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Autore: Soleil Jones    05/02/2023    2 recensioni
{ scritto per lo scorso writober. }
Caspian ricorda vagamente canti e filastrocche antichi che ha sentito leggere al suo precettore più di una volta da bambino, dove i Re e le Regine erano paragonati alle quattro stagioni.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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“Edmund.”
La voce che gli giunge alle orecchie è chiara come le acque del mare di Cair Paravel, con il suo timbro soffice e un tono premuroso che perpetra le barriere turbinose dei pensieri di Edmund. Colpe perdonate da tutti tranne che da lui che non le ha mai dimenticate; piccole spine fiorite tra le crepe risanate dal tempo, e riscosse dal paesaggio coperto di bianco intorno a lui — e dal ricordo fantasma della morsa di ghiaccio e neve — che, con un movimento improvviso del capo e un respiro improvviso, Edmund sopprime in favore della nitidezza del presente.
Si era solo soffermato a guardare la fronda di un albero, per qualche ragione, e in egual modo basta un battito di ciglia perché invece, voltandosi, si ritrovi davanti Caspian.
Non lo ha sentito avvicinarsi.
“Sembravi...” Gli occhi scuri del re di Narnia vagano sul suo viso con un barlume di preoccupazione e attenzione che fa tentennare entrambi. Si guardano, Edmund intercetta lo sguardo di Caspian con un misto di confusione e un familiare pizzicore a minacciare di puntellargli la pelle del viso, ma alla fine lo spezzarsi di un arbusto a opera di uno dei loro compagni dissolve lo stallo.
“Senti freddo?” domanda Caspian, una mano posata sulla spalla del minore.
Il calore gli arriva fino alla pelle, anche attraverso la cotta di maglia e i vestiti, e complice il cameratismo del gesto e la familiare genuinità di chi lo compie Edmund rilassa le spalle.
“Oh. No. No, ho sentito di peggio, sto bene,” afferma, scuotendo il capo e distendendo appena le labbra prima di riprendere a camminare e aggiungere, semplicemente: “Non amo l'inverno, tutto qui.”
Ed è la pura verità; una di quelle affermazioni che di tanto in tanto i Re e le Regine di Narnia fanno e a Caspian, sentendoli, danno la distinta impressione di celare aneddoti e alle volte cicatrici di mille e più anni fa per lui e infinitamente meno per loro.
“Ah. Questo spiega la tua aria crucciata,” commenta, annuendo, e la bonarietà della sua ironia deve essere contagiosa quanto il suo sorriso, perché Edmund lo guarda con la fronte aggrottata e il principio di uno sbuffo a metà tra l'amichevole e la protesta, e finisce col condividere con lui un suono divertito.
Caspian lo guarda scuotere il capo, stagliato su uno sfondo schiarito dalla brina portatrice di una stagione ben diversa da quella che i vecchi libri narrano abbia perpetuato per un secolo prima che i Pevensie riportassero la speranza e l'estate a Narnia. Questa qui è solo la testimone del ciclo delle stagioni, ed è buffo, perché Caspian ricorda vagamente canti e filastrocche antichi che ha sentito leggere al suo precettore più di una volta da bambino, dove i Re e le Regine erano paragonati alle quattro stagioni.
In quegli scritti Edmund il Giusto è sempre stato il cambiamento, la calma sagace e confortevole, il fascino e i colori dell'autunno; con le sue piogge improvvise e le sue temperature intermedie sfocianti nel freddo invernale. Il che è un paragone accurato per molteplici ragioni.
Tuttavia Edmund è anche e soprattutto una persona, e— e davvero cerca di non essere troppo ovvio quando il braccio di Caspian colpisce appena il suo e lui mormora, idillico: “Non posso dire di capirti appieno, sai.”
Edmund gli lancia un'occhiata. La sua parte più adulta e vissuta gli sussurra che conosce quello sguardo. Lui in tutta risposta stringe l'elsa della propria spada e rallenta il passo.
“No?”
Caspian scuote il capo. “No, trovo che ci sia. . .”
I suoi occhi scorgono labbra carnose rese più rosate dal freddo, soffici capelli corvini e intelligenti iridi color dell'inchiostro in contrasto con una carnagione più chiara del solito. Efelidi normalnente chiare e nascoste rese più evidenti, simili a piccole costellazioni. Ciglia lunghe e nere, sulle cui punte Caspian nota posarsi qualcosa di chiaro — brina.
Delicatamente, sotto lo sguardo vigile di Edmund, porta una mano al suo zigomo, spazzando via il cristallo di neve con un lieve movimento del pollice e lo sbattere delle palpebre del corvino.
“. . .bellezza,” esala, portando via un respiro a entrambi. “Anche nelle stagioni più fredde. Conforto, persino.”
Edmund lo scruta come alla ricerca di qualcosa, una sensazione di vertigine ed euforia a pizzicargli le gote e scombussolare lo stomaco. E sebbene sia discreto, dello stesso tono dell'autunno passato, il sorriso che gli rivolge è dei più genuini.
“Immagino sia così.”

  
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