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Autore: Eneri_Mess    01/03/2023    0 recensioni
Rody avrebbe potuto raccontare in giro che All Might in persona, il precedente eroe numero uno del Giappone - del mondo, chi volevano prendere in giro! - lo avesse ricoperto di lodi, nonostante fossero passati dieci anni e il suo coinvolgimento non fosse mai stato reso pubblico. Non erano cose che capitavano tutti i giorni, no?
Ma quel giorno in particolare Rody lo avrebbe segnato sul suo calendario personale come uno dei peggiori della propria vita.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shigaraki Tomura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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COW-T 13, seconda settimana, M3
Prompt: 10. Due personaggi che non si conoscono si ritrovano insieme in una situazione di pericolo, e devono contare l’uno sull’altro per sopravvivere.
Numero parole: 4250
Rating: Verde
Note: Future fic! ... se le cose finiranno bene. Comunque sia, siamo dieci anni nel futuro. SPOILER del capitolo 362 di BNHA! E poi taaanti headcanon sparsi che lo so non si realizzeranno mai, ma sognare è così bello! 
Ps: Andate a votare Rody Soul tra i personaggi da inserire in sezione! Subito!! 





 

“Oh, tu devi essere il giovane Rody Soul di cui tanto ho sentito parlare. Non ci siamo mai conosciuti direttamente, ma mi hanno raccontato grandi cose, soprattutto il giovane Midoriya nutre un’immensa stima e affetto per te. Quella volta a Otheon ci hai salvati tutti.”

Rody avrebbe potuto raccontare in giro che All Might in persona, il precedente eroe numero uno del Giappone - del mondo, chi volevano prendere in giro! - lo avesse ricoperto di lodi, nonostante fossero passati dieci anni e il suo coinvolgimento non fosse mai stato reso pubblico. Non erano cose che capitavano tutti i giorni, no?

Ma quel giorno in particolare Rody lo avrebbe segnato sul suo calendario personale come uno dei peggiori della propria vita.


Partendo dal principio, era tutto iniziato con il piede giusto.

Dalla vicenda con la Human Rise, Rody aveva ricominciato a ricostruire i suoi sogni e le sue speranze insieme a quelle del fratellino e della sorellina. Perdersi d’animo dopo quanto successo sarebbe stato un modo per darla vinta definitivamente alla vita. Con quello che avevano passato, la possibilità di riscattarsi Rody la vedeva chiara come il sole. E gran parte del merito - o della colpa, come adorava ripetere per punzecchiarlo - era di Deku.

Erano rimasti in contatto. Dapprima con qualche e-mail sporadica inviata a scrocco da un internet caffè in cui Rody era riuscito a infilarsi con qualche moina ai proprietari, poi con un cellulare acquistato di straforo, promettendo mesi di lavoro extra dopo che era giunta in Europa la notizia di come il Giappone fosse a un passo dall’apocalisse per mano di All For One e Shigaraki Tomura.

Rody si era sentito inutile e impotente a ogni nuova news che riusciva ad arrivare loro. Si era messo a studiare un giapponese molto basico per approcciarsi a quanti stessero facendo una cronaca diretta, continuando a chiedere a chiunque L’Hero Deku come sta?

Il Live Streaming dell’ultimo scontro, di quello che avrebbe deciso le sorti non solo del Giappone, ma più realisticamente dell’equilibrio dell’intero globo, Rody l’aveva seguito tenendosi stretto ciò che di più caro aveva - Roro e Lala - continuando a ripetersi che Deku ce l’avrebbe fatta.

Un anno dopo, Rody era stato in grado di racimolare abbastanza risparmi e favori per permettersi un breve soggiorno dall’altra parte del mondo e scuotere di persona Izuku, urlandogli Mi hai fatto venire un infarto! Pensavo saresti morto! Anche Deku fu immensamente felice di rivederlo, abbracciarlo e consolare Pino, sciolta in un mare di lacrime.

Da quel momento, le cose erano andate bene.

Rody aveva smesso di chiedere alla vita nulla di più che la salute dei suoi fratellini - e magari qualche botta ci culo occasionale per pagare le bollette - ma, per tutto il resto, si era rimboccato le maniche, con chiari obiettivi.

Dieci anni dopo, quegli obiettivi si erano realizzati e sostentavano un piccolo appartamento di periferia, due rette scolastiche, un corso propedeutico di design per Lala in vista dell’Accademia, gli allenamenti intensivi di Roro per la pallavolo a livello professionale e, di tanto in tanto, qualche gratifica extra che un tempo sarebbe stato solo un sogno per la disastrata famiglia Soul.

A ventitre anni scarsi, recuperando un quantitativo di studio arretrato che solo il pensiero gli provocava ancora la nausea, Rody si era fatto strada come pilota. Avere una personalità in grado di infilarsi e togliersi da qualsiasi situazione con una certa nonchalance, lo aveva aiutato lì dove la burocrazia avrebbe rallentato tutto. La sincerità incensurabile di Pino aveva fatto in modo che nessuno se la prendesse davvero con lui. Non voleva superare i colleghi, non era quello il suo attuale scopo, ma non poteva tradire una certa impazienza nel raggiungere quanto si era prefissato.

Sì, aveva smesso di fare richieste alla vita, aveva deciso di prendersi le occasioni da sé, ma una spintarella non gli avrebbe fatto schifo.

Tre anni dopo, quando alle sei del mattino di un giorno qualsiasi la sua richiesta per un corso particolare era stata accettata, i vicini erano andati a bussargli per le urla di gioia con cui lui e Pino avevano svegliato tutti.


“C’è qualcosa che non va, giovane Rody?”

“No no, va tutto a meraviglia. Siamo alla giusta altitudine, il cielo oggi è uno splendore, non prevedo turbolenze. Tutto perfetto.”

Pino emise un pigolio particolarmente acuto, continuando a fare tap tap con la zampetta sulla sua spalla, le alucce incrociate. Toshinori lo guardò perplesso, paragonandolo poi al sorrisetto lucidato del padrone, ma senza riuscire a formulare una domanda più pertinente.

“Si vada a sedere, signor All Might. Il viaggio sarà più piacevole e volerà in un baleno, prometto. Prima arriviamo meglio è, no?”

Prima arriviamo, prima torniamo indietro, disse tra sé e il pensiero si rifletté in un nuovo pigolio della piccola rapace, fin troppo simile a uno sbuffo, mentre Pino dava le spalle all’ex Number One.

“Va… bene. Siamo nelle tue mani, giovane Rody.”

“Tutto sotto controllo, capo!”

All Might si congedò, permettendo al giovane di Otheon di sfogare l’umore fino a quel momento veicolato solo dalla compagna rosa.

“Che diavolo!” imprecò, settando velocemente la consolle di volo fino a premere all’ultimo il pilota automatico. Si lasciò ricadere sulla poltrona e puntò i piedi contro il bordo.

Pino sciolse l’apparente irritazione in un’espressione più demoralizzata, scivolando nel taschino frontale della camicia con un prio abbacchiato.

“Lo so. Lo so.”

Deku non c’era.

Rody aveva fatto tutti quei chilometri da Otheon, affidando la casa e Lala a Roro per quei mesi in cui sapeva sarebbe stato via - e ci aveva messo un anno a convincersi e farsi convincere! - con la sola speranza di poter rivedere Deku e passare del tempo con lui. Magari anche ricambiare quel minuscolo debito che aveva con l’attuale Hero numero uno per avergli salvato la vita (in più di un’occasione).

Ma doveva aspettarselo. La sua fedele compagna di vita era la sfiga e non si era smentita mai. Rody aveva dato per scontato che avere All Might come passeggero prevedesse anche Deku. Gli aveva rintronato la testa così tanto negli anni con il suo idolo che Rody aveva capito fossero pappa e ciccia. Maestro e allievo, no? Quindi un unico pacchetto, no!?

E invece eccolo lì. Rody era stato scelto da una selezione accuratissima tra candidati che si erano accapigliati tra esami e test per quei pochissimi posti nell’aviazione di ausilio agli Hero. Si era conquistato persino il secondo posto in classifica - l’importante era essere passato, il resto era tutto cibo per l’autostima - per finire invece a trasportare…

“Come ha detto che si chiama?”

Prrrioo! Prioo!” tirllò Pino.

“Sì sì, era un nome stupido. Danko? Menko? Bah! Che differenza fa? Non è Deku.”

Si stiracchiò, sporgendo il labbro inferiore mentre il cielo terso si stendeva a perdita d’occhio di fronte a lui.

“È solo la prima missione… lo vedremo sicuramento al ritorno.”

Prio!”


“… il tuo uccello può smetterla di guardarmi male?”

“È evidente che gli stai antipatico.”

Shimura Tenko

Ecco come si chiamava il suo secondo passeggero. Mai sentito. All Might glielo aveva presentato senza lodi e senza infamie particolari, ma con l’affetto che si riservava a un parente lontano.

Molto alla lontana a giudicare dai modi taciturni e stringati con cui il ragazzo - uomo? - si approcciava. Rody aveva capito avesse trent'anni circa, poco più, anche se dimostrava un’età indefinita a seconda del dettaglio su cui ci si soffermava, dalle rughe e cicatrici intorno agli occhi per qualche problema cutaneo, al brillio spento nelle pupille, tipico dei teenager cresciuti al buio. Le mani erano coperte, quindi non erano utili per determinare quanto fosse vecchio o giovane.

Gli diceva però qualcosa. Affermare che avesse un viso famigliare era eccessivo - un volto così malridotto se lo sarebbe ricordato, no? - eppure, la sua memoria continuava a prudergli. Forse era il colore dei capelli che stonava - un tipico moro giapponese, così scuro da non avere riflessi - o quello degli occhi - anch’essi color pece.

Altra cosa che non gli era chiara per nulla - e che All Might aveva scivolato in ogni maniera - era la mansione che ricopriva.

Gli eroi non erano materia per Rody - Deku era la più grande eccezione - ma sapeva quanto tenessero a farsi notare, soprattutto con costumi ricercati o appariscenti - di nuovo, Deku era un’eccezione perché dava l’idea che cadesse nell’armadio ogni volta. 

Quel tizio era a un passo dal sobrio e molto vicino a sembrare un becchino. Doveva essere un agente del governo, uno di quelli per i lavori sporchi, perché indossava un pezzo unico che non era nero solo per pietà, ma di un blu notte tanto scuro da sembrarlo. Non c’erano loghi ricamati o altro, solo qualche tasca. L’eccezione erano le scarpe. Rosse. E terribilmente simili a quelle di Izuku, il che lo irritò ancora di più, spingendo Pino a esternare un nuovo Priiio sbuffante.

“Il tuo pennuto soffre di pressione alta?”

“Ringrazia che non parli.”

“Ohi pilota, che ti ho fatto? Non ti conosco.”

Rody si fermò, sospirando pesantemente, ma verso se stesso. Pino si quietò.

Non era da lui essere tanto scortese con un estraneo, anche se quel tipo non gli ispirava particolare benevolenza. Era conscio che fosse tutto malumore personale, ma sentiva proprio il bisogno di sfogarsi per la delusione di non star passeggiando per le stradine di quella cittadina con Deku. Doveva invece accompagnarsi a quel tizio inquietante - si era anche calato il cappuccio in testa! - che pareva uscito da un film horror.

“Va bene, ho iniziato col piede sbagliato. Colpa del jet lag" mentì e stavolta Pino rifilò a lui un’occhiataccia, svolazzando fino a posarglisi in testa.

Se Tenko lo intuì o meno, continuando a seguire con lo sguardo il pennuto, stette al gioco.

“Da Otheon sono almeno sedici ore di volo diretto.”

Rody e Pino lo guardarono stupiti.

“Sedici ore e tre quarti” precisò per deformazione professionale, ma senza voler essere sgarbato per una volta. “Come sai da dove vengo?”

“Izuku non ha fatto altro che parlarmi di te e del tuo arrivo negli ultimi mesi. Il dinamitardo strillante stava per chiedere il divorzio - o ammazzarlo, ma dice sempre così e non lo fa mai. Noioso.”

La mascella cadde prima a Pino, ma anche Rody faticò a rimanere composto.

“Aspetta, aspetta, aspetta! Tu conosci Deku!?”

Non gli era passato inosservato che lo avesse chiamato col nome di battesimo. In quegli anni aveva compreso abbastanza di cultura giapponese da sapere che fosse roba grossa.

Tenko non replicò e lo scrutò come se l’altro lo avesse insultato intenzionalmente. Guardò altrove e a Rody sfuggì la sua espressione.

“… tu non hai davvero idea di chi sono?”

“Non un tipo che si vuole far notare. Ma conosci Deku e il signor All Might sembra tenerci a te, quindi devi essere uno del giro. Sei un eroe o uno 007?”

A Tenko si aprì quasi un sorriso sulle labbra e un risolino indecifrabile.

“Bella domanda. Sono uno con una seconda occasione.”

“Eh?”

Un cellulare iniziò a vibrare. Era quello di Tenko.

“Vecchio, stiamo tornando” rispose subito, per poi aggrottare la fronte. “Ohi, stai bene?”

“… Abbiamo un problema.”


Rody si chiese quando avesse battuto la testa per credere che diventare pilota ausiliario per gli Hero fosse una buona idea. In Giappone poi, tra tutti i posti! Dal ritiro di All Might era diventato il paese con probabilmente più incidenza di crimini e Villan del mondo, secondo solo all’America.

Il Rody del passato avrebbe dovuto pensare ai fatti suoi, al massimo farsi cambiare tratta per fare le continentali, così da vedere Deku ogni tanto, e basta. Stop. Fine.

E invece no. Eccolo lì, chino sul corpo esanime di All Might, mentre intorno a loro imperversava il caos. Rody fu assalito dai terribili flashback della battaglia contro la Human Rise. Se l’erano cavata per miracolo e perché Deku era lì, e c’erano anche il pazzo delle bombe e l’algido piromane a supporto, mentre in quel momento… in quel momento…

“Moriremo” sentenziò con voce rauca, come unico esito possibile. Pino, tremante e pigolante, era nascosta nel suo taschino.

Erano stati attaccati da un gruppo di Villain. La polizia era intervenuta, ma riusciva a malapena ad arginarli. Loro erano riusciti a portare All Might al riparo in un palazzo chiuso per rischio crollo, ma avevano solo allungato l’agonia prima della fine, a parere del giovane di Otheon.

“Hai un quirk per difenderti? Quel tuo uccellino ha qualche caratteristica che potrebbe tornarci utile?” chiese Tenko, appostato a tenere d’occhio la situazione e nient’altro. Rody avrebbe voluto avere le energie mentali per invidiargli la pacatezza con cui stava affrontando quel destino orribile, ma riuscì solo a ridere istericamente, appoggiando il palmo sul rigonfiamento che aveva sul petto. Pino e il suo cuore tremavano all’unisono.

Moriremo.”

Tenko lo squadrò con un’espressione a metà tra la pietà e il voler capire dove fosse il problema. Come se per lui quell’attacco non risultasse essere altro che un’inezia, nonostante non stesse facendo nulla per intervenire.

“Non eri preparato?”

Non avrebbe potuto fare domanda peggiore.

“Preparato…?” pigolò Rody, così acuto da dover aver parlato con almeno due ottave sopra il suo tono normale. “Preparato a cosa!?” sbottò nevrotico. “La mia vita aveva ricominciato a girare dal lato giusto e per la prima volta da anni avevo pensato di fare qualcosa per me! Volevo solo essere utile a Deku e rivederlo! Ripagarlo anche per avermi salvato la vita! Invece adesso sto per morire! E se dovessi riuscire a sopravvivere, non posso tornare indietro e dire Scusate, All Might, l'eroe degli eroi, mi è morto sotto gli occhi!

Tenko non parve toccato dal melodramma. Lo ascoltò in silenzio, anche quando fuori ci fu una nuova esplosione che fece tremare l’intera struttura e far piovere calcinacci qui e lì.

“Il Vecchio non è morto. Ha la pelle dura. Il problema principale è che è svenuto.”

Rody si prese il viso tra le mani, soffocandoci l’ennesimo verso di sfogo.

“Dovevamo fare affidamento su di lui!? È praticamente in pensione da dieci anni! O mi stai dicendo che tiene nascosto un briciolo di super potere-”

“Ohi, riesci a fare una telefonata?”

Rody lo fissò come se gli avesse chiesto di uscire a comprare le uova in mezzo a un tornado. Che non era poi una situazione così inverosimile dall’attuale.

Prima che potesse replicare, Tenko gli lanciò il proprio cellulare.

“Cerca il numero di Izuku, se non lo ricordi a memoria. Digli dove siamo.”

Sentire nominare Deku infuse in Rody un briciolo di speranza, tanto che Pino stessa volò verso lo smartphone, intenzionata a digitare lei stessa sul display con le sue alucce.

La telefonata non andò oltre i due squilli.

Tenko?

“Deku!” Rody neanche si accorse di aver urlato di gioia.

… Rody? Che succede? Stai bene? Tenko sta bene?”

“Sì! Cioè, assolutamente no! Siamo stati attaccati da un gruppo di villain!” e ad avvalorare le sue parole ci pensò un’altra violenta esplosione. D’istinto, Rody tentò di coprire almeno la testa di Toshinori col proprio corpo, stringendo il cellulare come se fosse stata la mano stessa di Izuku. “Sono troppi! All Might è ko! Oddio, oddio, Deku! Ero venuto in Giappone perché volevo passare del tempo con te e aiutarti, ma è stata una pessima idea! Se dovessi morire, devi dire a Lala e Roro che io-”

Rody! Rody, frena! Non ti agitare! C’è Tenko lì con te? Dimmi dove siete e spiegami la situa- waaacchan!” 

Ci fu un attimo di confusione dall’altro capo del telefono. Rody e Pino, entrambi a coprirsi la bocca pensando al peggio del peggio, sentirono una seconda voce inserirsi nella conversazione. 

Dammi il telefono, Izuku!

Era Bakugou.

Ohi, Ammaestratore di uccelli, apri le orecchie! Vedete di resistere! Se trovo un solo graffio su All Might vi faccio esplodere."

Kacchan! Non sei di aiuto così! Rody è terrorizzato!

Pino si accasciò sulla spalla del pilota, coprendosi gli occhietti con le ali.

Erano spacciati.

Comunque sarebbe andata, erano spacciati.

Ohi, mi stai ignorando!? Ci sei ancora!?

“Io-”

Di che cazzo ti preoccupi? Sei in buone mani.”

Rody si chiese se il Grande Dio dell’Uccisione Esplosiva avesse bevuto.

“Cosa-”

Sei in buone mani” insistette e dalla sua voce trasparì un chiaro ghigno. “Di’ questo a Faccia da drogato! Veniamo a prendere quel che resta di voi.

E riattaccò.

L’ultima cosa che Rody avrebbe sentito prima della proprio dolorosa dipartita sarebbe stata la peggior rassicurazione di sempre.

“Ohi, pilota? Cos’ha detto Izuku?”

Rody alzò lo sguardo spento sul suo compagno di disavventura. O di morte. Questione di tempo.

“Era Dynamight” spiegò, avvertendo la bocca asciutta. “Dice che… sono in buone mani… con te.”

Si fissarono.

Pino svenne direttamente, scivolando nel taschino della camicia, mentre Rody si chiese se sarebbe riuscito a fare un’ultima chiamata alla sua famiglia.

Poi Tenko si grattò sotto un occhio, per smettere un attimo dopo.

“Cerca di occuparti del Vecchio, deve uscirne integro. Quando Izuku piange mi mette di cattivo umore.”

Rody non avrebbe voluto prestargli attenzione, ma un brivido gli corse lungo la schiena.

Tenko iniziò a ridere. Come quando si ascolta una battuta buffa.

“Sei impazzito?” Anche se Rody non si accorse di aver dato voce al pensiero, gli uscì come uno dei pigolii di Pino.

Tenko non diede segni di averlo ascoltato. Continuò a ridacchiare, osservandosi le mani per poi iniziare a sfilarsi i guanti.

“Tienimeli un attimo” e glieli lanciò addosso.

Dopo che lasciò il loro rifugio, fuori calò il silenzio.


L'anima di Rody faticò a rimanere nel suo corpo dopo che ne uscirono vivi. Con le spiegazioni che seguirono dichiarò definitivamente la propria resa.

“… se All Might non avesse perso conoscenza, avrebbe potuto dare lui il permesso a Tenko di agire, essendo il suo supervisore in questa missione. Purtroppo le informazioni dell’intelligence non erano complete e non abbiamo potuto prevedere l’attacco, ma per fortuna non ci sono stati feriti gravi.”

Rody avrebbe voluto dissentire. La sua serenità interiore aveva subito un tracollo. Pino era ancora nascosta nel taschino, nonostante gli incoraggiamenti di Deku a uscire.

“Ve la siete cavata alla grande! All Might mi ha detto che viaggiare con te è rilassante come andare in crociera! E Tenko dice che, nonostante il panico, sei riuscito a rimanere calmo.”

Rody si riebbe e si focalizzò sul suo viso. Stava davvero cercando di tirarlo su, ma lo scetticismo non lo abbandonò.

“Che vorrebbe dire? Non ha senso.”

“Che hai superato anche l’ultimo test, pilota. Sei approvato in via definitiva per il posto.”

Tenko si inserì nella conversazione senza essere invitato. Rody di certo non avrebbe voluto sentirlo parlare, non ora che aveva finalmente davanti Deku, trauma da morte scampata o meno. E poi aveva ancora quel fastidioso prurito in fondo alla testa a sussurrargli come stesse tralasciando un particolare fondamentale.

“Quale test!? Nessuno aveva menzionato altri test! Avevano approvato tutto la settimana scorsa" e Rody capì, nel momento in cui parlò, di aver fatto la figura dell’idiota, facendo il giro delle espressioni di tutti. Deku aveva il sorrisetto tirato di chi chiede scusa con lo sguardo; Bakugou aveva appena mormorato un Sei senza speranze; Tenko lo fissava come si fissa un cruciverba che non ti riesce, ma che non sembra così complicato.

“Un test pratico. Agire sotto pressione sul campo. Dare assistenza ai compagni. Mettersi in contatto con i rinforzi e spiegare la situazione.”

Rody spalancò la bocca, indignato. Pino riemerse dal taschino con la stessa espressione.

Mi avete mandato a morire!

“Si chiama test segreto per un motivo” puntualizzò monocorde Tenko. “Se ne fossi stato al corrente non sarebbe stata la stessa cosa.”

“Oh, ma finiscila, sei tutto intero!” sbuffò Bakugou. “L’ultima volta ti hanno dovuto raschiare dalle pareti!”

“In effetti, però, non era previsto che andasse così…” intervenne Izuku nel tentativo di mitigare la situazione.

Ma Rody non voleva mitigare proprio niente. Puntò anzi il dito contro Tenko.

“Ma lui non ha fatto nulla fino all’ultimo! E io non sono mica un Hero! Ci poteva cadere in testa il rifugio! Potevamo saltare per aria e lui stava lì, immobile!”

Il diretto interessato non diede adito di essere stato toccato dalle accuse e sostenne lo sguardo senza cambiare espressione.

“… è un po’ complicato” Deku cercò in tutti i modi di essere delicato e ragionevole. “Ma come dicevo prima, al momento, senza il permesso di un supervisore - All Might, Kacchan o io - Tenko non può agire di propria iniziativa.”

Rody sentiva il bisogno di un bagno caldo e magari pure di un bicchiere di vino. Ma anche di continuare a sfogare tutto il panico che apparentemente gli aveva fatto superare quell’esame extra.

“E chi sarebbe, un eroe sbocciato tardi che non ha ancora la patente?! Ha bisogno della balia!?”

Tre paia di occhi lo fissarono come fosse stato un particolare fenomeno naturale che non si scorge tutti i giorni.

Poi Tenko ricominciò a ridere. Rody ebbe di nuovo i brividi perché, onestamente, sembrava un maniaco sociopatico.

“Non ha davvero idea di chi sono.” Tenko si voltò verso Izuku, che stava guardando in alto con un poco di imbarazzo. “Perché non glielo hai detto?”

“… credevo non ce ne fosse bisogno. L’ho dato per… scontato.”

Stavolta a scoppiare a ridere fu Bakugou, con irriverenza, e Rody pensò di essere tornato alle elementari e aver appena chiamato mamma la maestra. Si aggrappò, letteralmente, all’unica persona di cui gli importasse davvero.

“Deku… cosa hai dimenticato di dirmi?”


Izuku aveva omesso un dettaglio minuscolo, quanto fondamentale, che accese tutte le lampadine in testa a Rody. Quel pessimo presentimento inascoltato suonò le campane tra le sue tempie.

Shimura Tenko era stato, quasi dieci anni prima, Shigaraki Tomura.

Il Villain per cui il mondo aveva tremato nelle fondamenta insieme all’ombra di All For One. Lo stesso Shigaraki che aveva ammazzato - brevemente - Bakugou e poi aveva cercato di polverizzare Midoriya e quello che restava di un Giappone sull’orlo del collasso.

Rody aveva seguito le sue gesta durante il Live Streaming dell’ultima battaglia, pregando neanche lui sapeva di preciso che divinità perché non vincesse. Perché non ammazzasse Deku, forse il primo vero amico che avesse mai avuto e su cui potesse contare.

Rody aveva pianto di sollievo alla notizia che ne fosse uscito vivo e aveva dovuto aspettare un anno per poterlo constatare di persona. Quel dolore e quel fiato tirato per non aver perso l’ennesima persona importante della sua vita si erano incisi così a fondo dentro di lui che aveva rivoluzionato tutta la propria vita. Sapeva per primo cosa significasse sia perdere tutto che trovarsi di fronte alla possibilità di rimanere soli di nuovo.

E adesso gli venivano a dire che Shigaraki Tomura, ora Shimura Tenko - sfoggiando un look che lo rendeva meno riconoscibile, per quanto naturale - era qualcosa a metà tra un agente governativo e un Hero.

Un Hero. Shigaraki Tomura. Quello Shigaraki Tomura ora era al servizio dei più deboli.

Si erano bevuti il cervello, shakerandolo per bene prima.

Eppure, era tutto vero.

“Benvenuto nel club, Ammaestratore di uccelli. Ce ne siamo fatti tutti una ragione col tempo. Fattela passare presto perché continuerai a lavorare con lui, sempre che tu voglia restare e accettare il posto.”

Bakugou Katsuki neanche ci stava provando a indorare la pillola. Non che Rody si aspettasse qualcosa di diverso da lui, ma questo non gli impedì di ricordargli - come se avesse potuto dimenticarlo! - che quel pazzo maniaco seduto in macchina con loro gli avesse disintegrato il cuore.

“Cristo, ma sei un disco rotto. Persino la mia Vecchia ormai gli prepara il pranzo scherzandoci sopra. Rilassati.”

Sulla strada verso l’albergo dove avrebbero alloggiato, Rody perse qualsiasi briciolo di dignità gli fosse rimasta, ma non se ne fece una colpa.

No, la colpa era di quei tre decerebrati con cui era in viaggio. E sì, compreso Deku, nonostante il giovane di Otheon gli fosse rimasto allacciato addosso durante tutto il tragitto e persino quando scesero. Fu più forte di lui. Deku rimaneva l’unico di cui si fidasse ciecamente e che sperava di convincere che dovessero legare stretto Tenko e buttarlo nel primo burrone disponibile. Pino si impegnò strenuamente nel mimare quel pensiero, ma il solo che parve recepirlo fu proprio il diretto interessato, che tentò persino di approcciarsi con un dito alla creaturina piumata.

Di fronte alla porta della camera da letto che Deku avrebbe condiviso con il legittimo marito, Rody si rifiutò ancora di lasciarlo andare, nonostante le minacce di Bakugou di farli esplodere entrambi e di firmare col sangue le carte del divorzio. Dietro di loro, Tenko era prossimo alle convulsioni da risate.

“Vi odio tutti…” mormorò Rody piagnucolante, mentre Pino passava dall’agitare le alucce, chiuse comicamente a pugni, a coprirsi la faccia scuotendo la testa. Izuku cercò di nuovo di ammorbidirlo con qualche carezza incoraggiante.

“Andiamo… è successo dieci anni fa… è cambiato ed è dalla nostra parte ora. È acqua passa-”

“Rettifico” lo interruppe Rody, fissandolo con biasimo. “Siete tutti pazzi. Tutti. Ci ammazzerà nel sonno e riderà nel farlo!”

Tenko rise in effetti più forte, beccandosi un Ohi! Finiscila anche tu o ti imbavaglio! Mi stai dando i nervi! Da parte di Katsuki che finì inascoltato come qualsiasi altra dichiarazione di intenti.

“Buonanotte… se riuscirete a dormire” e l’ex Villain entrò in stanza, ma non prima di aver regalato a Rody un ultimo sorrisetto da stregatto che lo avrebbe di certo accompagnato nei suoi incubi durante la notte, spingendolo ad arrampicarsi in testa a Deku.

“Voi non volete ascoltarmi! Siamo spacciati!” 





ps: votate Rody!!

 
   
 
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