Note: Ecco un’altra delle mie ff “one-shot”.
Questa volta la mia vittima sarà Pansy Parkinson… Voglio farla soffrire come
non ha mai fatto in vita sua! No, dai, scherzo. Voglio convincere che forse
dietro quella maschera di indifferenza, fatta di aria di superiorità, c’è una
fragilità immensa… Ora la nostra Pansy non riesce più a reggere la maschera di
strafottenza che ha sempre portato… Sarà il morbo di Parkinson? No di certo…
Il limite tra forza e
fragilità
Leggasi anche: “Mangiamorte di me stessa”
Io… Pansy… quella ragazzina tutta vizi e
capricci…
Io… Parkinson… un cognome importante da sempre
rispettato in tutto il mondo magico…
Io… la Serpeverde più orgogliosa e temuta della
casa, da sempre rispettata per il suo essere purosangue…
Mi sono
sempre chiesta se essere purosangue sia un privilegio o no . A volte penso alla
mia vita se non fossi stata tale. E mi rispondo che non devo pensarci, non devo
avere dubbi su quello che sarei potuta diventare essendo libera di fare ciò che
voglio. La parola “purosangue” non corrisponde alla parola “mangiamorte”. Ma se
io fossi una mezzosangue in futuro non dovrei avere un orribile tatuaggio
segnato sul mio braccio. Certo, se fossi mezzosangue morirei, se per caso
incontrassi un mangiamorte o chi altro. Ma io preferirei essere una mezzosangue
e farmi uccidere essendo libera, piuttosto che essere figlia di mangiamorte,
che condizionano la figlia, la spingono con violenza a maltrattare, o peggio a
uccidere, per un Signore Oscuro, facendole portare una maschera… Sì, questa maschera…
non si vede, ma c’è. E’ come se io già fossi una di loro… dei mangiamorte. Mi
sento mangiamorte da quando ero piccola… perché da piccola i miei mi hanno
fatto indossare questa maschera invisibile, dolorosa tanto quanto il tocco di
un dito sul tatuaggio di un teschio e un serpente, il tatuaggio del Marchio
Nero. Mi sento già mangiamorte dell’anima… Mi sento già mangiamorte degli
altri… Mi sento già mangiamorte delle persone a cui voglio bene, ma a cui
nascondo le mie sensazioni, e che per causa mia e di altre persone, che
diverranno serve come me, moriranno… Mi sento la serva di chi non mi
appartiene… Mi sento la serva di chi non mi rispetta… Mi sento la serva dei
miei genitori… A volte mi sento la serva dell'altra mia faccia falsa, la mia
copertura… Oramai dipendo da lei… anche se si sta facendo troppo pesante per
me… Lei e io siamo le facce della stessa medaglia. Siamo la forza e la
fragilità della stessa medaglia… Prima di mettermi la maschera ero forte, poi
sono diventata sempre più debole, sempre più debole, sempre più debole… Ora la
vedete la differenza? E’ come se la parte proporzionale della maschera della
forza sulla medaglia prevalesse su di me, la fragilità, sempre di più. E’ come
se la maschera mi mangiasse a poco a poco, come su di una grande scacchiera la
Regina mangia la pedina più in difficoltà. Poi cerco di prendere l’iniziativa
di ribaltare la situazione. Voglio essere io a mangiare la Regina… Voglio
essere indipendente… Voglio essere come sono davvero… Voglio vivere come piace
a me… Voglio che i Grifondoro non ci vedano più come antipatici viziati, ma che
ci prendano per la mano e ci salvassero tutti, visto che, a quanto si dice,
loro sono molto coraggiosi. Sì, io non sono la sola ad essere soggetta a questa
maschera invisibile… Anche Draco lo è, e Nott, Zabini, Millicent e gli altri… I
Grifondoro non lo capiscono che noi non siamo così come ci facciamo vedere da
loro. Ma loro non possono perché noi non li avvertiamo, perché se lo facessimo
ci sarebbe sempre qualcuno che ci controlla. Mi sono accorta troppo tardi che
mi sto suicidando da sola. Mi sono accorta prima dei miei genitori che
“mangiamorte” è il termine usato per coloro che servono ed hanno paura del
Padrone, che lo elogiano solo per codardia e vigliaccheria, e poi quando il
Signore Oscuro scomparve lo tradirono facendo credere di essere stati sotto
l’Imperius. E lo lasciarono al suo destino, sperando che non ritornasse mai
più. Ma è tornato, e la paura ha cominciato a fremere in loro. Ma loro si sono
uniti ad esso perché i loro genitori li hanno costretti, e loro, per paura, non
si sono opposti. Vigliacchi, codardi che non sanno farsi rispettare, o peggio
che non ci provano neppure. Ma visto ciò che è successo a loro accadrà sempre
così, di generazione in generazione, fino all’ultimo dei purosangue figli di
mangiamorte. Ed io sono figlia di madre e padre mangiamorte. Quindi quando avrò
la loro età non penserò a queste cose, ma a servire un lurido essere che ci
comanda all’altare. Ma penserò che i figli miei, che saranno soggetti alla
maschera che ho io, staranno pensando a ciò che penso io adesso. Possibile che
nessuno si ribelli?! Io almeno ci provo… anche se invano: la maschera è troppo
grande per me, e mi stravolgerà prima o poi, facendomi diventare come i miei
genitori e i loro amici. Ma se c’è qualcosa per deviarlo, si può almeno
diminuire la grandezza della maschera, almeno? Si può trovare il limite tra
forza e fragilità, almeno?
Io… Pansy… mi sento sopraffatta da un nulla…
Io… Parkinson... credo che un “mangiamorte” sia
prima mangiamorte di se stesso, e poi degli altri…
Io… quella che sono veramente… mi sento già una
mangiamorte di me stessa…
Note: Recensiteeeeeeeeeeeeeeeeee! Mi rivolgo
soprattutto agli Slytherin fanatics! Non costa niente…