Il sole filtra tra le fronde degli alberi e illumina i visi delle tre bambine. Si trovano al centro di una radura, proprio al confine del piccolo bosco di faggi che delimita la proprietà Black. Le sorelle – la somiglianza è molto evidente tra le prime due - si tengono per mano, le risate a volte alte a volte leggere, mentre cantano un’antica filastrocca francese disegnando nell’erba un cerchio perfetto.
«Bella! Sei stonata come una campana!» esclama Andromeda, le guance arrossate e ricci al vento. «E poi hai una pessima pronuncia».
Bellatrix si ferma all’improvviso, e con uno sguardo penetrante scruta la sorella minore che smette di ridere. Anche il vento pare quietarsi in uno stato di calma innaturale, come quando l’aria resta immobile e preannuncia la tempesta. Ma la reazione tanto temuta non arriva perché la maggiore tra le tre scoppia in una risata beffarda.  
«Che sciocca che sei, Meda. A settembre andrò a Hogwarts. Imparerò cose molto più importanti di una stupida canzoncina e del francese. Un giorno diventerò una strega potente!»
A quelle parole un paio di occhi azzurri si spalancano. Narcissa porta una mano a carezzare un boccolo biondo mentre, a bocca aperta, guarda ammirata Bellatrix.
«Oh, Bella! E ti insegneranno tanti incantesimi? Io vorrei tanto imparare a cambiare il colore dei vestiti…», ammette con candore dondolandosi sui talloni.
Bellatrix la guarda divertita socchiudendo appena gli occhi. È troppo piccola per conoscere le infinite potenzialità della magia che lei, invece, ha appena iniziato a conoscere allenandosi di nascosto con i giovani fratelli Lestrange.
«No, Cissy. A Hogwarts insegnano più di questo». Si volta verso Andromeda, che nel frattempo si è chinata a raccogliere una margherita per infilarla tra i capelli.
«Hai capito, Meda? Tra due anni toccherà a te iniziare la scuola. Diventeremo imbattibili…». Una strana luce attraversa i suoi occhi scuri al solo pensiero, il seme ancora inconsapevole di una malcelata ambizione.
«Invece io vorrei solo sposare un mago bellissimo, biondo e con gli occhi azzurri», esclama la piccola Narcissa saltellando eccitata intorno alle sorelle, le guance appena rosate sulla pelle candida. «A voi non piacerebbe?»
«Essere sottomesse a un maschio? Meglio morire!» Lo sguardo penetrante che Bellatrix rivolge alla sorella è così profondo da spaventarla. Narcissa si blocca subito, pentita di averla fatta adombrare, e abbassa gli occhi mortificata mentre si tormenta il labbro inferiore con i denti.
È abituata a quegli scatti d’ira della sorella maggiore, ma ogni volta non riesce a non esserne intimorita.
«Cissy», Andromeda le accarezza tenera un braccio, «non ti preoccupare. Un giorno troveremo l’amore della nostra vita, se è ciò che desideriamo».
«Siete due sciocche», sbotta Bellatrix agitando le mani esasperata. «Niente può valere quanto imparare una grande magia».
Le tre sorelle si fissano per qualche istante, la vaga consapevolezza che qualcosa sta cambiando e che non possono farci nulla.
Mentre il sole tramonta tra gli alberi, le ombre si allungano, sull’erba e nelle loro vite.
 
 


Nota dell’autrice:
Questa flash partecipa alle challenge “Flash a tema famiglia”, indetta da Mari Lace sul forum “Ferisce più la penna”, e a “To Be Writing challenge 2023 – New Edition” indetta da Bellaluna sul medesimo Forum. La tematica è Sisterhood.