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Autore: musa07    31/01/2023    4 recensioni
[IwaOi][Time!Skip]
"Tooru lo vede nel riflesso dello specchio del bagno del palazzetto.
Dove si è rifugiato nel momento di raccoglimento con se stesso. A poco minuti dall’inizio del riscaldamento di quella finale olimpica.
Di quella finale che lo vedeva giocare contro il proprio Paese. Contro quelli che erano stati compagni e non.
Contro Hajime…
- Allora, qual è la parte di te, di Tooru che ancora non sa quanto sei forte? - lo provoca, scatenando in Tooru un piccolo sorrisetto storto mentre registra ogni suo piccolo movimento. Ma Hajime non si sposta, rimane lì: fermo sulla porta che ha appena richiuso alle spalle, fissandolo a sua volta[...]
- Quante volte la Vita ti ha sfidato, Tooru? - lo incalza Hajime, muovendo ora quei primi passi decisi verso di lui - E ogni volta le hai dimostrato che sei diventato sempre più forte. -
- Ogni giorno, in questi lunghissimi anni, ogni mattina mi sono alzato, mi sono guardato allo specchio e mi sono ripetuto che non mi sarei arreso e che avrei fatto tutto quello che avrei potuto fare, perché quando ti chiedi come fai ad andare avanti quando capisci che non puoi più tornare indietro quello è il punto di svolta[...]"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vita non è un problema da risolvere ma una realtà da sperimentare

 



Tokyo - Olimpiadi 2021

 

Tooru lo vede nel riflesso dello specchio del bagno del palazzetto.
Dove si è rifugiato nel momento di raccoglimento con se stesso. A poco minuti dall’inizio del riscaldamento di quella finale olimpica.
Di quella finale che lo vedeva giocare contro il proprio Paese. Contro quelli che erano stati compagni e non.
Contro Hajime…

- Allora, qual è la parte di te, di Tooru che ancora non sa quanto sei forte? - lo provoca, scatenando in Tooru un piccolo sorrisetto storto mentre registra ogni suo piccolo movimento. Ma Hajime non si sposta, rimane lì: fermo sulla porta che ha appena richiuso alle spalle, fissandolo a sua volta.
Iwaizumi è sempre stato quello che l’ha spronato, quello che gli ha posto quelle domande che Tooru che neppure sapeva di doversi porre. Quello che gli ha vomitato in faccia anche le verità più scomode. Quello che non lo ha mai abbondato. Neanche quanto i chilometri di distanza erano emotivamente insopportabili. Neppure quando, come in quel momento, sono avversari in uno dei momenti più importanti nella carriera di un atleta.
E sorride impercettibilmente Tooru, sempre tenendo entrambe le mani appoggiate al marmo del lavandino.
Se la sta facendo sotto? Ovvio! È la finale olimpica, mica la partitella al campetto tra amici.
Anche a distanza di tutti quegli anni di quando era il Capitano della Aoba si sente sulle proprie spalle la responsabilità di portare la propria squadra – in questo caso la Nazionale Argentina – alla vittoria.
Lo sa che in campo si è in sei – gliel’ha insegnato proprio quello splendido uomo che si trova di fronte a lui in quel momento – ma è lui il regista. Il direttore d'orchestra.

- Quante volte la Vita ti ha sfidato, Tooru? - lo incalza Hajime, muovendo ora quei primi passi decisi verso di lui - E ogni volta le hai dimostrato che sei diventato sempre più forte.-
- Ogni giorno, in questi lunghissimi anni, ogni mattina mi sono alzato, mi sono guardato allo specchio e mi sono ripetuto che non mi sarei arreso e che avrei fatto tutto quello che avrei potuto fare, perché quando ti chiedi come fai ad andare avanti quando capisci che non puoi più tornare indietro quello è il punto di svolta. Perché in quel frangente o scegli di credere in te stesso in modo totalizzante o ti disperi. - ribatte Tooru alla fine, voltandosi verso di lui e affrontando gli occhi verdi dell’altro.
E Tooru ha anche imparato che sentirsi dispiaciuti per se stessi è la peggior forma di commiserazione, qualcosa che ti impedisce di progredire. Così come ha imparato che chiedere aiuto quando si ha bisogno non è una forma di debolezza, anzi: è riprova di grande coraggio ed umiltà.
Certo aveva ripetuto a se stesso che non si sarebbe arreso e che avrebbe fatto tutto ciò che avrebbe potuto fare per la pallavolo, sacrificando ad essa una parte di sé. Tipo proprio Hajime. Ma ora si era alla resa dei conti…
Si fissano negli occhi, a leggervi dentro come hanno sempre fatto. Come hanno sempre permesso all’altro di fare.

Quante volte Hajime aveva guardato in quegli occhi…
Ed ogni volta vi aveva letto tante emozioni, tutte quelle che Tooru aveva dentro di sé. Tutte le sue mille e più sfaccettature, le sue fragilità e le sue insicurezze. Lo aveva visto vacillare ma mai cadere, anzi: da quelle sue insicurezze, dalle sue ceneri rinascere ancora più forte e risoluto di prima.
- Indubbiamente saprai che tutto ciò che hai ottenuto lo devi a te, è abbastanza rincuorante, non trovi? Perché sai che sarai in grado di farlo ogni volta. La distanza tra i tuoi sogni e la realtà l’hai finalmente bruciata, eh? - gli chiede Hajime, con un piccolo sorriso felice, così raro da vedere dipingersi nelle sue labbra, colmando la breve distanza che li separa e Tooru è in qualche modo costretto ad addossarsi alla lavandino dietro di lui, arretrando. Lui! Che non ha mai arretrato di fronte a niente e a nessuno, neanche alla Vita, arretra di fronte al suo miglior amico. Di fronte ai propri sentimenti che non è mai riuscito ad assopire.

- Beh, sai che c’è? Ce l’ho fatta. Ci ho messo tempo, sudore, lacrime, sacrifici e fatica per arrivare dove sono arrivato ora, oggi, ma ce l’ho fatta, anche in barba a chi ha cercato di affossarmi, e molto probabilmente prima di tutto proprio me stesso, le mie paure. So stare in piedi da solo. E nessuno può fermarmi ora, neanche me stesso. - vorrebbe aggiungere altro ma non osa, in quel momento. Come in tanti altri innumerevoli momenti…
Abbassa per un istante lo sguardo a terra, combattuto, mentre si mordicchia il labbro inferiore, come ha sempre fatto nei momenti in cui è internamente dibattuto.
E Hajime lo sa benissimo, conosce ogni minima sfaccettatura di lui, proprio per questo ha colmato la distanza tra i loro corpi, ha appoggiato le mani sul bordo del lavandino, là dove c’erano quelle di Tooru fino ad un istante prima.
E allora Tooru capisce. Che non può continuare a tacere. Forse quello è il momento più sbagliato ma, d’altra parte, ci sono stati tanti altri momenti sbagliati nella vita di Tooru nei quali lui, in barba a tutto, ha agito. E vinto.

- Ci sono stati periodi in cui quello che avevo bisogno più di tutto era sentirmi dire “ci sono io, ti tengo”, e quel qualcuno eri tu. Sei sempre stato tu, Iwa. - dice con la passione che gli saetta negli occhi, negli splendidi lineamenti del suo splendido viso.
Hajime sgrana gli occhi. Ma non perché non sappia di esser stato vicino a Tooru, sempre!, ma perché non si aspettava di sentire quanto fosse stato così importante, vitale, per l’altro, la sua vicinanza, il suo aiuto. Per lui era stato naturale dato che, più di ogni cosa, voleva che il mondo intero vedesse il valore di Oikawa Tooru. E quel giorno, tra tutti, il Mondo intero l’avrebbe vista, la luce abbagliante di Tooru. E lui ne era fottutamente orgoglioso.
Non è per questo, per quelle parole, che sgrana gli occhi ma per ciò che vede negli occhi dell’altro.
- Abbiamo affrontato le nostre paure insieme, Kusokawa. -

Tooru sorride a quell’appellativo, che gli era mancato. Scuote la testa, sempre sorridendo.
- Non le nostre, ma le mie paura, Iwa. - gli fa notare, staccandosi con il corpo dal bordo del lavandino e spingendo il corpo verso il suo – Abbiamo vinto tante battaglie per arrivare dove siamo arrivati adesso, ma se ce l’ho fatta è perché avevo te in qualche modo al mio fianco. Tu e… - ma Iwa gli impedisce di parlare. Gli poggia l’indice sulle labbra per farlo tacere, l’altra mano che gli si poggia sul fianco per attirare i loro corpi l’uno vicino all’altro.
Tooru non vuole tacere, non dopo tutti quegli anni. Dopo tutto quel tempo in cui prima non ha mai confessato i propri sentimenti ad Iwaizumi e poi, peggio: ha cercato, inutilmente, di sopprimerli.

- Me lo dici dopo, Creppykawa. - gli sussurra sulle labbra, spostando lentamente il dito, procurando mille brividi che saettano lungo il corpo di Tooru, per sostituirlo con le proprie labbra che si posano leggere sulle sue. Leggere, il contatto di un istante ma che risveglia entrambi da un lungo, lunghissimo, sonno che si sono imposti per il bene dell’altro.
- Ora Tooru va là fuori e spacca il culo a tutti. - gli bisbiglia, dopo avergli preso il volto tra le mani e appoggiato la fronte sulle sua. E averlo lasciato interdetto per quel bacio.
- Va là fuori e spacca il culo a tutti. – ripete Hajime sorridendo – Perché i miei ragazzi non vedono l’ora di fare altrettanto con te. -

Soffoca una mezza risata, Tooru, e appoggia il volto sul petto di Hajime.
Ora può finalmente permettersi di farlo.
Così come Hajime può finalmente permettersi di abbracciarlo. Di stringerlo forte a sé.

Ora possono finalmente permettersi di essere felici.

Insieme...

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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