TRISTEZZA "I fiochi raggi di un triste crepuscolo, illuminavano con il loro flebile e opaco bagliore l' immenso parco di palazzo Jarjjayes, iniziando a trasfigurare nella velata oscurita'le prime ombre della sera. Presto il buio, avrebbe avvolto e avvinto le sagome degli imponenti e maestosi alberi, che incorniciavano con le loro fronde il limitare della tenuta, sprofondando e scivolando fino a perdersi nella silenziosa calma della notte. Oscar, immobile di fronte ad una finestra, lo sguardo vacuo, indistinto, trasognato affondava il suo strazio a quel nebuloso orizzonte, mentre i palpiti ansanti del suo cuore volgevano stravolti al pensiero del conte di Fersen. Se n era andato, errante e solitaria figura, fuggendo di nascosto dal suolo francese, forse laggiù in quegli ampi e desolati territori oltremare avrebbe dimenticato quell' amore tormento crudele, che gli rapiva i pensieri, quella regina, candida ed eterea figura che aleggiava delicata in tutto il suo essere. Oscar, la mente in subbuglio, gli occhi colmi di lacrime, correva verso quella nave che lo avrebbe condotto in quelle terre sterminate...la sua anima, si abbandonava sommessa a quella tristezza, grido disperato, dolore lacerante verso colui che veleggiava in quell" oceano smisurato..Il pianto e muti singhiozzi cadevano incessanti da quel volto diafano, mentre Andre'assisteva impotente a quella lancinante afflizione, avrebbe voluto colmare quella pena che macigno terribile lo devastava, scuotendolo in tutto il suo eaaere, mentre leggeva negli occhi di Oscar quell' oppressione tremenda , crudo sgomento che gli soffocava l' anima.. Rivolgi, amore mio, i tuoi occhi, laggiù dove ti aspetto, soave lusinga, dolce effluvio, che armonioso aleggia in me....Ti amo Oscar"