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Autore: thespoonriver    05/03/2023    1 recensioni
Konoha è scossa da un nuovo arrivo tecnologico: Il personal Computer. Sakura decide di iscriversi a una chat di messaggistica che coinvolge tutti i paesi ninja e incontra online un misterioso confidente.
Hatake Kakashi/Haruno Sakura, Hyuuga Hinata/Uzumaki Naruto (accennata)- age gap.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Note: Non sono solita scrivere cose fluff o molto tenere, volevo sperimentare una cosa più leggera e tranquilla senza angst, ritorsioni, dolore e cose brutte. La mia storia è ambientata post Shippuden, un po’ prima di Boruto. È una what if? perché con la risoluzione del mio epilogo Sarada non nascerà mai. 
Konoha ha scoperto da poco le telecomunicazioni, internet e i computer. I nostri bimbi diventano millennials di colpo.
Pairing: Haruno Sakura/Hatake Kakashi;  Uzumaki Naruto/ Hyuuga Hinata; Temari/ Nara Shikamaru
Rating: Verde 

Indomita

不屈の
Fukutsu no
Indòmita agg. [dal lat. Indomĭtus, comp. Di in-2 e domĭtus, part.
Pass. Di domare «domare»]. – 1. Di animale, o anche popolo,
non domato, e quindi impetuoso, focoso, o fiero, ribelle.
Dal dizionario della lingua italiana.

“Dovresti dirglielo” sussurrò l’Hokage all’orecchio destro di Sakura. La trattenne per l’esile braccio e la avvicinò a sé. Erano mesi che la ragazza gli parlava della cotta per il maestro Kakashi. La guerra era finita, Naruto aveva sposato  Hinata e Sasuke aveva iniziato il suo personale viaggio di redenzione, senza ritorno, per il momento. Sakura comprese che l’amore non può essere unilaterale. É un processo in grado di mettere in moto tante emozioni diverse. Poi, aveva riflettuto sul rapporto tra lei e il suo sensei. Gli aveva fatto da assistente, si fermavano a mangiare qualcosa quando lei usciva dal laboratorio di medicina e lui tornava a casa dall’ufficio dell’Hokage. Dapprima si confidavano sulle loro vite, sulle letture in corso… poi la situazione era degenerata; l’uomo aveva iniziato a parlare di altre donne, con le quali si intratteneva una o due sere, passando da un sentimento di tenerezza a un fastidio interiore lancinante. Odiava saperlo con un’altra che non fosse lei. Quel sentimento di stima e amicizia era diventato amore.
Adesso era lì,  a quella festa in onore di Konoha. Tutti si divertivano in modo solare e spensierato. Lei era in piedi, accanto a Naruto Uzumaki, a commentare la serata mentre Kakashi mandava giù l’ennesimo bicchierino di sake, seduto accanto a Gai e Konohamaru.
“Ha lo sharingan, testa quadra” bisbigliò preoccupata la rosa. Guardò oltre con circospezione. “Potrebbe scoprirmi! Che figura ci farei, sono una donna adesso. Ho appena compiuto trent’anni e mi sento una stupida perché…”
Naruto la scosse leggermente.
“Datti una mossa” le suggerì. “Lo hai detto tu a Hinata e ha funzionato.” Rammentò del piano escogitato per aiutare Hinata a dichiararsi a Naruto. La loro situazione era nettamente diversa. Due facce della stessa medaglia, adatti a stare insieme. Al contrario di Kakashi: un uomo adulto, affascinante, scostante e suo maestro in passato. Non era possibile tracciare una stima tra le due situazioni.
“Ma sei cretino?! Hinata ti amava, tu anche. Ho solo fatto accoppiare l’ovvio.” Naruto sbuffò vistosamente, scuotendo la testa. Non era questo il punto.
“Intendo dire che la vita è molto breve. Non abbiamo sempre il tempo dalla nostra parte e indugiare troppo, rimandare l’inevitabile, non aiuterà a farti dimenticare il sensei.” La kunoichi si meravigliò di quelle parole. Naruto non solo era il capo di Konoha, aveva subito un’egregia maturazione, scegliendo con cautela le parole da dire nelle situazioni che richiedevano enormi valutazioni.
“Sono Sakura Haruno, mi vedi?” chiese auto-indicandosi. Una ragazza scontrosa, a tratti irascibile, non in grado di quantificare la sua bellezza.
“Ti ho sempre vista, Sakura-chan. Da bambino in modo diverso. adesso ti vedo come una donna splendida, colta, matura e capace di arricchire le vite di chi ti sta attorno. Odio vederti così: dovresti tentare. Il maestro ti stima molto.”
Sakura rimase sorpresa, abbozzò un sorriso timido di circostanza. Avrebbe desiderato abbracciarlo, si astenne. Era pur sempre l’Hokage e lo stavano guardando.
“Grazie, testa quadra. Ti voglio bene.” Disse soltanto.
Arrivò il momento del discorso finale di Naruto; Sakura si sedette al tavolo di Temari e Shikamaru, di fronte al tavolo di Gai e Hatake. I due si cambiarono una fugace occhiata, ragione per la quale la rosa fu costretta ad abbassare lo sguardo, ormai rossa in volto. Shika le chiese addirittura se sentiva bene e lei scosse di nuovo la testa imbarazzata. Dopo il discorso di Naruto, anche lui si sedette lì accanto a Hinata e Sakura.
“Ti sta guardando” bisbigliò l’Hokage nascondendo la bocca nella mano ingessata. La rosa, di tutta risposta, gli diede un pugno sul ginocchio.
“Sakura-Chan!” Bofonchiò dolorante.
“Shannaro.” Digrignò fra i denti Haruno. “La vuoi smettere?” lo redarguì.
“No, per niente.” Eccola, la versione di Naruto dodicenne, era ritornata sovente a fare le burle.
“Kakashi-sensei? Kaka-sensei?” Urlò Naruto, inducendo Shikamaru a mettere una mano sugli occhi per quel comportamento. Hatake lo guardò stordito. Si alzò, avvicinandosi e prese posto al tavolo di Nara, portandosi dietro anche Gai ormai ubriaco perso.
“È successo qualcosa Naruto?” Domandò perplesso il sesto Hokage.
“Affatto,”scosse la testa il biondo. “stavo pensando a una bella rimpatriata del team 7 ma manca Sas’ke” sussurrò malinconico.
“Non abbiamo sue notizie?” replicò Kakashi triste.
“Sì, sta lavorando nel Paese del Vento,” affermò Naruto. “Stasera ci toccherà festeggiare in tre, no?” fece l’occhiolino ad Haruno che lo guardò in cagnesco. Il sensei li osservò entrambi, trovandoli maturi e cresciuti. Appoggiò Gai alla sua spalla, ormai ubriaco marcio. Lee si alzò dal suo tavolo e propose di riaccompagnarlo a casa, il maestro Hatake ringraziò. Il vecchio team 7 iniziò a ricordare i vecchi tempi, con immensa nostalgia. Ad un certo punto, Naruto si alzò per parlare con alcuni abitanti. Kakashi prese posto accanto a Sakura, la rosa iniziò a martoriare le unghie dal nervosismo.  Il corpo le sembrò più pesante e ansante dall’interno. Fu costretta a girarsi e a guardarlo. Giurò di non  averlo mai osservato da una distanza così ravvicinata: le iridi scure, i capelli ben pettinati, il collo con venature chiarissime. Le labbra sottili, appena pronunciate attraverso la lycra. Quel volto le mandò scariche elettriche per tutto il corpo, arrossì nuovamente. Era un miracolo non sentirlo ancora parlare, il timbro della voce al solo suono di una semplice parola le procurò tremolii incontrollati. 
Sì, la testa era partita. Il cuore anche.
Hatake notò gli sguardi vagare su di sé e si chiese cosa stava pensando la sua ex allieva. Le loro mani erano pericolosamente vicine sotto il tavolo, si sfiorarono diverse volte distrattamente. Il sensei agganciò le dita nelle sue e le si avvicinò all’orecchio preoccupato.
“Va tutto bene, Sakura?” inutile dire che la maggior parte delle loro interazioni avveniva così. Un maestro preoccupato della sua allieva, le sorrideva e la tranquillizzava. La ragazza si chiese se adesso, a trent’anni contro quasi cinquanta, lui la reputasse ancora una bambina bisognosa di affetto e premure. Lei mimò un no silenzioso, osservandolo attentamente.
“Normale.” Bisbigliò la kunoichi a disagio.
“Notizie di Sasuke?” Domandò all’improvviso. La rosa si stupì della domanda, la maggior parte delle volte alle dichiarazioni d’amore   era presente anche lui. Sapeva perfettamente che non era inclusa nel pacchetto redenzione di Sasuke Uchiha. Aveva sofferto l’abbandono di Uchiha, poi aveva capito.
“Non lo vedo più in quel senso,” affermò. “Siamo amici, nulla più di questo.” Concluse. Si osservarono nuovamente, il sensei parve sollevato ma non seppe mai per quale reale ragione.
“E stai bene?” 
“Perché non dovrei? È stato un semplice amore giovanile, mai destinato a sbocciare sul serio. Adesso ho la mia vita.”
La vita a Konoha, con i suoi amici più cari e con Kakashi Hatake. Anche se lui, questo, non lo avrebbe mai saputo.
“È uno sciocco.” Gli sfuggì dalle labbra, non chiarì per quale motivazione lo fosse.
“L-lei non si è mai sposato” si munì di tutto il coraggio presente nel corpo per dire una cosa del genere. Avrebbe desiderato chiedergli di Rin, se l’amava ancora.
Kakashi si schiarì la voce. “Non sono mai stato innamorato.”
La rosa annuì senza aprire bocca, ulteriormente.

-
Il momento di confessare il suo sentimento al maestro non era di certo arrivato. Aveva ripreso a lavorare a cadenza regolare, evitando di soffrire. Kakashi Hatake non era più il sesto Hokage, ogni tanto compariva per qualche missione. Una breve pausa le permise di fare una visita ai vecchi amici, trovò Shikamaru con dei documenti in mano che le indicò l’ufficio dell’Hokage quando lei chiese informazioni su Naruto. La porta era già spalancata, trovò Naruto a terra con dei cavi neri e delle scatole in una strana lega.
“Ma che succede qui?” Sakura si avvicinò al corpo del biondo, a terra a quattro zampe mentre cercava di sistemare quell’enorme impiccio.
“Sakura! Sono arrivati i CP dagli altri paesi. Sono dei gufi avanzati, in cui si può comunicare con la gente.” La rosa lo guardò con fare interrogativo.
“I CP? Vorrai dire il PC, testa quadra. Ancora non riesco a capire come abbiano fatto ad eleggerti Hokage. I computer servono per tante cose, semplificheranno anche il tuo lavoro.” Sakura si sedette sulle ginocchia e iniziò a collegare i cavi usb al posto giusto. Naruto reclinò il capo, stupito, ringraziandola con un sorriso imbarazzato.
“Questo metodo di comunicazione sta funzionando, le nuove generazioni lo adorano. I prezzi sono accessibili e permette di fare conoscenza anche con persone esterne al villaggio. Ieri Gaara mi ha inviato una mail e Killer Bee un testo di una canzone.” La informò entusiasta, “c’è anche una chat di messaggistica dove poter comunicare. Sono felice!” concluse raggiante.
Sakura seguì quella specie di monologo, rialzandosi e portando l’attenzione sul monitor. Il sistema operativo iniziò ad avviarsi, mostrando poi una schermata iniziale. La rosa cercò di spiegare le funzioni di base, i computer erano già arrivati a Konoha qualche anno prima, introdotti e concessi in dotazione solo ai reparti di medicina per le urgenze burocratiche di medicina.
“Ora dovrebbe essere tutto a posto” affermò serena la dottoressa Haruno.
“Non so come farei senza di te, Sakura-chan” ribatté contento.
Comparve Shikamaru sulla soglia dell’ufficio “giuro che questa cosa la dice a una manciata di persone tipo a Sasuke, a te, a me, al maestro Kakashi…” commentò Nara.
“Sasuke è il primo della lista?”
“Puoi scommetterci, dattebayo!” sorrise di nuovo.
Sakura strofinò le mani per eliminare dal palmo l’eccesso di polvere, aggiustò i pantaloni e andò incontro a Shikamaru.
“Pausa terminata, a presto ragazzi miei” disse, uscendo.
-
Gli effetti dell’industrializzazione arrivarono nel Villaggio della Foglia, generando sogni e allarmismi. Qualche Jonin non era contento di vedere le nuove generazioni utilizzare la tecnologia, abbandonando nettamente l’educazione classica in accademia. In quelle settimane, uno scontro all’ultimo sangue, si fa per dire, tra Iruka (fautore della tecnologia) e Shino (retrogrado senza precedenti) prese il sopravvento nel dibattito pubblico. Sakura storse il naso parecchie volte, aveva usato il pc solo per i referti dei pazienti. Naruto e Hinata le avevano regalato un laptop portatile, nonostante lo sapesse usare, non aveva ancora avuto esperienze con il suo nuovo giocattolino.
Una sera, tornata prima da lavoro decise di provare la chat messaggistica. Era una delle poche kunoichi single, addirittura Ino aveva ricevuto una proposta di matrimonio da parte di Sai. 
Si sedette a gambe incrociate, aprì il laptop e attese l’accensione. Con il mouse incorporato cliccò sull’icona InstantTalk! e si iscrisse utilizzando il cavo per la connessione internet. 
L’interfaccia recitava “scegli il tuo nick”. Portò il pollice sulle labbra e osservò il soffitto pensosa, poi giunse a una conclusione: Fukutsuno325, iniziando a digitare il nome per la registrazione.
Una rotellina iniziò a girare e le trovò una lista di “amici” virtuali ma dietro i nick era impossibile riconoscere la persona che si celava dietro. In una breve descrizione di sé, disse: una persona che non ha molto da dire, ma tenace. Appunto fukutsu no. Indomita.
Udì uno strano suono da Kaminari, aprì la chat e lesse il contenuto di essa.
“Strana descrizione di te, davvero non hai molto da dire?”, digitò quel Kaminari.
“Il tuo profilo non ha nessuna descrizione. Sei stato/a molto più lapidario di me.”
Dopo qualche secondo arrivo la risposta: “Sono un lui. Per questo ho scelto di non scrivere nulla, non ho molto da dire. Indomita? Sei una donna?”
Sakura sghignazzò, “sì, a quanto pare.”
“Perché indomita?”
“È difficile essere me, aver superato le prove che la vita mi ha posto di fronte. Ma questo è un discorso troppo noioso.”
“O troppo difficile da affrontare con me?” Suggerì Kaminari.
“No, davvero. Non saprei cosa dire. In questi casi, in generale anche nelle conversazioni faccia a faccia, si trovano degli elementi comuni o di plauso. Io non potrei dire di saper cucinare, perché non lo so fare. Non faccio attività fisica, non mi piacciono le locande, odio parlare troppo ed esco poco. Il lavoro mi porta via troppo tempo. Non curo neanche la mia immagine più di tanto.” Sperò che quel monologo non fosse troppo per una chat di messaggistica.
“Chi dice che  bisogna avere sempre qualcosa da dire?”
“Ah, non saprei!”
“In questo nulla trovo delle similitudini con me: odio avere a che fare con le persone. Ma anche questo fa parte del mio lavoro ahimè.”
“Di dove sei?” Scrisse lei curiosa.
“Konoha. Piacere, sono Quinoe.” 
“Quinoe? Non ti conosco! Io sono Sakura Haruno, di Konoha.” Replicò velocemente lei.
Per molto tempo non arrivarono risposte, così la Haruno decise di spegnere il pc esausta. Ripensò a quella breve, strana, conversazione. Forse lei non conosceva quel Quinoe, magari lui aveva sentito parlare di lei perché il suo dipartimento era conosciuto e faceva parte del servizio pubblico. La conosceva di vista? Ripugnava la sua persona? Assopita dall’estenuante giornata, si addormentò esausta.
-
“Ti dico di sì Hinata-chan. Appena ho scritto il mio nome è sparito, siamo stati diverse ore a parlare ed era molto intrigato se così si può dire. Appena ho scritto il mio nome è sparito, ormai è passata una settimana.” Raccontò la strana esperienza in chat.
“Forse ha dovuto spegnere il pc per qualche urgenza” disse Hinata servendole del tè e dei biscottini. Sakura la osservò in silenzio, triste. Iniziò a sorseggiare un po’ del suo tè.
Hinata ruppe nuovamente il silenzio, “perché non dovresti piacergli? Hai tante qualità Sakura-chan.”
“Ma, non è così importante.” Sviò. “Allora, neo-sposina come va con Naruto?” Le fece l’occhiolino con malizia. Hyuuga arrossì visibilmente, ma con voce impastata le disse:
“È un marito e un amante molto premuroso.” Sakura rise di gusto, in effetti Naruto era diventato un uomo molto bello e aveva quel fascino incontestabile dell’uomo maturo e autoritario… come Kakashi.
“Woah, Hinata!” Risero entrambe.
“Naruto-kun è bello da morire. Da sempre.”
“Ogni volta che sento scandire il nome Naruto, mi viene in mente un idiota con i capelli biondi che dice a tutti di voler diventare Hokage. Quanto tempo è passato…”
Hinata annuì seria. “Hai avuto modo di parlare a Kakashi-sensei?”
“No, non posso farlo. È l’unico che ha avuto pazienza con me dall’inizio alla fine. Non voglio tradire la sua fiducia o offenderlo.”
“Ma provi un sentimento bellissimo per lui, Sakura-chan” la tranquillizzò.
“Chi non desidererebbe  un uomo come lui? Io l’ho visto senza giubbino verde alla sua età è un figo pazzesco e quegli occhi… se la sua faccia, senza maschera, è minimamente bella come il resto del suo corpo io… non lo so! Divento matta” nascose le guance infiammate nei palmi delle mani. 
Dopo qualche ora di conversazione, Sakura richiuse la porta di casa Uzumaki dietro di sé e si avviò verso le strade di Konoha più isolate per fare una passeggiata. Pensosa si soffermò a guardare gli alberi in pieno fiore, socchiudendo gli occhi con i capelli accarezzati dal tempo.
“Yo Sakura!” la salutò una voce alle spalle. Trasalì con i brividi a fior di pelle, riconosceva quella voce.
“Kakashi-sensei” si voltò piano verso di lui  Aveva il libro aperto tra le mani e uno sguardo rilassato.
“Che cosa ci fai qui?” Le domandò calmo. Sakura appoggiò le braccia a un albero e si lasciò cadere a terra, Kakashi copiò i movimenti.
“Sono andata a trovare Hinata e ho pensato di fare una passeggiata prima di rientrare in ufficio. Lei?”
Kakashi sventolò il libro. Lei allargò le braccia e sospirò esausta, Icha come sempre.
“Me lo farà leggere prima o poi? Adesso sono grande” propose supplichevole.
“No, non se ne parla. Questi testi sono per i vecchietti soli come me.”
“Lei non sembra vecchio a dire la verità.” La giovane poggiò la testa sulla parte bassa del tronco e incrocia le caviglie, celando il suo volto nell’ombra prodotta dalle foglie dell’albero .
Hatake girò il corpo, facendo leva sul palmo della mano piantato nella terra.
“Il tempo passa per tutti.” Non per lei, avrebbe voluto rivelargli ma evitò di farlo. “Mi dai ancora del lei…”
“Perché, non dovrei?” lo esortò sarcastica.
“Potresti chiamarmi Kakashi.” Lo disse con una voce molto bassa, quasi rotta. L’autostima interiore della ragazza esultò all’infinito.
“E posso leggere Icha, Kakashi-sensei?” Scherzò. “ora che siamo amici, un prestito no?”
“Affatto.”
“Peccato…” concluse.
“Senti un po’ Sakura, sei sicura che ultimamente va tutto bene? Non sei più una mia allieva ma ecco credo che il ruolo di sensei non si estingua mai” provò a spiegare cauto. La vedeva sempre sola o al lavoro, triste e con lo sguardo chino. Certo, non erano affari suoi eppure non riusciva a pensare ad altro.
“Tu sei stato il mio faro” confessò arrossendo.
“Non è vero sei cresciuta da sola.”
“No, credimi non so cosa avrei fatto senza di te. Sasuke, lui…”
Kakashi le prese la mano e la strinse. “È davvero finita con Sasuke?” 
“Non è mai iniziata è sempre stato tutto nella mia testa. Non amo lui. M’innamoro di gente che neppure mi guarda, sono io il problema,” disse rialzandosi. “Adesso devo andare.”
-
Sakura Haruno stava tamponando i capelli bagnati nell’asciugamano, con l’accappatoio addosso. Si avvicinò al monitor del computer e notò la notifica di  un nuovo messaggio:
“Scusa per l’altra volta, ho avuto problemi al lavoro. Spero che la tua settimana sia stata migliore della mia. Quinoe.”
La ragazza dai capelli rosa rimase interdetta, leggendo quel messaggio ma decise comunque di replicare.
“Nel mio lavoro le cose non sono mai uguali non so se sia un bene o un male.”
“Sei una donna in carriera, niente amore?”
Sakura rifletté molto sulla questione, pigiò le dita ai lati delle tempie e sbruffò, sedendosi al pc.
“Sono sola.”
“Nessun corteggiatore se  non sono indiscreto?” Scrisse Quinoe.
“No,  nessuno. C’è una persona che mi piace da un paio di mesi a questa parte ma lui è troppo per me…” digitò compulsivamente. Che male c’era a confidarsi con uno sconosciuto? Del resto, non la conosceva di persona.
“E lui lo sa?”
“No, non ho il coraggio.”
“È forse impegnato?”
“Non credo… non lo so, in realtà.”
“La reputi una questione seria?”
“Molto. Sono stata innamorata di un ragazzo per tanti anni erroneamente. Ho capito di amare realmente un’altra persona ma non posso dirglielo.”
“Perché?”
“Gli farei un enorme torto.” Scrisse Sakura, “non posso.”
“Io credo che tu debba farlo, trovare il coraggio di essere sincera.”
-
Sakura e il misterioso Quinoe chattavano regolarmente. Aveva fatto delle ricerche, con quel nome non risultava nessuno. In passato c’era stato un Kinoe nella squadra Anbu, ovvero Yamato ma le aveva assicurato di non saper usare il pc. I mesi erano passati, lui le aveva raccontato del suo passato, lei la sua vita. Aveva ragione Ino: doveva invitarlo a bere qualcosa. Solo così avrebbe capito. Si armò del coraggio necessario e propose un appuntamento. Quinoe rispose dopo un po’  di tempo, accettando la proposta, le diede appuntamento al monumento dei caduti di Konoha.
La sera Sakura aprì l’armadio, oltre il camice bianco non aveva nulla; solo un ridicolo vestito lungo a fiori, non avrebbe potuto indossare quello. Optò per un vecchia gonna che aveva comprato in un negozio per fare un dispetto a Ino. Indossò una maglia all’interno e degli anfibi neri molto classici, con un punta di eyeliner e un filo di lucidalabbra. Guardò smodatamente l’orologio , incamminandosi poco prima dell’orario prestabilito. Giunse sul posto e notò una persona di fronte una lapide. 
“Kakashi?” Urlò quasi imbarazzata. Adesso lui avrebbe scoperto dell’appuntamento con Quinoe e avrebbe frainteso. Hatake ripose dei fiori, allontanandosi per raggiungere la ragazza.
“Buonasera Sakura” esordì. Era vestito in modo molto strano, con una camicia celeste chiaro e dei pantaloni scuri. Osservò attentamente la lapide “Rin Nohara”. Le sembrò tutto chiaro, la donna del maestro. Quella mai dimenticata veramente.
“Non volevo disturbare, sto aspettando una persona.” Ribatté mortificata.
“Oh, sì. Capisco. Nessun disturbo, la vita è strana no?”
“Una coincidenza, certo” replicò nuovamente.
Kakashi apparve alquanto strano, come se fosse agitato. I minuti passarono e Quinoe non palesava la sua presenza.
“Sakura io… mi dispiace” le disse il sensei.
“Per cosa?”
“Spero che non mi odierai. Abbiamo iniziato a parlare mi sono trovato bene e poi ho scoperto che eri tu dall’altra parte del pc. Hai parlato del ragazzo che ti piace e ho voluto ascoltarti senza palesarmi. Sono io Quinoe*, in realtà è Kinoe. Ho usato il nome modificato di in vecchio amico: Yamato.” Confessò mortificato. 
“S-sei tu? Sei sempre stato tu?” abbassò lo sguardo ferita. Poi annuì, si voltò e stava per andare via. Lui la trattenne per il polso.
“Non l’ho fatto con cattive intenzioni o per intromettermi tra te e quel ragazzo. Ma non sopporto di vederti ancora ferita per Sasuke e sola.”
“Io…” 
“Mi dispiace, ho commesso un errore tremendo. Sono un idiota.” 
Le lasciò il polso e indietreggiò.
“Aspetta,” questa volta fu Haruno a trattenerlo.
Kakashi rimase immobile.
“Questa è la serata della verità, no? Non mi crederai ma non c’è nessun ragazzo. Ho parlato con Quinoe perché sapevo di non conoscerlo, a un estraneo potevo raccontare e dire tutto di me. Quel ragazzo… la persona di cui sono innamorata…”
“Non voglio saperlo!” urlò lui, lasciandola sbigottita.
“Scusa.” Mormorò, in risposta.
“Sakura, io… mi dispiace, credo di essermi preso una cotta per te. Gai dice che non va bene, perché sei stata una mia allieva. Sono innamorato di te da un po’ di tempo.” La Haruno sgranò gli occhi e ricacciò via tutto il dolore e la sofferenza di quegli anni. Il dolore di quei mesi, innamorata di una persona che credeva non la guardasse neanche.
“Oh, cielo no! No, no, no” disse freneticamente, posandole le dita sotto gli occhi per asciugarle le lacrime. “Non è colpa tua, Sakura-chan. Non devi stare male per me.”
Lei pianse violentemente, tirò su col naso quasi disperata.
“Non è per questo!” Bofonchiò. “Provo lo stesso anche io, quel ragazzo di cui parlavo a Quinoe sei tu!” Esclamò con la voce rotta. Kakashi sgranò gli occhi e abbassò la maschera. Haruno rimase stupita dalla bellezza riflessa dalla luce del lampione. Il sensei era un Dio.
“Cosa…” mugugnò alla fine. Kakashi le appoggiò le mani sui fianchi e la tirò a sé, facendo scontrare il petto e il seno di lei. Le poggiò le ditta sotto il mento, alzò il suo viso in direzione dei suoi occhi e la baciò. Sakura chiuse gli occhi, aprì debolmente la bocca, permettendo a Kakashi di approfondire il bacio con la lingua. Si baciarono come se l’intero universo dipendesse da quel bacio. Haruno aggrappò le braccia quasi sulle sue spalle, essendo molto più bassa del suo sensei. Kakashi la prese in braccio e la strinse a sé.
“Se avessi saputo tutto questo non avrei perso tempo” mormorò riprendendo fiato, dopo un bacio intenso.
“Non è mai tardi” la rassicurò, tenendola per mano.
Sakura tirò il braccio del suo sensei e lo fece cozzare contro di lei. L’uomo inclinò la testa da un lato, incuriosito. Haruno si arrampicò letteralmente su di lui e lo baciò di nuovo. Agganciò le gambe ai lati dei fianchi dell’uomo, trattenendosi per il viso. Hatake rise dentro sé, ricambiando il bacio. La tenne stressa a sé, ancora una volta. Furono costretti a staccarsi più volte prima di ricominciare. Le labbra gonfie dei suoi baci erano l’immagine più bella che Kakashi avesse mai visto in una donna. Le accarezzò i capelli, la coccolò non lasciandole mai troppo spazio. 
-
 Konoha regalò uno spettacolo suggestivo ai suoi abitanti. Kakashi Hatake e Sakura Haruno erano seduti entrambi abbracciati ad osservare il panorama. 
“Kakashi?” bisbigliò lei scandendo le parole che componevano il suo nome.
“Sì, tesoro?”
“Ora posso leggere Icha?”
“La risposta è sempre no.”
“E come farò a fare pratica?”
Kakashi scoppiò in una risata fragorosa. “Abbiamo tutto il tempo del mondo, piccola, tutto il tempo del mondo.”


*Quinoe, in realtà è Kinoe (Yamato) personaggio presente perlopiù nei filler di Kakashi Anbu black ops arc e una serie di episodi dopo l’abbandono di Orochimaru da Konoha. Parliamo di un periodo antecedente la prima serie di Naruto. Mentre i filler di Kakashi ottengono la loro narrazione in Shippuden.
   
 
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