Anime & Manga > Kuroko no Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: Akane    16/12/2022    0 recensioni
Come è finito Kagami ad usare le scarpe di Aomine? E perché hanno fatto un uno contro uno proprio la mattina di un'altra importante partita? Forse in realtà era tutta una scusa per vedersi nonostante le molte questioni in sospeso?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Taiga Kagami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La cosa più preziosa'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
incapaci_di_stare_lontani

NOTE: fic n11 della serie ‘La cosa più preziosa’. Breve, ambientata la mattina della partita del Seirin di Kagami e Kuroko contro il Kaijo di Kise, partita molto difficile. (Per chi non sa) Kagami quel mattino si rende conto di non avere delle scarpe sane per giocare a basket e siccome ha un ‘piedino da fata’ non trova il suo numero (come lo capisco). CASUALMENTE è lo stesso numero di Aomine e Kuroko chiama Satsuki chiedendole aiuto. Lei, poco dopo, arriva con le scarpe di Aomine. E con Aomine stesso. Per darle a Kagami (che non le accetterebbe nemmeno sotto tortura), lo sfida in un breve uno contro uno. Dopo che lo straccia, Aomine lo convince ad accettare le scarpe in ‘prestito’, con quella di conquistarsele la prossima volta che giocheranno contro. Ho voluto usare questa parte troppo succulenta inserendoci un breve momento aokaga. Al momento fra loro è tutto sospeso e nessuno ha risolto nulla, ma non possono proprio fare a meno di vedersi ed interagire! 
Le fan art non sono mie ma trovate in rete. Seguono ancora 3 fic per completare la serie. Buona lettura. Baci Akane

INCAPACI DI STARE LONTANI 

aokagaaokaga


Quando si alzò dal letto con Alex nuda accanto, a Taiga venne un colpo e si mise a gridare lanciandole i vestiti contro. 
Ormai c’era quasi abituato, ma per un momento aveva pensato che se si fosse mai fermato Daiki a dormire con lui, sarebbe stato decisamente difficile farlo convivere con lei che gli girava nuda. 
Non tanto per questioni di gelosie, non era quello il problema.
Tanto se uno voleva vedersi due tette grandi e rimbalzanti, trovava tranquillamente il modo. Più che altro era perché era Daiki quello tendenzialmente geloso. 
Sicuramente, conoscendolo, non sarebbe stato in grado di accettare serenamente la sua presenza in quelle condizioni. 
“Tanto quel pettegolo di Kuroko glielo avrà anche già detto!”
Pensò preparandosi in bagno. 
“Considerando che in qualche modo credo sia geloso di Tatsuya... oddio, mi spinge a parlargli a tutti i costi e non capisco perché. Credo c’entri la sua amicizia con Kuroko, erano fidanzati, si sono lasciati ed ora sono amici. Forse per avere la coscienza a posto vuole che anche io faccia la stessa cosa con Tatsuya. Ma il nostro rapporto è complicato. O forse è uguale al loro. Finché eravamo amici andava tutto bene, poi quando siamo diventati amanti è diventato un casino e non abbiamo resistito. L’amore rovina tutto. Chissà se rovinerà anche me e Daiki.”
Uscendo dal bagno e diretto in cucina per la colazione, rifletté ulteriormente sulla questione, concludendo prima dell’arrivo di Alex. 
“Beh, io e Daiki non eravamo amici, anzi. Siamo sempre stati solo rivali. Perciò credo sia diverso. Forse avremo qualche possibilità.” Poi ci ripensò e gli venne la vena che pulsava: “Se la pianta di darmi ordini e decidere da solo quando scoperemo! Maledetto bastardo!”


Non lo voleva rivedere prima della sua chiacchierata di chiusura con Himuro. Aveva deciso così. Perché sapeva che era giusto, dopo che lui l’aveva vissuto con Tetsu, si era reso conto che era stato davvero libero e di nuovo sé stesso solo dopo averlo fatto. Perciò sapeva che per stare veramente bene, Taiga doveva parlare e sistemare le cose con il suo ex. Potevano anche non tornare amici, ma non era idiota. Sapeva che se alla fine aveva tenuto la catenina con l’anellino al collo, significava che voleva rimanere amico nonostante i trascorsi. Non ne sapeva nulla e non voleva che gliene parlasse.
O meglio sì, dannazione, sì che voleva!
Ma sapeva che se non voleva non lo poteva forzare, dopotutto nemmeno lui aveva mai detto completamente tutto nemmeno a Satsuki, che in assoluto lo conosceva meglio di chiunque altro. Era sempre stata l’unica che lui aveva continuato a trattare come sempre. 
La sola sorella che aveva continuato a riconoscere. 
“Perché gli altri fratelli che avevo, non so come, ad un certo punto li ho persi. E non so come sia successo. Ma non voglio che Taiga passi quel che ho passato io. Deve cominciare subito a tenersi i rapporti importanti, lottare per essi. 
“Non so se io sarei in grado di fare quello che lui ha fatto per me. Mi ha restituito la mia anima, se fosse lui a perderla una volta diventato imbattibile come lo eravamo noi alle medie, vorrei proprio sapere come farei. Come gliela riporterei? Non posso sempre affidarmi a Tetsu. 
“Chissà, magari la perderebbe anche lui, se vedesse proprio Taiga diventare uno stronzo senza cuore. Ha puntato tutto su di lui per darci la lezione che meritavamo ed uno ad uno, giocando contro ognuno di noi, l’ha fatto. 
“Mi chiedo se potrà qualcosa anche contro Akashi. Perché l’Akashi normale è un conto, ma l’altro purtroppo credo che sia impossibile trasformarlo in umano. L’unica cosa che potrebbe forse scalfirlo e farlo tornare nel suo angolo, dentro Akashi, dov’era prima che emergesse di punto in bianco, è batterlo, ma c’è qualcuno sulla faccia della terra in grado di farlo? In un uno contro uno fra me e lui e nessun’altra squadra intorno, ci riuscirei perché nonostante il suo occhio, la mia capacità pura, specie se in ‘zona’, è imbattibile. 
“La caratteristica della mia capacità al cento percento è proprio l’imprevedibilità e la velocità d’azione. 
“Forse lui può prevedere qualcosa, ma un conto è il saperlo, un altro è il riuscire a fermarmi. Per questo nella classifica interna io ero considerato il più forte. Ma il basket si fa in cinque e lì il discorso cambia. 
“Lui è in grado di sfruttare al massimo tutti i giocatori in campo, farli fiorire in tutto il loro splendore e poi demolire e distruggere gli avversari individuando il loro punto debole. Eppure... 
Eppure credo che in qualche modo Tetsu e Taiga potrebbero riuscire a fare breccia perfino in lui, non so come ma credo potrebbero farcela.”
Finita la colazione e vestitosi, Daiki si rese conto che dopotutto lo pensava perché era nell’estasi della salvezza procurata da loro. 
“Sarò un idiota illuso, ma intanto per arrivare ad Akashi devono battere Ryota e al livello che ha raggiunto copiando alla perfezione, o quasi, me e gli altri della Generazione dei Miracoli, non sarà facile. Quel dio del sesso ha fuso tutti noi 5 in un unica persona. Ha creato il giocatore più forte di tutti i tempi. L’unica cosa è il tempo. Non può tenere quello stato per troppo. Ma intanto li demolisce.”
Elucubrò così tanto, che non si rese nemmeno conto di aver aperto a Satsuki la porta, tanto meno si rese conto subito che era entrata prendendogli arbitrariamente delle scarpe da basket. Si svegliò solo quando, con quelle in saccoccia, fece per uscire bellamente. 
- EHI UN MOMENTO DOVE LE PORTI? - le urlò dalla porta vedendola correre come un tornado, facendo come sempre quel che voleva con lui e le sue cose. 
Lei, dalle scale, gli gridò di rimando senza farsi mezzo problema: 
- DA KAGAMI! 
Tanto gli bastò per afferrare la giacca, infilarsi le scarpe e correrle dietro a rotta di collo.
Aveva deciso più seriamente che mai di non vederlo prima di sapere che aveva chiarito con Himuro, ma ovviamente appena sentiva il suo nome il proprio cervello andava in tilt e non capiva più niente, finendo per fare sempre qualcosa di diverso da quelle che erano le sue logiche e razionali intenzioni. 

Doveva ammetterlo, rivederlo dopo l’incursione di ieri negli spogliatoi ed il modo sadico con cui aveva concluso con lui, aveva un certo gusto. 
Appena Taiga l’aveva visto gli era salito il nervo, di quelli belli tesi. 
Realizzare che le scarpe che Satsuki gli aveva rimediato erano sì perfette e bellissime, ma erano di Daiki, era inaccettabile. 
Non solo non voleva fare sesso con lui imponendogli la sua filosofia del ‘prima risolvi col tuo ex prima possiamo legarci come si deve’, ma non l’aveva nemmeno visto prima di andar via. Sicuramente per farsi una trombatina veloce di consolazione con Kise. 
Poco ma sicuro. 
Così aveva rifiutato le scarpe. 
Daiki, sapendo il motivo dietro al suo rifiuto, aveva trovato facilmente il modo di rigirarlo dicendogli che non sarebbero state gratis e che gliele avrebbe date se l’avesse battuto a basket. Tre punti soli. 
Ovviamente non ce l’avrebbe potuta fare, Taiga era concentrato sulla partita con Kise che sarebbe stata in serata, oltretutto per batterlo serviva una certa preparazione mentale e così su due piedi sapeva che non poteva farcela.
Tuttavia era Daiki che sarebbe stato meglio: batterlo dopo la sconfitta subita contro di lui in campo sarebbe stato estremamente liberatorio. Poi doveva insegnargli una cosa prima del suo scontro con Ryota. 
Daiki notò Tetsu e Satsuki parlare a bordo campo, vide al volo l’espressione sorpresa del ragazzo e capì che le aveva detto del suo pugno ad Haiazaki. Immaginò che poi l’avrebbe detto a Taiga e lui avrebbe capito il motivo completo dietro quel colpo.
Sì, in parte per vendicare l’onore di Ryota. Per lui Ryota era speciale, non lo sapeva spiegare bene. Era così. 
Però ovviamente c’entravano anche le offese a Taiga e ai suoi amici. Non gli importava nulla di Himuro ed Alex, sebbene fosse grato a quella strana donna che aveva aiutato tanto Taiga. Il punto però era stato semplice. 
Se tocchi la gente a cui Taiga tiene, tocchi anche me. 
Perciò dopo avrebbe anche dovuto spiegare questa cosa, a Taiga, ma prima gli avrebbe insegnato quello che doveva. 
- Se vuoi battere il Ryota capace di copiare tutte le nostre tecniche, dovrai fare molto più di come hai fatto finora. - cominciò guardandolo negli occhi, palla alla mano. 
Taiga indispettito fece una smorfia. 
- Guarda che lo so bene che è migliorato... ma anche io lo sono! 
Daiki con estrema facilità lo superò facendo il primo canestro, infine scosse il capo con aria superiore.
- Non è sufficiente. Se lui usa la sua capacità, non puoi affidarti alla zona. Non è detto che tu ci finisca e anche se succede potrebbe essere tardi. Devi giocare come quando sei in zona, anche al di fuori di essa. È questo che ti distingue dai giocatori mediocri o semplicemente bravi. Se vuoi essere paragonato a noi della Generazione, devi fare molto di più.
Taiga non se la prese, sebbene si caricò di furore. Sapeva che aveva ragione e che lo diceva per lui, per spronarlo e aiutarlo. A modo suo, ma era così. 
Venne comunque stoppato nel suo contrattacco ed in non molte manovre, Daiki lo batté di nuovo in modo schiacciante e devastante. Una piccola vendetta. 
La stella del To’o si sentì interiormente molto meglio, oltretutto era soddisfatto per la riuscita del suo piano. 
Durante le velocissime manovre era riuscito a dargli qualche dritta su Ryota, come ad esempio la resistenza che giocava a sfavore del suo ex compagno di squadra, e Taiga sebbene fosse un testone non era un idiota in campo. Sapeva assorbire ogni insegnamento ed anche in modo sorprendentemente veloce. 
- Forse ce la farai. - disse alla fine, prima di tornare dagli altri due. Taiga gli prese il polso e lo trattenne. 
- Perché ci tieni tanto? - chiese improvviso. Daiki, preso alla sprovvista in quella che era la prima domanda diretta su questo argomento, si strinse nelle spalle guardando altrove alla ricerca della risposta. 
- Perché vorrei che deste la lezione che avete dato a tutti noi, anche ad una certa persona. 
Taiga lo capì in un attimo, gli ci volle meno di un nano secondo. 
- Pensi che vincerà Akashi contro Midorima? 
Daiki si fece serio e lo guardò senza mezzi termini, annuendo. 
- Non immagino Akashi perdere. 
- Tuttavia pensi che noi avremmo qualche possibilità? 
Daiki si strinse nelle spalle sfoderando una delle sue espressioni poco vitali. 
- Chi lo sa, contro tutti noi avete già fatto miracoli. Penso che anche contro Ryota ce la farai, in qualche modo... 
Non era da lui azzardare ipotesi positive, ma forse quel nuovo Daiki era quello autentico. 
Difficile non perdere la testa per lui. 
Daiki fece per voltarsi e raggiungere gli altri due, ma Taiga tornò a prendergli il polso di nuovo, scivolando veloce sulla mano fino a stringerla di nascosto. Daiki sorrise brevemente e si voltò a guardarlo, più vicino di prima. La sua presenza fisica, sia pure per un istante, lo riscaldò come di consueto. Ricambiò la stretta con le dita. 
- Comunque intendevo perché ci tieni tanto a Kise. Si capisce che è speciale. Di Kuroko lo so... 
Daiki sgranò gli occhi dalla sorpresa, poi sfoderò un sorriso felicemente sadico. 
- Adoro quando fai il geloso! 
Gli scoccò velocemente un bacio sulle labbra, consapevole che gli unici due spettatori in quel momento erano due amici fidati, poi fece per separarsi da lui, ma di nuovo Taiga lo trattenne con testardaggine.
- Ehi tu! La pianti di sviare le mie domande? Voglio una risposta! 
Questa volta la mano afferrò il colletto della sua maglia per dietro, strattonandolo. Daiki liberandosi gli mise una mano sulla faccia e lo spinse via. 
- Ryota è Ryota. È speciale anche per te e Tetsu, o sbaglio? 
A quella risposta si fermò e ci rifletté, stava per prenderlo per il collo, ma esitò pensando che forse su quello non aveva torto. 
- Beh... in effetti, credo... 
Daiki sogghignò.
- È il suo reale potere. Piacere a tutti. 
Dopotutto era vero. 
A Taiga bastò quella risposta e tornati finalmente dagli altri due, ammessa la sua sconfitta, rifiutò ovviamente le scarpe di Daiki che comunque gli tirò in testa imponendogli di accettarle. 
Non era vero che non le metteva più, erano le sue preferite, ma lui ne aveva più bisogno. E poi era Taiga.
Forse il primo regalo, no? 
- Ma ho perso la sfida! - gli fece notare Taiga con testardaggine. Daiki alzò gli occhi al cielo. A volte odiava questo suo aspetto troppo identico al suo. 
- È una sfida aperta! Aspetto il seguito, così potrai conquistarti il diritto di indossare le mie scarpe! Nel frattempo sono solo imprestate! 
Con questo Taiga decise che poteva accettarle. 
Sapeva, in realtà, che erano un regalo e che non sapeva fargliene uno in modo normale, perché Daiki non era per niente normale. 
Ma gli piaceva così com’era. 
Si sarebbe tenuto gelosamente quelle scarpe come un regalo prezioso un portafortuna, consapevole che per quanto difficili le sfide da lì in poi, ce l’avrebbe sempre fatta. 
 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Akane