Non so se lo sai,
esiste un tramonto ovunque tu volga lo sguardo,
silenzi, sinestesie, pianti taciuti,
ridotti a grigia polvere,
di botto l'Inverno mi dice dove posso trovarti,
l'immagine di te mi si conficca al centro del petto con furia,
ma il fiato si inabissa a ridosso della gola,
spira in uno sciame di inutili ricordi,
si raschia sul fondo delle viscere come catrame.
Ti guardo da lontano, mentre il mondo sfuma,
mentre il tuo profumo si dissolve sulla mia pelle,
mentre appassisce qualcosa che non c'è mai stato;
ti guardo da lontano, col cuore leso dal passato,
ti guardo, eppure non ti vedo davvero - forse non ci sei,
forse ti ripesco da uno dei miei sogni distrutti,
forse ti incastri tra le fibre stanche della mia anima,
di nascosto, senza fare rumore;
ti guardo da lontano, in balìa dei miei pensieri,
folate che mi bruciano le membra,
folate che ingoiano il mio respiro,
sei uno di quei brividi che corrono veloci lungo la schiena,
e a piccoli morsi si annidano dentro le ossa.
Scompari piano piano, tra le pieghe della vita,
soffio dopo soffio ti dilegui repentinamente,
eppure l'inchiostro mi racconta ancora di te,
narra un amore morto ancor prima di germogliare,
mi parla e io ti rincorro, in fretta,
con non so quale coraggio,
ma in realtà rimango qui, immobile, nella penombra;
affogo nello spazio conteso tra sospiro e battito,
mi aggrappo ad un attimo che dura solo un'eterna nostalgia,
attimo in cui so per certo che,
anche se niente è più come prima,
un frammento di me può ancora sfiorare qualcosa di te.