Prompt: “Wicked Game” (song) di Albascura


Non escludo che questa flash
alla fine io la userò
per integrarla all'interno di una
mini-long KageHina
che ho in mente da un po'
(come mille altre cose ma dettagli ahahah)


 

Non sarai mai pronto

- Ti sei mai chiesto, Sho, se io sia pronto a sentirla una cosa del genere? - gli chiede Tobio, con un tono più veemente di quanto vorrebbe, quando Shoyo ha voluto per forza tirar fuori quell’argomento.
Lo sa, lo sa Tobio, che se vogliono riprovare a ricucire il loro rapporto ora che Shoyo è ritornato dal Brasile, provare a stare insieme di nuovo dopo due anni, devono per forza parlare di quella cosa.
Ma non ce la fa, Tobio, non ancora.

- Non sarai mai pronto, Kags. - gli ricorda Hinata, con un tono dolce che cerca di tranquillizzarlo.
- Mi conosci, eh… - ribatte amaro, abbandonando le braccia lungo i fianchi, notando il fiato che si condensa non appena esce dalla bocca.
E nel suo campo visivo, ora che sta guardando a terra, mentre cerca di raccogliere ancora le fila dei suoi pensieri, vede i passi di Shoyo avvicinarsi a lui e prendergli il volto tra le mani.

- Ma tra tutti, perché proprio lui, Sho? - chiede con sofferenza, poggiando le mani sulle sue. E Shoyo si sente morire di fronte a quello sguardo sofferente.

Tobio poteva sopportare che Shoyo si fosse fatto chiunque, ma non Oikawa. Non ce la faceva proprio. Era più forte di lui, qualcosa di atavico, il sentirsi in qualche modo sempre un passo indietro rispetto ad Oikawa, non sapeva spiegarselo. Sarebbe andato bene anche quello stronzo di Miya Atsumu guarda… ma Oikawa no.

- Dimmi almeno che ti eri innamorato di lui. - lo prega Tobio, staccandogli le mani dal volto e riportando gli occhi blu sui suoi. Occhi che brillano nell’oscurità della notte.
- No… - sussurra Shoyo, scuotendo piano la testa, la pena che si impossessa anche dei suoi occhi – Avrei voluto innamorarmi di lui… per dimenticare te… -
Tobio socchiude gli occhi sofferente, distogliendo per un attimo lo sguardo, emettendo un respiro profondo per tentare di placarsi, di riprendere le fila di quella conversazione al limite del paradossale.

- Io c’ero, Shoyo! Comunque. - Tobio cerca di controllare il tono della voce, ma non ce la fa.
- No Tobio, no. Non c’eri fisicamente lì con me. - anche il tono di Shoyo ora si fa tremante, più alto - Ed io avevo un disperato bisogno di una presenza. E in quel momento Oikawa-san era lì. Per salvarmi. Dal baratro della disperazione. Del voler mollare tutto. In quel momento era come se il mondo intorno, dentro di me fosse totalmente in fiamme. Non puoi capire, Tobio. -
- Avrei voluto farlo. Io per te, per noi, avrei fatto di tutto. -

E fanno male quelle parole. Quello sguardo. Quel piccolo passo indietro che Tobio ha fatto.

- Kags non hai ancora imparato ad indorare la pillola quando devi dire qualcosa di spiacevole. - gli ricorda Shoyo, cercando di farlo sorridere. Non demorde. Non ora che sono di nuovo insieme. Egoista? Forse… Ha imparato ad esserlo per sopravvivere.
- Non sono cambiato, lo hai detto anche tu. - ed ora non può impedirsi di piegare le labbra in un piccolo sorriso, azzerrando la distanza tra di loro e attirarlo a sé bruscamente e stringerlo forte a sé, posandogli dei piccoli baci sulla zazzera rossa. Anche nel manifestare i gesti affettuosi, Tobio non è cambiato di una virgola.
- Lo so che non ha senso, a livello razionale, che io ci rimugini su - gli mormora mentre continua ad accarezzargli i capelli, dopo che Shoyo gli ha circondato la schiena con le braccia – ma ce la farò a metabolizzare questa cosa. -
Ci prova, Tobio, ad esprimersi in modo corretto.
Ma, tra le due cose, è indubbiamente più bravo a farlo con i gesti.

Come poco dopo, in quella che è stata la sua camera da letto nella sua vecchia casa di Miyagi. In quel letto che ha visto tante loro prime volte.
Shoyo gli sospira il proprio piacere crescente all’orecchio, aggrappandosi alla schiena di Tobio, che lo sta martellando in modo incalzante, con una precisione letale da cecchino per imprimersi in lui. Marchiarlo.
Gli blocca i polsi sopra alla testa nel momento in cui Shoyo tenta di ribaltare le posizioni.
- Comando io stavolta. - gli ansima con fare perentorio.
- Oh sì, Tobio. Tutto quello che vuoi. Tutto quello che vuoi, basta che continui a scoparmi in questo modo. -
E Tobio stringe maggiormente la presa sui polsi di Shoyo, costringendolo a guardarlo.
- Io non ti scopo, io con te faccio l’amore. -

Sì, era indubbiamente diverso...