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Autore: PaolaBH2O    30/01/2023    0 recensioni
Ogni qualvolta che Aphrodite vede qualcuno di meno fortunato di lui (e diciamocelo, chi non lo è!) non può fare a meno di subentrare con un bel restauro, perchè lui sa... Sa di cos'hanno bisogno per essere popolari.
In questo fortunato caso di cos'ha bisogno un ostinato, trasandato e tristemente noto granchio.
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Song-fic ispirata alla canzone "Popular" del musical "Wicked", se ne consiglia l'ascolto durante la lettura. Possibili OOC
Genere: Comico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Gold Saints (Legend of Sanctuary), Pisces Aphrodite
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La celebrità è evanescente, la popolarità un caso, le ricchezze prendono il volo, una sola cosa è duratura, ed è il carattere (Cit. Horace Greeley)



-Death Mask, ora che siamo amici, ho deciso di farti diventare il mio nuovo progetto!- chiocciò Aphrodite come se fosse l’idea più esaltante, altruistica e caritatevole che ogni essere umano potesse aver mai concepito o fosse in grado di concepire in qualunque futuro.
-Davvero, non devi farlo…- fu la secca risposta del Cavaliere del Cancro, che riusciva a pensare solo a quanto fosse lui a essere altruistico e caritatevole nel suo limitarsi a digrignare i denti in un forzatissimo sorriso. Piuttosto che impalare il compagno dei Pesci sulla sua stessa spina dorsale, era un successone.
-Lo so…- gli annuì Fish, mettendogli le mani sulle spalle e Death Mask per un momento intravide un bagliore di ragionevolezza oltre le crepe del muro di vanità -È proprio questo che mi rende tanto gentile!-
Okay, forse lo svedesino avrebbe visto l’alba del giorno dopo senza essere impalato, ma ci stava andando pericolosamente vicino!
Ricapitolando: si conoscevano da appena un paio di giorni ma ciò non aveva fermato Aphrodite dal presentarsi alla quarta Casa, nel cuore della notte, con uno sproposito di flaconcini e bottigliette e lozioni e cazzi e mazzi disparati di prodotti per la cura e l’igiene del corpo, prendendosi pure il disturbo di spiegare a un più che assonnato Death Mask come andasse utilizzato questo o quell’altro; il padrone di casa era riuscito a esorcizzarlo ricordandogli come la mancanza di sonno fosse uno dei nemici principali di una pelle fresca e priva d’imperfezioni, ma il Cavaliere dei Pesci era più cocciuto di così e si era ripresentato puntuale il giorno successivo con maggior cipiglio.
Frasi di circostanza come “chi cazzo ti ha fatto entrare?” o “se non te ne vai entro due secondi ti faccio ingoiare i talloni” non erano stati deterrenti abbastanza. Ed ecco come si era arrivati a quel punto… Quell’assurdo, esasperante punto.
Di scarpinare fino alla decima Casa con tutto il sonno arretrato che aveva non se ne parlava nemmeno, per cui Death Mask ne aveva discusso in lungo e largo con Shura per telefono, e alla luce della loro conversazione, aveva deciso di ingoiare un ultimo rospo con Aphrodite.
-Solo una domanda: perché?-
Aphrodite lo squadrò con durezza da capo a piedi: il suo elenco comprendeva testa disordinata che non vedeva una forbice professionale da anni, vestiario molto clochard con la passione per il metal, sneakers démodé ingiallite, unghie sbocconcellate e senza un filo di smalto. Tutto ciò per tacere della postura ingobbita e delle borse sotto gli occhi! Se non altro era pulito e non si infilava le dita in alcun orifizio…
-Perché, diciamocelo, nonostante tu sia il caso più tosto che abbia mai incontrato- si fece forza inspirando a fondo -Sono determinato a farcela! Ti renderò popolare!-
-Com’è umano lei…- mormorò Cancer preda di un’arrendevole e silenziosa disperazione.


Mentre lo trascinava per la strada terribilmente lunga nella costruzione della popolarità e della migliore versione di se stesso (una via costellata di negozi e centri estetici in cui il siciliano si rifece il guardaroba e ci lasciò un capitale), Aphrodite lo infarcì fino al midollo di nozioni su come flirtare, come farsi notare e amare dalla gente; ognuna di esse sarebbe stata beatamente ignorata o passata a uno strettissimo vaglio, ma a fine giornata, quando venne costretto a indossare i nuovi acquisti e venne posto davanti a uno specchio, Death Mask stentò a riconoscersi: la sua barba non era mai stata tanto curata, i suoi capelli avevano un aspetto così esotico pieni di perline, le unghie nere tutto sommato gli piacevano e lo stile gotico moderno dei suoi nuovi vestiti faceva decisamente al caso suo! Dopo tanti trattamenti di bellezza persino il suo occhio sfregiato aveva acquisito un suo perché.
Si aggiustò il nodo della cravatta sorridendo fiero ma si fermò quando scoprì Aphrodite a spiarlo.
-Ma guardati…- sospirò -Sei stupendo!- fece per spazzolargli con le mani il colletto della lussuosissima giacca di pelle nera quando Death Mask si scansò brusco raccogliendo le sue borse alla bell’e meglio.
-Devo andare…- lo salutò prima di precipitarsi fuori dal negozio senza accorgersi di non aver pagato.
-Prego!- gli urlò dietro il Cavaliere dei Pesci. A un cenno di protesta da parte del negoziante, si avviò alla cassa precisando come la giacca la offrisse lui -Lo sa- si vantò -Anche se sbandiera il suo disinteresse, so che segretamente apprezzerà la sua nuova popolarità. Ma, certo, non sarà più popolare di me!-


Tornato alla quarta Casa, Death Mask prese coscienza di quanto Aphrodite avesse ragione man mano che provava stivali, camice e qualcuno dei profumi che gli aveva fatto comprare; sentiva per la prima volta il desiderio concreto di rendere onore a quello che indossava oltre l’armatura d’oro, e ciò gli provocava sia un senso di fierezza, sia auto-disgusto perché avrebbe dovuto ammettere di aver avuto torto, di essere riconoscente per le consulenze ricevute e le ispirazioni che ne derivavano. L’orrore.
Abbandonò lo spacchettamento delle restanti compere a un altro giorno e si gettò sul letto a lamentarsi con Shura in chat.
-Giuro che lo strozzerò nel sonno, quel damerino impomatato…- si limitò a scrivergli senza perdersi in dettagli.
Shura, messo al corrente di tutta la vicenda dal lezioso Aphrodite, ridacchiò alla notifica del telefono e veloce spedì la risposta.
-In due anni sicuramente sarete migliori amici, con gioielli abbinati e tutto il resto!-
Il telefono gli trillò ancora e sullo schermo comparvero sei esaustive lettere che non fecero che confermare le sue parole.
-Mátate!-


A distanza di anni da quell’episodio, Death Mask aveva fatto tesoro dell’esperienza, arricchendo il suo look, la sua cura della persona e trovando qualche ritaglio di tempo per impratichirsi col suo stile di corteggiamento e/o rimorchio, ma aveva ignorato la “dialisi” sulla personalità che avrebbe dovuto rimetterlo al mondo dalla “persona triste” che era: il suo carattere andava benissimo così perché non solo l’aveva condotto a stringere un solido cameratismo con Shura e Aphrodite, ma perché l’avrebbe portato a sviluppare una relazione unica nel suo genere con una giovane donna da oltre-dimensione. Ma questa era un’avvincente trama che ancora doveva cominciare.

   
 
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