Lorenzo quando dorme sembra un angelo, o almeno così pensa Francesco.

Quando dorme sembra che le preoccupazioni si allontanino, che solo nel mondo dei sogni Lorenzo possa concedersi di essere un giovane come tanti. Non l’erede di ser Piero de’Medici, non uno dei giovani più in vista di Firenze, non il corrispondente di letterati e artisti, ma solo un giovane della sua età con nessun problema troppo grave da non poter essere risolto da una buona dormita e da una bella bevuta di Chianti.

Il volto rilassato, i capelli che gli ricadono mollemente sul viso e le ciglia lunghe contribuiscono a renderlo quasi angelico, bisogna allungare la vista verso il resto del corpo per rendersi conto che non c’è nulla di angelico in Lorenzo, non quel corpo che invita al peccato. E Francesco lo sa fin troppo bene e questo perché da anni non cessa di peccare, in segreto e con il timore costante di essere sorpresi.

Vorrebbe tanto tornare alla complicità che avevano da bambini, quando potevano tenersi per mano senza che nessuno sospettasse nulla e i loro sorrisi erano ancora spontanei ma sa che non è possibile. Per colpa dei loro nomi, della rivalità che c’è tra le loro famiglie, per le diverse visioni del mondo, tutto li separa eppure basterebbe poco per poter creare grandi cose a Firenze. E Lorenzo questo lo sa, per questo è stato lui a fare il primo passo, a indicargli cosa fare e come farlo; non in politica ma per quel che riguardava i loro rapporti.

Francesco si è chiesto molte volte se quello che ha con Lorenzo sia un sentimento abbastanza forte, a cui dare un nome e da far vivere in segreto ma l’altro si limita a sorridergli e a baciarlo, e Francesco dimentica tutto sulle labbra di Lorenzo de’Medici, persino sé stesso e il proprio nome. Hanno cominciato da poco ad incontrarsi in quella maniera e Francesco è sicuro di non essere l’unico, conosce bene le chiacchere su Lucrezia Donati e anche se Lorenzo con lui non ne parla mai ha la sensazione che l’altro lo stia valutando, come persona, come amante e come possibile alleato, la mente di Lorenzo non conosce pause.

Per questo ogni volta che finiscono Francesco non resta.

Il tempo di riprendere fiato e poi si riveste veloce, come se quei momenti fossero un sogno o un’illusione, non un errore, quello mai. Fuori da quella stanza sono nemici, rivali, pronti a subentrare uno al padre e l’altro allo zio ma dentro… dentro sono molto di più. È consapevole che si dovrà sposare, tra le varie candidate c’è la ragazza Appiani che sarebbe perfetta, e così Lorenzo ma questo non è mai stato un buon motivo per smettere, basterà farsi più prudenti.

<< Te ne vai già? >> domanda Lorenzo prima di aprire gli occhi, Francesco ha bisogno di attingere a tutta la sua forza interiore per non tornare a letto e dare inizio ad un’altra sessione di sesso.

<< Si sta facendo tardi, mi aspettano >> risponde lui, tutte frasi che sono vuote alle sue stesse orecchie.

<< Sarai nel corteo di benvenuto per la duchessa di Calabria? >> gli chiede Lorenzo, nella frase è implicito che lui sarà ovviamente presente. Francesco è consapevole che quella è una grande opportunità ma è troppo repubblicano per poter apprezzare il passaggio della figlia del duca di Milano che sta per sposare il figlio del re di Napoli, che Lorenzo invece aspetti quell’eventi per lui è un segno… le conosce le voci sui Medici e sa che seppur esagerate sono veritiere: i Medici sognano una corona e sarebbero disposti a fare a pezzi Firenze pur di procurarsela. Inoltre il nonno di Lorenzo è stato amico del duca Francesco e la famiglia Sforza è nota per le sue abilità guerresche e quindi Lorenzo potrebbe facilmente disporre di un esercito per prendere Firenze se la situazione dovesse volgere a suo sfavore, per questo Lorenzo smania per incontrare donna Ippolita si dice Francesco, calcolo, sempre calcolo, calcolo da tiranni e despoti.

<< Non mi ci vedo a chinare la schiena per una regina, anche se suo padre era un mercenario e suo padre un semplice contadino >> ammette prima che Lorenzo lo raggiunga, gloriosamente nudo nota Francesco, quel corpo invita al peccato e gli ricorda cosa hanno fatto pochi minuti prima, la passione che hanno consumato in quella stanza che è tutta il loro mondo.

<< Milano potrebbe esserci d’aiuto, assieme a Venezia e a Napoli, dovresti esserci, donna Ippolita è speciale >> replica Lorenzo con un sorriso divertito prima di abbracciarlo.

<< E tu come lo sai? Non avrai pensato di sposare la figlia di un duca? >> chiede, quel matrimonio sarebbe il peggio che la repubblica di Firenze potesse vedere.

<< Io ed Ippolita corrispondiamo da tempo, è un’ottima letterata e sarà una grande regina di Napoli un giorno >> ammette Lorenzo, quindi non deve preoccuparsi di quello pensa Francesco, anche se spesso l’ambizione di Lorenzo gli fa paura, Lorenzo è privo della capacità di comprendere i propri limiti e quello non è bene, ne è sicuro.

<< Stammi bene, ci vediamo per strada >> si limita però a dire, staccarsi da Lorenzo gli sta diventando sempre più difficile ma ormai sta imparando. Prima o poi saranno rivali e Francesco non è sicuro di chi ne uscirà vincitore, non con Lorenzo de’Medici, ottima mente, grandi ambizioni e ogni strumento per realizzarle, e perisca pure Firenze per la gloria di un uomo solo pensa amaramente Francesco. Per questo però c’è lui, amore o non amore farà di tutto perché Firenze continui a rimanere una repubblica, anche se… non vuole pensarci ma è un’ipotesi probabile anche se è sicuro che non si arriverà mai a quel punto. Suo zio Jacopo non avrebbe esitazioni di sorta ma lui… a volte crede che è per quello che Lorenzo ha desiderato riallacciare i rapporti ma l’altro non è tipo da simili sotterfugi, non è uno sciocco o un manipolatore ma perché non ne ha bisogno.

<< Ci vediamo prima di quello che tu creda >> replica Lorenzo prima di dargli un bacio veloce sulla bocca per poi mettersi a cercare i suoi vestiti, tutto quel candore e quella timidezza spesso lo confondono ma Francesco de’Pazzi ha imparato che la mente di Lorenzo è più acuta del suo cuore; Lorenzo lo ama, glielo detto poco prima su quelle lenzuola sfatte, ma non esiterebbe un secondo a sacrificarlo alle ambizioni della propria famiglia.