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Autore: Fiorentinasara    14/02/2023    0 recensioni
Questa One shot partecipa al contest di san Valentino indetto dal gruppo telegram Miraculous Fanfiction è una storia senza pretese parla di Draco ed Hermione dopo la guerra magica
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Erano passati anni da quando Draco ed Hermione avevano finito Hogwarts.
Hermione era diventata un medimago, approfondendo di più i suoi studi in pozioni; mentre Draco era diventato uno dei più bravi auror della storia, e sfruttando la sua conoscenza delle arti oscure aveva permesso di catturare moltissimi Mangiamorte, collaborando con Harry Potter.
 
Come ogni anno, la nuova preside di Hogwarts stava organizzando il ballo per gli ex alunni, fermandosi davanti al quadro di Silente.
“Mia cara Minerva, c’è qualcosa che non va? Ti vedo molto agitata e pensierosa.” 
“Fai presto a parlare tu Albus, sei morto! Certo che sono agitata, visto che sai benissimo chi ci sarà tra gli ex alunni quest’anno?” Sbuffò la McGranitt.
“Certo che lo so, Minerva. Ci saranno Harry Potter, Ron Weasley, Hermione Granger e Draco Malfoy. Non capisco dove sia il problema: ormai sono cresciuti e non si faranno più la guerra come un temo. Sapranno di sicuro stare per una sera a stretto contatto in una stanza.” Rispose l'uomo nel dipinto.
“La fai facile tu Albus, ma io sono preoccupata. Se devo dire la verità, non ho ricevuto nessuna risposta ai messaggi che ho mandato.”
Quella mattina, la preside aveva mandato a tutti gli ex alunni un invito per il ballo via gufo. 
Dopo aver parlato con il quadro di Silente, la donna andò a cercare Neville, che dopo la fine della scuola era diventato il professore di erbologia.
 
Quello stesso giorno, Harry era appena tornato da una missione notturna, comparendo nel camino del soggiorno della sua casa di Grimmauld Place.
“Ginny, sono tornato. Dove sei?” 
Harry e Ginny si erano sposati un paio di anni dopo Hogwarts, ed avevano avuto un figlio, James.
Richiamata da tutto quel trambusto, Ginny uscì dalla camera del figlio, precipitandosi giù per le scale.
“Ma sei cretino Harry! Non urlare, sono appena riuscita a fare dormire nostro figlio dopo che ha avuto la febbre alta. Non mi importa se sei stanco: se si sveglia stavolta ci combatti tu!” Fece risoluta la rossa, addolcendo poi il tono della voce e dando un bacio al marito. “Ben tornato a casa.”
Mentre stavano parlando, un gufo cominciò a beccare il vetro della finestra, e Ginny andò ad aprire per far entrare l'animale, che si appollaiò sopra una sedia, allungando la zampetta su cui era attaccata una lettera ed attendendo la sua ricompensa. 
“Vieni a vedere, arriva da Hogwarts.” Disse Ginny con la lettera in mano.
Harry prese la lettera la lesse. 
“E' da parte della McGranitt. Ci ha invitato al ballo di san Valentino indetto per gli ex alunni.”
“Andremo al ballo, vero?”
“Dopo tutto il disturbo che si è presa, non possiamo di sicuro deludere la preside.” Fece Harry sorridendo, scrivendo in fretta due righe di risposta e legando il breve messaggio alla zampetta del gufo che volò fuori dalla finestra.
Ginny nel frattempo aveva preso a fare una lista delle cose da fare in vista dell'evento.
“Tesoro, calmati. E' solo un ballo alla nostra vecchia scuola.”
“Solo un ballo ala nostra vecchia scuola, dice lui!” Gli fece il verso la rossa. “Sai quante cose bisogna fare noi donne? Comprare il vestito, le scarpe, gli accessori e renderci presentabili!”
Ginny corse al camino e avviò una conversazione con Hermione, infischiandosene se l'amica fosse stata al lavoro.
In quel momento, Hermione si trovava nel suo ufficio a controllare le cartelle cliniche quando sentì la chiamata via camino, alzando gli occhi al cielo esasperata che si trattava di Ginny, e che nonostante l'amica sapesse perfettamente che non voleva essere disturbata al lavoro, rispose comunque.
“Ciao Ginny, a cosa devo l'onore questa volta?”
“Ciao Hermione, devi assolutamente venire a fare shopping con me.”
“E perché mai?” Chiese Hermione stupita. 
“Hermione, non hai ricevuto la lettera per il ballo che si terrà ad Hogwarts?”
“No, non ho ricevuto nulla.”
Mentre parlavano, la riccia vide una civetta posata sul davanzale della finestra. 
“Ginny, puoi attendere un attimo? E' appena arrivato un gufo.”
 
L'animale planò sulla scrivania e tese la zampa, da dove la riccia sfilò delicatamente il messaggio, ritornando poi davanti al camino. 
“E' appena arrivato l'invito al ballo di Hogwarts.”
“Allora domattina andremo a fare shopping.” Decretò la rossa entusiasta. “Ti passo a prendere io. Ciao!”
Ginny chiuse la chiamata di punto in bianco, lasciando Hermione come un ebete davanti al camino senza avere la possibilità di replicare. 
La riccia si alzò dal pavimento e tornò alla scrivania, scrollando la testa ridendo per il comportamento di Ginny.
 
Nel frattempo, in un maniero dello Yorkshire, qualcun altro ricevette l’invito per il ballo ad Hogwarts.
Il signor Draco Malfoy si era recato a trovare i suoi genitori e, come sempre, stava litigando con suo padre Lucius sul fatto ancora non fosse convolato a nozze.
“Figliolo, sai che dovresti già essere posato secondo il decalogo dei purosangue. Alla tua età, io ero già sposato con tua madre e lei era già in attesa di te. Guardati intorno: ci sono un sacco di ragazze purosangue Tra cui potresti scegliere.” Rammentò irritato Lucius, non potendone più di ripetere la stessa cosa ogni volta che il figlio li andava a trovare. 
“Padre, se per ragazze purosangue intendi quelle oche di Pansy, Astoria, Daphne e compagnia bella, allora sappi che in quanto mie amiche non chiederei mai ad una di loro di diventare mia moglie.” Rispose senza peli sulla lingua Draco. “Se e quando, sceglierò da solo la mia futura sposa, senza imposizioni da parte di nessuno.”
Furono interrotti dall'ingresso nella stanza di Nora, un elfo domestico. 
“Posta per il padroncino Malfoy.”
Lucius e Draco smisero all’istante di battibeccare, voltandosi verso la creatura, non notando che Narcissa varcò la porta dello studio. 
“Ehi, che sono quelle facce? Sembra che non abbiate mai visto un elfo domestico.” Li reguardì la donna.
Lucius si schiarì la voce. 
“Certo mia cara che abbiamo già visto un elfo domestico, siamo solo sorpresi di vederlo qui perché presi dalla discussione non ci siamo accorti che era entrato. Non è vero, Draco?” Fece l'uomo verso il figlio, che però non proferì una sola parola.
“E di grazia, caro Lucius, si può sapere perché discutevate? Che sciocca non dirmelo!” Narcissa interruppe sul nascere la risposta del marito, scuotendo la testa. “Ancora ad insistere con quella storia che nostro figlio si deve sposare con una di quelle oche purosangue di Astoria, Pansy, Daphne e compagnia bella vero?”
Narcissa prese la lettera dalle mani dell’elfo domestico, sgranando gli occhi nel notare il sigillo di Hogwarts. 
“Ehi, voi due, venite a vedere.”
Entrambi gli uomini si avvicinarono a Narcissa.
“Di grazia, possiamo sapere anche noi cosa dice la lettera?” Chiese Lucius, continuando a fulminare Draco con lo sguardo.
“È un invito ad un ballo degli ex alunni per San Valentino. Che cosa romantica.” Fece la donna, con un'espressione trasognata sul volto.
“Di grazia, io sono qui. Per cui, non fate come se non ci fossi.” Sbuffò Draco.”Non ho comunque intenzione di partecipare a quel ballo, e starmene lì a veder elogiare gli eroi di guerra mentre io me ne starò a sentirmi deridere da tutti gli altri.”
“Tu DEVI andarci invece, e far vedere che nonostante tutto i Malfoy si sono rialzati più forti di prima.” Sancì con voce dura Lucius.
“Ma caro, lascia perdere queste sciocchezze sulla superiorità. Draco ci andrà per fare vedere che è cambiato che non è più quello di un tempo.” Sbottò Narcissa. “ Per cui, domani bisognerà acquistare un bell'abito per il ballo.” Esclamò la donna con entusiasmo. 
Draco rimase in silenzio, sapendo che era meglio non contraddire sua madre quando si metteva in testa qualcosa. Per quanto riguardava il padre e la sua ossessione per la purezza, quella era tutta un'altra storia, ed il biondo aveva capito di dover semplicemente lasciare che l'uomo dicesse ciò che voleva., lui già aveva trovato chi voleva.
O meglio, il suo cuore l'aveva già trovata, ed ora doveva farlo capire al suo cervello e il gioco era fatto. E Lucius avrebbe dovuto farsene una ragione, oppure diseredarlo.
Con questi pensieri in testa, Draco uscì dallo studio sbattendo la porta.
 
Hermione scosse la testa per scacciare via i pensieri riguardo l'uscita con Ginny, consapevole che non si sarebbe potuta tirare indietro con nessuna scusa. Si rimise quindi al lavoro sulle cartelle cliniche, ma la testa della sua assistente che faceva capolino nell'ufficio la interruppe.
"Dottoressa Granger, sono le venti passate. Non crede che sia il momento di andare a casa a riposare?"
Solo in quel momento Hermione alzò la testa per guardare l'orologio sulla parete davanti a se.
"Ciao Joanna, non pensavo che fosse così tardi. Grazie per avermi avvista." la ringraziò Hermione.
La riccia si alzò dalla scrivania, ripose il camice per afferrare il cappotto beige e con le cartellette infilate nella borsa uscì dall’ufficio per prendere il camino e tornare a casa. apparendo subito dopo nel suo salotto.
Mentre si spolverava di dosso i residui della metrolpovere, intravide Ron accomodato sul divano. 
“Ciao, cosa ci fai qui a quest’ora? E come sei entrato?” Gli chiese lei con una mezza idea del perché il suo amico di sempre si trovasse lì.
“Ciao anche a te Hermione. Sono qui perché immagino che anche tu abbia ricevuto l’invito al ballo degli ex alunni a Hogwarts.” Rispose Ron con calma.
“E con questo che centra con il fatto che sei entrato in casa mia senza permesso?” chiese Hermione sorpresa.
“Vorrei che non andassimo a quel ballo.” Buttò lì il rosso.
“Come ma…” La ricca lasciò la frase in sospeso, riflettendo sul significato di tutto quanto stava accadendo. “Tu vuoi che non andiamo perché ci saranno anche i serpeverde, ed in particolare un certo furetto, non è vero?” L'altro abbassò lo sguardo, facendo intercedere che ci aveva preso in pieno. “Cresci Ron! La guerra è finita da secoli e sai bene che lui è stato costretto ad essere un Mangiamorte, ma era un ragazzo che non sapeva quello che stava facendo. Non sarà di certo la fine del mondo se per una sera starai in una stanza, oltre al fatto che saranno presenti tante altre persone, professori compresi. Per cui, è ora di andare avanti e di riconoscere che se non fosse stato per Malfoy che non ci ha riconosciuto a casa sua, di sicuro non saremmo qui adesso.” 
Hermione non poteva credere che Ron potesse ancora comportarsi come un bambino ogni volta che c’era anche Malfoy da qualche parte, dimenticandosi di comportarsi invece come un adulto.
“Ma Hermione come puoi difendere una persona che ti ha insultato per tutti questi anni!” Piagnucolò Ron.
“Finiscila con il tuo comportamento! Sai già che io, Ginny ed Harry andremo a quel ballo ad Hogwarts.” Si difese la riccia. “E non sto difendendo Malfoy, ma solo costatando i fatti. Vedi di non provare mai più a mettermi in bocca parole che non ho detto. Ora fammi il favore di andartene, lo gradirei!” Lo aggredì lei irritata. 
Ron non osò guardarla in faccia, e a testa bassa uscì dalla casa.
Con un sospiro di sollievo, Hermione si accasciò sul divano, afferrando un libro e cominciando a leggere per rilassarsi. I suoi pensieri furono interrotti minuti dopo, richiamata dal brontolare del suo stomaco, dirigendosi così in cucina per mettere insieme qualcosa per cena, e si ritrovò a far vagare i pensieri sul ballo di Hogwarts e a come sarebbe stato strano rivedere i serpeverde, soprattutto Malfoy.
Era dal giorno del processo che non lo vedeva, chiedendosi quanto potesse essere cambiato in tutti quegli anni.
La riccia scosse violentemente la testa per togliersi quelle strane idee, decidendo di andarsene a letto presto, visto il tuor de force di shopping sfrenato che l'aspettava il giorno successivo con Ginny. La mattina successiva, Hermione si fece trovare pronta quando l'amica varcò il camino del salotto, anche se avrebbe decisamente preferito restarsene a letto.
“Ciao Ginny, vediamo di sbrigarci. Non ho proprio voglia di stare tutto il giorno per negozi.” stabilì subito la riccia per evitare qualsiasi malinteso.
“Buongiorno anche a te. Prima arriviamo e prima ci accaparreremo i vestiti più belli.” Rispose la rossa sorridendo. “Ma prima dobbiamo andare a fare un salto da George.”
Le due donne presero la metropolvere, apparendo attraverso il camino del Paiolo Magico ed incamminandosi per Diagon Alley ed entrare ai Tiri Vispi Weasley, dove George le accolse da dietro il bancone.
“Benvenute, leggiadre fanciulle!” Rispose il ragazzo con il suo solito fare scherzoso. “Qual buon vento vi porta al mio cospetto?”
“Mamma mi ha detto di ricordarti di andare a cena da lei stasera.” Rispose la sorella. “Ho il brutto presentimento che ti voglia dare un vestito per il ballo a Hogwarts.”
“Oddio Ginny, spero di no. Se poi è come quello che diede a Ron per il Ballo del Ceppo sono fregato.” Si lamentò il ragazzo. “Visto che vai da Madama McClan, comprami tu un vestito per sostituire quello che mamma mi vuole rifilare.”
In quel momento uscì Ron dal retro bottega.
“Ciao, ho sentito il mio nome associato ad un vestito.” Fece il nuovo arrivato. “E visto che serve anche a me un abito per l'evento, vengo con voi.
Ron uscì da dietro il bancone per raggiungere la sorella e l'amica ed uscì con loro. 
“Mi raccomando Ron, vedi di comportati bene.” Gli intimò la riccia lungo il percorso verso il negozio di Madama McClan.
 
Nello Yorkshire, Draco Malfoy si era alzato controvoglia quella mattina, non volendo passare la giornata in giro per negozi con la madre, preparandosi in fretta e raggiungendo i genitori nel salone intenti a fare colazione.
“Buongiorno.” disse Draco, facendo il giro del tavolo e depositando un bacio sulla fronte di Narcissa.
Accennò un saluto col capo verso Lucius, occupando il suo posto a tavola, dove Nora si prodigò prontamente per far apparire la colazione al padroncino.
“Draco caro, muoviti a fare colazione che poi andiamo.” disse Narcissa.
La donna non stava nella pelle perché sarebbe stato il primo evento pubblico del figlio dopo la battaglia e far vedere quanto fosse cambiato, a differenza di Lucius che vedeva in quell’evento un opportunità per affermare la loro supremazia, non imparando dagli errori del passato.
Una volta pronto, Draco entrò nel camino con la madre, comparendo a Diagon Alley e dirigersi subito la negozio di Madama McClan.
Quando entrarono, Narcissa e Draco furono accolti dalla sorridente proprietaria del negozio.
“Signora Malfoy, Signor Malfoy. Che piacere vedervi qui!” Esclamò la donna andando loro incontro.
“Buona giornata anche a lei, Madama McClan. Stiamo cercando un abito da cerimonia per mio figlio.” Rispose cordialmente Narcissa.
“Sono sicura che tra tutti i miei modelli ci sarà quello che fa al vostro caso. Appena ne avrete trovato qualcosa di vostro gradimento, non esitate a chiamarmi.” Madama McClan si congedò da loro, lasciandoli vagare per l'atelier alla ricerca di qualcosa di consono. 
 
Hermione afferrò il primo capo di abbigliamento che le capitò a tiro, visto che per lei un abito valeva all'altro, bastava che le stese bene. 
“Ginny, Ron, io ho trovato qualcosa. Vado in camerino a provarlo.” Urlò Hermione ai due.
La riccia si diresse ai camerini, entrando nel primo libero che trovò, imprecando dentro di sé mentre provava il vestito. 
*Ma chi me lo ha fatto fare di accettare di venire qui. Accidenti a Ginny e hai suoi modi conviventi!* Pensò Hermione frustrata. 
La stessa cosa stava pensando Draco nei confronti di sua madre, volendo che finisse tutto presto, mentre si stava cambiando nel camerino. Draco e Hermione uscirono contemporaneamente dai rispettivi camerini. Quando si videro, rimasero sorpresi di trovarsi proprio lì faccia a faccia dai tempi del processo del biondo, non sapendo entrambi che dirsi a vicenda.
La riccia si guardò intorno, scorgendo Narcissa.
“Buongiorno, signora Malfoy.” la salutò Hermione.
La grifondoro trovò più facile rivolgere la parola alla donna, visto che non aveva partecipato attivamente durante la guerra, al contrario del figlio che invece aveva anche condiviso le idee strampalate di Lucius.
“Buongiorno signorina Granger anche lei sta acquistando il vestito per il ballo ad Hogwarts, vedo.” Rispose molto gentilmente la signora Malfoy.
Hermione comunque non staccava gli occhi da Draco,dovendo ammettere a se stessa che Malfoy aveva assunto le forme di un uomo ben strutturato sotto il completo che stava indossando.
Dal suo angolo, anche Draco stava osservando come la grifondoro era cambiata in quegli anni, acquistando delle forme femminili decisamente accentuate dall'abito rosso che la avvolgeva perfettamente.
I pensieri del biondo furono interrotti dall'arrivo dei fratelli Weasley, che salutarono la signora con garbo, mentre subito Ron non perse l'occasione per sfottere il serpeverde.
“Guarda un po' chi c'è qui.” Sbottò il rosso con tono derisorio. “Ehi furetto platinato, ti hanno fatto uscire dalla tua gabbia per l'ora d'aria?”
“Weaslebee, a casa tua non esiste il sapone? Così puoi sciacquarti quella bocca scurrile che ti ritrovi!” Si difese Draco.
Hermione si riprese dalla trance in cui era finita a causa di quella diatriba tra i due ragazzi, decidendo di intervenire prima che succedesse qualcosa di irreparabile. 
“RONALD!! Smettila immediatamente!! Draco ti non ha fatto nulla al momento, per cui non puoi ancora portare rancore per quanto successo durante la battaglia.” Urlò la riccia in faccia all'amico. 
Ron non si scompose di una virgola, mentre invece la sorella uscì dal camerino dove stava provando il suo vestito sentendo le urla. 
“Hermione, ora che fai? Ti metti a difendere un Mangiamorte redento? E lo chiami pure per nome?” Rispose stizzito Ron, non credendo a ciò che aveva sentito.
“Ti ripeto che io ho constatato i fatti e non mi sembra che Draco abbia fatto qualcosa di male in questo momento.” Ribadì la riccia, rivolgendosi poi verso l'amica. “Ginny, vorrei andarmene. Hai trovato l’abito?”
“Sì, sì, ho trovato l’abito. Andiamo.” Rispose Ginny.
Hermione si incamminò spedita verso la cassa per pagare, uscendo seguita a ruota da Ginny e Ron. 
“Ci vediamo a casa mia il giorno del ballo così ci prepariamo e andiamo insieme va bene?” Fece Ginevra, rivolgendosi poi al fratello incavolata. “E tu potevi risparmiarti la sceneggiata con Malfoy. Sei rimasto lo stesso bambino ottuso dai tempi della scuola!” sentenziò infine. 
Hermione non vedeva l’ora di tornare a casa, non potendone più di quella giornata. Ron se ne ritornò al negozio senza salutare, credendo come al solito di aver ragione quando invece non era in grado di capire il punto di vista degli altri. 
“Ciao Ginny, ci vediamo direttamente a casa tua per ultimare gli ultimi preparativi prima dell'evento.” esclamò Hermione. 
“Saluta Harry da parte mia.”
La riccia si smaterializzò a casa.
 
Arrivò il giorno del ballo ad Hogwarts.
Da quando aveva rivisto Malfoy nel negozio di sartoria, Hermione non faceva altro che pensare a lui, ma non aveva trovato il coraggio di confidare questo suo segreto a nemmeno a Ginny, avendo provato a scacciare tutti i pensieri che le ingombravano la mente. Ma la cosa la stava cominciando a fare impazzire, a tal punto che prese la decisione di parlare con la sua migliore amica quando l'avrebbe raggiunta a casa sua per prepararsi per il ballo.
Con l'animo più leggero, Hermione andò al lavoro, ma purtroppo la giornata non si rivelò tra le migliori, visto l'enorme afflusso di pazienti che dovette visitare, tra cui Cormac Mc Laggen.
"Ciao Hermione, mi fa piacere che sei tu la dottoressa che mi visiterà.” Fece l'ex compagno in maniera lasciva. “Così posso chiederti se verrai al ballo con me."
"Cormac, non ci vengo al ballo con te.” Sentenziò irritata la riccia. “E' dai tempi della scuola che ci provi incessantemente con me, ma proprio non mi ascolti quanto di dico di no."
Non ne poteva davvero più delle avance di Cormac, ma riuscì a scrollarselo di dosso dopo parecchie insistenze da parte dell'altro.
Finalmente quella giornata finì, e Hermione tornò a casa giusto in tempo per farsi una doccia, afferrare il vestito, e smateriallizzarsi a Grimmauld Place.
"Ginny, ti devo parlare!" urlò la riccia non vedendo nessuno. 
Ginevra fece capolino in salotto. 
"Scusa Hermione, stavo sistemando James che aveva preso una bizza.” Si scusò l'amica. “ Mi racconterai tutto mentre ci prepariamo, se non vogliamo fare tardi."
"Ok Ginny." Hermione sembrava rassegnata. 
Le due donne si recarono nella camera da letto, dove Ginny pretese subito di sapere cosa stesse affliggendo l'amica mentre le sistemava i capelli.
“E' dal giorno in cui abbiamo rivisto Malfoy da Madama McClan che non riesco a levarmelo dalla testa. E' diventato un pensiero fisso.” Confessò arrossendo imbarazzata Hermione.
"Un momento, signorina.” Chiese Ginny sospettosa. “Non è che per caso rivedendo Malfoy e come è cresciuto hai preso una cotta per lui?" 
"Ma cosa vai a pensare!” Disse convinta Hermione. “Certo, è diventato un bel ragazzo, ma da qui ad innamorarmi di lui mi pare esagerato." 
"Se lo dici tu. Ma non mi hai detto tutto, o sbaglio?"
“Questa mattina tra i pazienti mi sono ritrovata Cormac Mclaggen che ha avuto il coraggio di chiedermi di andare al ballo con lui.” La riccia sbuffò. “Nonostante i miei rifiuti, proprio non vuole arrendersi.”
"Non credo che Mclaggen riuscirà mai a capirlo." si sorprese Ginny.
Nel frattempo, la rossa aveva finito di sistemare i capelli ad Hermione, incitandola poi ad indossare il vestito rosso acquistato per l'occasione, e rimanendo a bocca aperta nel vedere quanto l'amica fosse meravigliosa.
Quando entrambe ebbero finito di prepararsi, le due donne scesero al piano di sotto, trovando Ron che stava chiacchierando con Harry in soggiorno.
"Harry, ti prego, fai ragionare Hermione.” Stava piagnucolando il rosso per perorare la sua causa. “Si è messa a difendere Malfoy, dicendomi che sono un bambino che non vede la realtà dei fatti che Malfoy è cambiato. Ma tu lo sai che quel serpeverde non potrà mai cambiare e che porta soltanto una maschera di facciata.”
Harry non credeva fosse possibile che Ron provasse ancora tutto quel rancore e odio verso Malfoy.
"Ron, se Hermione ha detto così vuol dire che ha visto qualcosa che a noi è sfuggito.” Rispose Harry in difesa dell'amica comune. “Devi andare avanti e lasciar perdere il passato.”
Subito dopo gli occhi di Harry si posarono sulla moglie, che aveva fatto il suo ingresso nella stanza avvolta da un bellissimo abito blu insieme ad Hermione.
"Ragazze, siete stupende.” Disse loro il moro. 
"Grazie Harry, sei molto gentile.” rispose Hemrione, rivolgendosi poi al rosso con tono freddo. “Ciao Ron.”
E tutti e quattro si smaterializzarono ad Hogwarts davanti al portone della Sala Grande.
 
Al maniero, anche Draco stava finendo di preparasi per il ballo, e non appena Narcissa lo vide varcare la porta del salone, si mise a piangere.
"Sei un bellissimo uomo, figlio mio." Esclamò la donna.
Lucius, invece, rimase impassibile.
"Suvvia, Narcissa. Cerca di controllarti.” Proferì in tono duro l'uomo. “Mettersi a piangere non è degno di noi Malfoy.”
"Lucius sempre scostante e freddo nei sentimenti. Non cambierai mai.” Rispose con tono di scherno Narcissa.
Draco superò i genitori, diede un bacio in fronte a sua madre, e si smaterializzò ad Hogwarts.
 
Hermione e Ginny, accompagnate da Harry e Ron, fecero il loro ingresso nella Sala Grande, raggiunti subito dopo dalla preside. 
"Bentornati a Hogwarts, ragazzi." Li salutò la McGranitt.
"Grazie, professoressa. Vedo che non è cambiato nulla da quando è diventata la preside." Constatò Harry.
Quando la donna si congedò, gli ex grifondoro andarono al tavolo del buffet per prendersi qualcosa da bere, e nel momento in cui Hermione alzò gli occhi, vide entrare Malfoy, rimanendo senza fiato da quanto gli donasse il completo che indossava.
Anche Draco si guardò attorno mentre varcava le porte della Sala Grande, alla ricerca della strega che aveva destato sempre il suo interesse, e appena la individuò, incrociarono per un attimo i loro sguardo, prima che lei distogliesse gli occhi. 
Con le guance arrossate dall'imbarazzo, Hermione si  diresse verso la coppia di amici, che si era messa a chiacchierare con Naville, informandosi sulla carriera accademica come professore di erbologia, e sulle imminenti nozze con Luna Lovegood.
La riccia continuava però a sentire lo sguardo di Draco su di se, anche se lo aveva perso di vista, continuando a sorseggiare il contenuto del suo bicchiere tra un discorso e l'altro affrontato dagli amici, continuando a sentire le guance arrossate, allontanandosi poi per andare al tavolo e riempirsi di nuovo il bicchiere di cristallo.
Proprio in quell'istante, venne raggiunta da Malfoy, che si sporse per prendere una bottiglia di FireWhisky, e non resistendo, il biondo chiuse gli occhi ed inalò il profumo di Hermione, restandone come inebriato, ed avvicinandosi all'orecchio di lei, le suggerì di uscire con lui per esplorare il castello.
Contro ogni previsione, Hermione accettò la proposta, non sapendo se perché troppo ubriaca o per altro, ritrovandosi così a girovagare per i corridoio e a parlare.
“Granger, cosa hai combinato in tutti questi anni? Non ho più saputo nulla.” Chiese il biondo.
"Sono diventata una medimaga del San Mungo. Ho scoperto di essere brava a curare le ferite quando ero con Harry e Ron alla ricerca degli horcrux.” Rispose lei di rimando.
Passarono così alcuni minuti in silenzio, mentre entrambi osservavano i quadri che nel tempo non erano cambiati per nulla.
“Hermione, questa sera sei bellissima con quel vestito.” Buttò lì Draco di punto in bianco, sorprendendo la riccia. “Volevo già dirtelo la prima volta che ti ho vista da Madama McClan, ma mi è mancato il coraggio.”
La strega rimase per qualche secondo senza parole, riscuotendosi e rispondendo con un filo di voce.
"Anche tu stai benissimo con quel completo.” Fece lei arrossendo ancora di più. 
Draco la trovò ancora più bella mentre arrossiva imbarazzata, e non resistendo più, si avvicinò lentamente alle sue labbra e la baciò. Hermione Sentì un brivido lungo la schiena, mentre il biondo le tracciava i contorni del labbro superiore con la lingua, abbandonandosi al suo tocco ad occhi chiusi.
La riccia dischiuse le labbra, permettendo a Draco di infilarci, e posare una mano dietro la sua schiena per attirarla più vicino.
Mentre le loro lingue danzavano lentamente tra loro, Hermione si ricordò che la McGrannitt aveva assegnato loro delle camere per la notte, smaterializzandosi subito nella sua stanza. Draco la inchiodò al muro, facendola voltare per aprirle la cerniera dell'abito, che cadde a terra. Hermione gli tolse nel frattempo la giacca, sbottonando lentamente la camicia, che andò a fare compagnia sul pavimento agli altri indumenti.
La riccia avvolse le braccia intorno al collo di lui, ricambiando il bacio che da casto divenne esigente, ed entrambi sentirono un fuoco divampare dallo stomaco. Draco continuò a baciare la strega sul collo, leccando e mordendo, e questo fece sì che lei inclinasse la testa di lato per dargli più spazio emettendo un gemito, che non solo eccitò il mago, ma che gli diede anche la conferma che lei quella sera non lo avrebbe respinto, sentendo poi le mani di lei sui muscoli della schiena che si stendevano per i brividi di piacere.
Draco fece distendere Hermione sull'enorme letto a baldacchino, distendendosi su di lei e facendo scontrare i rispettivi bacini. A quel contatto, la riccia notò l'erezione del biondo e gli sfilò pantaloni e boxer, liberandolo.
Malfoy spostò la sua mano sopra le mutandine della strega, sentendole già bagnate e diventando ancora più duro. Strofinò la sua erezione alla sua entrata, continuando a baciarla prima di penetrarla, e trovandola calda e avvolgente cominciò a spingere facendole mozzare il fiato dalle sensazioni che lei stava provando in quel momento.
Ansimando, Draco aumentò le spinte, avvertendo sensazioni che non aveva mai provato con nessun'altra donna.
Quando arrivarono all'orgasmo, ad Hermione sembrò di volare sopra un arcobaleno di colori che si stavano spezzando, mentre Draco si accasciava ansimante con la testa sulla sua spalla e con il cuore che batteva a mille, addormentandosi entrambi appagati.
 
La mattina dopo, Draco si svegliò di buon ora si mise a rimirare Hermione addormentata al suo fianco, non credendo ancora possibile che la donna che amava fosse proprio lì con lui dopo una notte passata a fare l'amore. Ma non voleva nemmeno affrettare le cose, non sapendo cosa la strega provasse per lui.
Nel mentre, Hermione stava lentamente aprendo gli occhi.
"Buongiorno Draco." Gli fece lei con la voce impastata dal sonno.
Draco rimase per alcuni istanti in silenzio, cercando le parole giuste per affrontare l'argomento.
"Hermione, voglio innanzitutto scusarmi con te per tutti gli anni in cui ti ho insultato. Non pensavo davvero tutte le cattiverie che ti ho detto, ma ero succube delle angherie di mio padre e non sapevo come ribellarmi.” Cominciò il biondo, mettendo a tacere ogni tentativo da parte della strega di controbattere posandole un dito sulle labbra. “In realtà, ho sempre voluto poterti chiedere un appuntamento perché sono da sempre innamorato di te.
Hermione rimase sorpresa da quella confessione inaspettata, avvicinandosi poi al biondo e baciandolo con dolcezza.
"Draco, non c'è bisogno di scusarti. Ti ho perdonato molto tempo fa. Eri soltanto un ragazzo che come tutti noi e rimasto coinvolto in un conflitto molto più grande di tutti noi.” Rispose la riccia. “E sarei veramente onorata di avere un appuntamento con te, se vorrai ancora concedermene uno.”
Draco non credette alle sue orecchie, e felice tornò a baciarla.
 
(Fine)
AUTRICE
Ho creato un gruppo di traduzioni dramione https://t.me/+MJ5u5zxOBYAwOWE0 se vi va le traduzioni sono su wattpad 
   
 
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