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Autore: Diana924    14/12/2022    0 recensioni
Sapeva che era sbagliato ma ormai era andato oltre il limite da troppo tempo.
George/Dwight scritta per il cow-t di landedifandom
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dwight Enys, George Warleggan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Diana924
Fandom: Poldark
Titolo:  I'll be watching you
Personaggi: George Warleggan, Dwight Enys, 
Rating: NC17
Note: Season 5,
Note2: slash, crack!ship, 
Note3: scritta per il scritta per il cow-t di landedifandom con prompt 
Note4: il titolo è preso da "Every Breath" dei Police

 

Sapeva che era sbagliato ma ormai era andato oltre il limite da troppo tempo.

Dwight Enys si era sempre considerato un uomo per bene, la cui vita era stata di quanto più noioso e pedestre ci potesse essere al mondo. Sposare Caroline era stato uno dei momenti migliori della sua vita, d’altronde non aveva l’indole avventurosa di Ross o la sua capacità di fare a meno delle convenzioni sociali. Se doveva essere sincero era cominciato tutto con le domande di Elizabeth, avrebbe dovuto capire che c’era qualcosa di strano. Le aveva risposto come meglio poteva senza indagare oltre sebbene avesse intuito che ci fosse qualcosa di bizzarro ma mai avrebbe potuto immaginarne le conseguenze.

Tante donne, troppe, morivano di parto ma nella morte di Elizabeth Warleggan c’era stato qualcosa di strano che non era riuscito a spiegarsi, più una sensazione e un’intuizione che però non si voleva sviluppare. Aveva spiegato che non c’era stato nulla da fare, la scienza medica di fronte a questi casi era ancora impotente e aveva pensato che col tempo George avrebbe accettato la situazione.

Purtroppo non era andata come aveva previsto ma in una maniera così imprevedibile che mai avrebbe pensato sul serio ad una simile evenienza.

La discesa di George in una melanconica follia era stata impercettibile ma era sicuro che nessuno se ne fosse accorto perché c’erano problemi più impellenti, lui stesso se n’era reso conto quasi per caso e solamente perché aveva di recente letto sull’argomento. Carys Warleggan gli aveva affidato tranquillamente il nipote purché glielo togliesse di torno e doveva ammettere, non senza una punta di orgoglio, che il suo metodo si era rivelato quello vincente. Aveva sbagliato a citarlo in quell’articolo ma non aveva fatto nomi, nessuno sarebbe potuto risalire a George Warleggan, era a conoscenza della mossa di Caroline ma era l’unico sistema affinché Carys si fidasse di lui, do ut des dicevano i latini anche se non lo trovava particolarmente onorevole.

Se solo Caroline avesse saputo cos’era accaduto tra lui e George in quelle settimane.

Dwight era abbastanza onesto da ammettere che gli era già capitato durante gli anni della scuola ma all’epoca era un ragazzo in una scuola maschile, bisognava pur arrangiarsi, la situazione era drasticamente cambiata. Tanto per cominciare aveva una moglie e ogni volta che succedeva aveva la sensazione di approfittarsi di una persona oltremodo fragile, il cui equilibrio era in bilico su un precipizio. Avrebbe dovuto rifiutarsi la prima volta che George lo aveva baciato, rifiutarsi con gentile fermezza, aveva sbagliato a lasciarglielo fare.

Da lì in poi era proseguito tutto in maniera inesorabile. I baci, gli amoreggiamenti, gli abbracci e tanto altro. Sapeva che era sbagliato, che era immorale e illegale ma allo stesso tempo temeva che se l’avesse rifiutato ora George avrebbe potuto avere una ricaduta e non se lo sarebbe perdonato, come amico e come medico. Gli costava quell’infedeltà ma come medico era un fenomeno interessante che non avrebbe mai potuto trascrivere.

Era sicuro che prima o poi li avrebbero scoperti, era matematico dato che George si stava facendo sempre più spudorato e imprudente col passare del tempo, motivo per cui aveva cercato di circoscrivere i loro incontri alla camera da letto di George, ora come ora era il luogo più sicuro dove potevano incontrarsi. Solitamente si incontravano durante il pomeriggio e in alcune rare occasioni la notte col rischio che Caroline si svegliasse e non lo trovasse.

George era un amante appassionato, esigente e dotato di rara inventivo, Dwight si era chiesto se aveva mai avuto simili inclinazioni o se lui era l’eccezione, sicuramente il banchiere lo aspettava con un’ansia che raramente aveva visto.

Spesso George sembrava intenzionato a non volere che se ne andasse, non erano le rare le occasioni in cui ad un amplesso ne seguiva subito dopo un altro e un altro ancora finché lui non sapeva più distinguere dove finisse il suo corpo e dove cominciasse quello di George, perso in una girandola di piacere che gli toglieva il fiato. Raramente l’altro si addormentava prima che lui se ne andasse, Dwight si spiegava quel comportamento con la paura di essere abbandonato, ma non aveva mai osato porre direttamente a George quella domanda, non ancora almeno.

Quella volta invece era andata diversamente da solito.

George si era addormentato poco dopo il loro primo abbraccio ed era rimasto ad osservarlo per quelle che gli erano sembrate delle ore. Pelle chiara, capelli biondi ma non troppo, George era la perfetta rappresentazione del gentiluomo inglese secondo le gazzette, così diverso da Ross e dalla sua vitalità a stento trattenuta. Si era stupido di come fosse rimasto lì ad osservarlo senza fare altro, come se lo stesse vegliando aveva pensato prima di correggersi: lo stava effettivamente vegliando.

Gli aveva dato un bacio sulla tempia e poi si era alzato dal letto per rivestirsi cercando di fare meno rumore possibile, svegliare George avrebbe avuto conseguenze imprevedibili sulla sua presenza. Si stava sistemando la camicia dentro le brache quando l’altro aprì gli occhi e li puntò su di lui, il suo primo pensiero fu che gli occhi di George erano quanto di più simile a quelli di un animale braccato. George non era semplicemente spaventato, era letteralmente terrorizzato si disse.

<< Dove… dove stai andando? >> gli domandò l’altro, se Ross lo avesse visto in quel momento avrebbe capito che George Warleggan non era affatto pericoloso ma allo stesso tempo Dwight era sicuro di non voler condividere quei momenti con nessuno, sia per proteggere George che per una motivazione che non aveva il coraggio di dire a voce alta, non ancora almeno si corresse.

<< A casa, se Caroline si sveglia e non mi trova? >> rispose cercando di farlo ragionare.

<< Non mi lasciare… tutti mi abbandonano, almeno tu resta >> lo implorò George, Dwight sapeva bene a chi si stava riferendo George ma non poteva comunque restare. Elizabeth, sempre e solo Elizabeth, era lei l’unica donna che George avesse mai amato e la sua morte lo aveva fatto sprofondare nella follia da cui lo aveva recuperato appena in tempo pochi mesi prima.

<< Sai che non posso restare, ma poi torno. Non torno sempre? >> tentò di blandirlo, lasciare George gli risultava ogni volta più difficile e non voleva indagare troppo sui motivi.

<< Per un’ora, due ore e ci basta, non è vero? >> gli chiese.

<< Ci basta, non possiamo farci scoprire, quello che facciamo è illegale >> tentò di fargli capire.

<< Ne sono perfettamente consapevole, mi stavi guardando mentre dormivo? >> gli domandò George.

<< Si, sei bello quando dormi, rilassato e in pace con te stesso >> rispose lui, inutile mentire.

<< Stai mentendo, dottore, ma capisco il motivo >> replicò invece George, chissà cosa sognava l’altro si disse Dwight, dietro quella risposta c’era un abisso di disperazione in cui non si sentiva ancora pronto ad entrare. Non disse altro, si chinò per baciarlo, un bacio tenero che George trasformò in appassionato ricambiandolo con ardore, tutto quello gli avrebbe portato dei guai prima o poi, Dwight Enys ne era perfettamente consapevole.

   
 
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