Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: speechlessback    27/12/2022    5 recensioni
ushisaku | 1.5 K | Storia scritta per il Calendario dell'Avvento del gruppo Fb "Hurt/Comfort Italia".
Ushijima Wakatoshi, Sakusa Kiyoomi, attraverso gli anni: saluti all'aeroporto, promesse mai richieste. Un cuore che non è abituato a chi rimane, delle mani che vogliono curare.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kiyoomi Sakusa, Wakatoshi Ushijima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un bel dì, vedremo
 
Quando Ushijima Wakatoshi solleva lo sguardo dal telefono, rimane sorpreso dall’involucro che gli viene mostrato. Rimanere sorpreso non è esattamente una situazione che sa come gestire. Le emozioni, a mo’ di assunto generale, gli risultano di difficile interpretazione.
Di fronte a lui, ad un terminale piuttosto affollato, si innalza (non a caso, è un giocatore di tutto rispetto anche lui) Sakusa Kiyoomi. Che gli porge il suddetto pacchetto. Ushijima è abbastanza convinto che sotto la mascherina si stiano fronteggiando emozioni indescrivibili - ma neppure troppo.
Sul volto di Sakusa riesce a scorgere solo gli occhi profondi, neri come la pece. Qualche ricciolo scomposto che è sfuggito al berretto, il soprabito tirato fin su, i guanti neri - eleganti, evidenziano le dita lunghe, proteggono le mani dal freddo; ogni dettaglio compone il quadro compito del ragazzo che lo ha accompagnato in aeroporto, e si appresta a salutarlo.
Il pacchetto gli viene porto con sicurezza - mani dalle dita forti, gesti decisi: Ushijima fa caso ai guanti, nel millisecondo che passa in cui il pollice li sfiora. Transazione effettuata, pacchettino consegnato: le mani lievemente tremanti di Sakusa Kiyoomi diventeranno un lontano ricordo. Sono già, d’altronde, un motivo di sfida.
Lo schermo annuncia l’apertura imminente del gate per il volo, poco è il tempo che rimane per la cortesia fine a se stessa. Ushijima prende il pacchetto, lo posa nel bagaglio - lo scarterà con dovuta cura e occhi bambini una volta atterrato, una stretta al cuore quasi impossibile da decifrare e che solo gli anni potranno disvelare -; fa un cenno a Sakusa, un sorriso quasi impercettibile. Gli sembra di scorgere l’ombra di un quesito negli occhi dell’altro, ma potrebbe essere la stanchezza della sveglia nel bel mezzo della notte.
Ushijima Wakatoshi si volta, si dirige verso la zona degli imbarchi. È la sua prima stagione in Polonia, in una terra più fredda del Giappone, in una squadra fatta di giganti.
Stringe a sé lo zaino, il pacchetto solo per poco dimenticato: sorride.
 
//
 
Quelle che un tempo erano linee sottili attorno agli occhi di Sakusa si sono poi mutate in linee più profonde. Preoccupazione per un set decisivo, un cambio squadra che potrebbe fargli comodo, l’ambivalenza costante tra la voglia di prendere un aereo e correre lontano - ma non troppo, solo in Polonia - e quella di godersi il piano prestabilito, una carriera fatta e finita.
Questo, Ushijima Wakatoshi, può solo immaginarlo. Ha imparato ad osservare il mutare di quello sguardo indecifrabile, nel corso degli anni. Ritiene persino di essere migliorato nelle conversazioni di convenienza, negli scambi che anticipano il nocciolo della questione.
Quanti aerei ha preso?
Innumerevoli.
Quante occasioni ha perso?
Occhiate di sfuggita al telefono, frasi mai dette e pronunciate a voce così bassa che la mascherina non poteva che mangiarsele tutte.
Quante volte, è mancato il coraggio?
 
//
 
Quindi Ushijima Wakatoshi osserva le linee d’espressione sul volto di Sakusa Kiyoomi. Può farlo perché, in fondo, alla soglia dei trent’anni, ha capito che poi delle convenzioni sociali continua a fregargliene poco. Può farlo perché sono vicini, vicinissimi - e più vicini di così, forse, non lo sono mai stati. Le ginocchia di entrambi talvolta si sfiorano - sarà per caso o perché sono due omaccioni? -, e ad Ushijima pare quasi che l’intera situazione sia più intima di qualsiasi camerino in cui entrambi si siano trovati a condividere uno spazio, la rabbia di una sconfitta, l’euforia della vittoria.
Le ginocchia si sfiorano, entrambi si stiracchiano. I sedili sono fin troppo piccoli per due giocatori professionisti di pallavolo, non a caso.
Sono seduti compiti, e nessuno dei due è in realtà intenzionato a fare conversazione. Sono lì per godersi lo spettacolo. Una delle tante, piccole - infinitesimali, accuratamente selezionate - cose in comune che non penseresti d’avere con la persona che è stata una costante della tua gioventù: parlare di musical, regalarsi un biglietto per gustarsi lo spettacolo. Magari più tardi andare a cena e commentare qualche partita. Non affrontare l’elefante nella stanza che è accresciuto di peso e misura, col passare degli anni.
Moulin Rouge, come scelta, è quella che a Wakatoshi convince di più. Ha una storia tragicamente emozionante, ed entrambi conoscono così bene le canzoni da poter evitare di imbarazzarsi per l’inevitabile finale della serata: due uomini adulti, di stazza considerevole, che piangono come vitellini sulle note di “Come what may”.
Wakatoshi, purtroppo, ancora non l’ha capito cosa passa nella testa di Sakusa Kiyoomi. II testo intona “I will love you, until my dying day”, e Sakusa scuote solo lievemente la testa - è solo un millimetro, c’è poca luce nel teatro, Wakatoshi l’avrà immaginato. Ma è allora, proprio lì, che lo spazio perde i suoi contorni, e il tempo sembra quasi fermarsi su se stesso: Wakatoshi non vuole più mezze misure.
Vuole saltare tutti i silenzi, colmare le distanze, afferrare le mani del ragazzo - dell’uomo - seduto al suo fianco. Affrontare l’elefante nella stanza. Tenergli la mano mentre le ultime note segnano la fine del dramma.
Wakatoshi impiega all’incirca mezzo secondo per decidersi, afferrare, tirare a sé, cancellare ogni distanza; il gesto esce fuori molto più repentino di quanto lui stesso se lo immaginava.
Sakusa ha le mani fredde. Anzi, freddissime.
A Wakatoshi viene spontaneo, naturale, reazione istintiva, e gliele stringe. Sono dieci secondi?
In quelle mani sono passate schiacciate e servizi, set e pacche sulla spalla, rivalità e amicizie; sembra ora riescano a percorrere tutti gli stadi dell’emozione umana. La sorpresa, il turbamento. Sakusa ha le mani fredde, freddissime. Wakatoshi, per essere - ancora? - un giocatore professionista, le ha liscissime.
Sono più di dieci secondi.
Le mani di Sakusa raccontano un sacrificio, il freddo del Giappone. Il rigore di una scelta portata avanti fin dalle elementari.
Sono screpolate, ruvide. L’esatto opposto di quello che Wakatoshi immaginava. L’esatto opposto della cura minuziosa con cui Sakusa ha intessuto una vita intera.
 
//
 
Wakatoshi si scosta, il momento sembra passato. Verrà registrato e incasellato come uno tra i tanti altri - anche se nessuno dei due lo vuole.
“Hai le mani particolarmente secche.”
“È il freddo, posso farci poco.”
Conversazioni, frasi a metà. L’elefante rimane lì. Le mani di Sakusa, ormai oggetto di studio e ricerca per la mente di Wakatoshi. Che a poco altro riesce a pensare, se non a stringerle e stringerle di nuovo. A poterle curare.
“Per questo mi hai regalato la crema?”
“Uhm?” Sakusa fa finta di non capire. Wakatoshi non finge, sa che ha capito. Ha colto un lampo negli occhi neri come la pece. Ci vuole solo un po’ di esercizio, ed il volto di Sakusa Kiyoomi inizia ad essere un po’ più comprensibile.
“Per il mio primo anno all’estero. La crema per le mani.”
Sakusa ferma le bacchette a mezz’aria, ci pensa su. Le posa sul piatto.
Fissa gli occhi su quelli verdi dell’uomo che ha di fronte.
“Non volevo ti rovinassi le mani col freddo.”
Wakatoshi annuisce.
Coglie l’attimo e posa la sua mano su quella di Sakusa, poggiata sul tavolo. Conta i nei, si sofferma - ancora e ancora - sulle linee profonde e i calli, i polpastrelli ruvidi e i palmi secchi.
//
“Voglio essere io a regalarti la crema.”
“Eh?”
“Esattamente quello che ho detto.”
“Una crema per le mani?”
“Sì. Posso massaggiartele io. Aiuta molto, me l’hanno insegnato a Varsavia. Un trucchetto da spogliatoio.”
“Vuoi curarmi le mani? In videochiamata?”
“Voglio regalarti la crema. Poi stringerti le mani. Prima, magari, andiamo a cena. Possiamo ripensare all’ordine giusto con cui fare queste cose. Ci sarà sicuramente un ordine giusto.”
“In Polonia?”
“In Giappone, Kiyoomi. In Giappone.”

 
In un quartiere qualunque di Tokyo, nella neonata abitazione Kiyoomi-Wakatoshi.
Un albero di natale addobbato in modo discutibile, i regali a riparo del loro cagnolone malefico (di nome Bond - ché sono entrambi patiti di anime). C’è un piccolo pacchettino, i biglietti per uno spettacolo teatrale.
Sotto quell’albero, a riparo dal cagnolone, impilato insieme agli altri pacchettini, tessuto vivente dell’abitazione: una promessa.
Quella di curarsi di quelle mani ruvide e scrupolose, di quel cuore poco abituato a chi rimane - ma fin troppo alle partenze. C’è la promessa del dolore - quello inevitabile delle mani che cedono, e lasciano la pallavolo, e non c’è più set o servizio, solo inevitabile vuoto. C’è la promessa della cura, mai dell’abbandono.
Infine, la promessa di stringerle, di donargli conforto: come accadeva al terminale di un aeroporto, in fila per il ramen, quando hanno segnato il punto decisivo per una vittoria che neanche loro ricordano più. Quando, per la prima volta, le hanno percorse con calma.
Wakatoshi ha spalmato la crema, massaggiandogli i polsi indolenziti, con cura, dedizione e gioia. Sakusa gliel’ha lasciato fare.
Per ogni altro contatto, non c’è stato più bisogno di guanti.
 

Il titolo della storia è liberamente ispirato a Madama Butterfly, ma soprattutto ad una performance di pattinaggio che mi ha pompato mentre la scrivevo. Il prompt era Moulin Rouge ma ho praticamente cambiato idea a metà, doveva essere H/C ma non lo è - insomma, se qualcuno ha capito come funziona la mia testa, mi faccia un fischio. Comunque la ushisaku is so underrated, loro so beautiful è stato un onore raccontarli. Buone feste peopleee
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: speechlessback