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Autore: dirkfelpy89    01/03/2023    6 recensioni
Luglio 1993. Sirius Black è fuggito di carcere e Remus Lupin sa che solo lui ha le capacità necessarie per rintracciarlo. Ma avrà la forza di riconsegnarlo alla giustizia? Una visita inaspettata cambierà drasticamente i suoi piani.
Settembre 1993. L'anno scolastico è appena iniziato e Lupin viene subito convocato dal preside. Al centro del loro discorso l'attacco dei Dissennatori al treno e un passato che continua a tormentare il giovane insegnante.
Due Missing Moment del "Prigioniero di Azkaban"
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Alla Ricerca del Tempo Perduto

 



La brughiera era immersa nella più totale oscurità di quella notte senza luna. La pace e la tranquillità regnavano sovrane nelle poche case presenti, disseminate qua e là, in quel territorio freddo e piuttosto ostile, apparentemente senza il minimo rigore logico.
Ma in una di queste case, una delle più antiche e peggio ridotte, a farla da padrone non era la tranquillità ma piuttosto la rabbia, la paura e lo sconcerto.
Nelle poche stanze malridotte, dal mobilio vecchio e scheggiato e con l'intonaco spaccato in più parti, un uomo dall'aspetto giovane, eppure allo stesso tempo visibilmente più maturo della sua età, era intento a riversare in una valigia aperta tutti i pochi vestiti che ancora aveva in suo possesso.
Non c'era una razionalità, un progetto, nelle sue azioni ma solo paura e rabbia mischiate allo stesso tempo in un vortice cupo e tenebroso.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta e l'uomo si fermò di scatto.
Estrasse la bacchetta e lentamente si avvicinò a una delle poche finestre che davano proprio sull'ingresso di quella casa: l'ora era tarda e non riceveva ospiti da diversi mesi, ormai.

Fu con non poca fatica che riuscì a distinguere la figura che attendeva pochi passi davanti alla porta d'ingresso, una persona che l'uomo non vedeva da anni. Sulle prime si chiese che cosa volesse, perché avesse deciso di incontrarlo dopo così tanto tempo, ma poi la soluzione fu anche troppo ovvia.
Sospirando, mise la bacchetta in una delle tasche dei suoi pantaloni scuciti e aprì la porta.
"Professor Silente!"
L'anziano preside di Hogwarts non era cambiato di una virgola dall'ultima volta che lo aveva visto, quasi otto anni prima.
"Remus, come sempre è un piacere. Scusami per l'ora tarda ma è un'emergenza," disse, scrutando l'altro intensamente dai suoi occhiali a mezzaluna. "Posso entrare? Non è saggio indugiare sulle soglie, di questi tempi."
Remus annuì, fece entrare il vecchio preside e poi richiuse la porta a chiave.

"Mi scusi per il disordine, la luna piena è stata ieri e…"
Silente sorrise cordiale, mettendosi a sedere su di una poltrona sgangherata, ma a Remus non sfuggì l'occhiata che il vecchio preside diede alla valigia aperta sul letto, visibile dalla loro posizione.
"Vuole del tè? Io dovrei avere…" balbettò, indeciso.
"Remus, lo sai quanto adori le frivolezze sociali… ma se sono qui, a quest' ora tarda, è per un motivo ben preciso e vorrei arrivare velocemente al nocciolo della questione," lo interruppe Silente, un'inedita nota di urgenza nella sua voce.
"So che hai molte domande per me e io risponderò, se vorrai, come meglio potrò," concluse.

Oh, di domande ne aveva fin troppe da quando…
Sospirò.
Era incredibile come la persona che aveva di fronte non fosse cambiata di una virgola. Come riuscisse a leggergli perfettamente la mente come se fosse un libro aperto.
"Sirius… è scappato? Davvero?" Chiese, la voce tremolante.
Silente annuì, grave.
"Come… come ha fatto a…"
"A questo, purtroppo, non posso rispondere perché nemmeno il ministro o i Dissennatori potrebbero," sussurrò Silente. "La risposta più semplice, per stasera, potrebbe essere che quella prigione non è riuscita a spezzare la mente e la volontà di Sirius, non interamente, almeno."

Una piccola parte di Remus lo temeva, sapeva che il vecchio amico non sarebbe stato facile da annientare, la sua volontà era sempre stata di ferro.
C'era ancora un'altra cosa che lo disturbava da quando la guerra era finita e Felpato aveva terminato la sua fuga, imprigionato ad Azkaban.
Sirius era un Animagus ma questo Silente non lo sapeva. Era un segreto che, avevano giurato al quinto anno, si sarebbero tenuti fino alla tomba, una specie di patto di sangue che fino a quel momento non aveva mai pensato di infrangere.
Eppure, se Sirius era riuscito a scappare da quella prigione, forse era stato grazie alla sua abilità, un'abilità che il ministero non conosceva.

Remus rimase per qualche secondo in silenzio, indeciso se rivelare quel segreto al vecchio preside.
Ma magari la sua abilità non c'entra niente, una vocina sinistra sibilò all'orecchio del Lupo Mannaro, magari è riuscito a fuggire in un'altra maniera.
Se tu adesso riveli al preside che i tuoi amici sono diventati Animagus, infrangendo la legge proprio davanti ai suoi occhi, quando lui fu l'unico a darti piena fiducia… allora distruggeresti per sempre l'opinione che Silente ha di te.
Ma no, non poteva, non dopo tutti quegli anni, per Remus quella stima era tutto.
Aveva già preso la sua decisione, comunque, ci avrebbe pensato lui a prendere Black.
Sirius.
Avrebbe rimediato ai suoi errori.

"A volte mi fermo a pensarci e, nonostante siano passati così tanti anni, ancora non riesco a crederci," sussurrò, infine. Lottò per ricacciare indietro le lacrime e l'urgenza di confessarsi: l'ultima cosa che voleva era farsi vedere in quelle condizioni da Silente ma l'altro sembrò capirlo, il preside si chinò verso di lui e gentilmente gli diede una leggera pacca sulla spalla.
"Non indugiamo oltre su questi tristi ricordi, Remus. Non adesso," disse Albus. " Ho due domande da farti e voglio che tu mi ascolti molto attentamente."

Lupin si asciugò le lacrime e annuì. Finalmente l'uomo stava per rivelare il motivo di quella visita?
"Hai intenzione di seguire Sirius, non è così?"
Remus rimase per qualche secondo con la bocca stolidamente aperta. Si era aspettato mille altre domande tranne quella.
"Ho notato la valigia," spiegò il preside. "Tu sei convinto di poterlo rintracciare, di poterlo affrontare, sconfiggerlo, e consegnarlo ancora una volta alla giustizia. Dimmi se sbaglio, per favore."
"No, non sbaglia," Remus sussurrò, infine, dopo qualche istante di lotta interiore.
Non serviva a niente mentire a quell'uomo, se ne era reso conto già sin dal primo anno di scuola.
"I Dissennatori e il Ministero non lo conoscono, io sì. So dove potrebbe essersi rifugiato, a quali luoghi è più o meno legato, ho preparato la valigia e tra qualche ora mi materializzerò in Scozia, da dove inizierò le mie ricerche. Scandaglierò l'intera Inghilterra e approfitterò delle mie trasformazioni in lupo per sfruttare l'olfatto. Sono l'unico che può trovarlo, mi creda," esclamò Lupin. Ne era convinto.
Era stato per causa sua se i Malandrini erano diventati Animagus, forse per questo motivo Sirius era riuscito a scappare e allora sarebbe stato lui a risolvere quel problema. Solo lui.
"Non dubito che tu ci riesca. Ma una volta che l'avrai trovato che cosa farai, lo ucciderai?" Chiese Silente, osservandolo intensamente. "Troverai la forza di dimenticare la vostra amicizia e ucciderlo a sangue freddo, sempre che tu riesca a disarmarlo prima?"

La domanda del preside contribuì ulteriormente a confondere le idee di Remus. Maledizione, fino a qualche ora prima era assolutamente convinto del suo piano e adesso quel vecchio lo stava nettamente sbriciolando. Già, davanti al suo vecchio amico avrebbe trovato la forza d'animo necessaria? Sirius era un assassino ma lui no…
Forse non aveva abbastanza sangue freddo, o forse sì.
Nella sua testa vide nitidamente davanti a sé i tanti momenti passati insieme, ore, giorni e anni che evidentemente per Sirius non avevano avuto alcun valore. Ma per lui sì, erano stati la sua ancora di salvezza, la fuga da una realtà triste e ostile nei suoi confronti.
E allora perché esitava così tanto?

"Lascia che adesso ti porga un'altra domanda, Remus," la voce del preside risuonò chiara e limpida.
"L'anno scolastico sta per iniziare e siamo pericolosamente a corto di un insegnante di Difesa. Vorresti unirti al mio corpo insegnante per quest'anno?"
Lupin rimase fermo, la bocca leggermente aperta in un'espressione stupita e incredula.
Quella domanda lo sorprese ancor più che la prima.
"Come? Ho capito bene, preside?" Chiese, balbettando leggermente.
"Il ministro non vuole che io ne parli ma immagino che tu possa intuire il reale obiettivo di Black," sussurrò Silente. "Non so esattamente cosa speri di ottenere, ma Caramell mi ha riferito che Sirius, durante i suoi ultimi giorni ad Azkaban, parlava nel sonno ed era ossessionato da Hogwarts."
“Hogwarts… non vorrà mica?" chiese Remus, portandosi una mano alla bocca. “Harry… Harry sta frequentando la scuola, giusto?”
L’anziano preside annuì, l’espressione grave.
“Secondo il ministro, Black cercherà in ogni modo di arrivare al suo figlioccio. Dei Dissennatori verranno posizionati intorno alla scuola ma…”
“Dissennatori? Ma Caramell è uscito di senno?” Lupin esclamò, suo malgrado. “Mi scusi ma…”
“Sei del mio stesso avviso, peccato che il ministro non ne tenga conto. Non vorrei mai dipendere da quelle creature però la mia voce è solitaria. Capisci quindi,” disse Silente, “se Black cercherà di avvicinarsi ad Hogwarts non lo farà certo passando per la porta principale. Siamo quindi in grave pericolo perché, ne sono sicuro, conosce il castello e i suoi passaggi segreti meglio di chiunque altro. Eccetto te.”

Remus fece per controbattere ma rimase in silenzio. Era vero, solo allora iniziò a capire. Ma davvero Sirius avrebbe cercato di uccidere il suo figlioccio?
Ancora una volta la mente andò a quei tristi ricordi: Sirius con in braccio Harry e James e Lily sorridenti, accanto, nell’unica foto che Lupin fosse riuscito a recuperare.
A quanto può arrivare la cattiveria umana, quanto può vendersi una persona per volere la morte dei propri migliori amici e del loro unico figlio?

“Ho bisogno di qualcuno di fidato dentro le mura, che possa vegliare su Harry e allo stesso tempo controllare i vari passaggi segreti. Sei sempre stato un ottimo alunno,” continuò Silente, interrompendo quel silenzio carico di tensione, “sono sicuro che sarai un grande professore.”
“Ma…”
“Alla fine di Giugno, se Black non sarà stato catturato, sarai libero di iniziare la tua caccia solitaria. Ti chiedo solo un anno, Remus, un anno per Harry e poi non ti chiederò nient’altro.”
“Ma gli alunni e i genitori non vorranno un professore nella mia… condizione,” fece notare Lupin. Era piuttosto ovvio.
Silente scosse la testa, all’apparenza divertito.
“Per sette anni siamo riusciti a nascondere la tua ‘condizione’. Ci riusciremo per uno. Inoltre è appena uscito un nuovo rimedio, una Pozione Antilupo.”
“Sì, lo so, ma è molto costosa e…”
“E, se dovessi accettare, il nostro insegnante di Pozioni sarà felice di prepararne un calderone una volta al mese,” lo interruppe il preside, alzandosi dalla poltrona sfondata.
“Quindi, vedi, se vorrai accettare, per un anno avrai vitto, alloggio, Pozione Antilupo e la possibilità di aiutarci a difendere la scuola. Se a Giugno non ci sarà traccia di Black, sarai libero di fare ciò che più ti aggrada.”

Messa così, Remus non aveva molte scelte.
Trascorrere un anno nel posto che per sette anni aveva chiamato casa, al quale lo legavano tanti felici ricordi, e per giunta senza doversi preoccupare della luna piena…
Avere la possibilità di conoscere Harry.
Silente aveva ragione, se davvero l’obiettivo di Sirius era Hogwarts lui era l’unico con abbastanza conoscenze per poterlo fermare.
Hogwarts… Harry…

“Com… com’è?” chiese, suo malgrado, mentre l’ospite stava per aprire la porta d’ingresso. Silente tolse la mano dalla maniglia e sorrise, un’ombra di tristezza dietro i perforanti occhi.
“Terribilmente simile a suo padre… e per molti aspetti anche alla madre. Ha già dovuto affrontare delle prove terribili, ma ne è uscito sempre a testa alta, anche grazie ai suoi meravigliosi amici.”
A quelle parole un nuovo flusso di domande pervase la mente di Lupin.
“Cosa…”
“Oh no, non ho intenzione di rispondere ad altre domande su un mio studente… fino a quando non avrai deciso cosa fare,” rispose il preside, sornione. “Non devi decidere adesso, aspetterò un tuo gufo entro tre giorni.”

Remus sorrise, mentre l’ospite uscì per poi smaterializzarsi. Osservò la valigia e scosse la testa.
In cuor suo aveva già preso una decisione e non avrebbe certo aspettato tre giorni.

/ / / / / / /

Essere di nuovo a Hogwarts faceva davvero uno strano effetto, un mix di sensazioni inedite condite da un bel po' di nostalgia.
Mai avrebbe pensato di poter tornare in quella scuola, certo non in veste di insegnante, eppure non era stato un sogno ma realtà: per quell'anno avrebbe avuto un tetto caldo sopra la testa, pasti regolari e la possibilità di trasmettere la sua conoscenza agli studenti.
Eppure c'era qualcosa che non andava, una sensazione amara in bocca che non riusciva ad andare via.

Non era lì semplicemente per insegnare ma aveva un compito ben preciso. Non stava recandosi all'ufficio del preside con i suoi amici, dopo aver combinato l’ennesimo disastro, ma da solo.
Solo.
Ecco cos’era quel retrogusto amaro. Si aggirava per quei corridoi aspettandosi, da un momento all’altro, di imbattersi in James, Lily, Peter… Sirius.
E invece era rimasto l’ultimo Malandrino a piede libero. Solo.

Sin da piccolo aveva percepito nitidamente come la sua condizione lo avrebbe inevitabilmente isolato dal mondo magico, eppure quella scuola, i Malandrini, avevano allontanato quella prospettiva. Purtroppo solo temporaneamente.
Arrivato di fronte ai Gargoyle che proteggevano l'ingresso dell'ufficio di Silente, l'uomo mormorò “sorbetto al limone" e la familiare scala magica, la quale portava direttamente agli alloggi del preside, apparve.
Era quasi mezzanotte eppure Albus lo aveva già chiamato, pensò, mentre la scala lo portava direttamente davanti a una elegante porta chiusa. Indovinava il motivo di quella convocazione così tardiva.
Bussò ed entrò.

Era stato numerose volte all'interno di quell'ufficio, non quante Sirius o James naturalmente, eppure poteva giurare che in tutti quegli anni non era cambiato di una virgola.
Venne accolto da tutta una serie di flashback, non era stata la prima volta in quella sera, e avanzò, barcollando leggermente. Troppe emozioni per una sera sola.

"Ah, Remus, perdonami ma desideravo parlare con te prima che le lezioni inizino," esclamò Silente, facendo cenno al nuovo arrivato di sedersi di fronte alla sua scrivania.
Remus obbedì, prendendo posizione su una comoda poltrona. Immediatamente un silenzio piuttosto teso calò tra i due.
"Remus, ti ringrazio per quello che hai fatto sul treno. Non oso pensare a che cosa sarebbe successo se tu non avessi cacciato quel Dissennatore," sussurrò infine il preside.
Era stato un duro colpo risvegliarsi dal suo stupido sonnellino e vedere un Dissennatore calarsi lentamente su Harry.
Per un attimo, vedendolo disteso a terra, madido di sudore, aveva pensato che fosse intervenuto troppo tardi…
Ricacciò indietro quelle immagini e si concentrò unicamente sul preside.

"La sua idea di farmi arrivare sul treno per Hogwarts, e poter così sorvegliare i ragazzi, si è rivelata giusta, peccato che mi sia addormentato come uno sciocco," commentò, aspro.
"Dovresti iniziare a non essere così duro con te stesso, Remus. Hai salvato l'anima di Harry, questo è quello che conta davvero. Ho già inviato una lettera di protesta al ministro," rispose Albus Silente. "I Dissennatori sono interessati unicamente a Sirius Black, a loro non importa niente del benessere dei ragazzi, ecco perché la tua figura all'interno del castello è così importante."
"Con tutto il dovuto rispetto, preside, credo che lei mi stia sopravvalutando," sospirò Remus, abbassando la testa. "Si aspetta così tanto da me eppure io non… non sono riuscito…"
"Non sei riuscito a fare cosa, Remus?" Chiese Silente.
No, non poteva sopportare lo sguardo del preside, quell'espressione piena di pietà, commiserazione per lui.

Si alzò in piedi, non riuscendo a sopportare oltre quella tensione.
“Per dodici anni Harry ha vissuto con i suoi zii e io, l’unico vero amico dei suoi genitori rimasto in piena libertà, non ho fatto niente per mettermi in contatto con lui," esalò, alla fine. “Avrei potuto prenderlo e scappare via o semplicemente andare a trovarlo, spiegargli chi erano Lily e James, il suo ruolo nel mondo magico. Avrei dovuto accompagnarlo io a Diagon Alley, non Hagrid.”
Silente rimase in silenzio, osservandolo attentamente, le mani unite.
“Ma poi ho pensato, chi vorrebbe avere a che fare con un Lupo Mannaro? Quale protezione potrei offrirgli io, quando una volta al mese correrebbe un rischio mortale?”
Remus prese fiato, asciugandosi gli occhi.

“Sei diviso, Remus. Lo capisco bene, credimi,” sussurrò infine Silente. “Da una parte avresti voluto avere un rapporto con il ragazzo ma allo stesso tempo la paura di metterlo in pericolo ti ha bloccato.”
“E adesso lei mi chiede di proteggerlo…”
“Sì, te lo chiedo e tu mi hai già dimostrato che…”
“Che sono uno sciocco,” rispose Remus, amaro. “Mi sono addormentato e per poco Harry non ha perso la sua anima. Non è certo quello che dovrei fare, per proteggere il ragazzo.”

Silente scosse la testa.
“Vedi, è quel ‘quasi’ che fa tutta la differenza di questo mondo. Pensa cosa sarebbe successo se tu avessi rifiutato la mia offerta? Se al posto tuo ci fosse stato un altro incapace, come il tuo predecessore?”
“Sì, ma…”
“Inoltre,” continuò il preside, fermando, con un gesto della mano, la risposta del professore, “sai bene che non avrei mai permesso un allontanamento di Harry da casa dei suoi zii, te lo spiegai dodici anni fa, se non ricordo male.”
“Ma avrei potuto visitarlo, per lo meno,” replicò l’altro.
“Sapevamo che Harry era al sicuro, probabilmente amato, e avevamo tutti una gran voglia di guardare con ottimismo al futuro. L'unico che si rammarica, e giustamente, sono io, Remus, perché ho evidentemente sopravvalutato la capacità dei Dursley di amare il ragazzo,” disse Silente, un’ombra cupa negli occhi. “Ma quello che importa è che Harry sia arrivato a scuola sano, con un carattere pronto ad affrontare le sfide che lo attenderanno.”

Lupin rimase in silenzio, soppesando le sagge parole del preside. Sembravano ragionevoli, eppure non riuscivano del tutto a placare le sue mille domande.
“Ti suggerisco di non indugiare oltre sul passato e su quello che avresti potuto, o dovuto fare. É un’abitudine terribilmente dolorosa e, puoi credermi, per esperienza so che è inutile,” continuò il preside. “Harry è in pericolo, ha bisogno del tuo aiuto. Questo è quello che importa davvero.”
Remus annuì, lentamente, mentre Silente si alzò in piedi: era chiaro come fosse arrivato il momento del suo congedo. Lo imitò, sentendosi un po’ più leggero di quanto non fosse qualche minuto prima.
C’era solo un ultimo dubbio, un quesito che proprio non riusciva a comprendere fino in fondo.

“Non capisco perché i Dissennatori abbiano immediatamente attaccato Harry, con tutti i ragazzi presenti sul treno…”
Silente rimase in silenzio, una piccola ruga era comparsa in mezzo agli occhi.
“Immagino che sia…” iniziò a dire però si bloccò e dopo qualche altro istante di inedito silenzio, continuò: “Harry ha avuto molte esperienze negative nella sua vita, un aspetto che deve aver grandemente attratto le guardie di Azkaban. Ma quel che importa è che il ragazzo sia arrivato nel castello sano e salvo, qui dovrebbe essere al sicuro… almeno lo spero. Buonanotte, Remus.”
Lupin annuì, solo in parte convinto.

La reazione del preside era stata davvero strana, sembrava come se la sua domanda lo avesse messo in difficoltà.
Chiudendo la porta vide distintamente Silente avvicinarsi a un bacile di pietra.
Sì, c’era dietro qualcosa di losco. Ma non era il momento di pensare ai segreti di quell’uomo così anziano e allo stesso tempo impenetrabile.
Aveva una missione, Harry, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutarlo. Per non sentirsi ancora una volta inutile.
Per recuperare il tempo perso.
Ma il tempo si può davvero recuperare?

/ / / / / / /

Un piccolo missing moment che ho creato qualche tempo fa, guardando per la centesima volta “Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban”.
Il rapporto tra Lupin e Harry è uno di quelli che più mi affascinano e spero che questi due missing moments possano esservi piaciuti^^.

  
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