La Tana era stata addobbata a festa, tutto splendeva e luccicava. La cura di ogni minimo particolare era stata diretta dalla signora Weasley, che come un sergente aveva messo sull’attenti, tutta la famiglia Weasley, Harry e Hermione compresi...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
La Tana era stata addobbata a festa, tutto splendeva e luccicava. La
cura di ogni minimo particolare era stata diretta dalla signora
Weasley, che come un sergente aveva messo sull’attenti, tutta
la famiglia Weasley, Harry e Hermione compresi. Nei giorni che
precedettero il matrimonio, tutti erano stati impegnati nei
preparativi. Ron e Harry disinfestarono il giardino dagli gnomi.
Hermione fece comparire dei fiori bellissimi che sistemò
accuratamente insieme a Ginny in tutta la Tana. Coccarde di un bianco
candido erano state stregate e fluttuavano per tutta casa. La casa era
impregnata di un piacevole profumo di fiori d’arancio. Dopo
la morte di Silente e di molti altri fatti spiacevoli la
comunità magica era sprofondata in uno stato di paura e di
terrore. La vita sociale era stata cancellata, anche i Weasley erano
spaventati, ma con molta dignità continuavano a svolgere
normalmente le loro vite. Infatti il matrimonio di Bill e Fleur ne era
la prova più evidente. Il matrimonio si era svolto proprio
alla tana, con una piccola cerimonia. Vi parteciparono i parenti
più stretti e gli amici più cari. Ovviamente non
si era sparsa la voce come si sarebbe fatto solitamente, tutto si
svolse quasi di nascosto.
I festeggiamenti erano agli sgoccioli, quasi tutti gli ospiti se ne
erano andati. A quel punto Ron, Harry, Hermione e Ginny decisero di
ritirarsi in camera di Ron. Come al solito la camera di Ron era in
perfetto disordine. In ogni modo riuscirono tutti a trovare una
sistemazione più o meno comoda, tutti tranne Ginny, che
rimase sulla soglia, poggiava la fronte sullo stipite della porta,
aveva gli occhi bassi e gonfi. Nessuno osava parlare, ad un tratto
Ginny alzò lo sguardo, fissò per qualche secondo
Harry e se ne andò lungo il corridoio. Harry
continuò a guardare fisso la soglia dove poco prima
c’era Ginny, si passò una mano fra i capelli, si
alzò lentamente e disse ai suoi amici “Devo
andare.” Ron annuì semplicemente, mentre Hermione
lo abbracciò calorosamente. Harry lasciò la
stanza. Lasciando dietro di se un silenzio tombale. Ron e Hermione
erano rimasti da soli, e non facevano altro che guardarsi
reciprocamente. Ron si era sdraiato sul suo letto, mentre Hermione
sedeva molto compostamente sul letto di Harry. Anche loro avevano i
loro problemi di cuore, e fino a quel momento non si erano mai decisi a
risolverli civilmente. Tutto ad un tratto Hermione si alzò,
e si andò a sedere sul letto di Ron. Non riuscivano a
staccarsi gli occhi di dosso. Stavano lì, immobili, e si
scrutavano impercettibilmente, quasi volessero perforarsi le anime. Ad
un certo punto gli occhi di Hermione divennero cocenti, le lacrime
iniziarono a solcargli il viso, ma la sua espressione non si era
modificata. A quella sua incomprensibile reazione Ron si
destò spontaneamente, le carezzò il viso e con la
stessa mano le asciugò le lacrime. Hermione chiuse gli occhi
e sorrise delicatamente. Ron era pervaso da una strana, ma confortante
sensazione che si rispecchiava nella calma apparente dei suoi occhi. Se
in quel momento Hermione avesse lasciato quella camera lui era sicuro
che non avrebbe mai più respirato la stessa aria, e quel
nodo alla gola non si sarebbe mai sciolto. Ron abbracciò
Hermione, la strinse a se come non aveva mai fatto. In seguito la fece
sdraiare accanto a se sul suo letto. Hermione era spaventata, aveva
aspettato quel momento così ansiosamente, ed ora che stava
succedendo veramente aveva paura di non viverlo a pieno. Aveva pensato
a Ron ogni istante della sua vita, e quando stava per perderlo
rimpiangeva amaramente di non essere stata pienamente sincera con lui.
In quel momento non riusciva a fare altro che piangere. Stavano
lì, sdraiati sul letto di Ron, lei nelle sue confortanti
braccia. Ron fece una cosa che non aveva mai fatto, le baciò
la fronte. Hermione, sapeva cosa sarebbe avvenuto, aprì di
scatto gli occhi e prendendo coscienza di se stessa, si girò
dall’altro lato in modo tale da poterlo guardare negli occhi.
Ron smise di abbracciarla, ed Hermione istintivamente gli strinse la
mano nella sua. Ron voleva baciarla, lo voleva da sempre, ma il suo
orgoglio glielo aveva sempre impedito. In quel momento lui non era
niente, in quella stanza la sua persona si era annullata e con essa
tutti i problemi convenzionali che li avevano divisi per tutti quei
anni. Quello era il loro momento, sia Ron che Hermione sapevano che
forse quello sarebbe stato l’unico momento di
intimità che la vita gli avrebbe concesso. La mente di Ron
era vuota, non riusciva a pensare a nient’altro che non
riguardasse il suo viso e a quella sua espressione serena e piena di
sentimento.
“Sono proprio dove voglio essere e con la persona della mia
vita” nel dire quest’ultima frase Ron non
diventò rosso perché sapeva che nulla lo avrebbe
fermato dall’esplicitare i suoi sentimenti. Hermione sorrise
amabilmente, il suo cuore stava per perforargli lo sterno. Per tutta la
sua vita aveva sempre saputo la risposta giusta, ma in quel frangente
le parole non sarebbero bastate per descrivere tutto l’amore
che provava per Ron. Lasciò lentamente la mano di Ron e gli
carezzò il viso molto delicatamente. Ron chiuse gli occhi,
gustando pienamente il calore di quel gesto. Nel momento in cui quella
dolce manifestazione di amore stava per finire, Ron le cinse il polso
con vigore e si avvicinò talmente tanto ad Hermione che le
loro fronti si toccarono. Si guardavano e sorridevano. Entrambi
riuscivano a sentire la pesantezza del respiro dell’altro,
Hermione non riusciva più a controllare i suoi movimenti, la
sua mente si era licenziata, solo il suo istinto comandava. Dentro di
sé una vocina riecheggiava continuamente “Fallo,
cosa aspetti? Fallo!” e in quel preciso frangente si
avvicinò ulteriormente a Ron. A malapena un centimetro
separava le loro labbra. Hermione iniziò a strofinare
delicatamente il suo naso contro quello di Ron.
Ron non si era mai sentito talmente bene e soddisfatto, chiuse gli
occhi per assaporare pienamente tutte le sfumature di quel gesto.
Quando Hermione smise con quella dolce effusione, Ron riaprì
gli occhi ed era consapevole più che mai che per lei avrebbe
aspettato ancora cento anni, che senza di lei lui non poteva esistere.
Lei era il prolungamento della sua anima. Insieme, loro erano come due
pezzi di un puzzle che combaciavano alla perfezione. Ron sapeva che lei
era tutto, e senza di lei tutto perdeva consistenza e importanza. La
guardò un’ultima volta, e inaspettatamente le
diede un bacio. Non fu molto lungo, ma l’intimità,
l’intensità e il sentimento che li legava non
erano mai stati così profondi. Ron aveva paura. Paura di
aver sciupato quel momento di intimità, per questo motivo si
era ritirato in attesa di una risposta altrettanto convincente.
Hermione rimase stupita da quella mossa avventata, ma non ci
pensò neanche un secondo, infatti questa volta lo
baciò lei. Iniziarono a baciarsi dolcemente, ad abbracciarsi
e carezzarsi a vicenda. Ron, in quel momento pensava che niente poteva
essere paragonato a quella sensazione di compiacimento che si era
instaurata in lui. L’attesa aveva reso il premio ancora
più pregiato ed importante per lui. Hermione era veramente
felice, e per la prima volta sentiva che Ron aveva riempito quel vuoto
che le attanagliava lo stomaco ogni volta che lo vedeva tornare
affranto da un allenamento di quidditch, ogni volta che lo vedeva
affrontare i compiti ad un ora troppo tardiva, ogni volta che
litigavano.
Per Hermione, l’amore e quindi Ron, era paragonabile ad una
bomba. Ogni volta che la guardava, tutto il resto si spegneva. Quando
lo vedeva avvinghiato tra le braccia di Lavanda, sapeva perfettamente
che era tutta una messa in scena, ma il vuoto che
l’attanagliava si allargava sempre di
più…
Quella sera Hermione si confrontò con la più
grande conoscenza, ed era sicura che nessun traguardo raggiunto fino a
quel momento fosse veramente significativo a confronto.
Entrambi riuscivano a percepire l’intensità di
ogni istante, la fragilità di ogni espressione e la
loquacità di ogni gesto. L’amore; finalmente ogni
singolo elemento tornava naturalmente al suo posto. Ogni litigata era
servita a fargli capire che l’uno senza l’altra non
aveva senso, ogni lacrima versata era stata ripagata.
In quel momento l’odio passato e il piacere presente ebbero
come fine ultimo l’amore.