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Autore: eian    09/02/2023    0 recensioni
Un virus che colpisce i telepati, mortale per i vulcaniani, si sta diffondendo sul pianeta Cetacea e rischia di propagarsi per l'intero quadrante, con effetti devastanti. L'Enterprise del capitano Kirk deve indagare sulla possibile origine sintetica del virus e il suo legame con una sperduta località su Vulcano.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Nuovo Personaggio, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Siamo quasi alla fine, una sensazione molto strana. Però doveva succedere, prima o poi.

"Kirk sgranò gli occhi. Avrebbe dovuto essersi ormai abituato alle maniere di Spock e al suo modo di esprimersi, così diretto ed essenziale. Ma in quel contesto… assumeva una valenza erotica in modo indecente.
Deglutì un paio di volte prima di ritrovare la voce per rispondere."


La Dependance

- Che posto è  questo? Non ricordo di averlo mai visto prima nelle mie visite a casa tua – chiese Kirk
- E’ la dependance degli Sposi – rispose imperturbabile Spock, posando la mantella su un divano.
- Degli … Sposi?? – balbettò Kirk – Vuoi dire che… siamo sposati??-
- Secondo la legislazione vulcaniana, i membri di un legame hanno uno status pari se non superiore al quello di sposati. Volendo, potremmo confermare il rapporto anche per la legislazione della Federazione.
Jim rimase ammutolito. Non aveva minimamente pensato a loro in questi termini…
In effetti, durante il sontuoso ricevimento molti vulcaniani, compresa T’Pol, si erano congratulati con lui, lasciandolo costernato.
La dependance era appartata rispetto al resto della grande casa e arredata in modo elegante e spartano, con poche suppellettili ma ogni comfort.
La zona bagno era decorata con pigmenti bianchi, la vasca enorme era scavata nella pietra e coperta di piccoli fiori rossi freschi.
Il letto era un rialzo in pietra anch’esso, coperto di un materasso dall’aspetto molto invitante.
Kirk si sentiva esausto ma difficilmente avrebbe potuto dormire con tutta quell’adrenalina che ancora gli circolava in corpo.
Posò la piccola sacca con qualche oggetto personale e rimase a guardare Spock che, perfettamente a suo agio nel suo ambiente, gli offriva una bibita da una brocca smaltata.
Accettò il liquido fresco al vago sapore di mirtillo e si guardarono negli occhi, incerti.
– Mi spiace per quello che è successo nell’arena. Per poco non ti ho ucciso – si scusò il capitano.
- Le scuse sono illogiche, le tue azioni erano una conseguenza delle mie e andavano vissute per poter superare il trauma –
- Sono felice di essermi fermato – dichiarò l’umano sommessamente – non avrei potuto vivere con una consapevolezza del genere –
- Lo so –
Prendendo tempo Jim girellò un po’ per l’ambiente, aprendo i mobiletti e l’unità refrigerante, ben rifornita di cibo e bevande.
Quando si girò vide che il vulcaniano l’aveva seguito.
- Non so cosa fare -  confessò il capitano - La situazione è insolita persino per la mia vasta esperienza –
- Ovviamente vale anche per me, Jim. Conosco le tradizioni vulcaniane, ma viverle è diverso. E poi noi siamo diversi.-
- Su questo non ci sono dubbi - Kirk ridacchiò.
- Però so cosa vorrei fare – aggiunse Spock, mortalmente serio, togliendo la distanza tra loro.
Di colpo il battito cardiaco di Jim aumentò.
- E… sarebbe?- chiese con un guizzo di ironia.
- Darti piacere, alla maniera umana – rispose quello con un’espressione insondabile.
Kirk sgranò gli occhi. Avrebbe dovuto essersi ormai abituato alle maniere di Spock e al suo modo di esprimersi, così diretto ed essenziale. Ma in quel contesto… assumeva una valenza erotica in modo indecente.
Deglutì un paio di volte prima di ritrovare la voce per rispondere.
- Puoi procedere -
E il vulcaniano così fece, con la solita impareggiabile abilità che gli era propria.
Jim ci mise qualche minuto a riprendersi dall’esperienza.
- Wow – esclamò poi – e questo cos’era? No – fermò l’altro sul punto di rispondere – era retorico, Spock, lo so perfettamente cos’era. –
Respirò profondamente per riprendere il controllo del proprio corpo, poi si girò verso il vulcaniano, seduto al suo fianco.
- E’ stato fantastico, Spock, ma… non ti ho sentito nella mia mente –
In effetti Spock sembrava insondabile nonostante l’intimità appena condivisa e Jim sentiva terribilmente quella mancanza.
- Stai schermando la tua mente, perché? –
- Perché ritengo che tu abbia bisogno di tempo per abituarti alla nuova condizione di … -
Jim sorrise col suo sorrisetto assassino e lo baciò.
Se c’era una cosa in cui era indubbiamente più esperto del suo super esperto primo ufficiale era baciare.
Infatti la resistenza durò solo un istante, poi Jim si trovò nella mente di Spock, oltre che sulle sue labbra accoglienti.
Effettivamente Spock teneva ancora i suoi scudi mentali rigidamente sollevati.
“Abbassali, fammi entrare” sussurrò l’umano suadente nella sua mente, intensificando il bacio in modo irresistibile.
“Non credo tu sia ancora pronto a questo… “ cercò di obiettare Spock, ma Jim proiettò un’ondata grezza di pura lussuria umana, avvolgente, gioiosa e inebriante tipica del suo affascinante carattere.
Alcuni schermi di Spock cedettero, lasciando esposto un desiderio insoddisfatto così forte da togliere il fiato.
“Spock, perché ti stai trattenendo “ chiese perplesso.
“Io… voglio che sia piacevole per te“
“E’ più che piacevole per me!” esclamò l’altro, emanando altre emozioni di desiderio tipiche umane.
Spock non sapeva come resistere e inaspettatamente nemmeno come comportarsi, ma era evidente che il suo desiderio insoddisfatto gli procurava dolore.
“Sa una cosa, comandante? Vuol dire che per questa volta lei sarà mio!” rise diabolicamente Kirk, invadendo la mente di Spock con tutta la lascivia trattenuta fino a quel momento.
“Sì capitano… “ boccheggiò Spock, arrendendosi a quella ovatta dorata che gli andava penetrando ogni anfratto della mente, lasciandolo incapace di agire ma solo di provare. La mente di Jim non era addestrata ma era potente e l’erotismo era sicuramente uno dei suoi punti di forza.
Ogni logica venne tacitata da quella morbida spuma dilagante che cominciò a pulsare violentemente, facendolo ansimare.
Jim stava sicuramente facendo qualcosa anche al suo corpo, ma era difficile capire il limite fra proiezione mentale e fisicità reale.
Non era mai stato così prima tra loro e si rese conto che la libido umana aveva un fascino irraggiungibile per un vulcaniano.
Era… raffinata da millenni di utilizzo sistematico e cosciente, e sicuramente Jim eccelleva in quell’uso.
Quando l’ultima ondata dorata si ritirò lentamente dalla spiaggia delle loro menti si ritrovarono improvvisamente coscienti di se’ e del proprio corpo, in una stanza diversa e col T’Khut che giganteggiava nel buio della notte.
- Per dirla con parole tue, Jim… Wow – esclamò Spock, con voce stupefatta.
Kirk rise come un ragazzino.
- Non so cosa mi ha fatto la sacerdotessa in quell’arena, ma credo di aver imparato qualche trucchetto mentale più utile della semplice proiezione astrale verso l’esterno.
- Credo di poter concordare –
- Che ore sono? –
Probabilmente attorno alle 02.00, ma non so di quale giorno.
- Di quale giorno?? – chiese trasecolato Kirk.
- Questi stati mentali sono molto intensi. Di solito gli sposi vengono lasciati soli per  almeno un mese senza interruzioni –
Il capitano lo guardò cercando di capire se stesse scherzando, ma captò qualcos’altro nella mente del vulcaniano che continuava a rialzare i suoi scudi mentali.
- Spock… mi spieghi che ti succede?  Sei sempre schermato. Non è quello che ti aspettavi? – chiese preoccupato.
Spock si alzò, allontanandosi verso un distributore di bevande.
- The alla menta, zuccherato – richiese, rilassato nella sua elegante nudità.
Kirk inarcò un sopracciglio: Spock non metteva mai zucchero nel suo the. Ridacchiò, sentendo il proprio stomaco brontolare sonoramente, poi gli si avvicinò.
Quando Spock ebbe quasi finito gli prese la tazza e allungò le due dita della mano destra stese verso di lui.
Quello, dopo un attimo di esitazione ricambiò il gesto.
Una corrente di emozioni e parole fluì liberamente tra loro, poi Kirk cominciò ad accarezzare quelle due dita dall’interno all’esterno in un lento gesto languido e suadente.
A quanto pareva Kirk eccelleva in tutti i gesti erotici in cui si cimentava, a qualunque razza appartenessero…
Spock ansimò e sentendo i propri scudi cedere interruppe il contatto, girandosi.
Kirk aggrottò le sopracciglia, perplesso, poi ritornò all’attacco.
Gli infilò una mano tra i capelli fino a sfiorare le eleganti orecchie a punta e l’altra ad accarezzargli la schiena tra le scapole.
Quando sentì il corpo sotto le sue mani cominciare a tremare gli morse leggermente una spalla.
Il vulcaniano si irrigidì e un istante dopo Jim si trovò in terra, immobilizzato e con la sua mente invasa da quella del compagno.
Gli schermi erano caduti e poteva vedere oltre: una landa di roccia nera dove scorrevano fiumi di lava rossa ribollente.
Uno spettacolo feroce.
Lo osservò affascinato.
“Cos’è questo stato?”
“E’ il Pon Farr” rispose la voce dura di Spock “lo scontro lo ha attivato”.
Jim sussultò. “Ovvio’  si disse con un brivido.
La terra tremò e un gayser bollente scaturì a poca distanza.
“Hai paura?” chiese Spock.
“No” rispose convinto l’umano “ti prego, condividi la tua anima vulcaniana con me. Posso sopportare il calore dell’inferno“ rispose, con un ghigno satanico.
Spock annuì e Jim si mosse su quel terreno nero e ostile.
La lava lo raggiunse e lo lambì e lui la accolse senza esitazione.
Bruciava, un dolore intenso misto ad un piacere ancora più intenso. Inseparabili.
L’anima vulcaniana.
Sentiva il desiderio del vulcaniano ardere incontrollato, quasi insaziabile.
James T. Kirk non temeva una buona sfida e accolse il dolore, godendosi il piacere connesso in un’estasi apparentemente senza fine.
“Andiamo Spock, mostrami il tuo mondo” disse con il suo sorriso sfrontato, tendendogli la mano.
 
- Quanto… - provò a chiedere Jim, ma la voce uscì spezzata e se la schiarì.
- Tre giorni, 8 ore e 26 min…
- Spock…- lo zittì il capitano – tre giorni?? –
Jim si era appena risvegliato su un morbido tappeto al rumore dell’acqua che scorreva, mentre Spock riempiva la vasca di pietra bianca con i fiori rossi che iniziavano ad emanare il loro profumo intenso nel calore del liquido.
Si mise a sedere, evidentemente troppo bruscamente perché nella testa gli esplose un dolore lancinante.
Si sentiva completamente ammaccato e privo di forze.
Guardò il suo compagno che procedeva con metodo a preparare il bagno e notò anche in lui evidenti segni di stanchezza, nonché il contorno di un occhio verde scuro tendente al marron e diversi segni di … uh… morsi sul corpo.
- Ho un mal di testa che nemmeno dopo le sbornie con McCoy…- si lamentò Jim – e ricordi parecchio confusi e improbabili dei giorni trascorsi. Almeno questa volta Bones non dovrebbe lamentarsi dei miei intercorsi romantici con alieni!- sorrise con un angolo della bocca – I miei complimenti, signor Spock: il miglior trip mentale della mia pur vasta esperienza a riguardo –
- Come ti spiegavo, gli stati emotivi connessi al Pon Farr possono essere piuttosto… intensi –
- L’eufemismo del giorno. E anche quelli fisici direi! – esclamò Jim ridacchiando, subito interrotto da un dolore alla spalla che lo fece sussultare.
- Questo bagno dovrebbe alleviare i sintomi. Vieni –
Il vulcaniano gli tese una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Quando furono faccia a faccia Jim lo scrutò, non trovando alcun segno di tensione; anzi, Spock sembrava del tutto sereno, forse persino felice come non l’aveva mai visto.
- Spock… come stai? Sei… uscito dalla febbre del sangue? – chiese, anche se ora poteva sentire chiaramente nella sua mente lo stato d’animo del compagno.
- Bene. Il Pon Farr è passato –
- Quasi quasi mi dispiace…- ridacchiò Kirk – Sono stato un compagno… adeguato alle tue esigenze vulcaniane? -
- Direi più che adeguato… James –
Il modo in cui pronunciò il suo nome privato… l’umano provò un brivido, sentendosi pronto ad un'altra sessione di pon farr.
E quell’impercettibile sospiro di soddisfazione che il suo algido vulcaniano emise dopo quelle semplici parole fu ancora più elettrizzante.
Jim entrò velocemente nella vasca, la temperatura dell’acqua era ovviamente perfetta e con un sospiro si distese, sentendo i muscoli sciogliersi e il mal di testa dileguarsi.
- Le erbe sono scelte appositamente per questa evenienza – spiegò Spock seguendo il corso dei suoi pensieri.
- Mi hai atterrato con una presa vulcaniana per caso? Questo formicolio alla spalla mi è familiare – chiese Jim massaggiandosi il muscolo.
- Credo di averlo dovuto fare ad un certo punto… - confessò quello candidamente.
- Non ricordo molti dettagli fisici, la mia mente era completamente sommersa da immagini non coerenti con la realtà. Cose piuttosto… improbabili - 
Spock lo guardò con quegli occhi insondabili che – ora Jim lo sapeva con certezza – racchiudevano universi di profonda ricchezza emotiva.
Jìm si rilassò son un sospiro soddisfatto nel bagno perfetto, notando solo allora lo sfacelo del resto degli ambienti comunicanti.
- Come abbiamo fatto a ridurre la dependance in questo stato?? – chiese allibito.
- E’ stato quando hai cercato di…-
- No, ti prego… non credo di volerlo sapere… - gemette Kirk – ma come faremo a restituire la stanza a tuo padre in queste condizioni? –
- Secondo la tradizione vulcaniana, la probabilità che la coppia funzioni nel futuro è proporzionale al danno arrecato alla camera e ai suoi contenuti durante il pon farr– rispose impassibile Spock; allo sguardo attonito di Kirk si guardò attorno e aggiunse – la nostra sembra essere una unione piuttosto promettente -
Dopo qualche istante Jim iniziò a ridere convulsamente, senza potersi trattenere.
Quando si placò si lasciò scivolare con la testa sott’acqua per poi uscirne grondante e scuotendosi come un grosso cane inzuppato, bagnando Spock, che lo guardò benevolo senza battere ciglio.
Alla fine si decisero a mangiare qualcosa seduti al bancone con la meravigliosa vita sul deserto infuocato che il capitano non odiava più così tanto.
- Pensi ancora di lasciare il comando dell’Enterprise? – chiese improvvisamente il vulcaniano.
Kirk fu preso alla sprovvista da quella domanda, non aveva avuto la possibilità di riflettere su quel particolare negli ultimi giorni.
- Non riesco a pensare ad una vita diversa da quella che abbiamo sull’Enterprise insieme – rispose infine – Credi che potremo lavorare insieme con questo Legame tra noi? –
- Non l’abbiamo forse fatto ottimamente in tutti questi anni? – rispose il vulcaniano in modo molto … vulcaniano.
Un lento sorriso illuminò il volto di Kirk.
- Come al solito, signor Spock, lei ha ragione –
- Una costante non sarebbe tale se avesse delle eccezioni –
Jim rise di gusto, inseguendo l’ultima foglia di verdura blu nel piatto.
- Spero solo che Komack non obietti che non è appropriato… - fece una smorfia.
- L’ammiraglio Komack è una persona molto competente e dalle notevoli capacità strategiche. Sarebbe un grave errore perdere i due ufficiali superiori migliori della Flotta per una mancanza di apertura mentale, che peraltro non gli è propria. Inoltre credo che tutti ci considerino già da tempo come una ”squadra vincente”, per dirla con parole umane –
- I due ufficiali migliori eh? Non pecca certo di modestia, Spock –
- Sto solo esponendo un dato di fatto –
- Lei è una torre di forza ed incoraggiamento, signor Spock - sorrise Kirk - Non so cosa farei senza di te – aggiunse, più sommessamente.
- Il sentimento è reciproco, Jim. Credo di aver fugato ogni dubbio a proposito –
Una impercettibile traccia di malizia in quelle parole cambiò repentinamente l’atmosfera fino ad un istante prima distesa e rilassata, riempendola di aspettativa.
Jim fu felice di aver finito il suo cibo.
- Quanto tempo hai detto che possiamo passare qui dentro? – chiese candidamente, finendo il suo bicchiere di liquore di bacche maav vulcaniane e spostando il piatto.
- Ho concesso ad entrambi una licenza irrevocabile di 4 settimane – rispose il vulcaniano.
- Quindi altre due settimane… Molto bene, perché credo di voler innalzare la soglia del significato “devastazione” in questa dependance – disse Kirk, dondolandosi languidamente sulla sedia.
Spock si ripulì attentamente la bocca prima di alzarsi, liberò il bancone dalle stoviglie inserendole nella pulitrice sonica e si diresse verso l’umano, fermandosi vicinissimo al suo fianco e torreggiando su di lui con le mani dietro la schiena.
- La sacerdotessa ne sarà deliziata quando verrà ad ispezionare la stanza – rispose imperturbabile.
Jim smise di dondolarsi e si alzò di scatto, fronteggiando il vulcaniano.
- Ma niente gioco sporco, niente prese vulcaniane stavolta – comandò.
- Sì capitano, ricevuto – rispose quegli, alzando repentinamente una mano a sfiorargli le tempie e incendiandogli la mente di desiderio.
- Avevo detto niente gioco sporco – boccheggiò l’umano.
- Infatti, diciamo più un… trucchetto. Ne Ho imparato alcuni da un certo capitano…  Sei in grado di opporti, lo sai –
Era vero, si rese conto Jim, ridendo selvaggiamente.
Incanalò le proprie energie e si preparò al confronto, baciandolo subdolamente lascivo.
 
Per giorni le loro menti ed i loro corpi splendidamente uniti bruciarono, bruciarono ogni resistenza, ogni dubbio, ogni rancore mai provato e dalle ceneri di quel fuoco risorsero liberi, come non lo erano mai stati.
Liberi di essere felici assieme.

 
  
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