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Autore: Erhien    10/09/2009    10 recensioni
Salve a tutti quanti! Questa storia è incentrata sulla coppia Draco/Harry. La storia si svolge durante il 6° anno a Hogwarts; i due arrivano ad avere un contatto stretto, e non mi riferisco alle litigate, ma alle lettere, più percisamente pagine di diario, che i due si scambiano. Involontariamente. Inconsapevolmente. I maghi si troveranno quindi a confidarsi l'un l'altro le loro emozioni, le loro vite, alternando momenti bui con scenette divertenti. Ma cosa potrebbe accadere se uno di loro venisse a scoprire l'identità del suo caro amico di penna? Spero di avervi intrigato un pochino!
Genere: Generale, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PER PRIMA COSA RINGARZIO LA MIA BETA MAKIRI!

PER QUANTO RIGUARDA LA STORIA, SAPETE BENISSIMO CHE I PERSONAGGI APPARTENGONO ALLA SCRITTRICE J.K. ROWLING, PERTANTO QUESTA STORIA E’ SENZA SCOPRO DI LUCRO. E ORA, BUONA LETTURA!!

 

 

Capitolo 1

I sogni son desideri

 

Vagava da solo per i corridoi della sua scuola, per smaltire tutta quella merda che gli veniva buttata addosso, tutte quelle speranze che erano state riposte in lui. Eppure cosa aveva fatto per meritarsi quella vita tanto anormale? Forse l’unico errore era di essere nato, di essere stato concepito in un giorno di novembre da due maghi potenti, sì, ma prima di tutto innamorati. Due maghi che Harry non aveva avuto l’onore di conoscere, nonostante fossero i suoi genitori. Cosa che gli è stata proibita da un bastardo egocentrico con manie di grandezza, tanto fissato col potere e con gli anagrammi da cambiare nome in “Lord Voldemort”. Allora c’era un vero motivo per cui sopportava tutto questo: lo faceva per vendicarsi dei suoi genitori, e non solo per “salvare il Mondo Magico”.

Quella stessa mattina, a colazione, aveva sentito Lavanda Brown consigliare a una sua amica di iniziare a scrivere un diario, dicendole che si sarebbe sentita meglio. Potter non aveva mostrato grande interesse e trovava alquanto infantile l’idea di tenere un diario personale, ma dovette ricredersi quando iniziò a scarabocchiare le prime parole di sé su una pergamena, seduto sul suo letto a baldacchino.

 

“Sono stanco. A volte anche mortalmente stanco di ciò che mi circonda, della falsità che involontariamente mi porto dietro. Nessuno può capirmi, o forse nessuno vuole capirmi. Fanno finta che io non abbia problemi, così che loro possano bearsi di questa pseudo protezione che gli offro. Cosa posso fare però? Sono completamente legato al mio…”

 

Ma venne interrotto dall’entrata in scena del suo migliore amico e degli altri compagni di stanza. Provando un moto di vergogna, nascose la prima pergamena sotto il cuscino, lasciandosi in mano il resto.

- Hey, Harry, che fai qui da solo? – chiese Ron.

- Niente, solo i compiti…dannati! – scherzò il moro. Così scese dal letto dicendo che sarebbe andato in qualche posto più tranquillo, declinando un’allentante offerta di una gara caratterizzata sull’ingoiare più cioccorane possibili. Senza farsi vedere, però, prese il foglio di prima e lo nascose tra le altre pergamene.

Scese velocemente le scale, passando per la sala di ritrovo, e uscendo poi dal ritratto della donna grassa. Erano circa le 18 e 30, e i corridoi non erano affollati, dato che la maggior parte dei ragazzi era in biblioteca a studiare, o nella propria casa a fare di tutto.

Dopo un attimo di smarrimento, Harry seppe dove andare; con animo deciso girò l’ultimo angolo che lo separava dalla porta della Stanza delle Necessità. Quando fu davanti al famoso muro, la porta della stanza nascosta apparve per magia, e Harry entrò senza esitazione. Quello che vide fu solo un gran macello di oggetti lasciati lì a prender polvere, poiché troppo inutili per servire alla scuola, e troppo antichi e preziosi come ricordi per poter essere maciullati.

Il ragazzo si sedette a terra, riprendendo quel foglio e scrivendo fino a riempirlo.

Dopo un’ora e mezza aveva finito, scoprendo che aveva impresso i suoi pensieri in ben due pergamene.

- Che cosa penosa che ho fatto – rifletté ad alta voce il ragazzo, buttando accanto a sé quei fogli. Però, quando si accorse di che ora fosse, e che una fame da lupi voleva ricordargli che gli esseri umani mangiano per vivere, si dimenticò del suo neo-diario, lasciandolo da solo nella Stanza delle Necessità.

 

- Dov’eri finito? – chiese preoccupata Hermione.

- Ero a studiare. Niente di che –

- Va be’, come ti pare! Intanto ti sei perso Seamus che vomitava zampette di cioccorana. E ancora si muovevano! – spiegò allegro Ron, provocando una risata al moro e un’espressione di disgusto a Hermione.

Tra una solita abbuffata e l’altra, la serata trascorse piacevole, come al solito, fino a quando i tre grifoni non si furono coricati a letto, a un’ora decisamente inappropriata per i ragazzi.

 

♣♣♣♣♣

 

Un ragazzo biondo dall’andatura nobile e fiera si aggirava per i corridoi in cerca di pace. Il ronzio ininterrotto delle chiacchiere di Pansy gli faceva venire il mal di testa; Tiger e Goyle si erano dimostrati, come al loro solito, incapaci di poter intavolare una qualsiasi conversazione per far passare la serata; Blaise invece, l’unico con cui valesse la pena passare il tempo, era impegnato in “studio della lingua francese” con una ragazza di origini parigine. C’è da dire come quello studio fosse molto fisico, e tenesse poco impegnata la mente. A buon intenditor poche parole.

Per tutte queste ragioni Draco Malfoy si trovava a gironzolare da solo per i corridoi, a un orario poco consono per gli standard della scuola.

Senza pensarci due volte, il ragazzo si diresse verso la sua zona preferita; era davanti alla Stanza delle Necessità, quando, all’improvviso, spuntò da un angolo Mrs. Poor, la gatta di quel Magonò di un Gazza. Schifato dall’idea del guardiano e stizzito dall’intrusione di quella palla di pelo, Draco ritornò sui suoi passi, arrivando senza riflettere nella sua camera beatamente singola, in quanto Prefetto.

Una volta indossato il suo morbido pigiama, si arrotolò nelle coperte, cominciando a dar sfogo a tutti i suoi pensieri. Suo padre era in prigione, e il Signore Oscuro gli aveva dato un incarico che lo aveva legato mani e piedi.

Quanto avrebbe voluto essere solo uno spettatore di tutto quello che stava accadendo; quanto avrebbe voluto essere qualcun altro, chiunque altro. Essere il figlio di un Mangiamorte in prigione era deplorevole, mentre era avvilente sentirsi figlio di nessuno. Certo, aveva sua madre che in un modo o nell’altro gli voleva bene, ma non era gran cosa. Lui si sentiva come un semplice essere vivente dedito a portare avanti la tradizione senza amore della sua famiglia e del suo nome, Malfoy. Certe notti avrebbe dato tutto l’oro che aveva in banca per poter essere figlio di una coppia normale. Certe notti aveva sognato di essere qualcuno completamente diverso da lui, tipo quel Ron Weasley, con tutti quei fratelli e ricco di quell’amore genitoriale incondizionato. Poi, una notte, aveva sognato di essere addirittura come Potter, di essere ammirato e preso in considerazione per qualcosa che aveva fatto veramente; e non per un nome importante e un sacco di soldi in banca. Anche se ne rimaneva poco di oro giù alla Gringott.

Col desiderio di una vita diversa da quella che quel bastardo destino gli aveva affibbiato, Draco si rannicchiò nelle sue calde coperte, cadendo nella sua realtà preferita, quella fatta di sogni.

 

♣♣♣♣♣

 

Due vite, intrecciate come i fili d’inchiostro sulla pergamena.

E se le due penne diventassero una?

 

♣♣♣♣♣

 

Solita giornata di ottobre, con una lieve brezza e un sole che ormai non scalda più come ad agosto.

Il Professor Vitious stava fornendo prova della sua mirabile capacità di far addormentare tutti durante le sue lezioni, senza l’uso della bacchetta! Anche Draco era spaparanzato molto alla “chi se ne frega” sul suo banco, con lo sguardo perso fisso sulla finestra.

Harry invece stava lottando con tutto se stesso per non chiudere gli occhi e dormire realmente, dato che la notte prima aveva fatto un po’ tardi. E con “ po’ ” mi riferisco a orari che vanno intorno alle 2.

 

Una volta suonata la campanella per la fine delle lezioni giornaliere, tutti i ragazzi si diressero verso le proprie Case. Tutti tranne uno. La noia e la monotonia di quelle giornate stavano diventando pesanti, per cui Draco si rifugiò nella Stanza delle Necessità senza dire niente a nessuno.

Un odore di vecchio, di polvere e muffa lo investì, e lo fece sentire al sicuro; aveva imparato ad apprezzare quel luogo come fosse una terza casa (la seconda poteva considerarsi la Casa di Serpeverde).

Si guardò intorno cercandosi qualcosa da fare; calpestò involontariamente delle vecchie pergamene, ma quando le prese in mano per vedere di cosa trattassero, scoprì solo che erano vuote. Solo allora si accorse che sul pavimento erano sparpagliati vecchi fogli. Pensò di mettere in ordine quei documenti, altrimenti avrebbe pensato tutto il tempo all’Armadio, e non lo voleva questo.

Passò al setaccio qualche metro quadrato, raccogliendo qua e là temi che riportavano  date intorno all’1975, oppure appunti di astronomia del 1903. Però solo un paio di cifre catturarono la sua attenzione: 20 ottobre 1996.

Trattandosi del giorno prima, Draco afferrò curioso quei fogli; un sorriso saccente si dipinse sul suo volto.

Un diario? Sarà di qualche stupida ragazzina… Pensò il biondo. Eppure questo non gli impedì di leggerlo, stupendosi di vedere come non fosse stato scritto da una femmina, bensì da un maschio.

 

“Sono stanco. A volte anche mortalmente stanco di ciò che mi circonda, della falsità che involontariamente mi porto dietro. Nessuno può capirmi, o forse nessuno vuole capirmi. Fanno finta che io non abbia problemi, così che loro possano bearsi di questa pseudo protezione che gli offro. Cosa posso fare però? Sono completamente legato al mio destino. Vorrei essere qualcun altro, vorrei che ci fossero altri al mio posto, senza preoccuparmi del resto. È chiedere troppo? O forse sono solamente egoista? Io vorrei, almeno, qualcuno con cui parlare sinceramente, fregandomene dei suoi sentimenti, e dei miei.”

 

Per il resto (e si parlava di ben due pergamene) niente di speciale: parlava del Quidditch, dei suoi amici o dei voti a scuola. Insomma era un ragazzo apparentemente come tutti gli altri. Se non fosse che la prima parte del breve diario rispecchiava Draco.

Più per gioco che per altro, Malfoy tirò fuori fogli, penna e inchiostro dalla sua borsa, rispondendo al ragazzo che non si era firmato.

 

“Caro piccolo adolescente con manie da scolaretta undicenne, la vita è dura, e noi siamo dei granelli di sabbia a confronto; e la prossima volta ricordati di portarti dietro il tuo diario segreto. Non ho la minima idea di chi tu possa essere, ma conosco (purtroppo) bene ciò che provi. So cosa significa essere qualcuno che non vorresti essere, avere un ruolo della società che ti vincola per sempre pur non volendolo. Sinceramente non so nemmeno perché sto rispondendo alle tue lagne; forse perché sono anche le mie? Sicuramente queste pagine rimarranno qui, a impolverarsi tra queste squallide mura, ma ti lancio comunque un appello: posso ascoltarti, e capirti come nessun altro, perciò…” ma Draco si fermò un attimo, riflettendo. Era da stupidi quello che stava facendo? Cosa avrebbe detto suo padre?

Direbbe che un Malfoy non farebbe mai cose così futili e degradanti. Pensò il ragazzo.

Perciò Draco ricominciò a scrivere con più vigore.

“ …diventiamo amici di penna? A dire la verità un po’ me ne vergogno, ma parlare con l’inchiostro non dovrebbe essere tanto difficile. Aspetto una tua risposta. Quasi dimenticavo: non ti dirò mai chi sono io, quindi vedi di fare lo stesso!”

Il biondo serpeverde prese una sedia, vi soffiò sopra per levare il grosso della polvere, e vi posò sopra i tre fogli. A quel punto si sarebbe diretto verso il suo dormitorio, prima di affrontare i compiti.

 

 

SALVE A TUTTI, QUESTA è GIUSTO LA SECONDA FANFICTION CHE SCRIVO, E PER ORA è SEMPRE INCENTRATA SULLA COPPIA DRACO/HARRY. VOLEVO SUBITO CHIARIRE CHE SOLO IL PRIMO CAPITOLO AVRA’ TONI INTROSPETTIVI, MENTRE AL RESTO CERCHERO’ DI DARE UN ASPETTO UN PO’ PIU’ ALLEGRO J MI RACCOMANDO, DITEMI COSA NE PENSATE DELLA MIA IDEA! SINCERAMENTE ALL’INIZIO NON ERO MOLTO SICURA, PENSANDO DI COPIARE INVOLONTARIAMNTE QUALCHE FIC CHE POSSO AVER LETTO O ROBE SIMILI; QUELLO CHE VI VOGLIO DIRE E’ CHE SE TROVATE CHE LA MIA STORIA SIA SIMILE AD ALTRE, PER FAVORE, NON  ESITATE A DIRMELO.

INTANTO VOLEVO RINGRAZIARE ANCORA LA MIA BETA, MAKIRI (Ludovica) CHE C’E’ SEMPRE ^_^ ALLORA UN BACIONE A TUTTI!! CIAOCIAO!

   
 
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