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Autore: Edoardo DV 2000    01/12/2022    1 recensioni
Una luna piena andata peggio di altre.
Un ragazzo cerca di consolare e curare.
Una ragazza esprime i suoi sentimenti
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“Dai Alice smettila di fare la bambina e ridammi la mia cioccorana”.
La Sala Comune era calda, illuminata alla luce delle fiamme in quella sera di novembre. Nessuno del mio dormitorio aveva sonno, quindi siamo scese a fare un mini pigiama party.
Alice Prewett mi aveva rubato il mio cioccolatino preferito con la motivazione del fatto che mangio troppe schifezze.
Lei mi fa la linguaccia e inizia a correre per la Sala. Mi metto a ridere e alla fine cedo e mi metto a rincorrerla. L’ho vinta io placcandola su un divanetto, strappandole la cioccorana dalle mani.
Ci troviamo a rotolare sul pavimento ridendo come delle matte cercando di fare meno casino possibile dato l’orario.
“Rossa sei più violenta di quanto pensassi”. Marlene che si stava godendo la scena da una poltrona mi rivolge un finto sguardo accusatore.
“Non hai ancora visto niente Bionda”.
“Occhio che a James piacciono le ragazze toste, se scopre che sei anche tanto cazzuta ti tormenterà ancora di più” interviene Alice.
“Ma la mia risposta rimarrà sempre la stessa, non sono come le altre sciacquette” dico io ridendo.
“Oh andiamo Lily ahhah, pensi che non ci siamo accorte del cambiamento del vostro rapporto? Adesso hai occhi solo per lui” Mary, che fino a quel momento era stata zitta, prende la parole.
Io la guardo e le lancio un cuscino del divano addosso.
“Io non ho occhi solo per lui, però ammetto che potrei aver cambiato idea su di lui. Non è poi così male” dico sorridendo senza accorgermi.
La mia opinione su di lui era mutata quando, arrabbiandomi con lui perché era tornato dopo il coprifuoco, mi aveva svelato in un attimo di debolezza il perché una volta al mese faceva così tardi: aiutavano Remus con il suo PPP (il piccolo problema peloso). Non mi aveva specificato il come lo aiutavano ma mi aveva assicurato che era una cosa sicura. Io sono scettica, era pur sempre un lupo mannaro, e loro non sono lupacchiotti da compagnia, ma erano assetati di sangue.
Un rumore fuori dalla porta ci distrare dal nostro pigiama party.
“Dai James, manca poco e siamo arrivati. Tieni duro che poi riposiamo”. Una voce simile ad uno squittio di Peter risuona nel corridoio vuoto di pietra.
Il ritratto della Signora Grasse si apre e vediamo Peter tenere su un James Potter sfinito. Aveva sul volto un grande taglio, sanguinava, è come in uno stato di trance. Fatica a camminare e sembra essere sul punto di crollare. Peter invece sembrava non essere ferito, o almeno non si vedeva.
“Oddio Peter cos’è successo?”. Non mi rendo conto neanche di aver proferito quelle parole, alzandomi di corsa e andandogli incontro.
Lui alza lo sguardo, spaventato. Non si aspettava che ci fosse qualcuno a quell’ora tarda. Non sa cosa dire, apre la bocca ma non esce nessun suono.
“Lily, non preoccuparti. Va tutto bene, devo solo andare a riposare”. La voce flebile di James raggiunge le mie orecchie. Per fortuna che c’era silenzio assoluto, se qualcuno avesse parlato, non si sarebbe neanche sentito.
“James come fai a dire che va tutto bene, ti reggi a malapena in piedi, hai un taglio profondo in faccia”.
“Lily, davvero. Andiamo Peter”. Codaliscia è ancora bloccato. “Per favore”. A queste due parole sembra ridestarsi e, senza dire nulla, si allontana verso il dormitorio maschile.
Mi giro a guardare le mie amiche, nessuna di loro ha il coraggio di parlare. Il mio sguardo si ferma sulla finestra. La luna piena era splendente nel cielo.
La mattina dopo
Mi sveglio più stanca di come ero andata a dormire. Ma non per le poche ore di sonno. La visione di James in quello stato è impressa nella mia testa, e sembra che non riesca ad andarsene. Mi alzo a fatica dal letto, vado in bagno e mi lavo la faccia.
Voci in corridoio mi fanno capire che i Grifondoro stanno iniziando a scendere per fare colazione. Senza perdere tempo mi cambio al volo e mi dirigo verso il dormitorio maschile.
Sto per bussare alla porta quando qualcuno dal dentro mi anticipa e la apre per uscire. Per poco non mi scontro con Codaliscia. Mi guarda con un viso spaventato.
“Peter, dov’è James, come sta?” dico preoccupata.
“Evans, tranquilla. James sta bene, solo non è qui” mi risponde evitando di guardarmi negli occhi.
“Dov’è?”
“Non posso dirtelo, mi spiace. Mi ha chiesto di non dirti nulla. Non vuole farti spaventare”. La sua voce è un po’ incerta.
“Cos’è successo ieri sera?” cerco di insistere.
“Lily ti prego. Non posso dirtelo” mi dice guardandomi in faccia.
“Peter so che aiutate Remus durante la luna piena, anche se non so come” dico con la voce sempre più in ansia.
Lui mi guarda con fare interrogativo, poi cede un pochino.
“E’ stato più complicato delle altre volte, Remus non era lo stesso di sempre. Abbiamo avuto qualche problema. Era, come dire, più cattivo. Adesso lui e Sirius sono in infermeria, James è andato a trovarli”.
Più cattivo? Cavolo è un lupo mannaro, certo che quando si trasforma è più cattivo. Ma se anche Sirius è in infermeria è successo qualcosa di grave.
Ringrazio Codaliscia e mi ritrovo a correre nei corridoi verso l’infermeria. Mi fermo solo davanti alla porta. Prendo fiato e faccio per entrare. Ma mi blocco. Il suono di una chitarra risuona all’interno del regno di Madama Chips. Una voce a me conosciuta canta dolcemente sulle note strimpellate. Apro piano la porta e la scena che mi si presenta davanti mi riempie il cuore di tenerezza e gli occhi di lacrime.
James seduto su una sedia tra due letti sta suonando. Riconosco Remus e Sirius sdraiati, il primo ancora addormentato, il secondo sveglio che fissava Lunastorta malinconico.

“Yesterday, all my troubles seemed so far away, Now it looks as though they're here to stay ,Oh I believe in yesterday.
Cantava proprio bene. Una lacrime mi riga il viso. Sirius alza lo sguardo e mi vede, ma non dice nulla. Mi fa segno con la testa di avvicinarmi.
Mi metto di fianco a James che mi nota e mi sorride, ma non smette di cantare.

Suddenly, I'm not half the man I used to be, There's a shadow hanging over me. Oh yesterday came suddenly.
Un’ombra. Un segreto. Tre ragazzi di quella stanza condividevano un grande segreto molto pericoloso. Ma quello era uno dei collanti della loro amicizia. Il sacrificarsi l’uno per l’altro, anche nelle difficoltà.

Yesterday, love was such an easy game to play, Now I need a place to hide away, Oh I believe in yesterday.”
A queste parole mi guarda. L’amore. Il sentimento più facile e più difficile di tutti. Quello che può distruggere e legare. Salvare o uccidere.

James smette di cantare, toglie lo sguardo da me e fissa Remus. Ha uno sguardo particolare, riservato solo ai Malandrini. Uno sguardo tenero, dolce, quasi insicuro. Si alza, si mette vicino a Lunastorta e gli mette una mano sulla spalla. Per un tempo che sembrava infinito continua a guardarlo, con uno sguardo che dice “non è colpa tua”. Toglie la mano dalla spalla e gli carezza il viso, come il papà ad un bambino.
Si gira e fissa Sirius. Lo abbraccia. Un abbraccio che spande sicurezza e famiglia. C’erano l’uno per l’altro. Fratelli.
Torna a sedere sulla sedia. Sento la mia mano appoggiarsi a lui quasi automaticamente. Lui la prende e la stringe nella sua.
“Starà bene?” gli chiedo soltanto.
“Non lo so, spero di sì. Sarò qui comunque. Insieme a Sirius. Almeno per oggi.” Mi dice sicuro.
Io annuisco. Vorrei andarmene ma una forza mi spinge a rimanere.
“Evans, forse è meglio che vai. Remus ci farà una testa quadra sul fatto che abbiamo saltato lezione per colpa sua, ma non ci perdonerebbe mai di averti fatto saltare scuola”. La voce sicura di Sirius mi raggiunge. Non ammetteva molte repliche. Dovranno parlare delle loro cose. Io annuisco e faccio per andarmene.
Mi fermo e mi volto verso James che non aveva mai staccato gli occhi da Remus.
Mi avvicino a lui e faccio una cosa che se me l’avessero detto anche solo l’anno scorso li avrei affatturati. Lo bacio.
Un bacio quasi a fior di labbra, quasi rubato. Ma tanto desiderato. Da parte sua sicuramente. Anche da parte mia anche se non me lo ero mai ammesso.
“Andrà tutto bene James”.
“Lo spero. Davvero. Poi un giorno ti dirò cos’è successo, ma non ora”.

Annuisco. Gli do un’ultima carezza sul viso, facendo attenzione a non colpire la cicatrice sul volto che era ancora un po’ rossa.
Love was such an easy game to play.
   
 
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