20/02/2023
3 recensioniDo you ever feel like a misfit? Ti sei mai sentito inadeguato?
Everything inside you is dark and twisted E tutto dentro te è scuro e sottosopra
Oh, but it's okay to be different Oh, ma va bene non essere come gli altri
'Cause baby, so am I perché io sono proprio così.
(So am I, Ava Max) (So am I, Ava Max)
Mi avevano insegnato che il mondo era mio.Everything inside you is dark and twisted E tutto dentro te è scuro e sottosopra
Oh, but it's okay to be different Oh, ma va bene non essere come gli altri
'Cause baby, so am I perché io sono proprio così.
(So am I, Ava Max) (So am I, Ava Max)
Per me, “Signore Oscuro” non erano che due parole.
Non ne avevo soggezione.
Da quando ero nato, per me, l’uomo più alto, forte, bello, e potente era mio papà, Lucius.
E la mia mamma era la donna dal sangue più puro, nobile, antico.
Bellissima, affettuosa, rispettata, che dico: venerata, ovunque andassimo.
E io ero il risultato della loro unione.
Chi poteva essere migliore di me? Chi più interessante, popolare, cercato?
Con quella certezza andai a Hogwarts il primo anno.
Il giorno dello smistamento, fui così orgoglioso della velocità con cui il cappello parlante mi mise a Serpeverde.
Come se la casa appartenesse a me, più che il contrario.
Che quello stupido ragazzino occhialuto, popolare a sua insaputa, avesse rifiutato la mia richiesta di amicizia fu come un sasso nella scarpa mentre cammini, un moscerino mentre voli.
Ah, a volare sono bravo. Più di lui. Ma nel primo scontro vinse lui.
A dimostrazione di quella sua fortuna sfacciata e volgare.
Non ricordo come fu che divenne così importante attaccarlo, sfotterlo, sminuirlo.
Non ricordo quando fu che divenne così importante odiarlo.
Ma quando iniziai a ritirarmi nell’ombra delle mie insicurezze invece sì, me lo ricordo.
Fu quando arrestarono mio padre.
Ad Azkaban.
Lucius Abraxas Malfoy ad Azkaban.
Erano le mie certezze che crollavano, il mio mondo che si sgretolava, la mia identità stessa che si sfasciava,
mentre la quotidianità a Hogwarts sembrava andare avanti per tutti come se nulla fosse.
Come potete vivere come se nulla fosse, mentre mio padre, mio padre!, è rinchiuso ad Azkaban, e mia madre è disperata e devo pensarci io?
Io. IO?
Ma io sono un ragazzo, hanno sempre pensato a tutto mamma e papà.
Cosa ne so, io, di cosa posso fare adesso?
Mi ha dato un incarico. Il Signore Oscuro. A me.
Un incarico che non saprò portare a termine.
E questa è - paradossalmente - l’unica cosa che so di quell’incarico.
Eppure non smetto di provarci. Sto cercando di farlo, eh?, ci sto provando con tutto me stesso.
Ma ho paura e non voglio e voglio che tutto torni come prima e lo so, lo sento, che anche i muri, in questo maledetto vecchio castello, mi danno del codardo.
Che a quel maledetto Lumaclub un tempo sarei stato l’invitato d’onore,
che a pozioni sono sempre stato bravissimo,
che quel Potter non sa creare nemmeno del fango se lo tira su da una palude.
Mi danno del codardo, e del fallito, lo so, lo sento;
lo bisbigliano persino le statue nei corridoi, persino i quadri;
mentre io mi sono ridotto a parlare coi fantasmi, gli unici che mi consolano.
Sarà che sono morti.
E che invece tutti gli altri, in giro per i corridoi, non sanno la fatica che si fa
a vivere quando ti accorgi che il mondo non somiglia a quello che ti avevano raccontato, per cui ti avevano preparato.
Dicono che non ho coraggio, lo so, lo sento.
Ma cosa ne sapete, voi, del coraggio che serve per vivere, quando comprendi di essere una promessa non mantenuta?
FINITE