Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: Bombay    21/01/2023    2 recensioni
Dal testo - Aprì gli occhi di scatto e scese dal davanzale non avrebbe mai dimenticato, mai! Non era giusto nei loro confronti, ma ora doveva pensare -
Storia della challenge writeptember2022 indetta sul gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo”
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
[AoT] Pioggia e lacrime

Challenge: #writeptember2022 #Giorno04 del gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo

Prompt: 1 Tutti dicono bugie! - 3 Dimenticati di me!

 

Fandom: L’attacco dei giganti

Genere: Hurt/Comfort

Tipo: flash-fic

Personaggi: Levi Ackerman, Hanji Zoe

Rating: PG-13 - verde

Avvertimenti: angst

PoV: terza persona

Spoiler: sì, post episodio 55

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Hajime Isayama. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

PIOGGIA E LACRIME

 

Fuori pioveva, un diluvio estivo con i fiocchi che ripuliva le strade dal sangue e dalla sporcizia.

Seduto sul davanzale della finestra, Levi fissava l’acqua scrosciare violenta.

Avrebbe tanto voluto che quella pioggia insistente, ripulisse anche il suo animo dalla lordura che lo intaccava e le sue mani dal sangue che le macchiava in modo indelebile.

Chiuse gli occhi con un sospiro stanco prendendosi la testa tra le mani.

- Dimenticati di me! - sussurrava Petra uccisa dal gigante femmina.

- Dimenticati di me! - gridava la recluta di cui non aveva ancora imparato il nome.

- Dimenticati di me! - ordinò Erwin con il suo solito cipiglio.

Aprì gli occhi di scatto e scese dal davanzale non avrebbe mai dimenticato, mai! Non era giusto nei loro confronti, ma ora doveva pensare ai vivi non ai morti.

 

Bussò alla porta, ma non ottenne risposta, posò la mano sulla maniglia indeciso sul da farsi. Bussò di nuovo ancora nulla.

Forse dormiva, si sarebbe sincerato di quello e se ne sarebbe andato.

No, Hanji, non stava dormendo. Era seduta su una sedia davanti ad uno specchio, immobile, lo sguardo perso nel vuoto. Una spazzola abbandonata in grembo. La camicia da notte le lasciava scoperta una spalla.

Le si approssimò e la donna lo osservò nel riflesso senza dire una parola, fu Levi a spezzare quel silenzio assordante, rotto solo dalla pioggia e dai tuoni.

“Stai bene quattrocchi?” era una domanda stupida e retorica, nessuno di loro stava bene dopo quella maledetta missione. Lui per primo era inutile che ci girasse intorno.

Un sorriso triste e affranto piegò le labbra della donna.

“Dovrai inventarti un nuovo nomignolo” bisbigliò stanca e infelice.

Levi si morse la guancia, per una volta poteva stare zitto, Hanji era una donna forte ed un soldato, ma non doveva essere facile per lei.

 

Le tolse la spazzola dalle mani e senza dire nulla prese a districarle i capelli, piano senza fretta una ciocca umida alla volta.

“Grazie” sospirò lei grata per quella piccola attenzione.

Levi non disse nulla trascinò una sedia difronte a lei e prese una pezza pulita e le tamponò l’occhio ferito. Era una brutta lesione l’occhio perduto per sempre. Quello che poteva fare era solo premurarsi che non si infettasse e si rimarginasse per bene, in silenzio finì quella penosa operazione di pulizia e bendaggio.

“Secondo te tornerò a vedere” chiese così piano che faticò a udirla. Levi trattenne il respiro, Hanji era una scienziata, sapeva esattamente come era la sua situazione, ma voleva essere in qualche modo rassicurata.

Tutti dicono bugie: piccole o grandi, faziose o stupide, ma non il capitano Levi. Lui era un uomo schietto e sincero.

Un tuono squarciò il silenzio.

“No” affermò risoluto fissandola nell’unico che le rimaneva.

Inaspettatamente la donna si sporse in avanti e si appoggiò a lui, la fronte sulla spalla. Si irrigidì, lui non era bravo in quel genere di cose.

“Grazie” bisbigliò lei e Levi sentì qualcosa di umido scivolare gli lungo il collo. Lacrime.

Il capitano sollevò le braccia e la strinse in un caldo abbraccio, era l’unica cosa sensata da fare. Dopo tutto Hanji era un essere umano come lui, con pregi e difetti, con forze e debolezze.

Per una notte potevano trovare un po’ di conforto l’uno tra le braccia dell’altra.

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Bombay