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Autore: pampa98    08/12/2022    1 recensioni
~ Larys/Alicent, Modern!AU. Storia scritta per LadyPalma ❤ ~
La sera del 24 dicembre, Joffrey e Laenor organizzano una cena insieme ai loro migliori amici, Rhaenyra e Harwin. I due invitati colgono l'occasione per organizzare un incontro tra due persone che, dal loro punto di vista, avrebbero formato una coppia perfetta: il fratello di lui e la migliore amica di lei.
«Vedrai, ci divertiremo moltissimo. E poi sei è il doppio del numero perfetto, no? Doppia perfezione» aggiunse, distogliendo ancora una volta gli occhi dalla strada per farle l’occhiolino.
Alicent non la rimproverò, impegnata a farsi tornare i conti nella mente. «Sei? Che intendi dire?»
«Non ti avevo detto che saremmo stati in sei stasera?»
«No» rispose, a metà tra lo scocciato e lo speranzoso.
Rhaenyra fece spallucce. «Scusa, devo averlo dimenticato. Eccoci arrivate» annunciò, svoltando in una strada piena di villette a schiera.
«Rhaenyra, questa sesta persona è qualcuno che conosco, vero?» [...]
«Ehm, no.»
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alicent Hightower, Harwin Strong, Larys Strong, Rhaenyra Targaryen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Di misteriosi invitati e borsette verdi


A Martina,
buon compleanno 💚



 

«Spero che ci sia l’anatra, Harwin è bravissimo a cucinarla – sì, in teoria sarebbe un ospite, ma sono quasi certa che il motivo principale per cui ci hanno invitati fosse scroccare le abilità culinarie del mio fidanzato. Certo, Laenor se la cava bene ai fornelli, ma Joffrey è un po’, come dire, distraente…»

«Rhaenyra, ti prego» mormorò Alicent, stringendo la maniglia appiglio fino a farsi sbiancare le nocche, «guarda la strada

La ragazza evitò all’ultimo secondo di andare a sbandare contro il marciapiede, inchiodando subito dopo per rispettare la luce rossa del semaforo. Approfittò della momentanea pausa per voltarsi verso di lei e prenderle gentilmente la mano libera.

«Alicent, è da quando siamo partite che sei tesa. Te l’ho detto, ti divertirai moltissimo stasera.»

«Ammesso che arrivi a destinazione viva» commentò lei. Poi sospirò, capendo di essere stata scortese con la sua amica. «Scusami, Rhaenyra. Sono sicura che sarà una splendida serata.»

«Lo sarà indubbiamente.» 

Alicent sorrise. Per te e il tuo perfetto fidanzato, pensò. Per i neo-sposi che li avrebbero ospitati. Non per lei, che sarebbe rimasta in disparte, coinvolta nelle conversazioni fino a quando le due coppie non avessero deciso di non voler trascorrere la Vigilia di Natale a fare da balie alla povera Alicent. Forse avrebbe semplicemente dovuto rifiutare l’invito di Rhaenyra, ma in realtà anche la prospettiva di passare la serata a casa da sola non era molto entusiasmante. Quello era uno di quei momenti in cui rimpiangeva di non aver preso la patente: se fosse stata autonoma, avrebbe potuto lasciare la festa, ponendo fine all’imbarazzo di essere la quinta incomoda, in qualsiasi momento anziché aspettare che Rhaenyra decidesse di andarsene.

Il semaforo tornò verde e Rhaenyra saettò in avanti, sostituendo i pensieri di Alicent con il rinnovato terrore per la sua vita. 

«Vedrai, ci divertiremo moltissimo. E poi sei è il doppio del numero perfetto, no? Doppia perfezione» aggiunse, distogliendo ancora una volta gli occhi dalla strada per farle l’occhiolino. 

Alicent non la rimproverò, impegnata a farsi tornare i conti nella mente. «Sei? Che intendi dire?»

«Non ti avevo detto che saremmo stati in sei stasera?»

«No» rispose, a metà tra lo scocciato e lo speranzoso. 

Rhaenyra fece spallucce. «Scusa, devo averlo dimenticato. Eccoci arrivate» annunciò, svoltando in una strada piena di villette a schiera.

«Rhaenyra, questa sesta persona è qualcuno che conosco, vero?» Magari era Laena, la sorella minore di Laenor. Ad Alicent piaceva ed era certa che sarebbe stata un’ottima compagnia per la serata. Anche Criston Cole non sarebbe stato male, ma sperò con tutto il cuore che non fosse lui: sapeva che era un bravo ragazzo, e loro due andavano anche piuttosto d’accordo, ma anche se sembrava essersi lasciato alle spalle i suoi trascorsi con Rhaenyra, il rischio che la serata finisse con una rissa tra lui e gli altri tre ragazzi era ancora piuttosto elevato.

«Ehm, no» rispose lei, aprendo la portiera per uscire dall’abitacolo. Alicent la imitò, sorvolando sul fatto che metà automobile fosse parcheggiata lungo la carreggiata per indagare meglio circa il mistero di questo sesto individuo. Rhaenyra sembrava consapevole di non avergliene parlato e altrettanto intenzionata a non rivelarle niente fino al momento dell’incontro – che sarebbe potuto avvenire in un qualsiasi istante a partire da quel momento. Nella foga di scendere, Alicent non si accorse di avere ancora la cintura addosso e inciampò, facendo cadere a terra la sua borsetta verde.

Rhaenyra rise. «Ali, calmati. Sono certa che il sesto invitato ti piacerà moltissimo.»

Alicent trattenne a stento uno sbuffo, chiudendo la portiera dell’auto. «Lo spero proprio.»

«Lo spero anch’io» disse una voce alle sue spalle, facendola sussultare. Si voltò, incrociando lo sguardo di un uomo poco più alto di lei, che stava ricurvo in avanti con una mano posata su un bastone e l’altra che le porgeva la sua borsetta. L’uomo le rivolse un sorriso timido e i suoi tratti le apparvero familiari, anche se era certa di non averlo mai visto prima. 

«Questa credo sia tua» le disse, accennando alla borsa.

Alicent arrossì e la riprese. «S-Sì. La ringrazio molto.»

«Ti prego, dammi del tu.»

Alicent annuì e abbozzò un sorriso.

«Vedo che siamo in perfetto orario» disse Harwin Strong, scendendo da un’auto nera parcheggiata poco più indietro rispetto alla loro. Venne dalla stessa direzione da cui doveva essere arrivato… Alicent si rese conto che lo sconosciuto non si era presentato, ma quando vide Harwin accanto a lui capì chi le avesse ricordato. 

Mentre Rhaenyra gettava le braccia intorno al collo del suo fidanzato e lo salutava come se non fossero in un luogo pubblico, lei si rivolse nuovamente all’altro uomo.

«Perdonami, Rhaenyra aveva dimenticato di informarmi circa gli altri partecipanti della festa. Tu sei il fratello di Harwin, giusto? Larys?»

«Che onore che conosci già il mio nome» rispose lui e il suo sorriso si fece più ampio – e tanto quello era raggiante, quanto i suoi occhi brillavano di una luce che Alicent non seppe identificare, ma che le provocò un brivido lungo la schiena (di cosa, non riuscì a identificarlo nemmeno in quel caso.) «Tu invece devi essere la famosa Alicent Hightower.»

Alicent si lasciò sfuggire un risolino. «Famosa?»

Larys annuì, serio. «Ho sentito molto parlare di te. Ti ho conosciuta tramite Rhaenyra – e devo confessare che all’inizio non ero certo che fosse davvero innamorata di mio fratello, visto quanto spesso parlava di te – e poi mi sono permesso di approfondire l’argomento per conto mio. Dal momento che trascorreremo la serata insieme, mi sembrava giusto conoscere la mia compagna.»

Alicent annuì meccanicamente. Insieme, compagna. C’era una nota sinistra nel modo in cui aveva pronunciato quelle parole, qualcosa di oscuro ma anche intrigante – e lei non avrebbe dovuto trovarlo tale, dal momento che le aveva appena confessato di averla stalkerata. Sebbene fosse certa che le sue ricerche fossero state brevi e inconcludenti: lei non aveva mai fatto niente degno di nota nella sua vita.

«Piccioncini!» Tutti e quattro alzarono la testa verso la finestra da cui Joffrey li stava chiamando. «Qui avremmo fame, quindi vedete di entrare.»

«Agli ordini» rispose Harwin, ridendo. «Vado a prendere i sacchetti in macchina, voi avviatevi pure.»

Rhaenyra insistette per dargli una mano, mentre Alicent e Larys si avviarono verso il porta d’ingresso, dove Laenor li attendeva con un grande sorriso e un maglione rosso su cui era disegnata la metà inferiore di una renna. 

 

🐝

 

Harwin era davvero un ottimo cuoco, come anche Laenor – peccato che non si fossero messi d’accordo su chi doveva preparare cosa e di fatto i sei commensali si trovarono ad affrontare un numero di pietanze adatto al doppio delle persone. Alicent prendeva porzioni piccole, come le aveva insegnato suo padre (“Una fanciulla deve prestare attenzione al suo fisico, bambina mia”) e Larys – che si era seduto accanto a lei come se quel posto gli spettasse di diritto – non perdeva occasione di riempirle il piatto, rivolgendole quel sorriso che diventava sempre più un misto tra il dolce e l’inquietante.

«Perché ti trattieni?» le chiedeva, come se fossero amici da una vita e non due individui che si erano visti per la prima volta solo quella sera. «Dovresti prendere tutto ciò che desideri.»

Alicent non era certa di come si sarebbe dovuta comportare con lui. Era abituata alla cortesia richiesta per essere considerate persone civili, ma Larys sembrava davvero interessato a lei. Cercava di coinvolgerla nella conversazione, ascoltava le sue risposte e non le staccava mai gli occhi di dosso, mettendola a disagio e facendola sentire desiderata – almeno credeva: Alicent non aveva mai sperimentato quella sensazione, perciò forse si stava solo facendo trasportare troppo dal clima natalizio intorno a lei. 

La cena proseguì fino a quando Joffrey non propose di passare ai giochi di società, che avrebbero infuocato i loro animi e, sperava, avrebbero aiutato a digerire l’enorme quantità di cibo che avevano ingerito. Alicent non era un’amante del poker, primo gioco scelto dal padrone di casa, così si ritirò educatamente sul divano davanti al fuoco. Il camino era decorato con ghirlande di vischio e sopra la mensola si trovavano tre fotografie: a sinistra comparivano i volti sorridenti di Laenor e Laena insieme ai loro genitori, a destra invece era raffigurato Joffrey che dava un bacio sulla guancia a una donna che doveva essere sua madre. La cornice centrale, più grande delle altre, mostrava invece Laenor e Joffrey mano nella mano nel giorno delle loro nozze. Alicent poteva percepire la gioia che traspariva da quei volti immortalati per sempre sulla carta del tempo. Era certa che presto anche la casa di Rhaenyra e Harwin avrebbe ospitato uno scatto simile, pieno dello stesso amore e della stessa felicità. 

Li invidiava. 

Odiava farlo, ma non riusciva a impedirselo. Il suo matrimonio sarebbe stato combinato da suo padre e le probabilità che scegliesse un uomo che avrebbe potuto farla innamorare davvero erano pressoché nulle. Le andava bene, perché essere una moglie devota e una brava madre era il ruolo giusto per lei. Eppure…

«Posso farti compagnia?» La voce di Larys le provocò un sussulto, riportandola bruscamente alla realtà. Mascherò il suo disagio con un sorriso e lo invitò ad accomodarsi.

«Non ti piace il poker?» le chiese lui.

«Non molto» rispose Alicent, voltandosi per guardare i quattro seduti al tavolo dietro di loro. Joffrey aveva le mani affondate nei capelli, segno che probabilmente stava già perdendo. «E non sono nemmeno brava a giocare, quindi penso sia più semplice per tutti se mi limito a non partecipare.»

Abbassò lo sguardo, prendendo a tormentarsi una pellicina sul pollice. In realtà, le sarebbe piaciuto imparare, ma non ne aveva mai avuto l’occasione. Le ragazze per bene non giocano a poker e, comunque, era certa che non sarebbe riuscita a capirne le regole, troppo complicate per lei. 

Larys inarcò un sopracciglio. «Non sminuirti» le disse, con tono quasi perentorio. «Io penso che saresti un’ottima giocatrice.»

«E cosa te lo fa pensare?» chiese, sinceramente incuriosita.

«Perché ti conosco» rispose con il suo solito sorriso, che in quel momento assunse una sfumatura decisamente inquietante. 

«Scusami, ma non credi che una cena di quasi tre ore sia troppo poco per affermare di conoscere una persona?» 

Fu solo all’ampliarsi del suo sorriso che Alicent ricordò cosa le aveva detto prima di entrare in casa: aveva fatto ricerche sul suo conto. 

«Oh, potevo affermarlo prima ancora che tu scendessi da quella macchina, nel tuo splendido abito abbinato alla borsetta. Sei una donna intrigante, Alicent Hightower, e spero che mi permetterai di approfondire la nostra conoscenza.»

Alicent inarcò un sopracciglio. «A quanto pare, qui l’unica ad aver bisogno di approfondire qualcosa sono io. Sapevo che Harwin aveva un fratello minore, ma le mie informazioni su di te si fermano qui.»

«Se vuoi sapere, basta chiedere. Anzi, ti propongo una cosa: facciamo un gioco, come i nostri amici. Tu mi fai una domanda e io ne faccio una a te, ed entrambi risponderemo con assoluta sincerità. Che ne pensi?» le disse, avvicinandosi di più a lei. Alicent arrossì e si sentì come una fragile gazzella in balia della fame di un leone; ma non arretrò. Il modo in cui Larys la guardava – non come se fosse una mera presenza del mondo, ma una persona reale davanti a sé – era sufficiente a farle dimenticare tutte le stranezze di quell’uomo.

«Va bene» rispose, guadagnandosi un sorriso vittorioso.

 

Rhaenyra si dondolò sulla sedia, sbuffando. Le ultime due mani erano state pessime, ma non intendeva arrendersi. Le serviva solo un pizzico di fortuna dalla sua parte – e Alicent era brava a fornigliela. Si voltò verso il divano per richiamare l’amica, ma le parole si persero nella sua gola quando la vide seduta insieme a Larys Strong, a parlare rilassata mentre lui la guardava come se fosse la creatura più bella del mondo.

Batté una mano sul braccio di Harwin – che, a differenza sua, stava stravincendo – e gli fece cenno di guardare dietro di loro. Quando anche lui notò il felice quadretto che si era formato, le rivolse un grande sorriso.

«Avevi proprio ragione, amore mio.»

 

Alicent aveva perso la cognizione del tempo. 

Larys aveva ammesso senza problemi di aver controllato i suoi social – Instagram, dove Rhaenyra l’aveva costretta a iscriversi – le informazioni contenute nei database delle scuole che aveva frequentato e il suo blog, dove ogni tanto Alicent sfogava i suoi pensieri di nascosto da famiglia e amici. Era rimasta scioccata quando glielo aveva detto e lo era stata ancora di più quando lui aveva iniziato a farle domande di cui, in realtà, conosceva già la risposta. 

“Voglio udirla dalle tue belle labbra” le aveva spiegato tranquillamente, quando lei gli aveva chiesto perché volesse raccogliere informazioni che già possedeva. Alicent aveva cercato di rispondere in modo diplomatico, come avrebbe fatto se a porre quelle domande fossero stati Rhaenyra o suo padre, ma lui aveva chiesto sincerità – ed era riuscito a ottenerla. 

Per la prima volta in venticinque anni, Alicent aveva ammesso ad alta voce che no, non le piaceva che altri controllassero la sua vita. Che desiderava un matrimonio d’amore e non di dovere. Che la Storia era interessante, ma avrebbe preferito studiare Lettere. Che il verde che indossava spesso non indicava “speranza”, ma “guerra” verso quella vita monotona da cui non riusciva a fuggire. 

Larys l’aveva ascoltata, incoraggiandola a sfogarsi e a decidere da sola come proseguire la sua storia. Con uno sguardo e una parola, era riuscito a farla sentire potente, e Alicent non era certa di sapere come gestire quella sensazione.

Dall’altra parte, quando era stata lei a fare domande le risposte erano giunte schiette e semplici fin da subito. La deformazione al piede aveva sempre messo Larys in ombra, rendendolo un reietto che aveva avuto la possibilità di muoversi nel mondo grazie a un padre gentile e un fratello popolare. Era un appassionato di piante e fiori, per questo motivo si era iscritto alla Facoltà di Botanica, e nel tempo libero si dilettava nello studio della Chimica. In giardino aveva un piccolo alveare abitato da decine di api che accudiva ogni giorno, e il suo amore per quegli insetti lo aveva spinto a farne intagliare uno sul pomello del suo bastone. 

«Allora» disse infine Larys, sfiorandole un ginocchio con il suo, «credi che adesso ci conosciamo un po’ meglio?»

Alicent si ritrovò a sorridere. A quel punto, doveva ammettere di conoscere meglio Larys di Harwin o Laenor – e che il tanto che sapeva non era ancora sufficiente. Non ebbe modo di dirglielo, però, perché venne distratta da un urlo proveniente da dietro le sue spalle. Voltandosi notò che le fish del poker erano svanite dal tavolo, sostituite dal tabellone di Risiko, e Laenor e Harwin stavano cercando di aprire una bottiglia di spumante.

«Va tutto bene?» si informò, alzandosi in piedi. 

«Manca meno di un minuto e non ce ne siamo accorti!» esclamò Joffrey, guadagnandosi un’occhiata incerta da parte di Alicent e Larys.

«Vuole festeggiare il Natale con un brindisi» spiegò loro Rhaenyra. Allungò una mano verso Alicent, che subito la prese e si posizionò accanto all’amica. Si voltò poi verso Larys, facendogli cenno di raggiungerle. L’uomo si posizionò accanto a lei e lo dita si sfiorarono nell’istante in cui le campane suonarono la mezzanotte. 

«Buon Natale, Alicent» le disse, rivolgendole un sorriso che Alicent percepì come dolce.

«Buon Natale, Larys.»

 

🐝

 

«Bene, so che tenderti una trappola potrebbe non essere stato molto carino…»

«Infatti non lo è stato.»

«… ma, considerato che ti ho dovuta trascinare via…»

«Non mi hai dovuta trascinare via!»

«… direi che il nostro piano ha funzionato» concluse Rhaenyra, rivolgendole un sorriso compiaciuto. Lei e Harwin – e anche Larys, che Alicent a quel punto conosceva abbastanza da sapere che non poteva essere stato una semplice vittima degli eventi – avevano pianificato la serata in modo tale da costringere lei e Larys a farsi compagnia a vicenda. Una volta salutati i loro amici ed essere salite in macchina, Rhaenyra le aveva confessato tutto senza mostrare un briciolo di rimorso, compiaciuta dell’esito del suo piano – secondo lei, totalmente positivo.

E lo era, indubbiamente, ma Alicent non le avrebbe dato la soddisfazione di confermarglielo. Non così presto, almeno.

Sentì la suoneria di un messaggio e sbloccò lo schermo, sorridendo davanti all’identità del mittente.

«Uh, vi siete anche già scambiati i contatti!» cantilenò Rhaenyra, allungando la testa verso il suo cellulare per sbirciare il testo. Alicent girò il telefono, senza riuscire a far sparire il sorriso dal suo volto.

«Guarda la strada, Nyra.»

«Ehi, non avrai mica intenzione di tenere dei segreti con me, la tua migliore amica, tua sorella, la compagna della tua anima?»

«Tu hai tenuto dei segreti con me, io ho il diritto di tenerne con te. E, sul serio, guarda la strada

Rhaenyra rise, facendo ridere anche lei – nonostante avessero appena rischiato di andare a sbattere contro il guard rail. Spostò di nuovo gli occhi sul cellulare, rileggendo le poche parole che Larys le aveva inviato.

Passa un buon Natale, mia ape regina. Spero che il prossimo anno lo trascorreremo insieme.

Alicent ripose il cellulare nella borsetta e osservò le luci della città sfrecciare fuori dal finestrino. 

Dovresti prendere tutto ciò che desideri.

Sorrise, pensando alla risposta che gli avrebbe inviato una volta giunta a casa.


 
   
 
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