Flashfic scritta per l'Inktober indetto da Fanwriter.it.
Lista: Pumpnight
Prompt: 8. Pallore
Titolo: Il peggiore nemico
Fandom: La fiamma nera (originale)
Personaggi: Kalin e Brysel
Rating: verde
Genere: introspettivo, romantico, sentimentale

 

IL PEGGIORE NEMICO

 
La prima cosa che lo aveva colpito era stato il pallore.
Brysel aveva una pelle così bianca da non sembrare neanche umana, come plasmata dalla neve pulita, che ancora non aveva subito la contaminazione con la terra.
C’era altro in Brysel, c’erano tante cose, Kalin era rimasto conquistato dal coraggio, dal focoso animo battagliero quando si trattava di far valere ciò in cui credeva.
Vi era tanta innocenza in quello spirito di giustizia, forse persino un po’ di ingenuità, che si alimentava in un cuore sempre puro, che restava puro anche quando combatteva, anche quando quella spada fendeva l’aria e niente la poteva fermare.
Kalin non aveva mai nascosto la propria vera natura: le donne rimanevano colpite dalla sua gentilezza nei loro confronti, ma il suo interesse era rivolto altrove e, di sicuro, da quando aveva incontrato il bel sacerdote dalle dolci fattezze, da quando aveva conosciuto il suo animo indifeso sotto la corazza di indomito guerriero, non era rimasto indifferente.
Aveva accettato la missione in nome della dea, ma era per Brysel che avrebbe dato tutto se stesso, la loro missione era una cosa sola.
Spesso, durante la notte, quando era il suo turno di montare la guardia, si perdeva a contemplare il viso così bianco del ragazzo che gli aveva rapito il cuore e ogni altra cosa scompariva, ogni altro intento e ogni altra necessità che non fosse proteggerlo.
Proteggere il suo cuore innocente al di sopra di tutto.
Quella notte si spinse oltre, trovò il coraggio di strisciare vicino a lui, i gomiti appoggiati a terra e gli occhi puntati sul bel viso di Brysel. Sollevò una mano e scostò un boccolo nero che scivolava lungo la guancia, poi gli sfiorò la gota con il dito indice.
Brysel arricciò il naso e strinse gli occhi nel sonno, ma non si svegliò.
A Kalin sfuggì un sorriso:
“Anche da te stesso, mio bel sacerdote. Ti proteggerò anche da te stesso, perché l’ho capito, sai? Il tuo peggiore nemico sei tu”.