Piccolo slice-of-life di Enid
e Mercoledì. La Befana è un concetto prettamente italiano ma mi sembra che si sposi perfettamente con la figura di reietta, per cui ho ipotizzato che alla Nevermore avesse potuto comunque essere festeggiata. |
Enid era euforica,
più del
solito s'intende.
Mercoledì non ne comprendeva
il motivo ma neanche questa era una novità, certe emozioni
positive dirompenti
non erano processabili dal suo DNA. Le lanciò uno sguardo
rapido
con la coda dell'occhio, prima di tornare a battere ritmicamente i
tasti sulla
sua macchina da scrivere, senza – però –
aprire bocca.
“Vuoi dirmi qualcosa?” Le
chiese l'altra, rovistando in un calzettone oversize, colorato sui toni
del
rosa e contornato da un'abbondante dose di morbido pelo bianco.
“Niente…” rispose atona,
senza nemmeno voltarsi.
Enid si rivolse a Mano,
rilassato al suo fianco “Qualcuno qui deve aver ricevuto del
carbone…”
ridacchiò.
Mercoledì interruppe bruscamente
il suo lavoro, girandosi appena col busto per poterla guardare
“Ricevere
carbone non sarebbe nient’altro che una conferma delle mie
innumerevoli
malefatte, perché questo dovrebbe indispormi?”
“Magari perché non si può
mangiare?”
Questo era deciso da chi?
Era, di sicuro, piacevolmente tossico…
Tirò appena le labbra
“Epifania, quanto incredibile potenziale sprecato.”
Enid alzò gli occhi al cielo “Non sono sicura di voler sentire quello che stai per dire…”
Mercoledì, come
facile aspettarsi, la ignorò “Una
strega orribile, capace di essere in tutto il mondo nel giro di una
notte,
anziché instillare paura nel cuore dei bambini con
mutilazioni, punizioni
corporali, terribili veleni…”
L’altra sospirò “Ma tu me lo
dirai lo stesso, ovviamente.”
“ … carbone… che terribile
punizione” Probabilmente si era persa un pezzo del suo
monologo “Come se, poi,
avere un cuore nero fosse da punire e non lodare”
Sorrise “E da quando una sana
mutilazione sarebbe una punizione per te?”
Touché.
Si alzò, le mani allacciate
dietro alla schiena “Andiamo Mercoledì, non puoi
semplicemente goderti i
dolcetti come fanno tutti?”
Dolcetti: solo il pensare
a tutto quello zucchero le dava il voltastomaco ma non in senso
buono…
“Io non mangio
dolci.”
Enid fece un altro
passo,
sprofondando nella parte oscura della stanza “Li hai mai
provati?” le chiese,
furbetta “Da quando ti sottrai al richiamo di
un’invitante tortura?”
“Io non
mi sottraggo m…”
Non le fece finire
la frase:
rapida come solo un licantropo sapeva essere, le infilò in
bocca una pralina al
cioccolato. Non paga, le serrò, poi, le labbra con entrambe
le mani: se pensava di sputarla,
si sbagliava di grosso.
Mercoledì
si ribellò ma, per
quanto fosse allenata, non poté nulla contro la forza
sovrumana della sua
compagna di stanza. Quando il cioccolato inesorabilmente le si sciolse
sulla
lingua, il suo sopracciglio ebbe un piccolo fremito.
Gli occhi di Enid
brillarono
“Ah, lo sapevo! Hai vacillato…”
Ciao! Faccio un timido capolino in questo fandom con una rapidissima flash: nata proprio di botto - e in maniera del tutto inaspettata - ancor prima di aver finito la serie. Si vede che essere riuscita a seguirla in tempi umani mi ha abbastanza galvanizzato, chissà. Sebbene sia stata scritta un po' di tempo fa, visto l'argomento, mi sembrava doveroso aspettare proprio questo giorno per la sua pubblicazione. Spero che questo piccolo scorcio, senza troppo pretese, sia stato di vostro gradimento. Con questa prima fic del 2023, vi auguro Buon Anno e una buona Epifania (che tutte le feste si porta via, sigh). Cida |