Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: ladyElric23    25/12/2022    6 recensioni
Erwin sorride.
Sorride perché quel “Tu invece?” non se lo aspettava, perché fino ad ora le domande erano state quasi tutte a senso unico.
Non si chiede neanche se quello che gli ha detto sia la verità.
“Sono insegnante”
“Oh no.”
“Di storia e filosofia”
“Può andare peggio?”
“Al liceo”
“Mio dio, sei masochista o cosa?”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[NdA]: Questa volta le scrivo all’inizio, perché mi sembra doveroso. Perchè oggi non solo è Natale, è anche il compleanno del nostro scorbutico Capitano preferito!!

Quindi tanti auguri a Levi, e tanti, TANTISSIMI auguri a tutte/i voi che mi leggete sempre con affetto, che mi scrivete in privato e che avete sempre una bella parola gentile per me. Mi sento una autrice fortunata, grazie davvero di cuore.

Spero che questa piccola one shot natalizia vi piaccia e vi strappi un sorriso, esattamente come lo ha strappato a me mentre la scrivevo di getto.

Buon Natale, spero possiate passarlo con le persone a cui tenete.







Speed Date




Ad Erwin Smith era sembrata una buona idea quella di accompagnare il suo amico Mike ad uno speed date la vigilia di Natale. Dopotutto perché no, era sempre troppo impegnato col proprio lavoro e non aveva mai tempo per uscire e conoscere qualcuno di interessante.

Era single da tempo, ormai, si era quasi arreso all’idea.

In più non avendo più famiglia le feste erano sempre un tasto piuttosto dolente.

La verità è che intorno a sé vedeva tanta apparenza e poca sostanza, ed una volta imparato a stare bene con se stessi, nella propria solitudine, era difficile scendere a compromessi. Vedeva intorno a sé rapporti fugaci, effimeri, nati da una stupida app di incontri e che nella stragrande maggioranza dei casi si consumavano nel giro di un amplesso. E per quanto necessari, fisicamente parlando, a lui non erano mai bastati.

Sembrava che in tutta la città non fosse rimasto un solo, misero, singolo ragazzo serio e single. Che avesse voglia di conoscerlo, di andare oltre i suoi occhi azzurri o i capelli biondi.

Ed era così da anni.

Essere belli è una maledizione”, diceva qualcuno, ma la realtà è che Erwin pensava che lo fosse avere la testa sulle spalle e degli obiettivi da raggiungere.

Aveva il suo sogno, lo stava realizzando, le cose stavano andando bene per lui.

Gli mancava condividere questa felicità con qualcuno? A volte.

Quasi lo stesso quantitativo di volte in cui era rimasto deluso da una nuova conoscenza finita male, per i motivi più disparati.

Eppure non si sarebbe fatto problemi: Niente pensieri tristi, niente film strappalacrime in solitaria, no, niente del genere.

Semplicemente credeva che, prima o poi, la persona giusta sarebbe arrivata.

E mentre aspettava, l’idea di un semplice speed date durante le feste gli sembrava divertente, anche solo per conoscere persone nuove. Al massimo ci avrebbe potuto guadagnare qualche conoscenza in più.

Mike invece non sembrava del solito avviso: si guardava intorno con la determinazione di un segugio che fiuta la propria preda. Mike era così, voleva divertirsi: la sola idea di una relazione gli faceva venire l’orticaria.

Lo speed date gli era sembrata una buona idea perché era il modo più semplice e diretto per conoscere ragazzi single e potenzialmente soli la vigilia di Natale; insomma, un dolce fine serata gli sembrava piuttosto scontato.

Poi ad organizzarlo era stata la sua amica Hanji nel suo locale, quindi ancora meglio.

La stessa Hanji che aveva preso a parlare al centro del locale, spiegando le “regole del gioco”: ognuno di loro avrebbe preso uno dei cartellini adesivi disposti sul tavolo e dopo averci scritto il proprio nome se lo sarebbe attaccato al petto. Ad ognuno inoltre spettava una delle schede di valutazione, dove appuntare nome e impressione sul date in corso. Alla fine ognuno di loro avrebbe dovuto scegliere uno e uno soltanto degli appuntamenti avuti, e se ci fosse stato il match da entrambe le parti, il locale avrebbe offerto una bevuta a scelta a ciascuno, oltre alla piacevole compagnia.

Bei signori, dividetevi pure in due gruppi da dieci, grazie” continua la donna con voce squillante e l’espressione entusiasta, battendo le mani come per richiamarli all’ordine. “Gruppo uno, sedetevi per favore, avete tutti i tavoli a disposizione. Gruppo due, fate i bravi, mi raccomando. Avete otto minuti di tempo per il vostro appuntamento, poi suonerà la campanella e dovrete muovervi al tavolo accanto, in senso orario” spiega, per poi far ridere tutti con un “E per favore, per una volta pensate col cervello!”.

Erwin sorride, perché la verità è che lui forse pensa troppo.

Troppo velocemente, troppo a fondo, per troppo tempo.

Semplicemente troppo, e forse è proprio questo il problema: trovare qualcuno capace di stare al passo.

Mike gli da una gomitata goliardica mentre gli passa davanti e si siede nel primo posto che trova libero, mentre lui si ritrova a pensare che si, inizialmente gli era sembrata una buona idea questo speed date, ma adesso non ne era più tanto sicuro.


Io-ehm… s-scusami, sono-sono molto timido” dice il ragazzo biondo di fronte a lui, a cui non darebbe indicativamente più di vent’anni.

E allora perché mai sei in un posto del genere? Gli verrebbe da chiedergli, ma Erwin si morde la lingua e stira le labbra in un sorriso rassicurante, come ha imparato a fare sul campo, a scuola durante le lezioni. Si, questo ragazzino gli ricorda proprio uno dei suoi alunni.

Non ti preoccupare, è normale in questo frangente” si limita a dire, il tono rassicurante. “Il tuo nome?”

Armin”

Piacere, sono Erwin”

T-tanto piacere” risponde il ragazzo con espressione trasognante, mentre si stringono la mano. Ed è proprio in questo momento che Erwin Smith si chiede per quale strano scherzo del destino abbia deciso di dare retta a Mike proprio oggi, proprio per questa cosa.



Il secondo tavolo non si rivela migliore del primo, seppur più interessante: un ragazzone biondo di nome Reiner con evidenti problemi di insicurezza, ma che perlomeno sapeva parlare e reggere un discorso per otto minuti filati. Otto minuti di incertezze personali, ma questa era un’altra storia.


Il terzo speed date si chiama Berthold, e sembra essere un caro amico dell’insicuro del tavolo due. Per i minuti a disposizione non fa altro che ripetere quanto gli piacciano le esperienze estreme legate all’altezza, tipo buttarsi col paracadute da un aereo o bungee jumping.

L’esperienza più estrema di Erwin con l’altezza è stato salire sulle montagne russe più alte e veloci di un noto parco divertimenti fuori città, all’età di diciotto anni; Esperienza finita con lui che rimette l’hamburger precedentemente mangiato con la testa nel cestino più vicino.

Decisamente hanno pochi argomenti, non può funzionare, per quanto comunque capelli e occhi scuri siano più nel suo canone estetico.


Al quarto tavolo c’è Nile, che ha effettivamente tutto ciò che potrebbe interessargli: sembra calmo, gentile, e tra le prime domande gli ha chiesto quale fosse il suo libro preferito, cosa che gli ha fatto guadagnare molti punti.

Un tipo tranquillo, amante della lettura.

Ha baffi e pizzetto corti ma curati, e in più è moro con gli occhi scuri.

Attira la sua attenzione, quindi Erwin annota un veloce OK piuttosto grande accanto al suo nome, telegrafico, per non farsi vedere.

Nile gli racconta di essere un impiegato comunale, di essere appena stato assunto tramite un concorso.

Ti capisco bene, io sono insegnante”

Sul serio? Di cosa?”

Insegno storia e filosofia”

Bello e pure intelligente, sei una specie in via di estinzione” gli dice Nile, e lui si lascia andare ad un sorriso imbarazzato.

I complimenti lo mettono in imbarazzo.

No, i complimenti sul suo aspetto lo mettono in imbarazzo. Non può farci niente.

Grazie” prova a dire, per liberarsi dalla situazione scomoda, ma l’altro rincara con un “E’ la verità”.

E poi arriva il trillo della campanella che scandisce la fine di quegli otto minuti, sicuramente fino ad ora i più interessanti.

Allora ciao, è stato un piacere” gli porge una mano, e l’altro la stringe di nuovo, come prima, mantenendo il contatto visivo.

Anche per me, Erwin.”


E’ mentre si appunta il nome di Hannes nella quinta riga, registrando d’istinto i due bicchieri da cocktail vuoti sul tavolo e uno ammezzato tra le sue mani, insieme alla sua voce appena strascicata, che Erwin decide di tornare su quell’OK accanto al nome di Nile, sottolineandolo con decisione.


Il tavolo sei si rivela essere una piacevole sorpresa: Jean sembra un ragazzo sveglio, dall’ironia spiccata. C’è un bel botta e risposta, ma non c’è la curiosità di conoscere altro. Sembra un bravo ragazzo, probabilmente una birra ce la prenderebbe, ma la conversazione si mantiene superficiale. Divertente, ma superficiale.


Il settimo ragazzo è un vero e proprio disastro.

Si chiama Nick e per tutti gli otto minuti a loro disposizione fa un monologo sull’importanza della religione nella sua vita, su come la sua fede lo abbia salvato dall’oblio di una vita vuota e dettata solo dai piaceri materiali.

Un sermone, in pratica.

Ed Erwin, che nel mentre è riuscito a malapena a presentarsi, ateo fino al midollo, si ritrova ad annuire a qualsiasi cosa, guardando l’orologio fino a quando non suona, finalmente, la campanella del prossimo tavolo.


Tavolo otto.

Sta iniziando ad essere stanco, soprattutto perché tranne qualche rara eccezione Nile è l’unico ad aver attirato la sua attenzione.

Eppure…

Si, manca qualcosa, è vero, però Erwin dà la colpa allo scarso tempo della conversazione.

Bella prova col pretucolo qua accanto” sente dire dalla voce bassa ma apparentemente svogliata del ragazzo che ha di fronte, ed è quindi costretto a metterlo a fuoco, lasciando andare tutti gli altri pensieri.

È un ragazzo moro, occhi chiari affilati, indossa una maglia grigia a maniche lunghe tirate su fino ai gomiti. È minuto, Erwin vede subito la differenza facendo vagare lo sguardo da lui al pretucolo e poi di nuovo a lui.

No, non minuto.

È bassino, sicuramente.

Grazie” dice semplicemente mettendosi a sedere, “Stavi origliando?” chiede poi, incuriosito.

Mi annoiavo”

Speed date mediocre?” butta lì Erwin, cercando un dialogo.

Se vuoi fargli un complimento, si” è la risposta pungente del ragazzo, che lo costringe ad un sorriso divertito.

Sono Erwin” si presenta, porgendogli la mano.

Levi”

La stretta di Levi è decisa, ma non invadente. Salda, ma non di quelle che sembrano volerti stritolare la mano per dimostrare chissà cosa.

Erwin apprezza una buona stretta di mano, lo ha sempre fatto, pensa che sia un ottimo biglietto da visita.

Allora, cosa ci fa uno come te qui?” la domanda arriva a bruciapelo, sempre con quel tono pungente ma monocorde. L’espressione del professore deve essere eloquente perché la spiegazione non tarda ad arrivare. “Sembri normale. Aspetto curato, nessuna turba o comportamento inquietante evidente. ”

Ad esempio?”

Un tipo prima si è seduto e ancora prima di presentarsi mi ha detto quanto trovasse invitante il mio profumo”

Mike?” chiede il biondo trattenendo il fiato, per poi lasciarsi andare ad una risata piena ed improvvisa non appena vede annuire il ragazzo di fronte a lui, palesemente stupito. “E’ il mio amico, siamo qui insieme” spiega poi, ancora tra una risata e l’altra.

Il tuo amico è fottutamente inquietante”

Tu cosa gli hai risposto?”

Che ho visto troppi documentari true crime per essere impressionato positivamente”

Ride ancora, Erwin, mentre il moro lo guarda con espressione neutra.

Lo sta studiando?

Non sa dirlo.

Seguendo lo stesso ragionamento, tu perché sei qui, Levi?”

Costrizione” dice semplicemente, bevendo un sorso dalla tazza che ha davanti, che sembra contenere del tè. Di riflesso lui prende un sorso del suo vino rosso. “Quella sclerata della proprietaria mi ha costretto, le mancava una persona. Ma io mi sto vendicando.”

Cioè?”

Sembra che a Levi le parole vadano tolte di bocca con le pinze, e anche con una certa subdola prepotenza.

Eppure Erwin è incuriosito, perché il ragazzo non gli sembra normale per niente, ma nel modo più giusto del termine.

Non credo negli speed date, sono solo una farsa. Alla gente non interessa quello che dici, vogliono solo portarti a letto. Sono come un Grindr in carne ed ossa, importa solo l’aspetto”

Non sono d’accordo, ho avuto delle buone conversazioni”

Ciò non implica che non volessero solo portarti a letto” risponde pungente, incrociando le braccia al petto e poggiandosi allo schienale della poltroncina. “Ho mentito a tutti: mi sono inventato una storia diversa per ogni ragazzo, alcune davvero pessime, devo dire, eppure si arriva sempre lì” si inumidisce le labbra mentre parla, e di riflesso Erwin si fa più avanti, poggia i gomiti sul tavolo mentre beve un altro sorso di vino.

Hai la mia attenzione, te lo concedo” ammette annuendo, spronandolo ad andare avanti con un “Fammi qualche esempio.”

Date n.2: Zeke. È quel biondo barbuto con gli occhiali laggiù. Gli ho detto che sono un istruttore di yoga e che sono appena stato lasciato dal mio storico ragazzo perchè non riuscivo proprio a non tradirlo. A causa del trauma dell’abbandono di mio padre, a detta della mia finta psicologa”

Un bell’elenco di cose da evitare, insomma” inarca un sopracciglio, incuriosito dalla storia.

ESATTO!” Levi sembra smuoversi per la prima volta dalla sua apatia solo per dargli ragione, per poi tornare serio per continuare la sua storia con un “Vuoi sapere qual’è stata l’unica cosa che mi ha detto il caro Zeke dopo quasi otto minuti di balle e red flag giganti?”. Erwin annuisce. Questa cosa lo stuzzica, lo deve ammettere. Lo intriga. E la risposta lo spiazza, facendolo scoppiare a ridere.

Di nuovo.

Istruttore di yoga… quindi sei molto flessibile. Levi fa una pausa in cui sembra ripensarci, perché ridacchia divertito a sua volta. E ha un bel sorriso, inaspettatamente. “Cazzo, ci sono rimasto basito” ammette poi, scuotendo la testa.

Poi?”

Cosa?”

Altre cose divertenti?”

Alza appena le spalle, Levi, quasi controvoglia, poi continua “Quel ragazzino col codino, lì in fondo, mi ha chiesto cosa ne pensavo dell’essere schiavo.”

Intendi in ambito…?”

Sessuale, si”

Ok. Wow.”

Già. Non sapevo cosa rispondere quindi gli ho detto che preferivo stare dall’altro lato”

Quale altro lato?” chiede Erwin perplesso, e la risatina di Levi non tarda ad arrivare.

Non lo so, cazzo, non sapevo cosa dire”

Ridono insieme.

E lui?

Ha annuito. Poi mi ha guardato e mi ha chiesto se dopo volevo andare a casa sua per legarlo e prenderlo a calci”

Non è vero”

Giuro! Sono stato salvato da quella stupida campanella, ma era troppo inquietante”

Cosa fai nella vita reale, il detective?” ironizza Erwin con un sorriso, bevendo un altro sorso.

Si sente a suo agio, parlare con questo ragazzo gli sembra facile, naturale. Si sta rilassando, se ne rende conto.

Levi si ferma per un secondo, lo guarda, indecifrabile.

Poi stira appena l’angolo della bocca, solo per un attimo, in un ghigno furbo.

Sei bravo. Non credevo.” decreta inarcando un sopracciglio, per poi rispondere. “Lavoro per un quotidiano, mi occupo della pagina web, social, tutta la parte digitale, insomma. Tu invece?”

Erwin sorride.

Sorride perché quel “Tu invece?” non se lo aspettava, perché fino ad ora le domande erano state quasi tutte a senso unico.

Non si chiede neanche se quello che gli ha detto sia la verità.

Sono insegnante”

Oh no.”

Di storia e filosofia”

Può andare peggio?”

Al liceo”

Mio dio, sei masochista o cosa?” dice il moro portandosi una mano alla fronte, quasi come se avesse ricevuto una pessima, pessima notizia. E Erwin ride di gusto, si fa beffa della sua espressione, perché questa sua reazione è oro colato sulla sua vigilia di Natale.

E ti dirò di più…” sta perfettamente al gioco, preparando la trappola.

C’è qualcosa di peggio di mocciosi arroganti ed indisciplinati?”

Sono anche figlio di un insegnante”

Ma porca p-” il moro si ferma, quasi mordendosi la lingua, perché non sa se può osare così con un estraneo. E per un qualche strano motivo, gli interessa di non infastidire questo professore conosciuto da meno di otto minuti. “MISERIA!” termina quindi in modo più pacato.

Esattamente sul suono irritante di quella campanella che segna la fine del loro appuntamento.

Erwin sembra deluso mentre guarda il ragazzo del tavolo accanto schizzare in piedi, ansioso di fuggire da Nick, pronto a prendere il suo posto.

E’ stato un piacere, Erwin” la voce di Levi lo porta alla realtà, mentre si porta la tazza alle labbra per nascondere un sorrisetto furbo che però traspare dallo sguardo.

Anche per me”



No.

Non ci riesce.

E’ seduto da un solo minuto e mezzo, eppure non riesce già più a sopportare la supponenza con cui il ragazzo di fronte a lui parla di se stesso, quasi pavoneggiandosi, tronfio nei suoi vestiti firmati.

Butta li una domanda semplice “Cosa ti piace fare nel tempo libero?”, ma non presta attenzione alla risposta neanche per un secondo.

Si ritrova invece ad origliare la conversazione del tavolo accanto, con Levi palesemente indispettito dallo squallido scambio di battute:

Sei molto carino”

Grazie”

Perchè sei single?”

Erwin sospira divertito mentre il moro inarca un sopracciglio e sposta il peso della testa da un lato all’altro.

E poi succede.

Erwin si mette in mezzo, poggiando una mano sul tavolo accanto per attirare l’attenzione di Levi.

Senti, so che non ci conosciamo, ma so per certo che sei la persona più interessante con cui ho parlato stasera e che otto minuti non mi bastano” dice, notando la sua reazione trattenuta, quegli occhi sottili che per un attimo si allargano per la sorpresa. Il moro sembra sorpreso ma lui continua imperterrito, incurante delle animate proteste del ragazzo alla sua destra, che gli dice senza mezzi termini di rispettare il suo cazzo di turno. “E so che non mi interessa ascoltare quello che…” esita mentre muove la mano libera verso il suo attuale appuntamento, lasciandosi poi andare ad una smorfia quando “Non ricordo neanche come si chiama, ha da dire. Come a te, Levi, non interessano affatto i suoi discorsi.”

Questa volta il ragazzo non si limita ad alzare la voce ma fa per prenderlo per il maglione, venendo però fermato da un autoritario “Cosa sta succedendo qui?”.

Alzano tutti lo sguardo su Hanji, la padrona del locale, seria nel suo maglione natalizio mentre ghigna un divertito “Oh, sapevo che c’eri di mezzo tu” in direzione di Levi, che in tutta risposta alza le spalle e poi torna a concentrarsi sul suo tè.

E’ colpa mia” ammette Erwin, attirando l’attenzione della donna. “E’ che ho trovato il tuo amico così dannatamente interessante e diverso dagli altri che vorrei continuare a parlargli.”

Ma questo, tesoro, è contro le regole dello speed date”

Lo so.”

Lei ride.

In maniera inaspettata ed esplosiva, scoppia letteralmente a ridere in mezzo al locale.

Aaaaah, tu mi piaci biondino” ammette senza vergogna, per poi girarsi per guardare Levi.

È un attimo in cui lei lo scruta assottigliando lo sguardo e lui semplicemente continua a bere il suo tè, reggendo il contatto visivo come se niente fosse.

Poi lei sorride. Un sorriso largo e vagamente inquietante mentre decreta ad alta voce “QUESTO TAVOLO E’ FUORI DAI DATE.”





Lo perde di vista solo per un secondo in mezzo al gruppo alla fine dello speed date, ma questo basta perché non riesca più a vederlo da nessuna parte. Si alza persino sulle punte dei piedi, guarda prima a destra e poi a sinistra, ma niente.

Di Levi non c’è più traccia.

Si sta ancora guardando intorno quando lo affianca Hanji, la sua apparente alleata che gli ha fatto l’enorme favore di eliminarli dallo speed date per permettergli di parlare per ben altri quindici minuti.

Guarda che è appena uscito, fossi in te mi muoverei a seguirlo”

Erwin non ricorda di aver mai indossato il suo cappotto così velocemente, nel giro di qualche secondo sta già varcando la soglia del locale, guardandosi intorno con impazienza mentre si lega la sciarpa chiara al collo.

Ed eccolo lì, Levi, che cammina con le mani ficcate nelle tasche del giacchetto corto, un cappello nero con pon pon in testa per ripararsi dal freddo. Ha la testa alta, guarda le vetrine addobbate a festa e le luci colorate che lo circondano mentre gli mancano pochi passi per ritrovarsi nella piazza col mercatino di natale cittadino.

Al biondo basta accelerare il passo per raggiungerlo, prendendolo di sorpresa.

Che fai, mi segui?”chiede il moro con espressione contrita, ormai tra la bancarella degli addobbi natalizi e quella della cioccolata calda.

Si” ammette Erwin senza vergogna, rendendosi conto subito dopo di quanto in realtà suonasse male la sua affermazione. “Cioè, sei andato via all’improvviso e…” esita appena, poi annuisce mentre dice “Mi ha fatto davvero piacere conoscerti quindi mi chiedevo se volessi darmi il tuo numero.”

Il mio numero?” ripete Levi, quasi stupito. Il suo respiro una nuvoletta di vapore.

Si” annuisce ancora lui, “Sai, magari per sentirci, vederci di nuovo.”

Non verrò a letto con te” è la risposta brutale e inaspettata, che fa appena accigliare Erwin.

Non te l’ho chiesto” risponde semplicemente, alzando le spalle “Hai attirato la mia attenzione. Mi incuriosisci, vorrei conoscerti.”

Erwin deve insistere ancora un po’, deve prendere le risposte secche di Levi e renderle meno spigolose con la propria razionalità, ma alla fine di questo loro strano battibecco il numero di cellulare arriva.

Subito prima che quel ragazzo interessante se ne vada, ma arriva.

E a qual punto la tentazione è irresistibile: il biondo preme su quel “Levi Speed Date” salvato in rubrica e si porta il telefono all’orecchio, mentre intorno a loro ci sono tutte queste persone intente a comprare gli ultimi regali, a tenersi per mano, a sorridersi mentre si augurano Buon Natale. Mentre il buio della sera viene illuminato dalle decorazioni, dalle luci che sembrano voler scaldare il cuore e lenire la mancanza di una famiglia con cui festeggiare questo periodo dell’anno.

Levi si ferma ad una ventina di metri da lui, prendendo il cellulare di tasca e voltandosi per guardarlo dopo aver visto il suo nome sul display. Perfino da quella distanza il biondo vede l’occhiataccia che gli rivolge, ma è risoluto nel volere che risponda.

E Levi lo fa.

Si?” chiede seccato, con un sospiro, mentre mantiene il contatto visivo nonostante siano in mezzo alla gente.

Sembrano due punti fissi in un universo in continuo movimento.

Cosa fai domani sera?”

Domani è il venticinque” risponde l’altro, come a volersi assicurare che l’insegnante non si stia sbagliando.

Lo so, si”

Ho un compleanno”

Chi è che festeggia il compleanno la sera di Natale?” si lascia sfuggire Erwin con un sorriso, vedendolo poi battere un paio di volte il piede a terra prima di spostare il peso da una gamba all’altra. È convinto che non avrà una risposta, quindi continua “Riesci a ritagliarti un’ora prima del compleanno? Mi piacerebbe parlare davanti ad un buon bicchiere di vino.”

Ok”

Ti scrivo domani, va bene?” non riesce a trattenere un sorriso, che si allarga ancora di più alla sua risposta, a quel suo “Spero tu lo faccia, si”.

Ed è qui che Erwin si ritrova a pensare che questo, forse, sarà davvero un Buon Natale.








   
 
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