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Autore: musa07    30/12/2022    9 recensioni
[DaiSuga][Post Time!Skip][Daichi BDay]
"Daichi si sta godendo il suo whisky sorseggiandolo piano, grato del fatto di come lo senta scivolare giù per la gola e scaldarlo, mentre si gode il lieve chiacchierio sommesso degli altri avventori del locale e la rinfrancante melodia jazz in sottofondo. Questo e il calore che ha trovato all’interno del locale, lo stanno in qualche modo cullando[...]
Sta gettando una pigra occhiata all’orologio che porta al polso destro, riportando il bicchiere alle labbra, quando una voce al suo fianco si fa spazio in mezzo a quel caleidoscopio di suoni.
- Buonasera agente. -
Daichi si blocca, guardingo. Non è da lui farsi cogliere di sorpresa in quel modo, alle spalle per di più.
- Sta aspettando qualcuno, agente? -
- Chissà… -[...]"
[Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2024 indetti sul forum Ferisce la penna]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una piccola oneshotina
per il compleanno di Daichi.

[Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2024 indetti sul forum Ferisce la penna]
Enjoy




 
Chi vuol muovere il mondo, muova sé stesso



Il locale è tranquillo. Sorge al pianoterra di un alto edificio adibito per lo più ad uffici, ad una scuola di musica e a una di danza. 
È lungo e stretto e contiene sì e no una quindicina di posti, di cui la metà sul bancone che corre lungo davanti alla vetrata che dà sulla strada e l’altra metà in un unico tavolo dagli alti sgabelli.
È uno dei suoi locali preferiti, dove qualche volta si ferma anche con i colleghi quando staccano dal turno. 
È semplice ma arredato con gusto nella sua sobrietà, dove negli scaffali della parete dietro al bancone alle eleganti bottiglie di alcolici si alternano dischi degli anni ‘70 dalle copertine psichedeliche che danno al locale quel tocco di colore caleidoscopico.
I due giovani proprietari lo conoscono molto bene ormai, e non solo perché è uno dei poliziotti del quartiere; vista l’ora (e avendo anche avuto una soffiata che oggi sia il suo compleanno) gli offrono il solito. Uno Suntory Hibiki

Daichi si sta godendo il suo whisky sorseggiandolo piano, grato del fatto di come lo senta scivolare giù per la gola e scaldarlo, mentre si gode il lieve chiacchierio sommesso degli altri avventori del locale e la rinfrancante melodia jazz in sottofondo. Questo e il calore che ha trovato all’interno del locale, lo stanno in qualche modo cullando.
È seduto in uno di quei posti sul bancone, uno di quelli dai quali si può godere la vista esterna, quel via-via di gente che, in quei giorni che son comunque di festa, procede più lentamente del solito, non seguendo la solita frenesia che sarebbe normale in un giorno lavorativo. Osserva le luci natalizie sugli alberi ai lati del marciapiede, vede come il vento che sta soffiando ostinato dal mattino giochi con le chiome spoglie di tali alberi.
Il buio all’esterno rende più luminoso il suo riflesso sul vetro, la candela rossa al suo fianco, che emana una luce fioca e tremolante ma estremamente vivida, fa guizzare le ombre sul suo volto. Si sistema il colletto della camicia immacolata e si passa una mano tra i capelli.
Sta gettando una pigra occhiata all’orologio che porta al polso destro, riportando il bicchiere alle labbra, quando una voce al suo fianco si fa spazio in mezzo a quel caleidoscopio di suoni.
- Buonasera agente. -
Daichi si blocca, guardingo. Non è da lui farsi cogliere di sorpresa in quel modo, alle spalle per di più. Era così immerso nei suoi pensieri che non l’ha sentito arrivare.
Si volta con la sua espressione severa delle migliori in volto verso il nuovo venuto.
Daichi lo fissa senza dire una parola. Da bravo poliziotto sa che stando in categorico silenzio e fissando il soggetto dritto negli occhi, questi si sentirà in soggezione e inizierà a parlare.
E così è, anche se il nuovo arrivato non si fa minimamente spaventare da quel cipiglio severo e schiude le labbra in un sorriso che è al tempo stesso angelico ma anche malizioso.
- Sta aspettando qualcuno, agente? -
- Chissà… -
- Siete sempre così misteriosi voi poliziotti. Le dispiace se le faccio compagnia mentre attende? -
Daichi gli getta l’ennesima occhiata sospettosa, per poi scuotere la testa divertito in qualche modo e facendogli segno con un gesto del capo al posto libero al suo fianco.
- Grazie. - sorride l’altro, in modo teatrale mentre si toglie il proprio giubbotto e nel momento in cui gli si siede a fianco, Daichi può sentire il profumo della sua pelle impadronirsi delle narici e il calore della sua gamba, che l’altro appoggia forse apposta, addosso alla propria.
- Allora agente - riprende a parlare il nuovo arrivato, dopo aver fatto segno ad uno dei ragazzi al bancone che prende lo stesso di Daichi – ho bisogno del suo aiuto. -
Daichi gli getta un’occhiata ora molto attenta.
- Sa, credo proprio di essermi perso. - mormora l’altro avvicinandosi con fare cospiratorio a lui e nuovamente Daichi viene ammaliato da quel profumo.
- Veramente? - chiede il festeggiato, con una evidente punta divertita nel tono della voce, mentre gli occhi color ardesia del nuovo arrivato gettano una rapida occhiata alla fede in oro bianco che Daichi porta all’anulare sinistro. Fede con la quale Daichi sta giocherellando, facendosela roteare sul dito.
- Sì – continua l’altro, incrociando ora lo sguardo di Daichi - mi sono perso nei suoi occhi agente. -
E Daichi, che si era perso a fissare quell’intrigante neo sotto l’occhio sinistro dell’altro, riporta ora gli occhi su quelli del nuovo arrivato. È una piccola occhiata di biasimo quella che gli lancia. E di rimprovero forse. Ma l’altro non si fa intimorire per nulla e una piccola, quanto soave risatina, gli fuoriesce dalle labbra, mentre porta l’attenzione dello sguardo sulla vetrata di fronte a loro, osservando il loro profilo riflettersi in essa.
Daichi continua a tacere, non demorde. Vuole vedere fino a dove si spingerà la sfacciataggine dell’altro. 
Lo scruta attentamente a sua volta attraverso il loro riflesso sulla vetrata con profonda considerazione.
- Certo che lei, per essere un poliziotto, non fa proprio per niente bene il suo lavoro… -
E qui Daichi inarca un sopracciglio, fermando il bicchiere che stava portando alle labbra a mezz'aria, ora serissimo in volto.
- Perché mi ha appena rubato il cuore. -
No dai, non ci può credere. E dire che al ragazzo che gli sta seduto di fianco basterebbe semplicemente sorridere per avere chiunque vorrebbe ai suoi piedi, senza dover sparare fuori quelle amenità. 
Daichi lo fissa scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo. Intenzionato a non dargli corda. Ma l’altro, ovviamente, non demorde. Si avvicina ancora un altro po' e questa volta il suo profumo fa avere un piccolo brivido lungo la schiena di Daichi, che vacilla per un istante.
- Bella camicia, agente – riprendere a parlare, sfiorandogli il colletto bianco – sa dove starebbe bene? -
- Non lo dica, perché l’arresto. - lo ammonisce Daichi, puntandogli un dito sul petto.
- Oh, facciamo le cose sul serio qui. - l’altro inclina la testa di lato, mettendo su un piccolo broncio di fronte a quella reazione ma non si arrende e dopo un po' riparte alla carica. 
- Agente, io ho seriamente bisogno del suo aiuto. - insiste, fingendosi veramente terrorizzato, posandogli una mano sulla gamba.
- Sentiamo… - si diverte Daichi, lanciando un’occhiata a quella mano che si è posata troppo vicino all’inguine perché non sia stato fatto apposta.
- Io ho paura del buio… - e, così dicendo, avvicina ancora di più il volto a quello di Daichi.
- E quindi? -
- Non è che potrebbe dormire con me stanotte? -
Si fissano negli occhi un lungo, lunghissimo, istante. 

Ci prova, Daichi, a restar serio  per continuare ancora un po' quel loro gioco ma poi scoppia a ridere, con la sua risata bassa e avvolgente che, come sempre, inebria le orecchie dell’altro.
- Suga, seriamente: queste frasi da rimorchio aberranti da dove le hai tirate fuori? -
- Ma come amore, non sono intriganti e accattivanti? - Koushi sgrana gli occhi, sbattendo le lunga ciglia un paio di volte, fingendosi teatralmente scioccato.
- No, sono grottesche. - ride Daichi mentre fa intrecciare le loro dita, accarezzandogli la stessa identica fede in oro bianco che fa capolino anche sul suo anulare – Un altro po' e ti arrestavo per oltraggio a pubblico ufficiale. -
- Oh! Interessante… -
- Lo sapevo che non avrei dovuto dirlo. - alza gli occhi al cielo sospirando sconsolato, il festeggiato, mentre ascolta inebriato la risata cristallina del proprio adorato.
- Agente, lei fa sesso con gli sconosciuti? -
- No ovviamente. -
- Allora mi presento... -
- Suga smettila. - ride di cuore Daichi.
- E allora trova un modo per farmi stare zitto. - ride a sua volta divertito Suga, dandogli una spallata divertito – Altrimenti andrò avanti per tutta la serata. Anche quando arriveranno tutti gli altri per festeggiare il tuo compleanno. -
- Abbi pietà di me, ti prego. -
Koushi sta ancora ridendo quando Daichi lo attira in un bacio per poi guardarsi negli occhi e vedere tutta la solennità e l’intensità del loro amore ancora dopo tutti quegli anni.
- Buon compleanno, amore. -


FINE



Io me lo vedo troppo Suga sparar ‘ste frasi per dar il tormento a Daichi ahahah
   
 
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