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Autore: JulsJuls    11/09/2009    2 recensioni
allora..questa storia non è mia, ma del mio migliore e più caro amico che conosco da ben 17 anni (quindi da sempre) è dedicata alla sua ex, di cui è stato innamorato per anni, commettendo poi un grave sbaglio.non ha mai scritto nulla prima d'ora, questa l'ha scritta di impulso, per sfogo.voleva che io gliela pubblicassi dopo avergliela corretta.io le ho dato una scorsa veloce e, lo ammetto, qualche piccolo dettaglio l'ho sistemata.ma per il resto è tutta opera sua:non mi sembrava giusto cambiare ciò che avevano scritto i sentimenti, ecco.non sapevamo se metterla nel genere introspettivo o romantico, ma alla fine abbia deciso per questo.non ha grandi pretese, solo esprimere sentimenti.buona lettura!le recensioni sono sempre le benvenute!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti guardo da lontano, amore.

Quante volte, a questa stessa fermata dell'autobus, abbiamo aspettato insieme. Prima parlando e ridendo. Poi mano nella mano o abbracciati. Sei bellissima amore. Quando i miei amici dicevano che eri un maschiaccio io rispondevo così: "è bellissima". Perennemente in felpa, jeans e scarpe da ginnastica. Mai un filo di trucco. Naturale. Con i capelli corti corti, biondissimi. Sembrano quasi schiariti artificialmente, ma non è così. Lo so. Tu sei naturale. Spontanea. Sempre te stessa. Questo mi ha colpito di te, da subito. Non seguivi le mode, non ascoltavi gli altri. Bellissima.

Ti guardo da lontano, amore.

Ti passi una mano tra i capelli, lo fai sempre. Ridi con le tue amiche. C'è anche Francesca. La più bella del quartiere a giudizio di tutti. Ha anche vinto qualcosa. Lei non è una tua grande amica. No. Troppo diverse. Opposte. Ma tu sei gentile con tutti e anche con lei. Non vorrei mai uscire con lei, amore. Non quando ci sei tu. Non potrei. I tuoi occhi brillano sempre. Mi hanno fulminato.

Ti guardo da lontano, amore.

Eravamo al campo sportivo la prima volta che ti ho guardata. Io stavo uscendo dopo il calcio. E tu ti stavi riscaldando per fare atletica. Era una bambina di dieci anni, secca come un manico di scopa. Non ti ho trovata bella allora. Insignificante, avrei detto. POi tu ti sei girata e hai visto che ti stavo guardando. Mi hai fatto la linguaccia. Io ti ho risposto. E poi basta. Bambini. Eravamo bambini. Insignificante, avrei detto. Tranne che per gli occhi. Avevano una luce particolare.

Ti guardo da lontano, amore.

Ti ho rivista in prima superiore, quando ho scoperto che non abitavi molto lontano da me, e che la tua fermata era la mia. Frequentavamo gruppi e posti troppo diversi, in una città troppo grande per conoscerci prima. Ho scoperto anche il tuo nome. Eleonora. Non so perchè ma mi fa pensare a qualcosa di dolce. Al contrario di te. Ele. Ele. Ele.

Ti guardo da lontano, amore.

Finalmente arriva l'autobus. Non ci sediamo ai nostri soliti posti. I NOSTRI posti. Io vado in fondo, per non vedere te che preferisci stare davanti. Noi ci sedevamo sempre in mezzo. Dopo, stando insieme alla fermata, abbiamo iniziato a parlare. Eri forte, spigliata, simpatica. Dopo un pò mi sono accorto di essermi innamorato di te. Non mi piacevi soltanto. Ero (sono) ancora pazzo di te. Quando hai accettato di uscire insieme a me, dopo anni che morivo per te, ho sentito il cuore esplodere. Quella sera, fuori dal cinema, ti ho chiesto di fidanzarti con me. Tu non hai risposto nulla e io mi sono sentito svenire. Poi ti sei girata verso di me e mi ha sfiorato le labbra. Un bacio durato tipo due secondi. Un bacio a stampo. Un bacio che si danno due bambini all'asilo. Ma per me ha voluto dire moltissimo. Era il tuo modo di dire si. Era il tuo primo bacio. E l'hai regalato a me. Grazie, Ele.

Ti guardo da lontano, amore.

Non riesco a fare a meno di guardare verso di te. E i miei pensieri continuano a tornare lì, implacabili. Da quel momento sono cominciati i 5 mesi e 17 giorni più belli della mia vita. Dopo 3 anni che ti aspettavo. Stavamo sempre insieme. I tuoi occhi brillavano più del solito. Ti amo, Ele. Sei la prima e unica a cui l'ho detto. Il giorno del nostro quinto mesiversario. E tu hai detto che mi amavi anche tu. Dio. Credevo di morire dalla felicità. Io e te, Ele, non abbiamo mai fatto l'amore. Non volevi. Non eri pronta. E io non ti ho mai voluto forzare. I miei amici dicono che è terribile quando una ragazza non vuole venire a letto con te. Si vede che non sono mai stati innamorati. A me non è mai importato nulla. Non ha mai fatto male. Era la prima volta per entrambi, e concordavo anche io sul fatto che doveva essere speciale.

Ti guardo da lontano, amore.

Poi, quella dannata festa. Mio fratello ha compiuto 20 anni. Ha fatto un festone. C'era di tutto e anche di più. Ero andato con i miei amici. Ti avevo chiesto se volevi venire, anche se mio fratello non ti conosceva e non ti aveva invitato. Se glielo avessi chiesto avrebbe certamente accettato. Tu hai sorriso nel tuo solito modo, che mi fa perdere la testa, e hai detto di no. "Divertiti pure per una sera da solo con i tuoi amici, amore!" E così ho fatto. Solo che a quella festa c'era alcool. Un sacco di alcool. Troppo. Non mi ero mai ubriacato seriamente prima. Mai da perdere totalmente il controllo. Eravamo tutti ubriachi. Sono finito a letto con una. Vuoi proprio saperlo Ele? Non ricordo nulla. Se il mattino dopo non mi fossi svegliato con lei non ricorderei nemmeno il suo viso. Il suo nome non l'ho mai saputo. Era pure un'imbucata, manco mio fratello la conosceva. Se n'è andata senza dire nulla, ma un pò di gente l'ha vista. Nel pomeriggio sono venuto da te per dirtelo. Volevo essere sincero. Tu mi hai guardato con i tuoi occhi enormi. Un mare in tempesta. Non hai pianto. Non hai urlato. Nulla. Mi hai fissato. Mi sono messo a piangere io. Assurdo. Hai sospirato e poi, finalmente hai parlato. Credo che le tue parole le ricorderò per sempre: "Va bene. Hai sbagliato. Io ti amo. Sei stato il mio primo amore. é stato bellissimo. Ti amo. Davvero. Ma non posso perdonare. Mi hai fatto male come nessuno mai. Non ti voglio vedere più. Mai più. Se cambierò idea verrò a cercarti. Vai via, per favore.". Hai abbassato gli occhi e hai aspettato in silenzio che me ne andassi. Non ti ho vista piangere. Ti vedo sempre allegra all'apparenza. Ma ho guardato qualche volta nei tuoi occhi. E non brillavano.

Ti guardo da lontano, amore.

Oggi sembri un pò triste. Anche io sono più triste del solito. Oggi avremmo fatto 10 mesi. Da allora non mi hai più chiamato. Cercato. Parlato. Raramente mi hai guardato. Da lontano. E il tuo sguardo volava subito via. Ho capito, Ele. Non mi chiamerai più. Fa male saperlo. Ma so che è così. Ti ho fatto male. Tanto. Troppo. E fai bene a starmi lontano. Mi faccio schifo da solo. Mi piglierei a botte. Per soffrire come te. Però soffro già amore mio. Ma mi rassegno. E ti lascio stare. So già che non cambierai idea. Ci ho messo poco per amarti. Non ci metterò poco per dimenticarti. Ma tu starai meglio così. Lo accetterò. Io però resto qui. Se mi vuoi abbracciare, parlare, insultare, picchiare, qualunque cosa. Mi basterebbe che lo facessi tu. Davvero. Andrebbe bene anche se tu mi spaccassi la faccia. Ma solo se lo fai tu. Non lo farei. Né questo né niente altro. Farai finta che io non esista. E io cercherò di non mostrarti quanto mi manchi. Non mi avvicinerò a te. Mai. Hai scelto. E io rispetterò la tua scelta. Stammi bene, Ele. Ciao, amore mio.

Ti guardo da lontano, amore. Per sempre.
  
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