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Autore: Sunnydafne    23/12/2022    4 recensioni
Ambientato in un universo dove il filo rosso del destino ti porta alla tua anima gemella. InuYasha e kagome, anime gemelle, troveranno l'uno la strada verso l'altro sotto l'albero di Natale
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La loro era una società che credeva e viveva le anime gemelle, fin dai tempi antichi queste anime si rincorrevano nello spazio e nel tempo per trovarsi e unirsi in ogni vita, molte volte ci riuscivano, alcune volte no. Avvolte sentivi solo la voce, a volte provavi le loro emozioni, ma solo quando i due erano vicino il filo rosso del destino si materializzava sul dito mignolo della mano sinistra. Solo quando i loro occhi si scontravano potevano conoscere il nome dell'altro. 





Kagome 

 

Kagome era cresciuta con la certezza che un giorno avrebbe incontrato la sua anima gemella. 

L'aveva sentita fin da quando ne aveva memoria, le sue emozioni, soprattutto ira e spesso tristezza, le sue parole, per lo più imprecazioni. 

 

La sua prima parola, a detta di sua madre, era stata influenzata dalla sua anima gemella. Aveva imprecato, figlia e nipote di santi uomini di un tempio shintoista aveva detto cazzo come prima parola, no mamma, no nanna, no pappa.. Ma cazzo. Nel tempo divenne una storiella divertente per tutta la famiglia, da divulgare e condividere. Grazie a quella affermazione avevano stabilito che molto probabilmente la sua anima gemella avesse almeno qualche anno in più di Kagome, no che la cosa restringesse il campo di ricerca. 

 

Crescendo Kagome aveva imparato a non dare peso alle imprecazioni e convivere con le emozioni dell'altra sua metà, riusciva a distaccarsi da quegli scatti di rabbia o da quella malinconia improvvisa, per fortuna non erano perenni nel suo animo, aveva stabilito che riusciva a sentirlo solo quando le emozioni di lui erano particolarmente fuori controllo, un giorno all'anno sopra a tutti: Natale. 

 

Ogni Natale la tristezza della sua anima gemella era soffocante e lei stessa si sentiva vittima di tale sentimento. Kagome amava il Natale, ed era assai infastidita di avere sempre questo velo nostalgico che le oscurava la giornata tanto gaia. 

Aveva provato negli anni a inviare alla sua anima gemella vibrazioni positive, ma o non le percepiva o comunque non bastavano a rianimare il suddetto. 

 

A 23 anni iniziò a chiedersi dove fosse la sua anima gemella, il filo rosso per lei non era mai apparso, quindi non si erano ancora mai avvicinati. 

Aveva visto negli anni le sue amiche più care incontrare e trovare i loro compagni, ma lei rimaneva sempre una spettatrice silenziosa. 

Ricordava ancora quando era successo a Sango e Miroku, i suoi più cari amici; erano al primo giorno delle superiori, lei e Sango entrarono nell'edificio che sarebbe stato la loro seconda casa per i seguenti anni scolastici, quando Sango sussultó al suo fianco, guardandosi stupita la mano sinistra. In quel momento Kagome capì cosa stava succedendo alla sua migliore amica: l'aveva trovato! Insieme partirono seguendo il filo che solo Sango riusciva a vedere, pochi minuti dopo Sango si scontrò con la sua anima gemella all'angolo del corridoio; e così che conobbero Miroku. 

Kagome era sempre stata felice di aver potuto vivere quel loro primo bizzarro incontro. 




Inuyasha 

 

Inuyasha era un mezzo demone scontroso e amareggiato. La vita con lui era stata dura e ingiusta. Nato dal secondo matrimonio di un potente uomo d'affari si ritrovò orfano in tenera età. Il padre morì in un incidente diplomatico poco dopo la sua nascita, la madre morì di malattia quando aveva appena cinque anni. Erano anime gemelle, la madre amava raccontargli come si erano incontrati per caso durante le spese natalizie. Quando si trovarono non si lasciarono più, lui chiese subito il divorzio dalla prima moglie, che ottenne lottando e spendendo una fortuna. InuYasha nacque poco dopo il loro matrimonio. 

Non aveva molti ricordi della madre, ma mai potrebbe dimenticare il momento in cui la madre confessò della sua malattia, e i pochi mesi di vita che le mandavano. Cazzo! fu tutto ciò che il bambino disse, la sua prima imprecazioni, seguita da lacrime e disperazione. La madre non ebbe neanche il cuore di riprendere il linguaggio del bimbo, capendo appieno lo stato emotivo del figlio.

Morì due mesi dopo, la mattina di Natale. Quell'anno per lui Babbo Natale non portò doni e dolcetti, ma si prese la parte migliore della sua vita. 

Crebbe odiando la festività, le sue emozioni erano fuori controllo in quella giornata e lo odiava ancora di più da quando, all'età di 15 anni iniziò a sentire il legame con la sua anima gemella, la quale sempre felice e serena, cercava di placare la sua furia e la sua depressione. 

Il primo contatto che ebbe con la sua anima gemella in realtà non fu roseo, almeno non per la ragazza in questione. 

Era certo fosse una donna, troppe canzoncine e parole dolci echeggiavano nel suo subconscio, almeno di quello era grato, era etero e avrebbe saltato volentieri la trafila di trovarsi con un anima gemella del suo stesso sesso. Almeno un piccolo regalo da parte del destino. 

Ricordava ancora come un urlo insanguinò le sue orecchie, una voce non reale, non presente se non solo nella sua testa. L'urlo fu accompagnato da un senso di angoscia che lo fece piangere, e lui non piangeva dalla morte di sua madre. Non aveva mai saputo cosa fosse successo alla sua anima gemella, ma era certo di riconoscere il dolore della perdita. 

Dopo quel primo contatto non la percepì per quasi un anno, ma poi la donnina riappare nel suo subconscio, la mattina di Natale, cantando nella sua testa, soprattutto stupide canzoni natalizie, e questo accentuava ancora di più il suo odio per il periodo festivo, soprattutto perché da quel momento non smise più di cantare, soprattutto nel periodo festivo.

 

Ormai a lavoro, grazie alla fantastica simpatia del suo collega/amico Miroku, tutti lo chiamavano Mr. Scrooge. Appropriato, probabilmente; detestato sicuramente. 




###########




Mancava solo un giorno a Natale, l'aria festosa era tutto intorno a lui e la odiava. 

Odiava soprattutto le canzoncine infinite che risuonavano in una sorta di loop nel suo subconscio. 

 

“buon giorno raggio di sole! ” Miroku arrivò sorridendo e saltellando quella mattina in ufficio

 

“non iniziare Roku! ”

 

“dai amico, domani è Natale, oggi l'ufficio chiude prima e resteremo a casa per 3 giorni! Cosa può esserci di meglio! ”

 

“tu che chiudi il becco, tanto per cominciare! ”

 

Miroku ormai abituato al caratteraccio dell'amico continuò imperterrito, aveva una missione e l'avrebbe compiuta! Era giunto il momento di liberare il suo amico dal suo fardello emotivo, e lui era l'uomo per questo compito. 

 

“sai, domani sera io e Sango stiamo organizzando una festa di Natale, solo pochi amici, alcool e spuntini, che ne.. ”

 

“no” Inuyasha non lasciò finire Miroku, non era per le feste in generale, tanto meno per quelle di Natale 

 

“su Inuyasha, ci saranno anche le amiche di Sango.. Alcune sono ancora single"

 

“no”

 

“ah già, dimenticavo, il sig. Scrooge non può festeggiare finché non incontra gli spiriti del Natale ”

 

“finiscila Miroku, lo sai che io.. ”

 

“sì amico, lo so, ed è proprio per questo che voglio che tu venga.. Non puoi passare tutta la tua vita in questo limbo.. Come pensi di incontrare la tua anima gemella se non esci mai di casa?!? ” il suo tono divenne un piagnucoloso lamento. 

 

“eh chi ti dice che voglio incontrarla? ”

 

“tu stesso, non con così tante parole, ma con ogni tuo gesto, hai bisogno di questa persona, hai bisogno di andare avanti nella tua vita”

 

“finiscila! Non penso che una sola persona possa cambiare la mia vita”

 

“certo che può, se è la tua anima gemella ”

 

Inuyasha alzò gli occhi al cielo, scettico era il suo secondo nome, dopo sig. Scrooge, ovviamente. 



#



Era la mattina di Natale, Kagome amava svegliarsi presto, accendere la radio su una stazione con canzoni natalizie e prepararsi per la giornata. 

L'aspettava il consueto pranzo al tempio, circondata da tutta la sua famiglia, anche se di origine shintoista la sua famiglia amava festeggiare il Natale. Kagome ricordava ancora con affetto i natali passati insieme al suo amato padre, fu proprio l'uomo ad avviare la tradizione al tempio subito dopo la nascita di Kagome. 

Kagome preparava, per l'occasione, il suo famoso tronchetto di Natale al cioccolato e biscotti di pan di zenzero, mentre cantava e ballava canzoni festose. Il suo animo era sereno, ma sapeva che sarebbe durato ancora poche ore, si aspettava l'attacco delle emozioni della sua anima gemella, che le avrebbero velato la giornata; fortunatamente di solito succedeva tardi, tutti i Natali quella sensazione arrivava alla fine o poco dopo pranzo, Kagome pensava che la sua anima gemella dormisse fino a tardi in questa giornata, di questo ne era grata, riusciva a gustarsi la sua gioia almeno per metà giorno. 

 

Stava tirando fuori dal forno i biscotti quando l'uragano tempestoso delle emozioni dell'altro si riversò in lei, accompagnato dall'immancabile cazzate!  nel suo solito tono nevrotico e arrabbiato. Rimase per un attimo senza fiato dall'intensità del dolore e amarezza provate da lui, cercò come sempre di inviargli vibrazioni positive, provando a calmarlo e rassicurarlo. A volte credeva di riuscire a mitigare lievemente quel dolore, altre invece veniva schiacciata, quasi buttata fuori dallo spettro emotivo dell'altro. Oggi era quest'ultimo. 

 

Ti sei svegliato presto oggi.. - Pensò tra sé la donna, avrebbe voluto fare di più, ma riusciva a capire che lui non era disposto ad accettare neanche quel piccolo conforto che avrebbe potuto dare. Sospirando riprese il suo lavoro, doveva ancora farcire il tronchetto e poi prepararsi per partire. Le ci volevano 10 minuti di metropolitana per arrivare al tempio e con il caos natalizio viaggiare con i dolci sarebbe stata un'impresa, partire un pó prima avrebbe sicuramente evitato il caos dell'ultimo minuto dell'ora di pranzo. 





Inuyasha si destò dal suo sonno agitato, la sua testa martellava a suon di heavy metal e lo stomaco ballava hard core. Come ogni Natale si svegliava con un post sbronza da guinness, ma questa mattina fu svegliato dal trambusto del suo telefono, facendolo svegliare molto prima rispetto al solito. 

Dopo qualche imprecazione e qualche maledizione riuscì a trovare la forza di recuperare il telefono che non smetteva di suonare. 

 

“giuro sui Kami se è qualche call center gli denuncio ” 

La sua vista era troppo offuscata per riuscire a identificare il chiamante così rispose abbaiando un “pronto” un pó troppo aggressivo. 

 

Miroku, dall'altra parte della linea, non trasalì nemmeno, non aspettandosi niente di meno dal suo amico

 

“buon Natale! ” cinguetto ignorando ogni istinto di sopravvivenza 

 

“Mi.. roku?!?!!! Che cazzo!!! ”

 

“lo so, lo so, amico mio, stavi facendo il tuo solito sonno di bellezza Natalizio, ma proprio non potevo rimandare la mia telefonata”

 

“giuro Roku se mi stai chiamando solo per gli auguri ti uccido! ”

 

“non me lo sognerei mai!! Ho bisogno di te”

 

“se la tua casa non sta andando a fuoco puoi andare a fanculo! ”

 

“su su, niente di così estremo, ma davvero mi devi dare una mano, non so come uscirne altrimenti ”

 

Inuyasha sospirò ma acconsentì a sentire l'amico “bene, cosa vuoi? ”

 

“sai come Sango sta organizzando questa mega festa per stasera? Mi ha riempito di compiti da svolgere, cose da acquistare eccetera.. Ma.. Emm.. Vedi.. Mi sono scordato di una cosa molto importante e non me lo perdonerà mai se manca.. Devi aiutarmi, conosci Sango.. È della mia vita che parliamo.. ”

 

“o dei tuoi attributi” lo prese in giro 

 

“e questo è anche peggio!! Quindi, mi puoi aiutare? In nome dei miei futuri figli, ti pregooo”

 

Sbuffando Inuyasha chiese maggiori dettagli 

 

“quindi, vedi” continuò Miroku “io non posso assolutamente andare, sennò non te lo chiederei, ma ho bisogno che tu compra dello spumante per stasera e poi lo porti alla festa”

 

“Miroku se è una squallida scusa per farmi venire stasera, ti taglio le palle”

 

“lo so bene amico mio, non rischierei mai, lo sai.. Ma ci sono le mie palle in gioco, o me le tagli tu o Sango.. E sinceramente preferirei evitare l'ira della mia amata.. Solo tu puoi aiutarmi! ”

 

“va bene, va bene, maledetto pervertito! Quante te ne servono? ”



Chiusa la telefonata Inuyasha rimase a letto a rimuginare. Era Natale. Come ogni anno il dolore della perdita di sua madre si insinuava nel suo animo. Ricordava le parole del terapeuta che aveva visto una manciata di volte: il Natale rappresentava per lui la paura della perdita, e manteneva vivo in lui il dolore per la morte della madre, come se fosse successo solo l'anno precedente, non anni prima. Cazzate! - Pensò, ma qualunque fosse la matrice psicologica del suo tormento non aveva cura per sedarlo. 

Sentì la voce di lei canticchiare e le sue emozioni empatiche, Inuyasha sapeva cosa stava provando a fare, e questo lo fece infuriare di più - " non ho bisogno di te!" 

 

Inuyasha decise di alzarsi e iniziare il calvario di questa giornata. Come sempre la sua prima destinazione, dopo un caffè e una doccia, sarebbe stato il cimitero, poi poteva occuparsi della commissione per Miroku. 

Mezz'ora dopo era in attesa del treno della metropolitana. 





Kagome era pronta per uscire di casa, dolci perfettamente impacchettati, a prova di folla, e sacco di regali da consegnare; dopo gli ultimi ritocchi al suo look, lasciò l'appartamento. 

 

Salì sull'ultimo vagone, di solito il meno affollato del treno, così almeno pensava lei, era ancora abbastanza presto, solo metà mattinata e come aveva predetto ancora non c'era la calca asfissiante dell'ora di pranzo, dove gli ultimi ritardatari si affrettano a raggiungere il luogo del ritrovo. 

 

Trovò posto a sedere e trascorse i successivi minuti ascoltando canzoni con le cuffie. Sfortunatamente la fermata successiva era in una zona molto frequentata, quindi furono in molti a salire. Kagome, da brava cittadina, lasciò il posto ad una donna anziana, quindi si trovò in bilico precario reggendosi alla meno peggio evitando di schiacciare i suoi vari pacchi. 

Per fortuna il viaggio durò altri 5 minuti estenuanti. 

 

Troppo impegnata nel mantenere l'equilibrio precario e allontanare le innumerevoli imprecazioni di lui non notò il lieve cambiamento che stava avvenendo, non notò il filo rosso che si stava materializzando sul suo dito solo per i suoi occhi, notò appena il pizzicore all appendice. 

Sbuffò quando sentì l'ennesimo g che cazzo! - da lui. 

Kami, è Natale calmati! - Pensò Kagome 

 

Scese dal vagone alla sua stazione, e solo allora, sentì lo strattone, spostando lo sguardo vide, finalmente, quel filo rosso che dal suo dito, anche se attualmente non riusciva a vederlo grazie ai pacchi tra le sue mani, portava a lui

 

Seguì con gli occhi il filo, per capire dove fosse, cercando tra la folla che riempiva la stazione, ma la sua felicità fu di breve durata quando si accorse che portava a uno scompartimento più avanti del treno dal quale era appena scesa, treno che stava velocemente ripartendo. 

 

“ASPETAA ” provò a gridare, ma ovviamente la sua supplica non raggiunse le orecchie di nessuno in particolare. Gli sguardi dei passanti l'avrebbero mortificata in un altro momento, ma adesso era troppo scioccata da quello che era appena successo. 

 

Rimase lì, immobile, a guardare il filo rosso che si allungava e si assottigliava fino a scomparire alla sua vista. 

La lontananza lo rendeva nuovamente invisibile. 

 

Lacrime di rabbia e tristezza le assalirono gli occhi. 

non è giusto” - ripeteva tra sé e sé. 

 

Aspettò, quello che sembrò un'eternità, altri treni si fermarono e ripartirono, ma il filo non ricomparve. 






Inuyasha salì sulla metropolitana, non si prese neanche la briga di controllare se ci fossero posti liberi, si diresse verso l'angolo della vettura e si voltò per guardare fuori dal finestrino. Il muro che scorreva veloce era meglio di tutti quei sorrisi sul volto degli sconosciuti accanto a lui. 

Ad ogni stazione il treno si riempiva sempre più, facendolo pentire di essere uscito di casa. Proprio per evitare il caos Natalizio dormiva sempre fino a tardi e andava al cimitero nel primo pomeriggio, quando tutti erano troppo impegnati ad abbuffarsi di cibi grassi e calorici. Ma grazie al suo futuro ex amico — sì, poteva dire che avrebbe chiuso la sua amicizia dopo questa acrobazia— si ritrovava in mezzo al caos Natalizio. Le due cose che più odiava al mondo: persone e Natale. 

 

Troppo concentrato nel maledire Miroku si accorse troppo tardi di essere alla sua fermata, ritrovandosi davanti alle porte nel momento che si sono chiuse - che cazzo! 

Non migliorò il suo umore quando quella voce femminile si intromise nel suo cervello - Kami, è Natale calmati! 

Inuyasha rimase stupito, raramente la sentiva parlare, mai rivolto a lui. Solitamente la sentiva cantare o condividendo emozioni, sue o per placarlo, ma mai aveva effettivamente comunicato verbalmente con lui. 

Si guardò intorno chiedendosi se fosse vicina, si studiò la mano, ma il filo non c'era. 

Sbuffando aspettò la prossima stazione per scendere e tornare in dietro. 

Se solo avesse abbassato nuovamente lo sguardo avrebbe visto il filo rosso cominciare ad apparire. 

 

Furioso scese alla stazione successiva, cercando di raccapezzarsi tra le numerose persone che lo scontravano e circondavano, cercando il prossimo treno che l'avrebbe portato alla sua destinazione. Si avvicinò al binario dall'altra parte di direzione per tornare indietro, le persone si accalcavano, probabilmente era affollata per la vicinanza con le zone più centrali della città. 

 

Il treno, fortunatamente, arrivò poco dopo e saltò immediatamente su. 

Solo allora si accorse del prurito al dito, solo allora si accorse del filo rosso al suo mignolo.

 È qui! - Pensò, ma seguendo con lo sguardo il filo, vide che conduceva fuori dalla vettura, fuori dalle porte che si stavano chiudendo. 

 

Rimase congelato sul posto, notando appena i movimenti del vagone, presto arrivò alla fermata successiva e scese insieme ad un fiume di persone. 

Si voltò a guardare dapprima il treno e poi la direzione dalla quale proveniva. 

Dentro di lui incalzava un dibattito: lei era ad una stazione di distanza, vicino, ma troppo lontano per vedere il filo. 

Forse la ragazza era ancora lì, ad aspettarlo, o forse era di passaggio a quella stazione e già correva su un altro treno. Insicuro sul da farsi indugiò sul posto, valutando la sua prossima mossa: poteva continuare per la sua strada, senza complicazioni ulteriori o riprendere il treno inverso che lo avrebbe riportato indietro. Ma cosa sarebbe successo una volta arrivato lì? Forse non c'era nemmeno più o nel migliore dei casi, e Inuyasha non era neanche sicuro fosse il caso migliore, lei sarebbe stata lì ad aspettarlo. E poi cosa, si domandò. Avrebbero vissuto per sempre felice e contenti? E se non fosse quello che lei sperava? Le insicurezze di Inuyasha erano innumerevoli e lo bloccavano. 

Non era sicuro di volerla incontrare, non era sicuro che lei l'avrebbe accettato. Paura e insicurezze affollavano i suoi pensieri. 






Kagome salì le scale del tempio, aveva aspettato un pó, ma il filo rosso, e quindi lui, non era tornato. Sconsolata e meno euforica si era avviò verso la casa di famiglia. 

Aveva sentito il tumulto interiore della sua anima gemella e quello che aveva sentito da lui non le era piaciuto. 

Si era sentita rifiutata. 

Forse l'aveva vista e non le era piaciuta, forse si aspettava qualcosa di meglio di lei, certo non era brutta, ma neanche la più bella del reame. Non sapeva cosa pensare, la sua parte logica le suggeriva che forse non si era accorto neanche del filo, o forse non poteva tornare indietro per chissà quale motivo, ma la sensazione di rifiuto non la lasciava e le lacrime scorrevano libere sul suo volto. 





“maledizione! ” - sbottò il mezzo demone destatosi dai suoi pensieri - “fanculo tutto” esclamò mentre si girava sui tacchi e percorse velocemente il tragitto che lo avrebbe portato al treno per tornare in dietro, per tornare da lei

 

Dovette aspettare qualche minuto l'arrivo del treno e salì non appena le porte si aprirono. Una sorta di aspettativa aleggiava su di lui, uno strano sfarfallio allo stomaco che poche volte nella vita aveva provato. Per una volta decise di accettare ciò che di buono la vita poteva dargli. 

Arrivato alla stazione controllò subito la mano, ma non c'era alcun filo lì. Girò un pó per la stazione, tornando nel punto dove presumibilmente lei era poco tempo prima. Ma niente cambiò. 

Di lei non c'era più traccia. 

 

Forse aveva impiegato troppo tempo? 

Forse veramente non lo voleva? 

 

La sua momentanea eccitazione sprofondò in commiserazione e decadenza. 

 

Un nuovo treno arrivò davanti a lui riportandolo alla realtà, tornò quindi ai suoi piani originali, più frustrato e arrabbiato di prima. 






Kagome dopo aver raccontato in lacrime e singhiozzi tutto alla madre si ricompose e tornò al Natale, chiudendo fuori la sua anima gemella. Non lo aveva mai fatto, ma al momento era stanca di sentire la sua tristezza e la sua rabbia. Non la capiva. Non lo capiva. Era delusa e triste a sua volta, quindi, per non rovinarsi del tutto il momento con la sua famiglia decise di bloccarlo il più possibile. 

 

Così passò la sua giornata, cercando di riprendersi dalla delusione e cercando di divertirsi. Il pranzo fu festoso e pieno di pietanze e doni, e questo la rincuorò. Amava la sua famiglia e loro amavano lei. Semplice e fantastico. 




Chiaramente il piano della giornata di Inuyasha era saltato, dopo il cimitero andò al supermercato, ma per suo dispiacere era chiuso nell'ora di pranzo, avrebbe riaperto alle 18. Mentre tornava verso casa, maledicendo il Natale e Miroku, si rese conto che qualcosa mancava nella sua coscienza. Era come se un muro fosse stato costruito nella sua mente, una barriera che bloccava la porta per la sua anima gemella. Non era mai successo, lui molte volte aveva alzato quel muro e lo riconobbe per ciò che era: un blocco per non ricevere emozioni da lui. Questo lo fece infuriare e mortificare maggiormente. Il mal di testa lo martellava e decise di dedicare le successive ore al riposo e poi avrebbe potuto prendere le bottiglie, lasciarle da Miroku e Sango e tornare nella sua miseria. 





Finito il pranzo in famiglia Kagome continuò con i suoi piani natalizi. Per la serata aveva appuntamento da Sango, l'aveva invitata alla sua festa di Natale e, anche se non pienamente in vena di ulteriori festeggiamenti, non avrebbe mai deluso i suoi amici. 

Si ritoccò il trucco e si avviò a casa dei suoi amici, pronta ad aiutare per qualsiasi cosa. 



Arrivata alla casa dei suoi amici i festeggiamenti erano appena iniziati, Kagome conosceva la maggior parte dei presenti e fu introdotta ai pochi che non conosceva, per lo più colleghi di lavoro di Miroku. 

 

Kagome si ritrovò in camera di Sango e Miroku a raccontare l'incontro mancato con lui alla sua migliore amica. Le lacrime le tornarono agli occhi alla sola menzione della sua anima gemella. 

Sango cercò di consolare al meglio l'amica. 

 

“sicuramente non è potuto tornare per qualche ragione Kagome, è impossibile che volontariamente ti abbia evitata”

 

“ma tu non hai sentito le sue emozioni.. Era.. Bah.. Non so neanche descrivere, ma non era entusiasta di sicuro! ”

 

“Kagome non sai cosa ha portato a quello stato d'animo, non puoi fare congetture sui sentimenti della tua anima gemella, non sai praticamente niente di lui, solo che è rozzo e depresso praticamente! ”

 

“da come lo dipingi sembra un pazzo, lo sai”

 

“beh, per quanto ne so può anche esserlo! Kami solo perché ti ha fatto piangere dovrebbe stare lontano da me, potrei uccederlo! Ora, Natale non è il momento migliore per fare un piano di omicidio, ma da domani ci lavorerò su! ”

Kagome sorrise all'amica del cuore - 

“grazie Sango ” - sapeva che Sango la amava profondamente, che per lei avrebbe fatto tutto il possibile e la sua vicinanza e il suo conforto erano come una coperta calda per Kagome. 

 

“sei come una sorella per me Kagome.. Dai, adesso asciugati gli occhi e vai a conquistare qualche collega di Miroku.. Ben gli sta al pazzo! ”

Kagome non riuscì a trattenere la risata. Amava la sua amica. 







Kagome si ritrovò travolta dalle chiacchiere di Koga, uno dei 'famosi' colleghi di Miroku, il giovane era affascinante, anche se un po ' troppo pieno di sé. 

La festa stava cominciando ad essere in pieno svolgimento, la maggior parte degli ospiti era arrivata, ma ancora mancava qualcuno a detta dei padroni di casa. 





Alle 18 puntuale Inuyasha si ritrovò ad entrare nel supermercato, poche persone erano lì al momento, e lui ringraziò il cielo per questo. Prese velocemente il necessario, pagò e volò in direzione dell'appartamento dei suoi amici. 

Suonò il campanello e un Miroku sorridente gli aprì la porta. 

 

“amico mio, ben arrivato, vieni aiutami a sistemare le bottiglie" 

Più passava e più Inuyasha pensava che Miroku avesse escogitato il tutto per farlo partecipare alla sua festa 

 

“non resto Miroku, pensaci tu alla tua Merda ” spinse le buste piene di bottiglie tra le braccia dell'amico. Solo allora se ne accorse, il filo rosso era tornato, sfuggendo alla sua vista all'interno dell'appartamento di Miroku. Senza dire una parola, spostò con una mano Miroku dalla porta per poter entrare. 





Kagome si sentiva poco partecipe della discussione, Koga le stava raccontando del suo lavoro e davvero Kagome ascoltava con un orecchio solo, persa nei suoi pensieri. Si rese conto che probabilmente Koga le aveva fatto una domanda, dato il suo improvviso silenzio e lo sguardo scrutatore. 

 

“Emm.. Scusa, non ho capito.. ”

 

“Dicevo, hai impegni per dopo? ” Koga si avvicinò a lei, prendendole le mani e portandole vicino alla bocca con la quale lasciò un tenero bacio. 

 

“io.. ” ma proprio in quel momento lo sentì, uno strattone al dito mignolo seguito da una mano che l'allontanava da Koga, il tutto seguito da una figura ringhiante che le si piazzò davanti. 

 

“levale le mani di dosso” il ringhio del nuovo venuto era un suono assolutamente basso e minaccioso. Kagome era troppo scioccata per muoversi e obbiettare, o capire la situazione. 

 

“hey, botolo ringhioso, sei venuto a mostrare il tuo brutto muso! Non hai qualcun altro da infastidire, come vedi ero impegnato.. ”

 

Fu allora che Kagome abbassò lo sguardo sul dito che inconsciamente si stava grattando. 

Guardò il dito e quel filo rosso che sporgeva da esso verso la mano del nuovo arrivato. 

 

“ma tu.. ” il suo stupore era travolgente. 



Inuyasha sentì la dolce voce proveniente dietro di lui, era stato accecato dalla gelosia quando aveva visto il suo filo finire sulla mano femminile arretta e circondata dalle mani e labbra di Koga. Il suo intinto entrò subito in azione, impedendo quel contatto, si rese conto solo in quel momento di non aver neanche guardato la sua anima gemella. 

Lentamente si voltò, il cuore in gola che martellava come un tamburo. Il suo sguardo trovò un paio di occhi color cioccolato e il suo mondo si fermò, solo un nome che echeggiava nella sua mente: Kagome. 

 

“Inu. . ya.. sha ” Kagome esalò il nome che le sua anima gemella le stava evocando, il nome che la sua anima riconosceva istintivamente. 

 

“hey, Kagome che succede? ” il momento fu interrotto da Koga. 

 

Inuyasha si girò nuovamente verso l'uomo, il ringhio prepotente che usciva dal suo petto

 

“sparisci Koga”

 

“stavo parlando con lei e ci hai interrotto”

 

“Koga” la voce di Miroku interruppe lo scambio acceso tra i due "potresti venire ad aiutarmi per cortesia ” le braccia di Miroku erano ancora piene di buste e bottiglie 

 

“perché mai..? ”

 

“Koga, vieni, ora” Koga guardò da Miroku a InuYasha e vice versa, guardò poi Kagome, che non aveva staccato lo sguardo dalla schiena di Inuyasha, stupore e sorpresa chiaramente incisi nei suoi lineamenti. 

 

"Bene, dammi qui un sacchetto” prese la busta e si allontanò verso la cucina, Miroku, dopo un sorriso cospiratore rivolto a InuYasha, lo seguì. 

 

Inuyasha guardò il duo allontanarsi, ancora nervoso e irato. 

 

“Inuyasha ” chiamò nuovamente Kagome, aveva assistito silenziosamente allo scambio

 

“io.. ” inuyasha era decisamente senza parole, la ragazza che aveva davanti era sicuramente molto bella e nei suoi occhi non poteva leggere disgusto o paura, e il suo profumo, dolce e intenso era intriso di stupore e insicurezza, così come le sue emozioni. 

 

Kagome gli rivolse un sorriso timido, le sensazioni che provenivano da lui erano state travolgenti una volta che aveva riaperto il legame, da prima era prorompente la gelosia, e questo le dette coraggio, adesso che la guardava c'era stupore e nervosismo, e questo la rilassò, come lei anche lui non sapeva come muoversi, quindi decise di iniziare una conversazione casuale

 

“oggi ti sei alzato presto! ” osò suggerire

 

“Tsz, quel maniaco di Miroku mi ha svegliato implorandomi di andare a prendere lo spumante ”

 

Kagome sorrise “quindi sei un amico di Miroku?”

 

“lavoriamo insieme, ma sì, sì siamo anche amici”

 

Kagome annuì, una domanda le girava per la mente, ma era difficile trovare il coraggio di porla

 

“dove.. Dove andavi stamattina? ”

 

L'umore di Inuyasha si incupì e Kagome notò subito il cambiamento “non devi dirmelo, se non vuoi ”

 

“andavo al cimitero ” sbottò lui

 

“oh.. Capisco.. Mi spiace”

 

“non esserlo.. Io.. Sono tornato, ma era tardi, presumo.. ”

 

“ooh.. io.. Kami, mi spiace.. Ho aspettato un po' ma non ti ho visto.. E le tue emozioni erano così confuse, arrabbiate.. Ho pensato che… non saresti venuto”

 

“non eri poi.. Ero così.. Lasciamo stare ok?”

 

“o... Ok” sentì la delusione provenire ad ondate da lei, e Inuyasha voleva aggiustarlo, ma era sicuro che dirle della sua indecisione avrebbe peggiorato le cose 

 

“quindi.. Anche tu sei amica di Sango e Miroku??” per il momento, pensò Inuyasha, cambiare discorso e portarlo su qualcosa di meno personale avrebbe sicuramente migliorato l'umore di lei. 

 

Kagome sorrise, prese il cambio di argomento positivamente, aveva tempo infondo per approfondire quell'argomento. 




Il tempo passò velocemente, i due si ritrovarono a chiacchierare in un angolo della casa degli amici condivisi. 

 

“quindi.. ” cominciò Kagome dopo un sorso di vino “odi il Natale” non una domanda, ma una semplice constatazione 

 

“Tsz, e tu lo ami”

 

“certo, come si fa a non amare il Natale!? ” voleva essere una semplice battuta, una domanda retorica e quindi mai si sarebbe aspettata la risposta che ricevette

 

“prova con trovare tua madre morta.. ” era un bisbiglio quello di InuYasha, ma Kagome lo sentì ugualmente 

 

“Inu.. yasha.. Kami è terribile! ” gli occhi di Kagome si stavano riempiendo di lacrime, Inuyasha andò nel panico, non voleva dirlo ad alta voce, e non voleva sicuramente farla piangere. 

 

“cazzo, Kagome.. Io.. Non avrei dovuto dirlo”

 

Kagome negò con la testa “certo che dovevi dirlo.. Ora capisco.. Mi dispiace così tanto.. Capisco perché non ti piace il Natale.. È così ingiusto”

 

“ok, ma smettila di piangere.. Io.. Mettila così, Babbo Natale da piccolo mi ha tolto mia madre, ma adesso mi ha portato te, quindi.. Sì, adesso va bene! ” le guance di Inuyasha presero fuoco, e quasi si pentì di quello che aveva detto, ma lo sguardo di Kagome gli fece capire che forse qualcosa di giusto lo aveva detto. Le sue lacrime si erano fermate e al loro posto brillava un tenero sorriso, circondato da splendide guance rosa

 

“Inuyasha ” Kagome si avvicinò e accarezzò delicatamente un'appendice pelosa sulla sua testa, il sorriso di lei sempre più luminoso. Era dal primo momento che lo aveva visto che aveva una voglia matta di toccarle e quello le sembrò un buon momento. 

 

Si guardarono negli occhi, incapaci di mantenere le distanze. Oro che si scontrava con il cioccolato in un vortice di sensazioni e emozioni che il duo condivideva apertamente. Non ci fu bisogno di parole, le loro anime riuscivano a leggersi in modo esaustivo e completo. 

Lentamente si avvicinavano, senza mai staccare gli occhi l'uno dall'altra, le melodie Natalizie una colonna sonora romantica e dolce di sottofondo. 

Il primo tocco delle loro labbra fu leggero e delicato, una coccola per lenire la malinconia. 

 

“buon Natale, Inuyasha ” ancora così vicini da respirare l'aria dell'altro. 

 

“buon Natale Kagome ” un piccolo sorriso abbelliva le loro labbra

 

Le loro bocche si trovarono nuovamente in un bacio più profondo, carico di sentimenti, passione e promesse future. 






Dalla porta della cucina uno sghignazzante Miroku abbracciato a Sango guardava la nuova coppia appena formata, i loro volti abbelliti da sorrisi gemelli. 

 

"missione compiuta amore mio, visto? E tu che non avevi fiducia in me" 

 

"finiscila Miroku, la tua è stata solo fortuna!" 

 

"No, mia cara, Babbo Natale ha esaudito il mio desiderio!" 

 

"e qual'era?" 

 

"che InuYasha trovasse finalmente la serenità e la sua felicità nella vita" 





Fine




Note autore

 

Buon Natale!!! E buon anno nuovo!! 

 

Questa una piccola one shot per augurarvi il meglio per le feste, e cosa ci può essere di meglio di passarle con i nostri amati?! 

 

Spero sia stata di vostro gradimento. Un abbraccio e ancora auguri! 




   
 
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