27/12/2022
3 recensioniNdA: storia scritta per l'Advent Calendar del gruppo facebook: Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction - GRUPPO NUOVO.
Prompt 201: voglio aiutarti
Prompt 201: voglio aiutarti
Quando avvicinandosi allo Shimada Mart lo accolse un rumore di metallo che sbatteva e vetri infranti, la prima cosa che passò per la mente di Yamaguchi fu "Rapina", l'ansia stava già salendo, offuscando la razionalità.
Un respiro profondo... due... tre...
Calmati.
Un respiro profondo... due... tre...
Ragiona.
Un respiro profondo... due... tre...
Pensa lucidamente.
Un respiro profondo... due... tre...
La vista tornò a fuoco.
Le luci erano tutte accese, era sera, ma ancora molto presto, senza contare che si trovava in una zona abitata solo da famiglie in una piccola prefettura.
Era difficile che si trattasse di ladri.
"Kami che male!".
La voce di Shimada-san, dolorante, ma non spaventata, lo riportò alla realtà e convinse i suoi piedi a portarlo dentro il negozio di alimentari.
"Shimada-san cosa è successo?" chiese, mentre lasciava cadere a terra la borsa, correndo nella direzione del suo nuovo mentore.
Domanda sciocca.
La risposta era piuttosto evidente se il grande albero di Natale del negozio steso a terra voleva dire qualcosa.
Gran parte delle decorazioni era rotolate fino alla porta, o in frantumi, la scala era gettata malamente su uno scaffale da cui aveva fatto cadere la merce e Makoto Shimada era lì, seduto a terra tenendosi una caviglia gonfia e dolorante.
"Temo che dovremo rimandare l'allenamento di questa sera Yamaguchi" rispose, sorridendo.
Era uno di quei sorrisi genuini e calmanti che faceva di solito, ma non riuscì a coprire la smorfia di dolore che gli sfuggì mentre tastava ancora la gamba.
"A- aspetta!" gridò Yamaguchi, avvicinandosi al più grande e passandogli un braccio attorno al busto.
"Voglio aiutarti! C-cioè... hai bisogno di aiuto ad alzarti, no?".
Shimada arrossì e voltò la testa altrove, in imbarazzo per essere costretto a farsi aiutare da un ragazzino.
"Proprio un gran mentore, eh!" mormorò sarcasticamente tra sé, mentre Yamaguchi lo aiutava ad arrivare fino alla sedia dietro alla cassa, senza appoggiare il piede destro, fingendo di non sentire.
"Sei caduto dalla scala?" chiese con il solito tono timido e pacato.
"Già, mi sono sporto più del dovuto per mettere il puntale e ho perso l'equilibrio... cosa stai facendo?" chiese, stupito, vedendo Yamaguchi iniziare a muoversi per il negozio.
Il ragazzo non rispose, tornò poco dopo con una pomata e della garza, non erano perfette, erano le versioni economiche che vendevano lì in negozio, ma sarebbero andate bene.
Tolse scarpa e calzino e arrotolò la gamba della tuta di Shimada, mentre questi arrossiva di nuovo fino alla punta delle orecchie, lasciandosi accudire dal kohai.
Si sentiva sciocco, in imbarazzo, maldestro e indegno di fare da insegnante a qualcuno che si ritrovava addirittura costretto a prendersi cura di lui.
"È troppo stretto?".
La voce di Yamaguchi interruppe i suoi pensieri.
Abbassando lo sguardo vide la caviglia già perfettamente fasciata.
Provò a muoverla lentamente.
Era... "Perfetta.".
Yamaguchi sorrise raggiante e gli fece delicatamente calzare di nuovo il calzino e la scarpa, prima di girarsi e andare a sistemare il pasticcio che era il suo negozio.
Kami! Avrebbe smesso di arrossire quella sera?
"Dovresti andare a casa Yamaguchi, è tardi.".
"Non prima che il coach sia qui per darti una mano." rispose senza neanche guardarlo, continuando a pulire il pavimento dalle decorazioni rotte.