Ma quell'apparenza di famiglia, repentina, si era infranta e Luisa si era rinchiusa nel convento. Ad un tratto, dei deboli colpi alla porta interruppero le sue riflessioni. – Avanti... – mormorò l'uomo, la voce flebile. La porta, con un debole fruscio, si aprì e sulla soglia apparve Elena. Guido girò la testa e le lanciò uno sguardo scostante. Sua moglie, che lui aveva creduto onesta, aveva portato a compimento il piano crudele di sua madre. Aveva reso vano il suo pur nobile pentimento, che l'aveva condotta a riscrivere il suo testamento, per dare a Bruno un'esistenza confortevole. E la sola vista di lei, in quel momento, gli procurava un senso di disgusto quasi fisico. Qualsiasi suo atto o parola era coperto dall'ombra del sospetto. Come un veleno, la diffidenza intossicava la sua mente e gli impediva di capire la realtà. Elena scosse la testa, amareggiata. Suo marito era sempre stato cortese e lei, col suo comportamento, aveva distrutto il loro matrimonio. Guido era un uomo onesto e l'amore per Bruno non gli avrebbe fatto dimenticare la sua famiglia. Lei, però, pensando di proteggere il futuro di Anna, aveva impedito a Guido di conoscere Bruno. Rise di sé. No, non lo aveva fatto solo per custodire il destino di Anna. Lei, nonostante le sue origini aristocratiche, temeva Bruno, perché era il frutto dell'amore tra Guido e Luisa. Quella popolana si era rinchiusa in un convento, ma il suo ricordo non era svanito dal cuore di suo marito. Ma a cosa era servita questa sua manipolazione? Gli occhi di lui, prima gentili, erano vitrei d'odio e, implacabili, la accusavano. – Che c'è? Hai bisogno di qualcosa? – chiese Guido, il tono all'apparenza pacato. Perché doveva continuare una simile, disgustosa farsa? Elena credeva di impietosirlo atteggiando il suo viso ad un'espressione da Madonna addolorata? No, ormai non riusciva più a crederle. – Dovevamo portare Anna al parco. – affermò Elena, la voce enfaticamente calma. Con un cenno del capo, l'uomo annuì e si alzò dalla sedia. Ormai, gli era rimasta solo sua figlia. Lei, pur non conoscendo nulla di Bruno, gli aveva dato affetto. Per lei, avrebbe continuato la finzione di un matrimonio ormai privo di affetto e stima. Chiuse il registro contabile, prese il cappotto e lo indossò. – Vieni. Non facciamo aspettare nostra figlia. Sei pronta? – chiese. Elena annuì e, poco dopo, i due uscirono.