche in organizzazioni del genere. >> Adam, che rimaneva nella sua posizione iniziale, studiò la piramide con gli alias dei vertici dei Purificatori in bella vista << Dobbiamo solo trovare l’anello debole. >> 
<< Facile a dirsi, quelli si nascondono meglio dei ratti di fogna. >> Baltahzar, con le gambe incrociate e ancora seduto sulla scrivania, si sporse leggermente per indicare un ritaglio di giornale che citava la retata fatta dagli Auror pochi giorni prima << Ritengo che la pista della droga sia la migliore da seguire. >> 
<< La Cremisi. >> Nashira disse quella parola senza alcuna inflessione nella voce, ma il suo sguardo duro e pieno di rabbia era tutt’altra questione. Sfiorò con la punta delle dita la foto appesa di una cella in cui erano ammassati almeno una decina di cadaveri: le creature si erano ammazzate fra di loro a causa degli effetti devastanti della sostanza stupefacente << Creata apposta per far impazzire qualsiasi essere ne faccia uso. >> 
<< L’ultima volta che abbiamo controllato dovevano assumere almeno cinque dosi per arrivare a quello stadio. >> Nilüfer, che solitamente aveva un tono allegro, in quel momento pareva che ogni gioia le fosse stata sottratta. Rivivere il momento in cui aprivano la porta di quella angusta stanza e si trovavano di fronte a quel massacro ingiustificato generava un tale dolore che ogni pensiero positivo veniva cancellato. 
<< È evidente che stiano cercando di aumentare la potenza, altrimenti l’avrebbero già rilasciata su larga scala. >> Adam finalmente si staccò dalla colonna e picchiettò la foto che tutti stavano guardando << Vogliono che l’effetto sia il medesimo, ma con una sola dose. >>
<< Se ci riuscissero e la Cremisi giungesse nel Sottospora sarebbe la fine. >> la fata si portò le dita tremanti alla bocca, mentre guardava senza davvero vedere la mappa della città << Cosa facciamo? >> 
Nashira sollevò il mento, gli occhi ora ardevano di una rabbiosa determinazione << In questi ultimi anni siamo diventati dei fuggiaschi, ci hanno dato la caccia in lungo e in largo, mentre i veri colpevoli vivevano tranquillamente le loro vite. >> si voltò verso i quattro compagni << Adesso dobbiamo diventare il loro peggiore incubo. Basta giocare secondo le loro regole, basta rimanere sempre un passo indietro. Ora li andiamo a stanare quei fottuti bastardi e li uccidiamo, dal primo fino all’ultimo. >> 
<< Mi piace questo piano. >> Soho si sollevò dal triclino, uno strano calore iniziò a scorrere nelle vene e nei muscoli: non si sentiva così eccitata da parecchio tempo. L’amica, nonché loro capo, fino ad allora aveva voluto solo indagare e mantenere un profilo basso, al tempo aveva compreso la sua decisione, essendo l’unica scelta possibile, ora però si cambiava registro << Cosa dobbiamo fare? >> 
<< Nilüfer, tu devi scoprire tutto quello che è possibile sapere su chi ci sta dando la caccia. Auror o Custodi, non importa: dobbiamo conoscere chi abbiamo alle calcagna. >> la giovane fata annuì << Adam e Zar voi andrete allo Steel, interrogate chiunque sia necessario e portatemi l’anello debole. Non voglio dei tirapiedi che sanno solo pisciarsi addosso per la paura, ho bisogno di risposte. Sono stata chiara? >> 
<< Limpidissima. >> Adam ghignò in una maniera macabra, flettendo il collo a destra e a sinistra facendo così scrocchiare la colonna vertebrale. 
Balthazar, che era a sua volta scivolato giù dalla scrivania per unirsi allo strano cerchio che si era formato al centro della stanza, guardò con leggera apprensione Soho e Nashira, quelle che per lui erano come una zia e una madre << Voi due invece? >>. 
<< Noi? Noi andremo a riscuotere qualche debito. >> le due donne si scambiarono uno sguardo divertito, mentre la kelpie iniziò a saltellare sul posto, troppo eccitata alla prospettiva di ciò che attendeva loro per rimanere ferma.
La vampira invece fissò negli occhi ognuno dei presenti, di coloro che l’avevano seguita in giro per il mondo all’inseguimento di un fantasma << Ve lo ripeto, non abbiate alcuna pietà. Se vi sbarrano la strada, voi caricate a testa bassa, poco importa che a farlo sia un mago o una creatura. Ci hanno dipinto come i cattivi di questa storia, è giunto il momento di esserli per davvero. >> 
 
 
§§§
 
 
26 Settembre 2062,
Irlanda, Bray
 
 
Il sole sorgeva lentamente sulla cittadina di Bray, colorandola e rendendola piano piano viva e piena del tipico fermento mattutino di attività e di gente pronta a iniziare una nuova giornata lavorativa. 
In una villetta a schiera dalla facciata color fiordaliso e con un porticato candido come la neve, il garrito dei gabbiani giungeva attutito insieme allo sciabordare delle onde del mare. Ben presto, allo scoccare delle sei e mezza, in una delle stanze del secondo piano scattò la sveglia del padrone di casa, riempiendo ogni angolo con un rumore fastidioso e acuto. Jason, allungando il braccio da sotto le lenzuola, spense con un gesto secco l’odioso oggetto, borbottò qualcosa di poco sensato e sprofondò ancora di più nel letto, già pronto a riaddormentarsi. Per sua fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista, un adorabile barboncino color biscotto riuscì a salire sull’alto materasso e a infilarsi sotto le coperte per riempire di dolci leccotti l’Auror che, dopo una serie di mugugni e di “Va bene” esasperati, scostò le lenzuola e appoggiò i piedi scalzi sul legno freddo. Per qualche minuto rimase fermo immobile, passandosi le mani sul volto e fra i biondi capelli scompigliati. Fece mente locale su chi fosse, sul perché fosse sveglio a quell’orario orribile e su cosa lo attendeva in quella lunga giornata, e, dopo uno sbuffo, si alzò per dare inizio alla sua quotidiana routine. Si diresse con passo pesante in bagno, sempre seguito dalla sua fidata Ariel, dove aprì i rubinetti del lavandino e, con gli occhi ancora gonfi per il sonno, infilò la testa sotto il getto d’acqua fredda. Vi rimase per un paio di minuti, finché non si sentì completamente sveglio e reattivo, quindi chiuse il rubinetto e si drizzò. Dopo essersi asciugato il viso, si voltò verso la cagnolina che gli stava grattando lo stinco con la zampetta << Mi preparo e poi usciamo. >>
In meno di quindici minuti Jason si sistemò la corta barba, fece una doccia veloce, si lavò i denti e indossò gli abiti che aveva preparato la sera prima e che aveva adagiato sul termosifone, in modo da averli caldi quando li avesse infilati. 
<< Sono o non sono un portento? >> domandò retoricamente, abbassandosi all’altezza della sua cagnolina e allungando il palmo della mano in modo che lei potesse appoggiarci la sua zampetta in un bizzarro cinque. 
Scese le scale quasi saltellando, mentre fischiettava un motivetto allegro, per poi dirigersi in cucina dove, con uno svolazzare della bacchetta, mise su la sua cioccolata calda e versò i croccantini per la sua cucciola, che attendeva impaziente vicino alla sua ciotola per l’acqua. 
Intanto che il cucchiaio di legno girava lentamente nel tegamino e Ariel banchettava allegramente, il mago scivolò su una delle sedie della cucina e riprese in mano la lettera che gli era stata recapitata il giorno prima. Un sorriso luminoso e pieno di amore si dipinse sul suo volto nel rileggere le parole vergate da Ariadne, la sua sorellina. L’eccitazione e la meraviglia per Hogwarts era palpabile, ma come poteva darle torto? In fondo era il suo primo anno e ogni cosa ai suoi occhi era nuova e magnifica. Prese la foto, che gli aveva inviato insieme alla lettera, che la ritraeva con le sue compagne di stanza e la appese sul frigo con una calamita a forma di coccinella, insieme a quelle degli altri fratelli.
<< Ariadne si è ambientata perfettamente, ormai non dobbiamo più preoccuparci. >> Jason si chinò per accarezzare la testa morbida di Ariel che lo aveva affiancato << In compenso Hector non mi ha scritto da quando è iniziata la scuola. Capisco che sia il suo ultimo anno, ma dovrebbe almeno farsi sentire ogni tanto. Non trovi? >>
La cagnolina inclinò il capo di lato, con gli occhi che parevano brillare di divertimento, mentre osservava il suo padrone borbottare come una ciminiera sul fatto che avrebbe non solo risposto alla sua amata sorellina, ma che avrebbe spedito una lettera al fratello per sgridarlo per la sua poca considerazione nei suoi confronti. 
<< Chiamerò i gemelli durante la pausa pranzo, ma conoscendoli non mi risponderanno perché “sono troppo impegnati con gli allenamenti della nazionale”. >> Jason utilizzò una vocetta stridula, che nella sua mente era quella che veniva emessa dai suoi fratellini mentre si versava la cioccolata calda, accompagnata da una montagna di panna montata, in un thermos rosa shocking pieno di strass, decorato dalla sua adorata Ariadne << Quei tre sono dei veri ingrati. >>
Preso il contenitore termico e messo il collare alla barboncina, l’uomo uscì per la sua passeggiata mattutina che durò come al solito una ventina di minuti, allungata più che altro dalle chiacchiere che era solito instaurare con gli altri padroni che incrociava per strada. 
Appena rimise piede in casa, si diresse nuovamente in cucina dove lavò con cura il prezioso thermos e poi si perse nel coccolare Ariel, rassicurandola, con una voce che trasudava dolcezza, che sarebbe tornato a casa il prima possibile, poi, con il cuore straziato dal dolore del dover abbandonare la sua bimba, uscì e corse a prendere il treno che lo avrebbe condotto a Dublino. Durante tutto il tragitto, insieme agli altri pendolari, si ritrovò a pensare a quello che lo attendeva a lavoro, in particolare alla riunione che era stata programmata, e sperò che l’incantesimo che lui e Ryu avevano modificato funzionasse per davvero. Giunto in stazione si diresse all’interno di un’edicola che era deserta, se non si contava il proprietario, che lo salutò con un cenno del capo, e i tre individui, una donna e due uomini, che tenevano tutti una mano su di un giornale.
<< Giusto in tempo Underseaq. >> borbottò Bernard White << Se non arrivi all’ultimo secondo, non sei contento. >> 
L’Auror si esibì in un sorriso di scuse, che elargì a tutti i presenti, mentre afferrava a sua volta il quotidiano e, dopo qualche minuto, il mondo iniziò a girare vorticosamente e si sentì come se venisse tirato, attorcigliato e ripiegato su sé stesso. Per fortuna il viaggio durò poco e alla fine si ritrovò di fronte all’enorme fontana che campeggiava al centro dell’atrio del Ministero. 
<< Jason. >> il saluto pacato di Sarah lo fece sobbalzare, la quale roteò gli occhi al cielo mentre gli altri viaggiatori, che avevano condiviso con lui la passaporta, si disperdevano nella folla mattutina. 
<< Mi spieghi perché sussulti ogni volta che ci incrociamo? Ormai dovresti esserti abituato al fatto che arriviamo quasi sempre allo stesso orario. >>
L’uomo si strinse nelle spalle, non sapendo spiegare come mai avesse sempre la stessa reazione quando incrociava la collega, che emise una specie di grugnito di fastidio e che scosse la mano come per scacciare una mosca fastidiosa. I due, fianco a fianco, si diressero verso gli ascensori e, appena giunsero al secondo livello, si avviarono verso la sala riunioni.
Sarah si mise a giocherellare con la zip della sua giacca di pelle << Tu ti senti pronto? >> 
<< Per cosa? >> 
La strega lanciò un’occhiata eloquente al collega << Al dover collaborare con le creature. Quando ieri Mason ci ha detto a quali casi avremmo dovuto lavorare e soprattutto con chi, ammetto che ero a dir poco incredula. >>
L’Auror si strinse nelle spalle con nonchalance << Sai che per un quarto ho sangue di selkie, prima della chiusura del Sottosopra per me era normale andare a trovare i miei parenti e avere a che fare con loro. In fondo non sono poi così diversi da noi. >> 
Il naso della bionda si arricciò e il suo volto mostrò tutta la sua diffidenza mentre superavano la soglia della piccola sala riunioni, già gremita di persone. In un angolo in disparte si trovava Ryu Tanaka, con cui Jason scambiò un breve cenno di saluto, affiancato da una giovane dai lunghi capelli scuri che le ricadevano sulle spalle in morbide onde, il mago impiegò un paio di istanti a riconoscerla, ma, appena incrociò i suoi occhi cristallini, non ebbe dubbi: Ryu si era portato dietro nientepopodimeno che Virginia Sandström.
<< E loro cosa ci fanno qui? >> il mormorio di Sarah gli giunse forte alle orecchie intanto che si avvicinavano a Jordan, Gaspard e Noelle.
<< Ti ricordi che ieri Mason, finita la riunione, mi ha dato l’incarico di collaborare con Ryu? Ebbene, loro sono qui per via dell’Incantesimo di Contenimento. >> 
Jordan aggrottò la fronte, voltandosi verso il collega << Funzionerà? >> 
<< Teoricamente sì. >> 
<< Teoricamente? >> 
Jason si strinse nelle spalle, ma per fortuna venne salvato dall’ingresso di Mason, seguito ovviamente da Helena. Il Capo Auror si guardò intorno con curiosità, registrando la presenza dei due agenti MSI come anche quella di tutti i componenti della squadra Omega. 
<< Spero che la notte vi abbia portato consiglio e che siate pronti a quello che vi attende. >> l’uomo, con la schiena diritta, si voltò verso la porta verde ad arco che campeggiava al centro della parete in fondo alla stanza. Un fruscio e un lieve clic portò l’attenzione di tutti i presenti sul disco vicino allo stipite, che era passato dalla sezione nera a quella bianca. 
Mason, afferrò i due pomelli rotondi e li girò, uno in senso orario e l’altro nel senso inverso << Ora come ora, nessuno di noi può tornare indietro. >> e detto questo spalancò le due ante, mostrando così una stanza luminosa e gremita di persone. 
Un uomo slanciato e pieno di tatuaggi fece un passo avanti, sorridendo cordiale << Ritengo che sia meglio che siate voi a spostarvi. >> lanciò un’occhiata al luogo in cui si trovavano i maghi e indicò alle sue spalle con il pollice destro << Qui da noi c’è più spazio. >> 
Mason annuì e fece un cenno del capo ai suoi sottoposti, uno per volta gli Auror attraversarono la soglia per ritrovarsi in un’enorme sala, caratterizzata da un lungo tavolo, una grande finestra sulla parete sinistra, una serie di lavagne sulle altre due e addirittura un angolo bar. Jason, sentendo odore di muffin freschi, percepì il suo stomaco brontolare, ma riuscì a trattenersi dall’allungarsi a prenderne uno. 
Livari aggrottò la fronte quando riconobbe gli ultimi due maghi entrare nella sala, quindi si voltò verso il Capo Auror << Degli agenti MSI? >>
L’uomo non si scompose e sostenne lo sguardo dell’ibrido << Sono qui per l’incantesimo, come da tua richiesta verrà imposto ad ambo le parti. >> 
<< Ottimo. >> il Capo dei Custodi si esibì in un sorriso cordiale, anche se i suoi occhi rimanevano fermi sui due estranei << Da quanto ne so, loro due dovrebbero essere impegnati in una battuta di caccia. Non c’era nessun altro al Ministero in grado di compiere questo incantesimo? >> 
<< L’agente Tanaka è uno dei maggiori esperti di Antiche Rune. >> Mason sollevò il mento, mentre un ghigno sarcastico si dipingeva sul suo volto << Ho pensato che avreste apprezzato che mettessimo in campo i nostri uomini migliori. Non vorrei certo che qualche creatura rimanesse ferita. >> 
Dei bassi ringhi si sollevarono dai Custodi raccolti nella stanza, ma che vennero presto azzittiti dalla mano alzata del loro superiore << Ti ringrazio per questa premura, ne sono quasi commosso. >> 
Il Capo Auror fece un cenno del capo elegante << Allora, iniziamo? >>
Livari acconsentì, quindi si voltò verso i due gruppi che si scrutavano l’un latro come animali sulla difensiva << Non credo che sia necessario ripetere il perché ci siamo riuniti tutti qui oggi. È imperativo scoprire chi c’è dietro questi omicidi e per farlo la cosa migliore è che noi collaboriamo. >> lo sguardo glaciale dell’uomo si posò su ognuno dei presenti, facendo comprendere che non sarebbe stato tollerato nessun tipo di insubordinazione << Quindi, prima di metterci al lavoro, è meglio sottoporci all’Incantesimo di Contenimento. >> 
A quelle parole, un più che naturale mal contento si diffuse fra i Custodi, come anche un certo disagio fra gli Auror, a eccezione di Jason che drizzò la schiena e cercò di dimostrare tutta la sua sicurezza << Dovremo disporci in cerchio, in modo tale che gli agenti Tanaka e Sandström possano muoversi intorno a noi e completare al meglio il rito. >> 
<< Il rito? >> Martin aggrotto la fronte << Credevo si trattasse di un incantesimo. >> 
<< E lo è. >> Jason si voltò verso il selkie, accennando a un sorriso cortese << Ma ha origini medievali e, visto che non è mai stato applicato contemporaneamente a creature e a maghi, abbiamo dovuto tornare alle origini della magia e apporvi qualche modifica. >> 
<< Funzionerà? >> la domanda di Lucien, posta con palese scetticismo, venne sostenuta dai borbottii dei suoi colleghi.
<< Certamente. >> Ryu si fece avanti con la bacchetta sguainata, ma con la punta rivolta verso il pavimento << Come è stato fatto notare dal vostro superiore noi non dovremmo essere qui. Quindi vi pregerei di mettervi in cerchio, l’operazione durerà poco, ma se vi mettete a discutere per ogni minima cosa staremo qui fino a domani mattina. >> 
Virginia, al fianco del giapponese, strinse le labbra per trattenere la risata che le era salita alle labbra: bisognava riconoscere al suo collega non solo un certo polso nel gestire situazioni critiche, ma anche un notevole coraggio per aver ripreso, in una maniera così cruda, almeno più di una decina di persone a lui sconosciute. 
Quando tutti si furono disposti in cerchio, Ryu e Virginia si misero sui due poli opposti della figura << Ora ognuno si faccia un piccolo taglietto sul palmo della mano dominante, poi tenetelo sollevato davanti a voi. >>
L’ordine del primo venne eseguito, seppure con qualche ovvio borbottio lamentoso.
<< Pronta? >> 
Virginia annuì al collega, estraendo la sua bacchetta di noce nero da una tasca della giacca << Prontissima. >>
I due agenti MSI intonarono contemporaneamente una magia antica, in una lingua praticamente dimenticata da tutti. Alcune gocce di ciascuno dei presenti fuoriuscirono dalle loro ferite e fluttuò al centro del cerchio, unendosi in una sfera, che si muoveva e fremeva come se fosse viva. I passi lenti e misurati dei due agenti davano una strana sensazione di pacatezza e di pericolo al tempo stesso; sembrava quasi che l’aria intorno ai tredici si fosse fatta rarefatta e che qualcosa di orribile stesse accadendo, il tutto poi veniva aggravato dalla antica litania. 
Improvvisamente la sfera si sciolse e decine di catene si srotolarono, per poi strisciare come serpenti intorno alle gole di ciascuno dei presenti. Nessuno si mosse, erano come impietriti mentre gli occhi roteavano e guizzavano in ogni dove come delle palle impazzite. 
<< Ro na seann dhiathan, tha an aonta air a sheulachadh.(3) >>
Appena l’incantesimo fu concluso, come un sol uomo sia i maghi che le creature presero un profondo respiro come se fossero stati privati dell’aria per tutto il tempo, qualcuno venne anche scosso da dei forti colpi di tosse irrefrenabili, dati probabilmente da un più che normale attacco di panico. Due rune ben visibili erano ora impresse sulla carne dei tredici: sul collo, come un marchio a fuoco, svettava la Thurisaz(4), mentre sul palmo, dove avevano fatto il piccolo taglio, vi era l’Othilaz(5).
Livari si passò la punta delle dita sul collo << Quindi come funziona? >> 
Ryu nascose la bacchetta di ciliegio in una tasca interna della sua giacca su misura, subito imitato dalla collega << Invece di instaurare un legame padrone-servo, abbiamo fatto in modo che ciascuno di voi sia entrambi. Basterà che appoggiate la mano con la runa Othilaz su una parte del corpo di un vostro compagno e a quel punto potete ordinargli qualsiasi cosa. Spero sappiate che il potere che vi è stato concesso non è uno scherzo, quindi fatelo solo se strettamente necessario e se siete in situazione di pericolo. >> 
Dagmar strinse gli occhi in due fessure << E se qualcuno si rifiuta si svolgere l’ordine impartito? >> 
<< Verrebbe avviluppato da un dolore così acuto da farlo piegare in due e immobilizzarlo. >> Ryu sollevò entrambe le mani per evitare di essere subissato da insulti di vario genere << Abbiamo inserito una sorta di sicura: se qualcuno fa uso della runa Othilaz, attiverà anche quella degli altri undici e tutti sapranno chi è stato e quale ordine è stato impartito. >> 
Visto che nessuna rimostranza venne sollevata, dopo quel breve chiarimento, il giapponese sorrise << Bene, credo che qui abbiamo concluso. Io e la mia collega ci congediamo. Buona giornata. >> si esibì in un breve ma perfetto inchino e se ne andò, seguito da Virginia che continuava a fare del suo meglio per non mettersi a ridere di fronte agli strani atteggiamenti del suo compagno. 
<< Sbrigativo. >> commentò Livari, in parte divertito dall’atteggiamento dell’agente MSI e allo stesso tempo ancora infastidito dal bruciore delle rune. 
<< Sono uno più strano dell’altro, quelli là. >> Mason arricciò il naso, poi squadrò le spalle e assunse una posizione militaresca << Ora che abbiamo concluso questo spiacevole, ma necessario, procedimento è finalmente giunto il momento di cominciare a lavorare. Helena, Jordan, Sarah, Martin e Lucien andranno a controllare la scena del crimine a Brixton. >>
<< Io, Hera, Dagmar, Gaspard e Jason ci occuperemo invece della scena del crimine di Highgate. >> la voce calda e pacata di Livari attirò l’attenzione di tutti << Sibylle e Noelle invece lavoreranno nella sala autopsie della prima, avete la bellezza di cinque cadaveri che vi attendono. >> 
Il Capo dei Custodi si guardò introno << Se non avete nessuna domanda o rimostranza, è giunto il momento di mettersi all’opera. >> 
 
 
 
 
 
 
 
 
(1)Uèir: in gaelico dovrebbe significare “filo” (Runa di mia invenzione)
(2)Spettrometro di massa: è uno strumento analitico che separa gli ioni aventi la stessa carica e massa diversa, o più in generale aventi rapporto di massa su carica diverso (come sono ad esempio gli isotopi). Dunque è una tecnica analitica applicata sia all'identificazione di sostanze sconosciute, sia all'analisi in tracce di sostanze.
(3)Ro na seann dhiathan, tha an aonta air a sheulachadh: altro incantesimo di mia invenzione, letteralmente significa “Di fronte agli antichi dei, il patto è sigillato”.
(4)Thurisaz: detta anche Runa dei Giganti, simboleggia allo stesso tempo una spina e una protezione. Induce chi la porta a rispondere al “padrone” (il druido).

​(5)Othilaz: detta anche Runa del Druido, simboleggia l’ultimo guardiano della soglia. Chi la porta ha potere assoluto su chi possiede la Runa dei Giganti. 

 
 
 
Angolo Autrice:
 
Eccomi di nuovo qui, in un tempo relativamente decente! Quasi non ci credo neppure io X’D
Come al solito spero che il capitolo vi sia piaciuto e, seppur ancora introduttivo, mi auguro che vi abbia coinvolto e che non vi sia calata la palpebra mentre lo leggevate, sarebbe un guaio altrimenti. 
Vi avviso che dal prossimo aggiornamento potrei descrivervi scene più “cruenti”, ovviamente il banner iniziale rimarrà per avvisare qualsivoglia lettore, ma mi sembrava giusto rendervi partecipi di questa cosa così ne siete consapevoli e non rimarrete sorpresi. 
Dal prossimo capitolo vorrei anche cominciare ad approfondire il passato dei vari Oc e poiché alcuni di essi sono particolarmente lunghi e densi di eventi, piuttosto che intervallare un capitolo della storia vera e propria con uno di approfondimento, che ne pensate se faccio una raccolta a parte? Ditemi voi cosa preferite e poi io farò di conseguenza. Intanto vi lascio tre nomi di tre creature tra cui scegliere:
 
Nilüfer
Martin
Hera
 
Ne approfitto per ringraziare tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione o che mi hanno scritto in privato dopo aver pubblicato finalmente il primo capitolo. Grazie davvero, il vostro sostegno per me è stato molto importante. 
Buona giornata e a presto,
Chemy

 
   
 
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