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Autore: Ellygattina    26/12/2022    0 recensioni
Dark urban fantasy omegaverse (se non vi piace il genere, non leggete).
In un mondo invaso da demoni provenienti da un’altra dimensione, gli esseri umani superstiti lottano per sopravvivere in città sempre più deserte dove manca di tutto.
Tra loro c’è Ryou, un Omega ormai privo di affetti che un giorno si ritrova da solo in una pessima situazione. Ce la farà anche stavolta?
*Questa storia partecipa al Secret Santa 2022 indetto dal gruppo fb “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom” ed è dedicata a NekoRika*
(Storia pubblicata anche su AO3 con lo stesso nickname.)
Genere: Dark, Hurt/Comfort, Omegaverse | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Marik/Malik Ishtar, Ryou Bakura, Touzoku-ou Bakura, Yami no Malik
Note: Lime, Soulmate!AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Per NekoRika, con tanti auguri di buon Natale e buone feste!

 

Personaggi: Ryou, Marik, Yami Marik (qui chiamato Amir), Thief King Bakura (Kek in questa storia)

 

Un calore improvviso era sempre stato un pericolo per un Omega, ma da quando il mondo era stato invaso chissà come da demoni provenienti da un’altra dimensione era pure peggio. Se prima bisognava preoccuparsi “solo” del rut di eventuali Alpha nelle vicinanze, da qualche mese c’era anche il rischio di essere divorati se il malcapitato si trovava in strada da solo nel momento in cui i sintomi lo rendevano più vulnerabile. Per questo motivo partner, amici e familiari avevano preso l’abitudine di accompagnare i loro Omega durante le rare uscite per procurarsi il necessario, ma Ryou non aveva più nessuno e doveva quindi arrangiarsi con le sue forze.

Per fortuna il suo ciclo era sempre stato abbastanza regolare e da quando i governi di tutto il mondo avevano raccomandato ai cittadini di rimanere il più possibile nascosti e in gruppo nel tentativo di arginare il numero delle vittime in attesa di una soluzione definitiva, aveva calcolato con cura le possibili date per essere sicuro di passare quel delicato periodo nel suo rifugio ma quella, evidentemente, era una delle rare volte in cui il problema si era presentato in anticipo, cogliendolo impreparato. Certo che il calore non sarebbe arrivato per altre due settimane come minimo, non aveva nemmeno con sé i soppressori per alleviare i sintomi e nascondere l’odore afrodisiaco dei suoi feromoni e appena si accorse, nel giro di poco, che il malessere improvviso non era dovuto all’ansia di girare da solo in una città all’apparenza deserta ma all’incubo peggiore di qualsiasi Omega ancora privo di compagno, si sentì perduto. Il rifugio che aveva trovato da quando casa sua era stata distrutta dall’attacco di un demone non era molto lontano ma le vampate di calore gli rendevano difficile anche solo respirare e la nausea e il dolore al ventre, rispondendo probabilmente all’agitazione, erano già molto forti. Sapeva bene però che quello era solo l’inizio e si sforzò di proseguire augurandosi che nessuno nelle vicinanze si accorgesse di lui. Di solito era in grado di badare a se stesso ma al momento era del tutto vulnerabile e il terrore di finire come tanti altri Omega, brutalmente aggrediti da uomini o demoni, peggiorava sempre di più la situazione.

Trattenendo a fatica lamenti di dolore e paura, si trascinò per qualche centinaio di metri finché una fitta più forte delle altre non lo costrinse a rannicchiarsi a terra in ginocchio nella speranza che passasse. I sintomi peggioravano con una rapidità spaventosa e l’istinto di trovare al più presto sollievo in qualunque modo si scontrava con la ferrea volontà di non cedere finché non fosse stato al sicuro nel suo nido. In uno sprazzo di lucidità si ripromise di non uscire mai più senza il flacone di pillole in tasca, ma chissà se ci sarebbe stata una prossima volta?

 

 
Nel frattempo, a poca distanza da lì, un giovane Alpha di nome Amir si aggirava guardingo per le strade deserte diretto alla vecchia stazione della metropolitana all’estrema periferia di Domino in cui lo aspettavano suo fratello gemello e il suo compagno. Di solito uscivano insieme ma Marik non era ancora guarito del tutto dalla ferita che si era procurato l’ultima volta, e dopo una breve discussione quel pomeriggio, Kek era rimasto al suo fianco per proteggerlo da eventuali pericoli mentre lui andava in cerca di provviste nei campi abbandonati poco fuori città.

In realtà era difficile che quei mostri attaccassero i rifugi sotterranei – divenuti per questo la scelta migliore per la gente rimasta senza casa –, ma i due Alpha, già poco inclini per natura a stare vicini, erano molto protettivi con la persona più importante per loro. Nonostante i dissapori, Amir aveva sempre fatto di tutto per il fratello Omega e il soulbond tra quest’ultimo e Kek si era fatto subito sentire quando si erano trovati per caso a combattere contro un gruppo di demoni particolarmente insidiosi qualche settimana prima.

Dal momento che i tre, di origine egiziana, stavano cercando un nuovo rifugio, alla fine Marik aveva insistito perché vivessero insieme. Del resto sapevano tutti che rimanere da soli in quel mondo sempre più pericoloso per gli esseri umani avrebbe potuto essere un errore fatale e non voleva abbandonare l’unico membro della famiglia rimastogli dopo la scomparsa dei fratelli maggiori Rishid e Ishizu, dai quali si erano accidentalmente separati poco tempo prima con chissà quali conseguenze.

Con i sensi tesi al massimo per captare eventuali pericoli, a un certo punto il ragazzo fiutò nell’aria un aroma inconfondibile che risvegliò all’istante il suo lupo interiore e qualcos’altro nei pantaloni.

Concentrandosi, gli parve di riconoscere il lamento sofferente di un Omega in calore, ma nonostante il desiderio di rispondere a quel richiamo nel modo più animalesco possibile, si costrinse a inghiottire senza acqua un paio di pillole dal flacone che portava sempre con sé prima di correre in quella direzione. La voglia di mordere e possedere quella creatura così invitante non era ancora passata, ma Amir era abituato a resistere. Avendo un Omega in famiglia, non si sarebbe mai perdonato se ne avesse aggredito uno, e di certo non l’avrebbero fatto Marik e i loro fratelli.

Guidato da quel profumo così dolce, nonostante la sgradevole traccia di paura, raggiunse presto una strada laterale in cui un ragazzo all’incirca della sua età si stava contorcendo sull’asfalto in preda al dolore. Gli sembrò strano che fosse solo ma non c’era davvero nessun altro nelle vicinanze e il giovane Alpha rimase a fissarlo per qualche interminabile secondo senza riuscire a muovere un muscolo. Era certo di non aver mai visto quel tizio ma avvertiva un legame profondo che contrastava evidentemente l’effetto dei suoi soppressori. Non riusciva a spiegare in altro modo il desiderio di alleviarne le sofferenze prendendolo all’istante in mezzo alla strada, senza però fargli del male.

Rabbrividì immaginando la scena e si costrinse a buttar giù un’altra pastiglia, augurandosi che bastasse, mentre il ragazzo, accortosi probabilmente del suo odore, sollevava la testa con una sorta di guaito che rischiò di fargli perdere il controllo.

Anche Ryou, nonostante l’istintivo terrore nel sentire l’eccitazione di un Alpha così vicino a lui, percepiva qualcosa di strano e addirittura rassicurante, che lo spinse a chiamarlo nella speranza di ricevere un minimo di sollievo. Non aveva mai desiderato tanto di essere toccato e posseduto, al punto che la paura iniziava a dissolversi, portandolo a rendersi inconsapevolmente ancora più appetibile.

Amir deglutì a vuoto vedendolo muoversi leggermente in un chiaro invito a farlo suo e capì di doverci mettere un freno prima che quel folle Omega gli facesse compiere gesti di cui entrambi si sarebbero pentiti. Più tardi avrebbe dovuto approfondire la faccenda del soulbond, visto che durante le lezioni al riguardo si era ben guardato dal prestare attenzione, ma al momento c’erano altre priorità.

Sfruttando la sua aura e un lieve ringhio per imporgli di stare fermo, gli si avvicinò rapido, aiutandolo a rimettersi dritto. Come immaginava, Ryou ansimò ancora di più ad ogni singolo passo nella sua direzione e l’Alpha, per sicurezza, inghiottì l’ennesima pastiglia prima di chinarsi su di lui e toccarlo, provocando a entrambi un intenso brivido.

«Piantala, idiota!» lo redarguì severo quando il ragazzo, eccitato all’inverosimile, cercò di raggiungere la ghiandola sul suo collo, aprendo nel frattempo le gambe.

A quelle parole l’Omega si ritrasse con un uggiolio di disappunto ma la sua stessa natura gli impediva di disobbedire all’ordine diretto di un Alpha e Amir sospirò di sollievo. Non sapeva quanto ancora sarebbe riuscito a resistere a quelle provocazioni del tutto inconsapevoli, a giudicare dall’odore di feromoni nell’aria e dal calore troppo intenso emanato dal suo corpo, e sperò che l’effetto durasse abbastanza a lungo da permettergli di raggiungere il suo rifugio senza incidenti. Per fortuna Kek non sarebbe stato un problema, visto il legame già suggellato con Marik, e suo fratello, in quanto Omega, avrebbe potuto aiutarlo a gestire il loro ospite. Anche se lo sconosciuto si sarebbe meritato ben altro per averlo provocato a tal punto, non aveva intenzione di approfittare di qualcuno incapace di intendere e di volere. Del resto, se erano davvero soulmate come sospettava, ci sarebbe stato tutto il tempo di realizzare le allettanti fantasie che gli balenavano in testa da quando l’aveva incontrato.

Nonostante la difficoltà a mantenere il controllo, lo prese quindi tra le braccia e si incamminò di nuovo verso la stazione, cercando di ignorare i gemiti del ragazzo e il suo profumo allettante che gli stava dando alla testa.

 

 
Nello stesso momento Marik si aggirava inquieto per il rifugio senza trovare pace. Stava scendendo la sera e suo fratello non era ancora tornato. Possibile che i demoni avessero preso anche Amir, come probabilmente avevano già fatto con Rishid e Ishizu?

«Vedrai che tra poco sarà qui. Non è così facile ucciderlo» cercò di consolarlo per l’ennesima volta Kek, sforzandosi di mostrare una sicurezza che in realtà non sentiva. Non che gli importasse particolarmente della vita dell’altro Alpha, ma in fondo si era abituato ad averlo tra i piedi e sapeva che per Marik, nonostante gli accesi litigi tra i due fratelli, sarebbe stato un colpo terribile perdere anche lui. Avrebbe dovuto fare un bel discorsetto a quell’idiota appena fosse tornato, ma per il momento poteva solo aspettare, augurandosi che le sue parole fossero vere.

Doveva essere già buio fuori quando entrambi percepirono la presenza di Amir, stranamente in compagnia di qualcuno che la coppia identificò subito come un Omega in calore.

«Vedi che avevo ragione? Tuo fratello è andato a prendere qualche provvista in Egitto, e già che c’era si è trovato anche un compagno» disse con un ghigno Kek, guadagnandosi un’occhiataccia e un ringhio poco amichevole da parte del nuovo arrivato. Sapeva di averci messo fin troppo a tornare a casa, ma certe battute poteva anche risparmiarsele!

«Cos’è successo? Pensavamo ti avessero divorato!» rincarò la dose Marik, lasciando tuttavia trasparire un’ombra di sollievo per il suo ritorno che non passò inosservata.

«Non ti ci mettere anche tu» sbuffò irritato Amir, lasciandolo per un attimo a bocca aperta per la rabbia e lo stupore. Il giovane Alpha sapeva fin dall’inizio che gestire un Omega in quelle condizioni sarebbe stato un problema non da poco, ma non aveva calcolato che il suo odore, oltre a farlo impazzire, avrebbe attirato più volte demoni affamati che era toccato a lui uccidere senza nessun aiuto e il suo umore era a dir poco pessimo. Gli avrebbe fatto bene una bella sc0pata per distendere finalmente i nervi ma al momento era fuori discussione.

«Ho semplicemente trovato un Omega da solo per la strada e ho impedito a quelle bestiacce di divorarlo» spiegò, guardandosi intorno in cerca di un luogo adatto per depositare il ragazzo che si lamentava piano tra le sue braccia.

«Non aveva con sé i soppressori quindi» disse incredulo Marik.

«Penso proprio di no» rispose Amir.

«Bene. Se l’hai portato qui senza toccarlo, significa solo una cosa: speriamo sia più facile starti vicino ora che hai trovato il tuo soulmate» commentò Kek per stuzzicarlo un po’.

«Chiudi quella boccaccia o te la chiudo io per sempre» sbottò il diretto interessato, fulminandolo con lo sguardo mentre la sua aura reagiva di conseguenza.

«Basta voi due» sbuffò Marik annoiato, accortosi che Ryou si stava agitando di nuovo in risposta al loro odore virile, per poi spingere il fratello fino all’angolo in cui avevano ammucchiato alcune coperte di emergenza trovate in giro nelle settimane precedenti.

Pensavano di usarle per l’inverno ormai alle porte ma sarebbero state perfette per creare un quarto giaciglio su cui Amir depose con inaspettata delicatezza il ragazzo febbricitante. O meglio ci provò, visto che questi si aggrappò a lui gemendo finché l’Alpha, capito che Marik non avrebbe ottenuto nulla con le buone, non gli ringhiò contro esasperato.

Solo allora Ryou si convinse a mollare la presa con un uggiolio disperato che il suo salvatore si sforzò di ignorare. In realtà non avrebbe chiesto di meglio che dargli finalmente ciò che entrambi bramavano ma non voleva approfittare di una disponibilità che in condizioni normali non avrebbe certo avuto.

«Pensi tu a lui, prima che gli insegni a smetterla di provocarmi?» domandò brusco al fratello, che subito annuì con un mezzo sorriso mentre l’Alpha si allontanava a malincuore in cerca di un angolo in cui chiudersi per riprendere il controllo.

Rimasto solo, Marik lanciò un’occhiata compassionevole a Ryou senza sapere bene cosa fare. Per aiutarlo gli sarebbero serviti i suoi soppressori e l’occorrente per le spugnature, ma gli dispiaceva lasciarlo solo il tempo necessario a procurarsi il tutto.

Per fortuna Kek apparve in quel momento alle sue spalle con una bottiglia d’acqua e il prezioso flacone, prima di tornare indietro a prendere un catino e degli asciugamani per rinfrescare il loro ospite.

Non fu facile convincere Ryou, non del tutto cosciente, a mandar giù una pastiglia, ma alla fine riuscì a riadagiarlo tra le coperte, promettendogli che a breve si sarebbe sentito meglio. Si augurava che il dosaggio non fosse troppo forte, dal momento che in genere i soppressori erano personali, ma non avevano idea di dove abitasse per prendere i suoi e a quell’ora non era pensabile raggiungere il medico della zona per fargliene preparare un altro flacone su misura. Per fortuna non sembrò avere effetti collaterali e Marik, sollevato, continuò a rinfrescarlo, facendo del suo meglio per tranquillizzarlo quando si agitava per gli incubi come avevano sempre fatto i suoi fratelli con lui prima dell’incontro con Kek. Purtroppo quest’ultimo non poteva aiutarlo, dal momento che l’odore di un Alpha, sia pure già impegnato, avrebbe rischiato di agitare Ryou ancora di più, ma sapeva bene di cosa c’era bisogno in quei momenti e cercò di accontentarlo per quanto possibile.

La temperatura ci mise parecchio a tornare a un livello accettabile ma Marik non osava dargli un’altra delle sue pastiglie a distanza ravvicinata senza il parere di un medico. Da mesi ospedali e ambulanze avevano smesso di funzionare e non voleva rischiare di averlo sulla coscienza.

Ogni tanto Ryou si svegliava lamentandosi per il dolore e la nausea e dopo un po’ l’altro Omega, impietosito, si sdraiò di fianco a lui per coccolarlo. Sapeva bene che il loro nuovo compagno avrebbe avuto bisogno di tocchi molto più intimi per sentirsi meglio, ma non era il caso di essere tanto generosi, data la situazione. Amir, in particolare, non avrebbe resistito ai gemiti di piacere del suo soulmate e non sarebbe certo stato lui a fargli perdere il controllo che aveva tanto faticato a mantenere.

Cercando di ricordare i movimenti dei suoi fratelli, massaggiò a lungo la schiena di Ryou, parlandogli dolcemente per farlo rilassare finché non lo sentì cedere alla stanchezza. Solo allora si concesse a sua volta qualche ora di sonno, augurandosi che il momento peggiore fosse passato.

 

 
Prompt: Omegaverse (dark urban fantasy)

 

 
Angolo autrice:

Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non ho mai scritto su questi trope ma spero che il risultato sia almeno decente e che la fic sia stata un regalo gradito per NekoRika e tutti gli amanti di queste bellissime coppie. Purtroppo alcune parti non sono riuscita ad approfondirle come avrei voluto per ragioni di tempo ma tornerò sicuramente a scrivere su questa AU e cercherò di aggiustare un po’ il tiro. 😊

Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo. <3

Tanti auguri di buon Natale e buone feste a voi e ai vostri cari e alla prossima!

Un bacio,

Ellygattina

 

 P.S.: Come ho scritto nell’introduzione, la fic partecipa all’iniziativa “Secret Santa 2022” indetta dal gruppo fb “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”. Passate a trovarci! 😉

  
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