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Autore: Diana924    01/01/2023    0 recensioni
Non avrebbe dovuto accettare quella follia
Francesco&Guglielmo, con in sottofondo Lorenzo/Francesco, AU!Modern, sequel ideale delle precedenti e scritta per il cow-t di landedifandom
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Francesco Pazzi, Guglielmo Pazzi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Diana924
Fandom: Medici

Titolo: Le illusioni che teniamo giù dentro noi
Personaggi: Francesco de'Pazzi, Guglielmo de'Pazzi
Rating: NC13
Note: slash, AU!Modern
Note2: come storica dissento, come fangirl slasher mi sono divertita tantissimo a shipparli durante la seconda stagione
Note3: il titolo deriva da un verso di "Per dire di no" di Alexia
Note4: scritta per la il cow-t di landedifandom 


 

Non avrebbe dovuto accettare quella follia.

Francesco de’Pazzi riconosceva di aver sbagliato, di aver sbagliato per cinque anni ma non era necessario punirlo in quella maniera. Da quando Guglielmo aveva scoperto tutto suo fratello aveva smesso di parlargli, lo guardava con un’espressione di pietà mista a rimprovero e si limitava a incontrarlo in orario da lavoro. Proprio per quello gli aveva proposto quell’uscita, non sapeva dove ma doveva parlargli, spiegargli e sperare che l’altro capisse.

Non sapeva dove fossero diretti, solo che Guglielmo aveva bisogno che fossero solamente loro due in maniera tale da poter affrontare quella questione, per quel che gl’importava potevano anche girare a vuoto per la Toscana.

<< Da quanto va avanti? E dimmi la verità >> gli domandò Guglielmo quando furono abbastanza lontani da Firenze.

<< Dai tempi del dottorato, ricordi quella volta che mi hai consigliato di accettare quell’invito? >> rispose di rimando cercando di non sorridere al ricordo di quel week end.

I gemiti di Lorenzo. Le mani di Lorenzo che lo toccavano per la prima volta, decise e indagatrici. Le labbra di Lorenzo che gemevano il suo nome mentre lui lo marchiava come suo. Il corpo di Lorenzo che aderiva al suo, i movimenti ipnotici del bacino di Lorenzo.

Ti amo, ti amo tanto… baciami, amami, non smettere mai.

Ricordava tutto di quel week end, ogni singola stanca in cui avevano scopato, come avevano scopato, la propria euforia al pensiero di come Lorenzo gli lasciasse il comando e la delusione quando aveva visto Giuliano e Clarice.

<< Cinque anni? Tu… sono cinque anni, ma che ti dice la testa? Cazzo… cinque anni >> esclamò Guglielmo, e a mente fresca lo capiva anche, da un occhio esterno doveva apparire assolutamente patetico.

<< Cinque anni che stiamo insieme >> rispose lui cercando di mostrarsi impassibile prima che Guglielmo sterzasse.

<< No! Tu e lui non state insieme, non avete una storia o qualsiasi altra stronzata ti abbia raccontato: il tizio con cui scopi non ha abbastanza coraggio per lasciare la moglie, o gli piace avere entrambi >> Guglielmo quasi urlò prima di rimettere la macchina in carreggiata e Francesco sapeva che suo fratello aveva ragione, e sapeva anche che pur conoscendo quella verità aveva fatto di tutto per evitarla.

<< Non è così facile, lui mi ama, anche troppo >> ammise, era la prima volta che lo ammetteva ad alta voce.

<< Come sarebbe a dire “troppo”? Come può amarti troppo se preferisce averti come amante? >> domandò Guglielmo, ora sinceramente curioso.

<< Accosta e te lo mostro >> rispose lui prima di aprire una cartella sul proprio cellulare. Quasi ogni giorno Lorenzo gli manda audio o foto, per non dire dei video sexy, e questo anche se avevano progettato di vedersi lo stesso giorno, quando questo non era possibile la frequenza di foto e audio aumentava sensibilmente.

Veloce selezionò un file, prese le cuffie, le consegnò a Guglielmo e quando l’altro le ebbe infilate nelle orecchie fece partire il file.

Mi manchi tanto, lo so che ci siamo visti ieri ma vorrei averti vicino a me. Non riesco a smettere di pensare a quello che abbiamo fatto. Mi manca la tua voce, i tuoi occhi, la tua bocca, il tuo cazzo… lo vorrei nella mia bocca, ti farei impazzire, lo leccherei e succhierei per ore, posso anche tenere aperta la bocca e lasciar fare tutto a te. Non so dove ti vorrei… se in bocca o nel culo, so solo che ne ho bisogno. Mi hai fatto eccitare, solo pensarci me l’ha fatto venire duro, ti vorrei vicino a me ma dovrò farmi bastare la mia mano… e pensare che sia la tua, oh si… così.

Aveva scelto uno dei file più cast ma l’espressione scandalizzata di Guglielmo gli fece capire che per l’altro era troppo.

<< Ha un problema, un problema serio, spero che tu te ne renda conta >> disse suo fratello.

<< E non hai ancora visto niente >> rispose prima di riprendersi il telefono, una nuova foto e… quella poteva usarla quando era solo pensò poco prima che Guglielmo strabuzzasse gli occhi e riaccendesse il motore.

<< E lo fa spesso? Nel senso di… mandarti foto? Audio? Forse anche video? >> domandò suo fratello.

<< Almeno tre volte al giorno, cinque se non ci vediamo per più di tre giorni >> ammise lui ricordando la prima volta che gli era accaduto in ufficio.

Finito il dottorato suo zio gli aveva subito trovato un posto nella banca di famiglia, aveva appena finito con un cliente quando aveva visto che era arrivato un video da parte di Lorenzo.

Curioso lo aveva aperto per poi richiuderlo, andare alla porta, chiuderla a chiave, tornare alla propria scrivania e abbassarsi i pantaloni.

Ti stavo pensando e mi sono eccitato così ho deciso di farti questo regalo, guardalo quante volte desideri e pensami.

Così aveva sussurrato Lorenzo nel video prima di cominciare a toccarsi, quando aveva cominciato a darsi piacere con le sue stesse dita gemendo il suo nome Francesco era stato sicuro che non avrebbe retto ancora molto ed era venuto con le implorazioni di Lorenzo nelle orecchie.

<< E ogni quanto vi vedete? >> domandò Guglielmo, erano sulla strada per Pisa notò Francesco, niente autostrada, solo strade secondarie.,

<< Ogni due o tre giorni, o in una delle ville della sua famiglia o da me >> rispose lui, non aveva mai osato far attendere Lorenzo più di tre giorni temendo un colpo di testa, l’altro aveva un’intelligenza fuori dal comune ma aveva un lato infantile e possessivo che spesso lo aveva preoccupato.

Lorenzo si era fatto trovare ad una via di distanza dalla banca e si erano salutati con discrezione prima che cominciasse a piovere. Avevano corso per quelle che gli erano sembrate ore prima di finire in un vicolo, gli abiti appicciati al corpo e i capelli bagnati. Lorenzo era bellissimo aveva pensato prima di baciarlo d’istinto e l’altro aveva ricambiato prima di spingerlo contro il muro.

<< Potrebbero vederci >> aveva sussurrato lui, la bocca di Lorenzo sul suo collo.

<< Non m’importa >> aveva replicato Lorenzo prima di baciarlo nuovamente. Avevano fatto l’amore a casa sua quella notte, il camino che scoppiettava e loro due lì accanto sul tappeto, lui che leccava l’acqua piovana dalla pelle di Lorenzo e Lorenzo che gemeva il suo nome e spergiurava di amarlo. E poi aveva ricevuto una chiamata da Clarice che voleva sapere se il menù per il ricevimento andava bene e se Carlo pensava di arrivare in tempo in chiesa o solo al pranzo.

<< A casa tua? Lo sai che è sposato, vero? Che ha una moglie, che dorme con lei e che fanno l’amore, vero? >> lo incalzò Guglielmo.

<< Tieni fuori Clarice da questa storia, non c’entra niente >> rispose lui, sapeva che Lorenzo era sposato con Clarice da due anni dopo cinque di fidanzamento ma… Lorenzo lo amava, glielo diceva sempre, assieme a come fosse l’unica scelta realmente indipendente della sua vita.

<< Clarice c’entra, lei c’era da prima, possibile che non vi rendete conto dei danni che fate, e… vi siete mai lasciati? >> domandò Guglielmo.

<< Mai, anche prima che si sposasse. Se vuoi saperlo dopo l’addio al celibato siamo andati a casa e ha preteso di farsi scopare sul letto che a partire dal giorno dopo avrebbe condiviso con Clarice. Prima ancora mi ha scopato contro il muro >> ammise, si ricordava bene cosa gli avesse detto Lorenzo quella notte.

Scopami, fai l’amore con me come se fosse la mia notte di nozze, voglio averla con te la mia prima notte, se solo potessi sposarti…. Ti sposerei anche ora e passeremo tutta la vita a fare l’amore, dammi la mia notte di nozze Francesco, amore mio, non amerò mai nessuno come amo te, sai che lo faccio solo per la mia famiglia, vero?

<< E ora? Sarò dalla tua parte anche se non rispetterò la tua decisione, quello che hai fatto è sbagliato >> dichiarò Guglielmo mentre il cartello con su scritto “Pisa” si avvicinava sempre di più.

<< Ora non lo so, ho detto a Lorenzo che ti avrei parlato, lui non smetterà, io non voglio smettere >> ammise lui. Era innamorato di Lorenzo de’Medici, Francesco era abbastanza coraggioso da ammetterlo, e sapeva che l’altro non avrebbe rinunciato a lasciarlo, Lorenzo non si sarebbe fatto alcuno scrupolo a ricorrere ai peggiori ricatti pur di tenerlo legato a sé.

Guglielmo stava per rispondere quando sentì suonare il telefono: Lorenzo.

<< Parli del diavolo >> rispose prima di rispondere, se non rispondeva entro cinque secondi Lorenzo era capacissimo di intasargli la memoria con foto sconce e vocali al limite del pornografico.

<< No, non sono a Firenze… sono a Pisa con Guglielmo… ovvio che ne stiamo parlando…no, non gli dirò di accostare perché tu hai voglia di sesso telefonico… ma nemmeno morto, è già abbastanza imbarazzante… certo che mi manchi…. ora ti devo lasciare… ci vediamo domani pomeriggio a casa mia… si, quello sempre… niente audio, non subito… >> disse prima di chiudere la conversazione, Guglielmo aveva sbandato solamente due volte e poteva considerarlo un record.

<< Ora capisco perché Lucrezia Donati lo ha lasciato, sa essere tremendamente assillante >> scherzò Guglielmo, le mani serrate sul voltante.

<< Per fortuna oggi era arrendevole, altrimenti avresti dovuto davvero accostare, dice di non avere un problema ma ho i miei dubbi >> spiegò lui prima di mettersi gli auricolari e far partire l’audio appena arrivato. Tutto quello era una follia, Guglielmo non era retrocesso di un millimetro dalla sua posizione iniziale ma almeno adesso sapeva tutto, quasi tutto, e forse quel viaggio in macchina lo avrebbe aiutato a vedere le cose in maniera diversa si disse Francesco de’Pazzi prima di rimettersi il cellulare in tasca.

   
 
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