Una vita
spezzata
A volte desidero, con tutto il mio cuore,
tornare all’età dell’infanzia, quando non
bisogna pensare ai problemi della vita, non
ci si deve preoccupare del proprio futuro, ma
bisogna solamente giocare e divertirsi…ma quando
nella mia mente riemergono tutte le fasi del mio
“io” bambino, il mio desiderio svanisce, perché ricordo
che la mia infanzia non è stata come quella di tutti i miei compagni
di scuola, io fin da piccolo sono stato “addomesticato” come un
cagnolino che ha bisogno del suo padrone
ho vissuto anni fatti di sofferenze, non solo psicologiche ma anche
e soprattutto fisiche, sono stato programmato come una macchina
distruttrice, ma il mio padrone era sicuro di quello che in realtà
io volevo fare della mia vita?Vorrei tanto avere un infanzia
come tutti i miei amici, o semplicemente compagni di scuola
dato che amici io non ne ho mai realmente avuti, vorrei poter
ricordare quando correvo felice per i prati bagnati dalla
prima rugiada, quando giocavo con i miei compagni d’avventura
a fare l’eroe del mondo, quando ammiravo il sole che sorgeva o che
tramontava…purtroppo, però, non potrò mai ricordare questi momenti
perché non li ho mai vissuti, ma in realtà li ho sempre sognati di vivere…
molti dicono che un uomo è formato fin dalla sua infanzia, ma io non
voglio, non voglio diventare l’uomo che mio padre mi ha imposto di
essere, voglio essere me stesso…semplicemente me stesso…
potrò mai essere quello che voglio?No!Potrò mai cambiare la mia
infanzia?No. Potrò mai cercare di cambiare il mio futuro?Forse…
non c’è nessuno che può capirmi in questo mondo, nessuno,
e di questo ne sono sempre stato consapevole…la mia vita è stata ormai
segnata ed incisa crudelmente nel mio cuore e nel mio essere, come un
marchio indelebile, e non riuscirò mai a cambiarla, perché non ho
avuto la fortuna di poter avere un infanzia felice e spensierata, ma sono
sempre stato abituato ad odiare gratuitamente, chiunque, e non credo
che esista emozione così forte da potermi aiutare…
perché il nostro destino, è come le pagine di un grande libro, di cui non
sempre siamo noi stessi gli autori…ma spesso
siamo i lettori la cui vita è influenzata dal contenuto di quelle
pagine…
Un bambino di più o meno
cinque anni correva per le scale del suo maniero, cercando invano di rincorrere
un cagnolino che aveva fatto entrare segretamente. Sembrava felice, eppure la
sua felicità era causata da un semplice cagnolino, che stava occupando il suo
tempo. Il bel bambino, dai capelli biondissimi gli occhi grigi e che infondevano
un calore immenso, nella sua camicia grande e la cravatta penzoloni era davvero
bello…vederlo felice per la madre era il più bel regalo che Dio le avesse
potuto fare, ed anche per questo non aveva protestato quando aveva visto il
cane che gironzolava per casa con al seguito il suo bel bambino, senza dire
niente a suo marito, Lucius…amava passare il tempo ad osservare il suo unico
figlio divertirsi e qualsiasi cosa fosse in suo potere per allontanarlo dal
mondo del marito, fatto solo di dolore e sofferenza, lo avrebbe fatto. Proprio
in quel momento entrò nel salone un uomo alto, dai lineamenti induriti nel
tempo, con dei capelli biondi legati in una coda ed un bastone dalla punta
estremamente appuntita e tagliente.
“Dracooo…dobbiam…”quando
vide il figlio giocare allegramente con quel cane si sentì il sangue
ribollirgli nelle vene come se fosse rinchiuso in una pentola a pressione, alzò
il bastone in aria e lo pestò brutalmente sulla guancia del cane, che cadde a
terra piccolo ed indifeso com’era facendo un piccolo piagnucolio prima di
morire. Il bambino aveva le lacrime agli occhi, mentre la madre osservava la
scena disgustata del marito. Perché quando vide il cane piagnucolare ancora,
sbatté ripetutamente e senza sosta il bastone su tutto il suo corpo, finché non
divenne un cumulo di carne ed ossa. Il bambino aveva smesso di piangere, quella
scena lo aveva lasciato completamente senza fiato tanto che anche piangere gli
veniva difficile, l’unica cosa che sentiva erano delle fitte al petto che lo
stavano facendo morire. Il padre come se nulla fosse, gli si avvicinò, e disse:
“Non ti azzardare a fare
più una cosa del genere, o tu farai la stessa fine di quello stupido
essere…ricorda, devi crescere, e non giocare come uno stupido bambino…ed ora
vieni con me!”. Lo prese per un braccio con una salda e dolorosa presa, ma il
bimbetto riuscì ugualmente a scappare, andando a rifugiarsi tra le calde
braccia della madre, riversando tutte le lacrime che fino a quel momento aveva
resistito, sulla elegante gonna lunga a pieghe di lei.
“Tu Narcissa, lo hai
rovinato, non provare a sviarlo dalla strada che gli voglio far intraprendere,
perché in tal caso sarò costretto ad uccidere anche te!”disse l’uomo con il
volto indurito. La moglie assentì col capo, a staccando il figlio da se gli
disse in un orecchio:
“Sta tranquillo Draco, hai
la mamma vicino!”
“Ma…madre, lo avete
sentito?Vi ha detto che vi suole mammazzare!”
“Stai tranquillo amore, la
mamma ha la pelle dura, come te no?!”
“Va bene!”rispose lui
abbracciandola un ultima volta prima di seguire il padre giù per un
sotterraneo. Entrarono in una sala piena di armi da tortura:macchine che il
bambino non aveva mai visto prima in vita sua e che avrebbero segnato la sua
infanzia più di quanto già non fosse.
“Sei pronto a scontare la
tua pena per quello che hai fatto Draco?”
“Si padre!”
“Crucio!”la maledizione colpì in pieno il bambino di soli
cinque anni, facendolo fremere di dolore, sentiva tutti gli organi interni che
si attorcigliavano tra loro, e subito dopo che tentavano di scoppiare e
fuoriuscire dal suo corpo, le gambe a poco a poco divennero molli facendolo
cadere a terra. La madre dal piano superiore riusciva bene a distinguere le
urla del figlio, e ad ogni suo gridolino soffocato una lacrima le solcava il
viso. Avrebbe dovuto porre fine a quell’insulso modo di punire un bambino
piccolo, ma non sapeva cosa poter fare. Nel frattempo di sotto, finito il
potente crucio il mangiamorte fece comparire una frusta fatta di dieci lacci
con alla fine una punta di ferro rossa, forse perché stata messa
precedentemente nel fuoco, e cominciò a frustare il bambino, caduto sul freddo
pavimento ormai semi-coscente di quello che stava succedendo.
9 anni dopo…
Draco Malfoy, poggiato sul
muro della sala, osservava tutta la scuola ballare, allegra e spensierata,
mentre lui rimaneva li da solo. Non aveva accettato nessun invito alla festa di
Natale di quell’anno, perché sapeva che tutte le ragazze che andavano da lui lo
facevano solo per il nome che portava, e lui non amava le persone approfittatrici,
specie se erano serpeverde incallite brutte come ranocchie. Aveva dei pantaloni
neri ed una camicia bianca per niente al suo posto, con la cravatta semi
annodata e la giacca raccolta sul braccio, per il troppo caldo nonostante fosse
inverno inoltrato. Se avesse potuto si sarebbe dileguato in un batter d’occhio
da lì ma non poteva perché era stata richiesta la presenza di tutti gli
studenti in quella festa, e lui non faceva eccezione. Quando, mentre si girava
intorno, vide una ragazzina dai boccoli vermiglio e due occhi blu intenso,
decise che per quella sera si sarebbe potuto divertire anche deridendo la
Weasley, e così si avvicinò di soppiatto a lei.
“Weasley, vedo che nessuno
ti ha ancora chiesto di ballare?”. La ragazza si girò nauseata verso di lui ed
inarcò un sopracciglio.
“E allora?”
“Bhè, dato che vedo che
non ti stai divertendo molto, vorresti venire con me fuori a fare una
passeggiata?”
“Come scusa?Io…e te…una
passeggiata?Mi spiace ma sei fuori strada tesoro!”
“Mhhh, interessante, ora
da Malfoy siamo passati a tesoro?”
“Era un modo di
dire…Malfoy!”
“Ecco, così mi è più
familiare!Allora vieni?”
“Cosa?Ancoraaaaa?Ho detto
di no!”
“Va bene, allora secondo
te mi crederà qualcuno se mi metto ad urlare che ieri ti ho trovata nello
stanzino delle scope con Corner?”a quelle parole la ragazza inorridì, si alzò
dalla sedia e affiancando Malfoy disse:
“Ho cambiato idea, vengo!”
“Lo sapevo che sarei
riuscito a persuaderti!”
“Vorrai dire a
minacciarmi!”
“Si va bè è lo stesso!”.
Uscirono insieme dalla scuola, e si avviarono verso il lago, punteggiato qua e
la da felici coppie che si scambiavano effusioni. Si sedettero davanti al lago,
a presero ad ammirare la grande distesa d’acqua che si stanava davanti a loro.
“Allora, di cosa vorresti
parlare dato che non lo abbiamo mai fatto?”chiese la rossa voltandosi verso di
lui. Notò che era davvero bello come ragazzo, con quei ciuffi di capelli
ribelli che gli incorniciavano il viso e quegli occhi grigi che avevano preso a
scrutarla.
“E chi ha detto che
dobbiamo parlare?Sapevi che ascoltare il silenzio è anche costruttivo?”lei lo
guardò stranita e poi, scuotendo la testa, si rigirò verso il lago. Ginny
chiuse gli occhi ed inspirò a pieni polmoni l’odore dell’aria fresca, poi
disse:
“Ti piace il profumo della
natura?”
“Come?Scusa ma credo di
non aver compreso la lingua in codice con cui stai parlando!”
“Uffa, che scemo che sei,
intendevo ti piace il profumo emanato dagli alberi dalle piante dalla
natura…”lui rifletté per qualche istante…non aveva mai sentito quel profumo di
cui parlava lei.
“Mi spiace, ma non ci ho
mai provato, e sinceramente non credo di riuscirci, sono cose da bambini
queste!”
“E perché, tu cosa sei?Hai
appena 14 anni e credi di essere già un uomo?Un po’ montato il
ragazzetto!Avanti, tu mi hai tirato qui, almeno fai quello che ti chiedo,
chiudi gli occhi ed inspira a pieni polmoni, vedrai che lo sentirai!”lui la
guardò di sbieco, ma dopo fece quello che lei gli disse di fare. Inspirò a
pieni polmoni ma quello che sentì era molto diverso da un semplice profumo.
Sentì due labbra morbide e calde poggiarsi sulle sue e due mani delicate
accarezzargli il volto. Non sapeva come ma sentiva un calore impressionante
diffondersi alla velocità della luce lungo tutto il suo corpo, e per poco non
credette di esplodere. Aveva davanti la Weasley che lo baciava, l’avrebbe
dovuta allontanare, se suo padre fosse venuto a sapere quello che stava facendo
tre crucio sarebbero state la punizione di base, ma in quel momento non gliene
importava. Lei non sapeva neppure quello che stava facendo e continuava a fare.
Come le era saltato in mente di baciare il suo acerrimo nemico?Questo non lo
sapeva, ma sapeva solo che lo stava facendo, ed era anche corrisposta!Lui le
prese la vita con le braccia e se la portò in braccio, continuando a rispondere
a quel bacio rovente e dolce che si stavano scambiando. Le accarezzava la
schiena dolcemente e lentamente e quando la sua mano andò oltre la camicia,
accarezzando la pelle di lei, Ginny si staccò e con ancora le labbra gonfie e
rosse per il bacio che fino a poco prima si stavano scambiando, tentò di
andarsene, ma lui la tirò per un braccio e la riportò vicino a lui
sussurrandole all’orecchio “perché l’hai fatto?”. Lei lo guardò negli occhi per
poi fuggire da davanti a lui, rimasto nuovamente solo. Perché lo aveva
baciato?Poteva mai essere che lei fosse innamorata di lui e non se ne fosse mai
accorto prima?Poteva mai essere che fosse l’unica che vedesse qualcosa di
positivo in lui?Questo non lo sapeva, e probabilmente non lo avrebbe saputo
mai…
10 anni dopo…
Draco Malfoy guardava
imperterrito la scena che gli si presentava davanti…Ginevra Weasley era stata
catturata dai suoi colleghi mangiamorte, e la stavano interrogando senza nessun
successo però, dato che lei non rispondeva a nessuna domanda…dopo quel bacio
fuggevole non si erano mai più visti ne incontrati tranne che nelle battaglie,
ma mai si erano attaccati, a meno che non glielo fosse stato ordinato
apertamente dai corrispondenti capi…aveva chiaramente espresso di non voler
partecipare quando, finito l’interrogatorio, l’avrebbero uccisa, non aveva il
coraggio di vederla morire e per di più sotto le sue mani, si sarebbe sporcato
le mani del sangue dell’unica persona che lo aveva visto da un punto di vista
diverso oltre al riccone e pieno di sé che era, e non se lo sarebbe mai
perdonato. Però gli faceva comunque molto male pensare che lei morisse, aveva
più volte tentato di persuadere il padre, ma il solo fatto che fosse Weasley la
metteva di per certo nella lista delle “morti sicure”. Era in disparte che
guardava la scena quando sentì il padre dire:
“Draco, vieni con noi e
fatti onore, vorrei che vedessi ed assistessi anche tu caro figlio!”la rossa
trasalì nel sentire quel nome, e soprattutto quando lo vide occupare l’unico
posto vuoto esistente nella cerchia che i mangiamorte avevano creato intorno a
lei. Lui si sentiva profondamente male, e sapeva che il padre stava facendo
tutto quello per farlo stare ancora più male di quanto già non fosse, per
fargli capire che mai avrebbe potuto permettersi di stare con una di quel tipo.
Non aveva il coraggio di difenderla, eppure quando vide la bacchetta del padre
da cui fuoriuscì l’anatema che avrebbe ucciso la ragazza, si gettò
improvvisamente davanti a Ginny facendosi colpire in pieno. Ginny gli corse
incontro e improvvisamente si mise a piangere, quando lui prima di morire per
sempre disse:
“Ti prego Ginevra, vivi la
vita a cui io ho rinunciato per te, e vivi quella che io non avrei mai potuto
vivere anche volendo”poi si spense per sempre. Quelle parole, la piccola Ginny,
non le avrebbe mai più dimenticate.
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Ciao a tutti raga, allora cominciate a prendere i
fazzoletti e piangere ma nn pensate minimamente di ucciderci xkè altrimenti nn
leggerete mai le nostre storie future...allora che ne dite è bello!!!???Noi
cel’abbiamo messa proprio tutta per fr qst storia e spero ke apprezzerete e
soprattutto metterete un commentuccio…vi prego almeno qui che è solo una
one-shot mettetelo il commento tanto nn dovete seguire a capitoli…abbiamo
bisogno di commenti di incitazioni x fr altre storie, e x quelli ke vorrebbero
una ff a chap., scrivetecelo nelle recensioni e noi vedremo cs possiamo
fr…avvertiamo che le coppie saranno Draco/Ginny, Harry/Hermione e Ron lo
metteremo cn un nuovo personaggio oppure con Luna, che ci sembra la più
adatta…Bacioni a tutti By le vostre Herm and Gin
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BYE, BYE J