Buio pesto, aria rarefatta.
Un piccolo spazio per muoversi.
Voci indistinte e confuse.
Brusii
“Oscar, dove siamo finiti?”
“Me lo chiedo anche io, Adré, ma non si vede niente”
“Proviamo ad esplorare”
“Beh abbiamo cibo e acqua, pare.”
“Anche qualche stanza dove vivere”
“André attento, dietro di te!”
Una massa enorme si faceva faticosamente strada verso di loro.
Una figura mostruosa, contorta
“Ma dove siamo finiti?” Il sussurro di entrambi, l'uno all'altra.
“Chiedetelo a quella stordita dell'autrice!” Una voce racua e baritonale.
“Lei..Parla?” chiesero alla figura
“Parlo sì! A modo mio, sono una creatura viva”
“Bene, un serpente che parla” Oscar e André si guardarono perplessi e allibti
“Potreste dirci dove siamo finiti, di grazia?”
“Dentro la storia di quella stordite dell'autrice”
“Perché la chiamate stordita?”
“E perché siete annodato e storto?” Andrè, per quella domanda, si beccò una gomitata nelle costole
“Perchè quella stordita mi ha cancellato! Puf! Un clic e non esisto più. Quella cecata.E così eccomi storto, cancellato ed incompiuto”
“Condoglianze.”
“Quanto dovremmo stare qui, come possiamo uscire” Chiese Oscar con pragmatismo
“Quando sua signoria si deciderà a pubblicare di nuovo la storia! Un bicchiere di vino?”
“Tu che dici, Oscar?”
“Che se usciremo da qui avremo la cirrosi epatica! Cin cin!"


 

Note della Stordita:

Succede che un giorno pubblico un capitolo a cui mancava un pezzo. Succede che me ne accorgo guardando dal cellulare e, essendo cecata senza gli occhiali, cancello tutta la storia per intero invece del capitolo mozzo.
Chiedo scusa a chiunque la leggesse e a chi la commentava.
Visto che non si possono mettere avvisi, questa storiella è l'unico sistema a cui ho pensato.
Ne approfitto per rimetterci mano, spero di ripubblicarla presto.
Panda.