Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Tomoe_Akatsuki    17/12/2022    0 recensioni
Le impronte di cavalli osso-fantasma non sono mai un buon segno.
Soprattutto se vicine al paese.
Johnny ha una sua teoria, ma spera che non sia veritiera - perché se fosse vera, avrebbe troppi risvolti non predicibili.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Diego Brando, Gyro Zeppeli, Johnny Joestar
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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30 ottobre 1889da qualche parte in America

Gyro poggiò la mano sul terreno boscoso, tracciando con le dita il margine delle impronte, seguendole con lo sguardo e studiandole attentamente - nonostante la notte priva di luna, lui ci vedeva meglio che di giorno.
«Sono passati di qui in due.»
«Due cavalli osso-fantasmi?» chiese Johnny, poggiando le mani al pomello della sella del proprio cavallo.
«Uno sicuramente. Dalle impronte il secondo sembra un cavallo normale, ma è raro trovare un normale insieme ad un osso-fantasma.» spiegò Gyro «Potrebbe anche essere un esemplare giovane.»
«Molto più probabile che sia un osso-fantasma giovane che uno normale.» sentenziò Johnny, e Slow Dancer scosse la criniera come se approvasse.
«Quanto tempo fa sono passati?»
«Non prima della scorsa notte, sono tracce relativamente fresche.» rispose Gyro, alzandosi in piedi e pulendosi le mani sui chaps.
«Meglio per loro essere solo di passaggio e non star dando la caccia a qualcuno.» commentò Jhonny, facendo voltare il cavallo con il solo uso delle redini.
«Dunque sono cacciatori?» chiese Gyro, salendo in groppa a Valkyrie e affiancando l'amico.
«Per essere mostri di passaggio sono troppo vicini al paese.» spiegò Johnny, indicando le luci che si vedevano poco più in basso, tra gli alberi. «A meno che non siano a caccia a loro volta, ma lo escludo. Avremmo trovato altre tracce stanotte, in quel caso.»
Gyro si stiracchiò, sbadigliando in un modo simile a quello dei cani, aprendo totalmente la mandibola e allungando la lingua, arriciandone il fondo.
«Siamo in grado di gestire due cacciatori, giusto Johnny?» commentò ghignando il biondo, il suo accento italiano evidente nelle ultime due parole nonostante ormai fossero diversi anni che viveva in America.
Johnny distolse lo sguardo, infastidito.
«Muovi quel culo peloso, se non vuoi che il sole ci colga per strada.» ribatté, mandando al galoppo Slow Dancer.
«Nyo-oh!» rise Gyro, per poi seguirlo.

Le tracce che si lasciarono alle spalle erano uguali a quelle che avevano trovato.

~

«Gyro Zeppeli?»
Gyro si girò, alla ricerca di chi l'avesse chiamato in quel sentiero desolato, l'unico che collegasse il paese alla casa dove abitavano lui e Johnny.
Sul ciglio, una decina di passi davanti a lui, era spuntata dal bosco una figura a cavallo di un roano vinoso.
Il sole del tramonto lo obbligò a stringere le palpebre per capire chi gli si era parlato davanti.
Doveva essere una persona alta, forse pure più alta di lui, considerando la lunghezza delle staffe. Non riusciva a distinguerne i tratti del volto, poiché un cappello a tesa larga li metteva in ombra.
Lo sconosciuto interpretò il suo silenzio come assenso, e parlò di nuovo.
«Dì a Jonathan Joestar che Diego Brando vuole incontrarlo. A mezzanotte, al sentiero delle tracce.»
E dopo un cenno del capo, sparì tra gli alberi.
Gyro rimase sbigottito per una manciata di secondi, per poi lanciarsi all'inseguimento della strana figura, rinunciando praticamente subito.
«Qui sento puzza di affari di famiglia» borbottò tra sé e sé, mentre riportava Valkyrie sul sentiero e lo spronava verso casa.

Johnny chiuse il libro con un gesto secco, ma allo stesso tempo lento.
La notizia che gli aveva appena riferito Gyro era ciò che stava aspettando dalla notte precedente, una conferma di ciò che aveva intuito fin dal principio, da quando avevano trovato quelle tracce troppo vicine al paese - conosceva solo una persona che osava avvicinarsi così tanto ad un centro abitato senza attraversarlo.
«Tu dunque conosci questo Diego Brando?» chiese Gyro che, furbo com'era, aveva capito già una buona parte delle cose, sedendosi sulla poltrona davanti a lui, dopo aver aggiunto due pezzi di legna al fuoco - la sera si faceva presto fredda, lì.
Johnny annuì.
«Mi dà la caccia da un secolo e mezzo, circa.»
«Un mostro che caccia un altro mostro? È raro.» commentò Gyro, pensieroso.
«Diego è un caso a sé, sia come cacciatore che come mostro.» al sopracciglio alzato del compagno, Johnny capì che era meglio dare una spiegazione più concreta.
«Diego è morto decapitato. I morti decapitati rancorosi normalmente diventano fantasmi e tormentato chi gli ha imposto quella fine e i loro discendenti fino a quando non vengono eliminati da cacciatori o da altri mostri.»
Gyro annuì - fin qui sapeva come stavano le cose «Diego non è diventato un fantasma. Ha un corpo come il mio e il tuo, ma se vuole può essere intangibile come quello di un fantasma. Al contrario di noi, lui non ha bisogno di nutrirsi, almeno frequentemente. Penso di aver visto tracce di un suo pasto una sola volta, nei vari incontri che abbiamo avuto.»
Johnny si soffermò a pensare.
Notti buie, fredde e afose, spicchi di luna visibili tra gli alberi. Si incontravano sempre nel bosco, ricordava il terreno morbido sotto gli zoccoli di Slow Dancer, il rumore delle foglie. A volte era lui ad imbattersi in Diego, a volte era Diego a spuntargli all'improvviso davanti, mentre era a caccia. A volte con un ghigno di vittoria, altre con una strana espressione indecifrabile.
Ma Johnny gli sfuggiva sempre, in qualunque occasione.
Ripercorrendo il passato, un dubbio gli sorse. L'aveva attaccato, sì, ma mai aveva mirato ad ucciderlo. Cosa voleva Diego da lui?
«C'è altro?»
Gyro conosceva bene Johnny. Quei dieci anni di convivenza gli avevano insegnato cosa volessero dire i suoi silenzi, a cogliere le sfumature dei suoi sguardi freddi e di odio. A Johnny non piaceva parlare di sé. Tutto ciò che lui sapeva era venuto fuori perché le circostanze l'avevano imposto, o perché l'aveva dedotto.
Ma adesso doveva insistere, perché sentiva - l'istinto da lupo glielo imponeva, invasivo - che sarebbe successo qualcosa quella notte. Non sapeva determinare se in bene o in male, per cui doveva saperne il più possibile.
Johnny spostò il proprio sguardo, sentendo quello di Gyro premente su di lui. Incontrò quegli occhi verdi, aggressivi in quel momento.
Un piccolo sorriso gli increspò le labbra.
«Non devi preoccuparti, Gyro. Riuscirò a cavarmela anche questa volta.» disse, con un tono meno freddo rispetto al solito.
«Ho fatto un giuramento e intendo rispettarlo.» rispose tagliente Gyro, accavallando le gambe e appoggiando la guancia alla mano chiusa, a sua volta sostenuta dal bracciolo della poltrona.
Il sorriso di Johnny si estese a quelle parole.

~

«È molto tempo che non ci si vede, Johnny.»
Un forte accento britannico e un ghigno beffardo.
«Ecco perché sono stato bene ultimamente, senza il tuo brutto muso in mezzo.» ribatté Johnny, sprezzante, fissando l'uomo davanti a lui.
Dai ribelli capelli biondi che gli sfioravano le spalle, ricambiava il suo sguardo con i suoi occhi azzurri mentre il suo ghigno risultava intimidatorio, evidenziato dalle due cicatrici che partivano dai lati della bocca dividendosi in altre linee più sottili, come se la sua pelle fosse sul punto di sgretolarsi.
«Gentile come sempre.» commentò Diego, piegando la testa di lato con fare sardonico.
Johnny fece solo un cenno del capo, continuando a fissarlo, e attendendo che arrivasse al punto.
Ma Diego non sembrava aver intenzione di parlare. O almeno, non con lui.
«Gyro Zeppeli, il lupo mannaro che ha attraversato l'Europa e si è nascosto in America. L'unico umano che sia mai riuscito ad ammaestrare un osso-fantasma.» il sorriso di Diego si allargò ulteriormente e una delle cicatrici ai lati della bocca si riaprì, probabilmente perché non ben guarita.
Gyro ricambiò il sorriso, mostrando i denti placcati in metallo dorato con sopra scritto "Go! Go! Zeppeli".
«Nyo-oh, non pensavo di essere così famoso!»
«Il Vaticano è sulle tue tracce.» disse una quarta voce, appartenente alla quarta persona presente nella piccola raduna, illuminata da un timido spicchio di luna.
«Tu-» esclamò Gyro, puntandogli contro il dito.
Quando alzò la visiera del cappello e permise alla debole luce lunare di evidenziarne i lineamenti, riuscì finalmente a vederne il volto.
Due occhi seri e viola scuro, si posarono sul lupo mannaro, incorniciati da lisci e corti capelli fucsia che sfioravano le spalle.
La figura androgina l'aveva ingannato quel pomeriggio, dandolo per uomo, quando in realtà era una donna.
«Per la precisione, è il Vaticano che mi ha mandato a cercarti.» specificò la donna, appoggiando le mani sul pomello della sella.
«Per insegnare ai cacciatori ad addestrare cavalli osso-fantasma, giusto?» osservò Gyro, con l'espressione di chi aveva già capito tutto.
«Esatto.» rispose la donna con un cenno del capo.
«Sono legato con un giuramento di sangue. E i giuramenti di sangue non possono essere rotti.» disse serio il lupo mannaro, per poi scuotere il capo «Non posso tornare in Italia.»
«Io non ho mai detto che ti avrei portato in Italia.» per la prima volta, l'espressione neutra della donna si ruppe, con un piccolo sorriso che curvò le sue labbra.
Lo stupore si disegnò sul volto di Gyro e Johnny, che aveva seguito tutta la conversazione, mentre combatteva una battaglia silenziosa di sguardi con Diego.
  «HP non è umana, nonostante lo sembri. È un mostro come tutti noi.» spiegò Diego, poggiando il gomito al pomello della sella e la guancia sulla mano, con aria annoiata.
A riprova delle sue parole, la donna - Hot Pants - srotolò una delle bende che gli ricoprivano gli arti.
La parte inferiore del suo braccio lentamente prese la forma di grosse gocce, seguendo il volere della forza di gravità e assottigliando il legame che le teneva attaccate al corpo principale.
«È successo dopo aver avuto la sensazione di morire, ma non so se sono realmente morta.» disse Hot Pants, mentre riavvolgeva la benda intorno al braccio, che riprese una forma più umana.
«Il Vaticano mi ha trovata ed addestrata, pensando che un mostro che cacciasse mostri fosse più efficente di un essere umano.»
Il silenzio seguì quella frase, consapevole di cosa avrebbe voluto dire essere mostri braccati da altri mostri.
«Se non ci state dando la caccia, allora perché siete qui?» chiese Johnny, assottigliando lo sguardo - c'era qualcosa, tra le parole, di sottinteso, che continuava a sfuggirgli.
Diego schioccò la lingua contro il palato, e l'occhio sinistro ruotò verso l'alto, mostrando il bianco, e dopo una nuova iride, color legno. Sotto l'occhio comparve la scritta "DIO", dorata, e con la i allungata, assomigliando ad una j.
«Questo è un regalo di tuo padre, Johnny.»
«È l'occhio sinistro del Santo» commentò Gyro, sorpreso.
Johnny, si girò verso di lui.
«Lo conosci?»
Il lupo mannaro annuì.
«L'ho sempre considerato una leggenda, per via del fatto che sarebbe stato il primo umano a mettere in salvo i mostri e tutta quella roba lì.»
«Il Santo non era un Santo. Quel coso si è impossessato di mio padre e lo ha ossessionato del fatto che la sua vita fosse corta e lui meritava di meglio. È per quello che ha trasformato me, mio fratello e lui stesso in vampiri.» spiegò sprezzante Johnny - gli dava fastidio dover ricordare quei giorni bui, precedenti alla sua seconda nascita. Ma si ricompose, e si rivolse a Diego, diffidente.
«Mio padre teneva troppo a quell'occhio per darlo a te.»
«Infatti non me l'ha dato. Me lo sono preso.» ghignò Diego «Il gruzzolo che mi aveva promesso era alquanto allettante per darti la caccia - cosa che ho fatto per un pezzo, senza risultati. Ma ha fatto l'errore di mostrarmi l'occhio, pensando fossi un cacciatore onesto, e ne ha pagato le conseguenze.»
«È grazie a quello che sei diventato un mostro?»
«Non ne ho idea. Quando mi hanno decapitato ero così arrabbiato con chiunque avesse osato parlare dei miei affari alle persone sbagliate che non ci ho fatto caso. Può essere stato merito dell'occhio, o della sorpresa al suo interno. O entrambi.»
Diego ficcò le unghie nella carne e strappò il bulbo dalla cavità oculare - non scese una goccia di sangue dalla ferita. Poi lo promette dove c'era l'iride, che si aprì come fosse una piccola anta e lasciò uscire una fialetta.
«Questo è sangue di tuo padre. È ciò che ti può permettere di tornare a camminare come un normale bipede.» disse, rimettendo il bulbo al suo posto.
Lanciò la fialetta dritta nelle mani di Gyro, che le mise a coppa per prenderla e la diede al compagno dopo averla esaminata controluce.
«Non avrai più bisogno di dipende dal lupo mannaro per il sangue. Non era questo ciò che volevi?»
  Johnny spostò lo sguardo dalla fiala nelle proprie mani al sorriso sghimbescio di Diego un paio di volte, incredulo, ma finalmente connettendo i punti.
«Tu mi hai dato la caccia per un secolo e mezzo per darmi questo?»
«Beh, i primi cinquant'anni è stato per puro divertimento che ti cacciavo.» le labbra di Diego si sollevarono, mostrando due file di denti appuntiti.
«Poi ho scoperto che cosa contenesse l'occhio e ho fatto qualche ricerca.»
«Perché mi stai aiutando, Diego? Tu sei un verme approfittatore, non un'altruista.» commentò Johnny assottigliando lo sguardo.
«Chi lo sa? Magari ho sviluppato un senso di giustizia.» rispose Diego alzando le spalle.
«Anche il fatto che tu abbia un compagno suona strano.» osservò il vampiro.
«HP è HP.» spiegò sibillino il biondo - ma una luce assassina attraversò i suoi occhi, entrambi tornati azzurri.
La donna alzò lo sguardo verso alla luna, poi di chinò a dirgli qualcosa al suo orecchio, a cui lui annuì.
«Nonostante siamo mostri che resistono alla luce solare, meno ci esponiamo ad essa meglio è.» disse, e fece voltare il proprio cavallo.
«È stato un piacere rincontrarti, Johnny. Anche te, Zeppeli. Normalmente non tollero i lupi mannari, ma con te potrei fare un'eccezione.»
Fece come per togliersi il cappello dal capo in segno di saluto, ma nel farlo prese la testa per i capelli, che si staccò dal collo con una facilità disarmante e si riattaccò. Poi diede di talloni nei fianchi del cavallo, mandandolo al galoppo.
Hot Pants lo raggiunse poco dopo, dopo aver salutato i due con un cenno del capo, toccando tesa del cappello.
  Johnny osservò le figure dei due cavalieri allontanarsi - le ossa dei cavalli osso-fantasma lievemente visibili alla luce lunare - per poi portarlo alla fialetta che stringeva tra le dita.
Al suo fianco, Gyro ghignò compiaciuto.
«Tutto questo si preannuncia divertente. Nyo-oh!»

N.d.A.

Un paio di spiegazioni sono d'uopo, penso.
- Cavallo osso-fantasma: di aspetto è un normalissimo cavallo, che però alla luce della luna le ossa diventano visibili attraverso i muscoli, in una maniera simile ai fantasmi. Visivamente è come se fossero dipinte sul manto.
- Vari riferimenti a Santo e Vaticano: dato che sono elementi presenti nel manga, ho deciso di riproporli anche qui, solo con un ruolo minore e ovviamente diverso.

Tomoe

   
 
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