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Autore: musa07    05/02/2023    4 recensioni
[KageHina][AU]
"Com’è che uno come Kageyama Tobio si era fatto convincere a partecipare ad uno speed date?
Semplice: non si era fatto convincere, si era fatto fregare. Dal suo senpai tanto premuroso quanto diabolico[...]
Quindi quando cercò di sgattaiolare via il più sommessamente possibile, ecco che venne agganciato quando stava per mettersi in salvo varcando le soglie del portone di forgia antica.
- Kageyama Tobio. - una voce squillante gli arrivò alle spalle e lui si voltò piano, con il suo miglior cipiglio incazzato. Tuttavia[...]"
Scritta per la Challenge #comeasyouarenot2023 indetta dal gruppo FB “Non solo Sherlock”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: universo AU non sportivo – speed date Di Drisinil

L'età dei ragazzi in questa AU è quella del Time!Skip del manga.
Non escludo di poterla ampliare come storia, e che questo diventi l'incipit.



 

Com’è che uno come Kageyama Tobio si era fatto convincere a partecipare ad uno speed date?
Semplice: non si era fatto convincere, si era fatto fregare. Dal suo senpai tanto premuroso quanto diabolico.

Ed ora eccolo lì in mezzo a quella bolgia di gente che parlava, parlava e parlava. O meglio: blaterava cose senza senso e di nessuno interesse per lui.
Quando era arrivato nel solito salone dove l’Orchestra del Conservatorio faceva le prove ensemble, Tobio ci aveva messo quel secondo in più a capire che, no: non era un convegno nel quale si sarebbe parlato diArchitetture sonore nel periodo Barocco” come gli aveva detto Sugawara ma… ma di uno speed date.
Stava per fare dietrofront e andarsene indignato, ma lui non era bravo a fare uscite di scena plateali. Quello era il primo violino semmai…
Quindi quando cercò di sgattaiolare via il più sommessamente possibile, ecco che venne agganciato quando stava per mettersi in salvo varcando le soglie del portone di forgia antica.
- Kageyama Tobio. - una voce squillante gli arrivò alle spalle e lui si voltò piano, con il suo miglior cipiglio incazzato. Tuttavia...
- Come fai a conoscere il mio nome? - chiese sorpreso Tobio, voltandosi e dovendo abbassare di un bel po' lo sguardo dall’alto del suo metro e ottantotto.
E la prima cosa che i suoi occhi blu incontrarono fu una zazzera rossa e scompigliata, tanto che pareva gli fosse appena esplosa una bomba in testa o che degli uccelli vi avessero fatto il nido.
Lo conosceva perfettamente quel tipo, faceva parte anche lui dell’orchestra. Ed era rumoroso e molesto proprio come lo strumento che suonava.
- E chi è che non ti conosce? - il trombettista emise un piccolo fischio mentre finiva il liquido di dubbia provenienza che aveva nel suo bicchiere di plastica, per poi riprendere a parlare.
- Il secondo violino più giovane di sempre nella storia del nostro Conservatorio e non appena messo piede qui dentro, orecchio assoluto e… - piccola pausa d’effetto – e colui il quale l’altro ieri ha avuto tanto ardine di alzarsi nel bel mezzo delle prove generali e dire al Direttore d’Orchestra che non stava capendo una cippa lippa di niente e stava sbagliando tutto. -
- Mi sono scusato. - bofonchiò Tobio, corrucciando le labbra e spostando lo sguardo di lato mentre l’altro se la stava ridendo di brutto.
- Oh, certo: erano proprio molto sentite e credibili le tue scuse. - ironizzò Shoyo, continuando a ridere di cuore e il suono cristallino della sua risata penetrò in Tobio – E comunque, detta tra di noi, sono perfettamente d’accordo con te, Washijo sensei se ne dovrebbe andare in pensione ormai. -
Ed ora Tobio si mise ad osservarlo meglio. Più del solito almeno. Perché aveva avuto modo di osservalo già diverse volte, in particolar modo la sua solerzia, la sua grandissima voglia di imparare, la sua smisurata (quanto sfiancante) energia.

- Senti – Shoyo risvegliò la tua attenzione – ti va se ce ne andiamo da qui e ci andiamo a bere qualcosa di serio invece di questa brodaglia? -
Dal canto suo, Shoyo era da parecchio che cercava di approcciarlo, ma tra l’antica faida tra archi e fiati, tra che l’espressione sempre incazzata di Tobio non è che invogliasse più di tanto alla conversazione, lo avevano sempre – incredibilmente – trattenuto dall’avvicinarsi più di tanto a lui. Soprattutto gli era stato più e più volte sconsigliato, tra il serio e il faceto, direttamente dai suoi senpai. Ma quella gli era parsa indubbiamente l’occasione giusta. E non se la sarebbe lasciata scappare.
- Io me ne stavo andando in effetti. E, no: se te lo stai chiedendo, il mio proposito non includeva anche te. - precisò Tobio mentre aveva iniziato a scendere le scale in marmo che dall’antico salone portava al chiostro interno del palazzo, sede del Conservatorio di Tokyo.
Inutile dire che molto presto si sentì affiancare dall’altro, mentre aveva infilato le mani in tasca.
- Perfetto, allora! È deciso. - proferì tutto tranquillo Shoyo, per niente scalfito dalla poca socialità dell’altro - Conosco un bel localino proprio qui all’angolo. -
E Tobio, suo malgrado, si trovò costretto a sorridere, lanciandogli una piccola occhiata divertita.

Indubbiamente quel rumoroso, quanto insistente, mandarino aveva attirato la sua attenzione.

 

 

 

Piccola nota tecnica semiseria: volevo precisare che sono una piùomeno violinista ma semplicemente adoro la tromba e trovo che il suo suono sia sublime.

   
 
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