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Autore: Jeremymarsh    02/01/2023    9 recensioni
[Modern!AU]
Dicembre è quasi finito ormai e Inuyasha è deciso a rischiare il tutto e per tutto con la ragazza di cui è innamorato, prima che l’anno se ne vada lasciandogli l’amaro in bocca.
Quando ogni suo piano va in fumo, però, non è detto che ogni cosa sia persa perché non ha messo in conto l’intraprendenza di lei.
[Candidata agli Oscar della Penna 2024 sul forum Ferisce la Penna]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Propositi di fine anno 

 

 

Inuyasha aveva sempre saputo di non essere bravo con le parole e ormai alla soglia dei trenta non era nemmeno più una novità: se anche non gli fosse stato detto ripetutamente – altre volte urlato contro –, la scia di rapporti finiti male che si era trascinato dietro per molto sarebbe stata una prova sufficiente a fargli vedere la realtà. Non era, però, una verità che aveva accettato con leggerezza, soprattutto se nella società moderna le parole mandavano avanti il mondo – spesso anche più del denaro – o se, come nel suo caso, lo avrebbero potuto aiutare in una faccenda spinosa

Ok, forse definirla tale era un po’ fuorviante, ma non lo avrebbe ammesso mai. Non avrebbe confessato, infatti, che essere bravo nel parlare non contava in realtà molto con il suo problema. 

Ciò che importava era invece il momento di lucidità improvvisa che aveva sperimentato quel mattino al risveglio, il proposito che avrebbe potuto cambiare tutto – soprattutto la sua vita, in meglio – prima che l’anno finisse e gli lasciasse solo uno sgradevole sapore amaro. 

Avrebbe dimenticato ogni regola grammaticale o vocabolo in favore dei fatti. 

Sì, avrebbe fatto così. 

Quel giorno avrebbe baciato Kagome, d’impulso – poteva dirsi d’impulso anche se progettava la cosa nei minimi dettagli? – e le avrebbe fatto capire cosa provava attraverso i gesti, dimenticando gli scorsi tentativi balbuzienti che gli avevano fatto fare la figura dell’idiota. Considerava anche un miracolo che lei avesse continuato a essere sua amica dopo di essi e, visto che lui era una persona egoista, non gli andava bene nemmeno quello: voleva di più. 

Per quel motivo, quel giorno stava osservando più meticolosamente l’oggetto delle sue attenzioni, intento a bere un tè bollente e gustare un dolce altrettanto caldo ideali per il clima di fine dicembre. Tentò anche di ricordare quando si era accorto di essersi innamorato di lei per la prima volta, ma non ci riuscì: per certi versi era come se lo fosse sempre stato. 

Tuttavia, perso com’era tra i suoi pensieri e ragionamenti volti a capire come fare per attuare la sua ultima e importante mossa che non si accorse di averla fissata per troppo tempo e con fin troppa attenzione, un’espressione corrucciata sul volto e un cipiglio tra le folte sopracciglia scure. 

«Ho per caso qualcosa in viso?» gli chiese Kagome d’improvviso, riscuotendolo. «Sono sporca di cibo?» Alzò automaticamente la mano per pulirsi le labbra con un fazzoletto mentre Inuyasha ancora tentava di far lavorare in fretta il cervello per collegare la domanda di lei a ciò di cui avevano parlato fino a poco prima – e che lui aveva seguito distrattamente. 

Non ci riuscì. 

«Uh?» fu la sua brillante risposta. 

Lei rise, per nulla perturbata. «Ti ho chiesto se ho qualcosa in viso, visto il modo intenso con cui mi stavi guardando.» 

Inuyasha divenne rosso in volto, comprendendo la sua gaffe, e poi si affrettò a scuotere con veemenza la testa. «Uh, no.» Si grattò la nuca nervosamente. «Devo essere stato in sovrappensiero» formulò come scusa. Ma non si accorse dell’espressione dispiaciuta di lei. 

«Beh, se hai da fare, puoi anche andare. Cioè, non vorrei trattenerti oltre se proprio hai un sacco di faccende da sbrigare. Sicuramente, essendo questi gli ultimi giorni dell’anno...» Kagome abbassò lo sguardo e prese un altro sorso della sua bevanda con meno gusto di prima. 

Inuyasha agitò le mani davanti a sé, impanicato. «Ma no, che dici. Figurati, è che sai… proprio perché sta concludersi l’anno… insomma, gli ultimi grattacapi, ecco.» Chiuse la bocca, incapace di formulare un pensiero coerente senza rivelarle, allo stesso tempo, che era deluso dalla sua inettitudine che non gli aveva fatto concludere nulla in quel 2022. 

L’ennesima prova che con le parole non sapeva proprio farci. 

«Oh, spero nulla di grave. Vuoi parlarne?»  

«Solo sciocchezze» rispose, ancora scarlatto. 

Forse, per quel giorno era meglio rimandare prima di peggiorare il tutto. 

Sarebbe passato ai fatti l’indomani. 

 

*** 

 

«Nei sei proprio sicuro?» chiese uno scettico Inuyasha all’amico. 

«Fidati di me: sono o non sono il massimo esperto in fatto di romanticismo?» 

Il mezzo demone alzò un sopracciglio. «È un titolo che ti sei attribuito da solo. Direi piuttosto che sei il massimo esperto in fatto di perversioni. E proprio per questo sono reclutante.» 

«Fai come vuoi» sbuffò Miroku fingendosi offeso. «Puoi accettare i miei consigli e guadagnarne una fidanzata o continuare a crogiolarti nella tua depressione.» Guardò   Inuyasha di sottecchi e con un sorrisetto soddisfatto, sapendo di averlo colpito nel punto giusto. Poi fece per andarsene e iniziò a contare mentalmente fino a cinque. 

Uno. 

Due. 

Tr- 

«Ok, ok, hai vinto tu» grugnì Inuyasha evitando di incontrare il suo sguardo quando Miroku si voltò di nuovo verso di lui. 

«Molto bene, ecco quindi cosa dovrai fare» cominciò strofinandosi le mani. 

 

 

Inuyasha prese un respiro profondo e pregò che l’aver ascoltato Miroku non mandasse alle ortiche qualsiasi progresso avesse fatto con Kagome – anche se in realtà non ve ne erano proprio – e la guardò mentre alzava la mano in saluto e lo raggiungeva con un sorriso in volto. 

Ancora qualche secondo e avrebbe dovuto agire. Non era poi così difficile. Inspirò ed espirò e poi fece un paio di passi anche lui ed accelerò così da prenderla in contropiede. Si scontrarono come previsto e, come il perfetto gentiluomo – parole di Miroku, non sue –, la aiutò a stabilizzarsi, poggiandole con gentilezza le mani sulle spalle, evitando che potesse cadere. 

Deglutì mentre lei alzava il volto e gli rivolgeva per un secondo un’espressione spaesata. 

Era il suo momento, non erano mai stati così vicini, sentiva chiaramente il calore del suo respiro e il suo odore avvolgere il suo spazio personale. 

Si sporse ancora più avanti e abbassò il viso, passandosi la lingua sulle labbra secche e inspirando un’ultima volta per sentire ancora meglio quel profumo. E poi… 

E poi con la mano fece finta di rimuoverle del finto sporco dal maglione e si tirò indietro, rosso come un peperone e tremando per l’imbarazzo. 

Il tutto era durato non più di tre secondi. 

«Io… mi dispiace. Stai bene?» Kagome continuò a fissarlo per un attimo, poi batté le palpebre, annuì e si guardò il maglione. «Mi sembrava di aver visto dello sporco» aggiunse Inuyasha. 

«Lo sapevo che dovevo lasciar perdere Buyo prima di uscire. Mi lascia addosso sempre un sacco di peli. Andiamo?» E si avviò. 

Inuyasha la seguì, sospirando desolato. 

Per prima cosa l’indomani ne avrebbe dette due a Miroku per quel piano scellerato che aveva anche accettato di seguire. E poi magari sarebbe riuscito a farsi venire un’idea migliore. 

 

*** 

 

Inuyasha si rigirò tra le mani l’oggetto che aveva rubato a casa dei suoi. 

Si era ricordato di quella strana usanza – di sicuro di origine occidentale – quando aveva visto il padre rubare un bacio alla madre con un sorrisetto divertito. Ancora gli veniva da vomitare al pensiero delle effusioni di quei due, che si lasciavano andare senza vergogna alla loro età e di fronte a figli e nipoti per giunta. 

Certo, invidiava anche la loro nonchalance, ma non lo avrebbe detto. 

Piuttosto, avrebbe copiato quella mossa dal loro repertorio così da assicurarsi finalmente la vittoria. 

Dopo tutto, se l’avesse baciata sotto il vischio avrebbe avuto anche un’ottima scusa per la sua iniziativa nel peggiore dei casi – anche se lui sperava che Kagome avrebbe accettato di buon grado un suo bacio. 

Lo appese dunque alla porta del salone e osservò il suo lavoro con nuova speranza nel cuore. 

Era la sua ultima occasione e non avrebbe fallito. 

Tuttavia, quando qualche ora dopo Kagome arrivò insieme a Miroku e Sango, Inuyasha impallidì perché ricordava chiaramente di aver strappato all’amico, sotto minaccia, la promessa che lui e la fidanzata sarebbero arrivati in ritardo per dargli il tempo di passare all’azione. 

Quindi perché diamine già se lo trovava sulla porta di casa? 

Miroku lo oltrepassò mentre entrava nell’appartamento, rivolgendogli un sorriso e dandogli una pacca come se nulla fosse mentre Inuyasha cercava il modo di incenerirlo con lo sguardo senza che le altre due se ne accorgessero. 

Poi si riprese e si disse che poteva ancora agire: avrebbe approfittato di uno di quei momenti in cui Miroku si sarebbe isolato per palpeggiare Sango; bisognava solo trattenerli in cucina per un po’. 

Eppure, gli bastò distrarsi un attimo per mettere via il capotto che Kagome gli aveva passato affinché tutto finisse in disastro. 

«Inuyasha!» sentì Miroku che lo chiamava. «Che ci fa del vischio qui in casa tua? Oh, non importa. Mia dolce Sango, bisogna approfittarne!» E prima ancora che il mezzo demone potesse voltarsi, sconvolto, in direzione della voce, il rumore dei baci si era già diffuso nell’appartamento, seguito a ruota dalla risata imbarazzata di Kagome che gli lanciò un’occhiata consapevole. 

Solo, lui non se ne accorse, troppo preso a maledire mentalmente l’amico che ancora una volta gli aveva rovinato tutti i piani. 

L’indomani lo avrebbe conciato per le feste. Così sicuro avrebbe fatto la sua bella figura per l’ultimo dell’anno! 

 

*** 

 

Il mezzo demone osservava sconsolato le bollicine nel bicchiere mezzo vuoto di champagne che stava facendo oscillare a tempo perso, ignorando le persone gioiose e vestite di tutto punto che lo circondavano. 

Mancava ormai una manciata di minuti allo scoccare della mezzanotte e lui non era riuscito a compiere nulla nemmeno in quell’ultima settimana. E per quanto parte di lui volesse davvero incolpare gli altri e ignorare i propri difetti, sapeva dentro di sé che l’unico responsabile era proprio lui. 

Per di più, sapeva di essere fuori luogo quella sera e non riusciva nemmeno a comprendere come mai alla fine si fosse fatto convincere a partecipare; dopo tutto, con l’umore a terra avrebbe fatto meglio a rinchiudersi nel proprio appartamento, bere in solitaria e crollare prima che il countdown potesse partire e ricordargli ancora l’inettitudine che lo caratterizzava. 

Certo, Miroku gli aveva assicurato la presenza di Kagome alla festa, ma non faceva poi tanta differenza: non avrebbe combinato nulla in mezzo a tante persone che nemmeno conosceva né aveva ancora visto la ragazza da quando era arrivato qualche ora prima. 

Era davvero un caso perso. 

In lontananza sentì partire il conto alla rovescia e ingoiò in un solo sorso quel che rimaneva dello champagne ormai caldo e poi poggiò il bicchiere vuoto accanto a sé, sospirando a causa dell’immagine ripugnante che probabilmente dava. 

Solo trenta secondi. 

Almeno, pensò, adesso le persone avrebbero fatto ancora meno caso a lui, troppo presi dall’euforia del momento. 

Ancora quindici, un altro sospiro. 

Forse avrebbe fatto meglio a chiudere gli occhi: per quanto patetico fosse quel pensiero, preferiva non vedere la felicità altrui mentre lui affogava nella propria amarezza. 

Eppure, all’ultimo, un luccichio alla sua destra invase la sua visione e istintivamente voltò la testa in quella direzione. 

Quasi spalancò la bocca nel vedere Kagome, a pochi metri da lui, venirgli incontro con due bicchieri pieni e un sorriso smagliante. Considerando che non si erano incrociati per tutta la sera, aveva dato per scontato che fosse in compagnia di qualcun altro. 

Sei secondi. 

Deglutì mentre Kagome si sedeva accanto a lui sull’ultimo gradino delle scale. La bocca secca, però, gli impedì di parlare. 

«Conosco un ottimo modo per cominciare l’anno nuovo» esordì lei, invece. 

Inuyasha annuì, ancora senza parole mentre attorno a loro due il countdown arrivava alle ultime note. Eppure, le urla sembravano più lontane di quel che erano e si rese conto che, stranamente, entrambi erano stato inghiottiti da una bolla che li isolava da tutto il resto. 

La vide farsi ancora più vicina – più che mai, ancora di più rispetto al tentativo fallito di qualche giorno prima – e, alla fine, quando Kagome poggiò le labbra sulle sue non sentì l’uno urlato a pieni polmoni nell’intero abitacolo né si accorse dei coriandoli che venivano lanciati ovunque o delle bottiglie di champagne che venivano stappate. 

Pensò solo a quel bacio durato troppo poco e al suo egoismo – perché avrebbe voluto durasse molto di più, perché ne voleva molti altri ancora e, soprattutto, li voleva alla fine di ogni countdown per il resto della sua vita. 

Quindi, come non era riuscito a fare in precedenza – e forse anche per dimostrare che il 2023 sarebbe cominciato in modo diverso dall’anno precedente – agì di sua sponte e, prima che Kagome potesse allontanarsi troppo, le rubò un secondo bacio e poi un terzo, stringendole il viso tra le mani e saggiando la morbidezza delle sue labbra. Non si vergognò nemmeno del sospiro languido che si lasciò scappare quando, infine, si separarono davvero. 

«Avessi visto la tua espressione» rise lei, riscuotendolo da quella beatitudine. 

«Ah, sì?» le chiese, improvvisamente più sicuro di se stesso. 

«Sembravi quasi il protagonista di uno di quei vecchi affreschi raffiguranti l’estasi.» 

«Non sono quello che potresti definire un tipo religioso» ribatté allora, «ma se mi prometti che questo non è stato solo un bacio di buon augurio per l’anno nuovo potrei diventarlo.» Ammiccò e quasi si stupì di stesso. 

Kagome rise ancora più forte e poi ricambiò il gesto prima di toccargli la parte sinistra del petto con la mano. «E se ti dicessi che non c’è alcun bisogno di diventare religioso?» 

«Ti consiglierei di preparare tela e colori perché, in quel caso, sarei un ottimo soggetto per il tuo nuovo dipinto» rispose lui a un centimetro dalle sue labbra prima di tornare a baciarla. 






 


N/A: 
Non doveva essere questa la mia prima storia pubblicata dell'anno 
– in realtà i piani erano di approdare in tutto altro fandom – ma non si sfugge al richiamo del primo amore 🤭. 
Letteralmente, l'idea mi è venuta mentre andavo a letto ieri mattina alle 6 e la storia è stata scritta un po' in fretta e in furia – riletta non con il migliore degli umori – quindi spero di non essermi lasciata orrori dietro. 
Ma, soprattutto, spero vi sia piaciuta ❤. 
Avevo anche mezzo promesso una storiella in tempo per Natale ma, perdonatemi, non ho fatto in tempo a tradurla. Tuttavia, se masticate l'inglese e siete curiosi potete leggerla qui e lasciarmi un kudos. 

Spero che il vostro 2023 sia cominciato bene come quello di Inuyasha. Ci leggiamo presto! ❤





 

 

 

 

   
 
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