Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: F l a n    03/01/2023    1 recensioni
[Fanfiction scritta per il Calendario dell'Avvento di Fanwriter.it] | Implicit-subtext Ash/Gary
“Potrei dire lo stesso,” rispose Gary, “Hai trovato il significato?”
“Il significato…?”
“Dell’essere un Maestro di Pokémon, ovviamente.”
Negli ultimi anni erano cambiate molte cose tra loro, e da quando lo aveva battuto alla lega di Johto, la loro rivalità si era affievolita. Erano molto più amici, che rivali. Anzi, c’era una forte stima reciproca, ormai dichiarata e alla luce del sole.
[Post "Pokémon Journeys" e a cavallo con gli ultimi 13 episodi che dovranno uscire e concluderanno il viaggio di Ash. Ispirata direttamente dal trailer, dove Gary chiede ad Ash qual è la sua prossima mossa, ora che è un maestro di Pokémon. - Ma cosa significa essere maestro di Pokémon?]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ash, Gary
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
[ Non scrivo da un anno. E si vede.]

Ho scritto questa fanfiction senza sapere bene dove sarebbe andata a parare. Nel senso, volevo una cosa romantica e invece è uscita molto introspettiva. Sento la conclusione del viaggio di Ash come qualcosa di molto vicino; grazie a Pokémon mi sono avvicinata ai fandom, alle ship e a molte altre cose. Avevo solo... 12 anni, circa. Adesso ne ho 31, e sono ancora qua a scrivere sul mio fandom del cuore.
Dovevo provare a dare uno spaccato di un Ash risoluto, ma al tempo stesso perso. E quale pretesto migliore se non utilizzare come spunto il trailer [ link : https:// www.youtube.com / watch?v=7_ VMGv2kKEI ] e Gary? Gary è sempre colui che suscita "le svolte" di Ash, e mi sono rivista tutti gli episodi chiave prima di scrivere questa fanfiction.
Nella sua brevità, spero possa piacervi. PS: io ho scritto questa fanfiction immaginandomi un Gary innamorato di Ash e consapevole, e un Ash che invece realizza solo alla fine cosa prova, ma sommariamente non ci sono scene esplicite, quindi potete vederci anche solo una forte amicizia. La fanfiction purtroppo non è betata, spero non ci siano particolari sfondoni. Qualora vi piacesse, i commenti sono molto apprezzati! E se anche voi, come me, siete in lutto per la fine dell'anime come lo conosciamo ora, scrivetemi che piangiamo assieme.

I walked a million miles to find a God
I heard she opens up the sky and stars above
The road has many obstacles to meet
I crossed the ocean, mountains and the empty streets

I stopped along the way but I always carried on
There was nothing in the world that could stop me.

[Isak Danielson - Good Things Comes To Those Who Wait]


***

 

Trovarsi chiuso in un rifugio in montagna, da solo e con un Natale in famiglia e previsto con gli amici ormai saltato, non era certo l’idea di festa di Ash Ketchum, anzi.

In particolare se quel Natale alla fine doveva essere “speciale”.


Già, quelle sarebbero dovute essere le sue prime feste da campione del mondo di Pokémon. 

Forse ciò che non immaginava, è che non solo avrebbe passato le feste di Natale chiuso in un rifugio a pochi chilometri da Nevepoli, ma che lo avrebbe addirittura condiviso con Gary.

Quando l’infermiera Joy aprì la porta della piccola sala d’ingresso, Ash vide entrare il vecchio rivale - e ormai amico, - nel rifugio. Con lui, fu inevitabile l’ingresso di un po’ di neve e di vento gelido, che lo fecero rabbrividire. Pikachu si arrampicò sulla sua spalla e avvolse la coda attorno al collo, quasi come per tenergli caldo.


“Gary!” esclamò subito, scattando in piedi e scollandosi dal caminetto - con tutta probabilità aveva passato lì davanti le ultime due ore.- “Pikapika!” aggiunse Pikachu.

 

Gary aveva i capelli pieni di neve e il viso leggermente arrossato sulle guance e sul naso, si sfregò via i fiocchi bianchi dalla testa e sorrise ad Ash.

“Hey, che sorpresa, non immaginavo di trovarti qui,” si avvicinò a lui, scusandosi soltanto qualche minuto per chiedere all’infermiera Joy, responsabile di quel rifugio, una camera per dormire.

“Sfortunatamente non ho una camera singola,” disse l’infermiera, consegnando una chiave al ragazzo, “ma puoi condividere la stanza con lui e, se non vado errato, sembrate conoscervi,” rispose con un sorriso. Gary annuì e afferrò la chiave.

Per qualche motivo, questa cosa mise Ash in soggezione per qualche istante.

“Quindi… sembra che non solo passaremo il Natale assieme, ma saremo anche compagni di stanza,” osservò, sventolando la chiave di fronte al suo naso. Ash rispose con un mezzo sorriso: la verità è che, in fondo, non gli dispiaceva così tanto. Gary accarezzò la testa di Pikachu, salutandolo. 


“Oh no, sono finito, condannato a sentirti parlare per ore delle tue ricerche e del project Mew,” ridacchiò Ash, facendogli capire che stava scherzando. “In realtà sono molto curioso di sapere cosa stai facendo.”

“Potrei dire lo stesso,” rispose Gary, “Hai trovato il significato ?”

“Il significato…?”

“Dell’essere un Maestro di Pokémon, ovviamente.”

Negli ultimi anni erano cambiate molte cose tra loro, e da quando lo aveva battuto alla lega di Johto, la loro rivalità si era affievolita. Erano molto più amici, che rivali. Anzi, c’era una forte stima reciproca, ormai dichiarata e alla luce del sole. Questo rendeva Ash molto felice, perché per aveva sembre desiderato la stima di Gary. Forse perché a sua volta lo ammirava molto, o forse perché era stato il suo primo amico.

Lui e Gary erano diversi sotto molti aspetti: se Ash era il sole, Gary era la luna. Calmo, quieto e di poche parole. Poche, ma taglienti come lame sottili, pronte ad infilarsi sotto la pelle. Ash, invece, era sempre fin troppo chiacchierone, allegro ed espansivo. Questo qualche volta gli aveva dato dei vantaggi, ma non era sempre una caratteristica che volgeva a suo favore. 

 

Se Ash si trovava lì, quel giorno, ad ogni modo era colpa - e merito - di Gary stesso.

Una volta tornato a Biancavilla da vincitore, non aveva potuto far a meno di scatenare il suo interesse verso un nuovo viaggio.
Cosa significava essere un Maestro di Pokémon?

Ora che aveva vinto, in effetti, sapeva di dover cercare quel significato. Lo aveva detto molte volte, ma non aveva mai davvero concretizzato cosa significasse.
Forse catturare tutti i Pokémon? No, decisamente no, si era reso conto che non poteva essere quello, e forse nemmeno vincere il campionato diventando così il più forte di tutti.

Quindi… cos’era?

 

Ash rimase in silenzio per molti secondi e, finalmente, parlò.

“Ash?”

“Sì, scusami, stavo… pensando.”

“Quindi?”
“No, non credo. Non credo di aver capito cosa significhi,” Ash sospirò. “Ho sempre pensato che mi sarebbe bastato vincere il titolo di campione per esserlo, ma a un certo punto, quando mi hai fatto quella domanda, ho capito che non era così.” Strinse il pugno, provando una leggera frustrazione.

“Tu… credi ci sia una risposta?” chiese, poi, guardando dritto negli occhi l’amico e rivale.

 

Erano seduti su due poltrone della piccola hall, il caminetto acceso e le persone che parlavano attorno a loro, rendevano l’atmosfera estremamente calda e intima. 

 

Gary prese un respiro e appoggiò le braccia sulle ginocchia, reggendosi il capo e guardando Ash di sbieco. Si incantò sulle fiamme. 

 

“Non credo ci sia una risposta. Temo che questo sia un percorso e che soltanto tu potrai trovarla. Forse comporta viaggiare per sempre, forse no.”
Drizzò la schiena, guardandolo finalmente negli occhi. Ash lo sapeva, quello sarebbe stato il momento in cui gli avrebbe detto qualcosa di estremamente franco.

“Ma la vera domanda è: quanto è importante per te scoprirlo adesso? Rincorrere un significato potrebbe allontanarlo ancora di più. Forse, l’unica cosa che puoi fare, è goderti il viaggio.”

Ash scosse la testa, confuso.

“In che modo?”
“Questo!” Gary allargò le braccia. “Sono le piccole cose a rendere grande la vita e il suo significato. Eccoci qui, potevamo essere separati in altre parti del mondo, invece siamo assieme, la vigilia di Natale, in un rifugio al caldo e al sicuro.”

“Potevamo essere a Biancavilla…”
“Certamente, però potevamo anche essere sotto quella tempesta di neve,” Gary indicò fuori dalla finestra. “Pensavo che lo avessi già capito, Ash.”

“Cosa?”

“Che l’importante… è il viaggio. In fondo questo l’hai sempre saputo; incontrare nuovi Pokémon, esplorare nuove terre, farti nuovi amici. Tu sei questo, Ash, e forse il tuo obiettivo è semplicemente continuare a cercare qualcosa perché è con quel qualcosa che troverai il significato dell’essere un Maestro di Pokémon. Tuttavia, la verità è che non c’è, perché quel qualcosa è l’esperienza .”

 

In quel momento, qualcosa si fermò nella mente di Ash. Tutto il mondo, probabilmente. Pikachu si spostò sulle sue gambe, guardandolo incuriosito.


Gary aveva detto delle cose assolutamente vere, come al suo solito. Non sapeva come faceva, ma era sempre in grado di c’entrare il punto nelle situazioni e lo era ancor di più se queste riguardavano lui. Sembrava quasi che riuscisse a leggergli nell’anima, dandogli risposte che nemmeno lui sapeva di avere.

 

Tutti i momenti più belli dei suoi viaggi, gli comparvero davanti agli occhi.

Il primo giorno con Pikachu, l’attacco degli Speraow, la bici rotta di Misty, il primo incontro con Brock, il suo primo Pokémon - il piccolo Caterpie,- le palestre di Kanto, la lega e la sconfitta contro Ritchie, l’avventura a Johto e la vittoria contro Gary…

Erano tantissimi momenti, troppi anche solo per elencarli tutti nella sua mente, ma era come avere un rullino fotografico che scorreva velocissimo.

Aveva fatto tantissime esperienze, aveva conosciuto molti amici, alcuni forse erano anche qualcosa di più. Ash aveva aperto il suo cuore alle persone e ancor di più ai Pokémon così tante volte, che era terrorizzato che quella parte di se stesso potesse svanire.


Per questo, continuare a viaggiare, lo teneva al sicuro. Non avere una risposta, non conoscere la meta, era lo scopo stesso del viaggio: l’ignoto. Continuare a camminare, incontrare nuovi Pokémon, nuovi amici e nuove situazioni, ecco cos’era per lui essere un Maestro di Pokémon.

 

Adesso che lo sapeva, però, si sentiva sospeso tra un sentimento di piena realizzazione e gioia, e uno di sconforto. Avrebbe dovuto continuare così? Oppure avrebbe dovuto fermarsi?

“Ash? Confesso che ora sono un po’ preoccupato,” Gary gli passò una mano davanti agli occhi, l’altro scosse la testa. “Non volevo turbarti, anzi.”
Ash mosse leggermente il capo.

“Non mi hai turbato, tutt’altro,” qualche lacrima sfuggì dai suoi occhi e questo piccolo dettaglio fece sussultare Gary. “Adesso… lo so, so perché sto viaggiando. So cosa significa.”

Gary gli poggiò una mano sulla spalla, comprensivo. 

“In ogni caso, non è capire il tuo obiettivo ciò che lo renderà meno magico. Sicuramente avere la consapevolezza di ciò che stai inseguendo ti porterà a cercare una fine, ma è la natura delle cose… tutto inizia, tutto finisce.”

Ash si sfregò gli occhi con l’avambraccio, tirando su col naso.

“Sono alla fine del mio viaggio, secondo te?” chiese, con voce sommessa. “In fondo, ho raggiunto il mio scopo, sono campione, ho visitato quasi tutto il mondo, ho conosciuto moltissime persone… forse dovrei smettere, in fondo, adesso, ho l’esperienza di cui parli anche tu. Forse dovrei fare ciò che fanno gli adulti.”
Gary sorrise appena, ma senza l’intenzione di schernirlo.

“E cosa fanno gli adulti?” 

Ash ci pensò qualche secondo.

“Non so. Cercano una compagna o… un compagno, aprono una loro palestra forse, diventano campioni alla Lega…”

“Non sembra una brutta prospettiva,” affermò l’altro, facendo le spallucce. “Potresti diventare il campione da sconfiggere.”

Ash rimase il silenzio.

“Credo di non voler rimanere chiuso in una palestra ad aspettare il prossimo sfidante, o in uno stadio…” affermò, sicuro. “Il punto è che anche se ho compiuto il mio viaggio, io non voglio che sia realmente concluso.” Ash si sentì di aver confessato tutto. Il suo obiettivo non era mai stato l’arrivo, ma il viaggio stesso. Adesso lo sapeva, e non aveva intenzione di chiuderla lì soltanto perché aveva risposto alla domanda di Gary.

 

“Forse non ti resta che continuare, allora.”

“Forse…” mormorò Ash.

Gary non disse niente, si limitò a rilassarsi sulla poltroncina e a fissare il fuoco, mentre fuori la neve continuava a scendere copiosamente.

Ash seguì il suo esempio e si incantò a fissare le fiamme.

Di sottofondo, le canzoni di Natale riempivano l’aria. Qualcuno aveva messo una playlist natalizia da una piccola radiolina. L’atmosfera sembrava quasi surreale.

 

***

 

Dopo una zuppa calda preparata dallo staff del rifugio, Ash e Gary si ritirarono nella loro stanza, munita di due lettini singoli e una finestra. Era una stanza piccola, ma più che sufficiente e comoda per quella notte.

 

“Sono stanchissimo,” Gary sistemò le cose sul suo letto, facendo uscire Umbreon dalla sfera.

“Anche io, ammetto di aver avuto paura di rimanere bloccato nella tempesta. Sembra non accennare a smettere,” rispose Ash, guardando fuori.

“Siamo fortunati, non credi?”

Ash annuì.

“Non sarà la solita vigilia di Natale, senz’altro ti mancheranno i manicaretti di tua madre, ma credo che non sia un caso esserci ritrovati qui, oggi.” Gary si sedette sul letto, tirando fuori un pigiama morbido e apparentemente caldo.

“Tu dici?” Ash sorrise, il suo ex-rivale sapeva essere sempre molto romantico e questo, in qualche modo, lo metteva un po’ in soggezione.

“Sai, penso che averti lanciato quella provocazione, dopo che eri tornato dal campionato, fosse necessario per spingerti oltre, ma al tempo stesso credo che prima o poi avremmo dovuto riparlarne.”

“Beh, sarei venuto a trovarti per darti la mia risposta.”

Gary rise.

“Oh no, Ash, non lo avresti fatto. Avresti prolungato il più possibile la ricerca e tu lo sai.”

Ash non negò; non poteva davvero nascondergli niente. Nonostante ormai avesse avuto tanti amici e compagni di viaggio, nessuno riusciva a scuoterlo e conoscerlo come lui.

In un certo senso, lui e Gary erano anime affini, destinate a trovarsi sul percorso di vita per stimolarsi l’un l’altro, per dare un senso ai loro viaggi.

Anche Ash, del resto, aveva ispirato Gary verso la sua strada.

 

“Forse hai ragione,” Ash si distese sul letto e Pikachu si acciambellò vicino alle sue gambe, “in ogni caso, prima o poi mi sarei comunque dovuto fermare.”
“Tu dici?”

“Credo sia inevitabile. Per quanto mi piaccia l’idea di viaggiare per sempre, forse arriverà un giorno in cui dovrò necessariamente mettere un punto e desiderare un ulteriore… step.”

“E quale credi che sia?” chiese Gary, stendendosi e girandosi su un fianco per guardarlo.
Ash ci pensò qualche secondo.

“Non so, forse è come hai detto tu, forse mettere su famiglia, forse diventare il mentore di qualcun altro. Al momento, però, non riesco ad immaginarmi concretamente nessuna di queste opzioni.”

Gary annuì.

“Smetti di cercare, allora. Sentirai quando sarà il momento di fermarsi e, a quel punto, sarà l’inizio di un’altra grande avventura. Probabilmente diversa, probabilmente meno spericolata, ma comunque grande.”

Ash annuì. “Sei sempre saggio,” rise.

“Beh, non per niente sono il nipote del grande Professor Oak.”

Spensero la luce e si infilarono sotto le coperte, pronti a ripartire l’indomani qualora la bufera si fosse calmata.

“Gary?” Ash chiamò il suo nome nel buio, mentre fissava il soffitto sopra di sé.

“Mh?”

“Perché… perché ogni volta ci tieni ad aiutarmi?”

“In che senso?” Gary si voltò verso di lui, riusciva a vederne a malapena i contorni illuminati da una leggerissima luce esterna.

“Tu mi hai sempre incoraggiato, stimolato a trovare una strada. Mi dai sempre una direzione, degli spunti di riflessione. Alcune volte ho come l’impressione che tu senta la necessità di… accompagnarmi, anche se non abbiamo mai viaggiato assieme.”

Gary inspirò, Ash non riuscì ad interpretare quella pausa. Forse era una domanda complessa?

“Credo che tu sia la persona più cara che ho, Ash. Non ho mai fatto amicizia facilmente, tu lo sai. Non riesco ad esternare bene le mie emozioni e… ed è difficile. Ma con te, io sono me stesso, e sento…” Gary si bloccò, deglutendo. Sembrava stesse cercando le parole. “Sento di volerti aiutare, di restituire a te ciò che tu dai a me.”
Ash si sollevò, reggendosi sulle braccia.

“Cosa ti ho dato?”

“La tua amicizia, il tuo coraggio, il tuo amore per i Pokémon e per il mondo. Certo, non lo hai fatto consapevolmente, ma lo hai fatto. La mia vita, grazie a te, è più luminosa. Non ci vediamo spesso, è vero, ma sento che c’è… un legame.”

Ash arrossì leggermente, ma per fortuna non avrebbe potuto vederlo data l’oscurità nella stanza.

“L-lo sento anche io.” Rispose, prendendo un po’ di coraggio.

Gary sorrise, ma Ash non riuscì a vederlo.

“Hai ancora con te la metà della pokéball?” chiese, poi.

“Certo! Non potrei mai separarmene, Gary. Quella metà rappresenta… tutto, non credi?”

“Sì, anche io ce l’ho con me. Ed è questo il punto. Porto un pezzo di noi con me ogni giorno, e anche se so che siamo lontani, tu, Ash Ketchum, sei sempre vicino a me.”


Ash non rispose, anche lui sorrise a sua volta. Sussurrò qualcosa di incomprensibile e si appoggiò di nuovo sul materasso.

“Adesso credo che dovremmo dormire…” disse Gary, schiarendosi un po’ la voce. “Domani ci aspetta un viaggio impegnativo.”

“Tornerai con me a Biancavilla?” domandò Ash.

“Può darsi.” 

“Un’ultima cosa…” Ash si voltò di nuovo verso di lui. “Mi piacerebbe fare un ultimo viaggio.”

“Non vedo il problema,” rispose Gary.

“Con te.” 

Quelle semplici parole furono sufficienti per immobilizzare anche l’aria nella stanza. Probabilmente era una richiesta che stava frullando da un po’ nella testa di Ash, ma non si era mai concretizzata attivamente.

Vedremo. Buonanotte Ash.”

Ash si strinse nelle coperte, mentre Pikachu saliva all’altezza della testa.

“Buonanotte, Gary.”

Se gli avessero chiesto che regalo avrebbe voluto per la vigilia di Natale, forse avrebbe chiesto qualche gadget per i suoi viaggi, forse un paio di scarpe molto comode o magari una Pokéball rara. Tuttavia, ciò che quella tempesta di neve gli aveva portato, era ancora più speciale e non si poteva né quantificare, né chiedere. 

Ash si addormentò sereno e con il cuore scaldato da una nuova consapevolezza e, forse, da qualcosa di più; un’emozione che non sapeva ben descrivere, ma che a primo impatto avrebbe definito affetto .

Forse Gary aveva ragione, forse non era la conclusione del viaggio, ma l’inizio di una nuova avventura.
Diversa, ma pur sempre un’avventura.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: F l a n