Ok…
Come dire, non so cosa dire.
Ho scritto ciò che è voluto venire fuori.
Non so quanto senso abbia,
abbiate pietà di me ^///^

Il talento colpisce un bersaglio che nessun altro può colpire

Un istante può durare una eternità?
È quello che Tooru vorrebbe in quel momento.
Perché quell’istante è quello che lo fa sentire vivo. È quello che lo fa rinascere.
D’altra parte uno come Hinata Shoyo è come il sole. E quando il sole ti colpisce in faccia, in pieno volto, intorno a te non c’è altro. Non riesci a vedere altro.
E va bene così.

Non pensa Tooru. Non vuole pensare.
Ci saranno delle conseguenze? Inevitabile. Ma non importa, non in quel momento. Lui non avrà nessuna conseguenza ma non può impedirsi di pensare che per Shoyo (forse) sì.
Per quell’istante Tooru permette a se stesso di essere egoista. Lo sa che chi non lo conosce lo può tacciare di egoismo sempre ma Tooru non è così, anzi: tutt’altro. Si da agli altri e per gli altri senza riserve.
Come in quel preciso istante.
Nel momento in cui si trovano immersi nelle calde acque dell’Oceano Atlantico che lambisce e carezza pigramente i loro corpi nudi e avvinghiati riflettendosi nella luce argentea della luna.
Carezze come quelle delle labbra di Shoyo, che lo stanno tormentando sul collo, mentre il suo nome inizialmente sussurrato ed ora urlato da quelle labbra calde e turgide si infrange sulla pelle del suo corpo.
Affondare in quel corpo, in quelle carni caldi e bollenti, affondare nel piacere l’uno dell’altro è come risalire la china. È come sentirsi di nuovo vivo, in quell’atto puramente carnale e genuino. È come risalire la china di quell’Olimpo che gli appartiene.

Affondare in quel corpo, che lo sta accogliendo senza nessuna riserva o alcun indugio, è sentir risvegliare qualcosa dentro di sé. Qualcosa di vero. Di genuino. È come se la linfa vitale avesse ripreso a scorrere dentro di lui.
Chiude gli occhi, Tooru, si lascia andare completamente. Non frena la sua voce stavolta. Né tanto meno i suoi desideri. O i suoi ansiti e gemiti.
Non teme nulla in quel momento. Nessun giudizio né critica. Prima di tutto da parte di se stesso.

Tooru lo sa che un istante non può durare una eternità ma in quell’istante si sente padrone anche del Tempo.
Del suo tempo. Che finalmente si è ripreso.
Anche grazie a Shoyo. Che si è impossessato di lui. Del suo corpo.
Dei suoi desideri.
Dei suoi pensieri.
Del suo Tempo.

FINE

Chiudo l’anno con una OiHina, bene ma non benissimo AHAHAH

Buona fine e uno splendido inizio a tutt*.