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Autore: Edoardo DV 2000    11/03/2023    0 recensioni
I Malandrini si fanno un tatuaggio per sigillare la loro amicizia
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Londra, 1976.

Quattro ragazzi stanno vagando per la Londra babbana durante un giorno d’estate particolarmente caldo e afoso.

“Andiamo a prendere un gelato?” chiede Ramoso. Nel mentre compie il suo solito gesto di scompigliarsi i capelli. In questo modo, piccole gocce di sudore gli cadono sugli occhiali rotondi portati storti sul naso.

“Si! In effetti mi era venuto un languorino” commenta Codaliscia, con un sorriso enorme stampato. Merlino, quanto mangiava quel ragazzo. Ma andava bene così.
Gli altri due rimangono in silenzio. Come dice il detto babbano: “Chi tace, acconsente”. Quindi i quattro si fiondano nella prima gelateria sulla strada.
Dopo aver mangiato, continuano la loro passeggiata, ridendo e scherzando delle piccole cose.
Ci vogliono quei giorni così, spensierati e divertenti, per risollevare il morale. Fuori c’è la guerra e non c’è molto per cui sorridere di questi tempi.

“Aspettate un attimo”. Felpato si blocca sulla strada improvvisamente. I suoi occhi grigi sono illuminati da un fuoco decisamente malandrino.

“Oh no, non mi piace quello sguardo, non mi piace per niente” commenta Lunastorta, il più tranquillo, ormai abituato a quegli sguardi che di solito non portano niente di buono.

“Venite con me, ho trovato una cosa figa da fare”.
Detto questo Felpato aumenta il passo, subito seguito da James che, al contrario di Remus, asseconda sempre i gesti un po’ particolari del suo migliore amico.
Esattamente come si era avviato, Sirius entra in un negozio babbano proprio lì vicino.

“Felpato ma cosa vuoi fare?” chiede Remus leggendo l’insegna del negozio: Tatuaggi per tutti i gusti.

“Dai non fare la suora, entra e vedrai”.
Entrano in questo studio, un po’ piccolo a dir la verità. Bastavano solo loro quattro a riempire il negozio.
Dietro il negozio, un signore un po’ anziano, alto, grosso, con le braccia piene di tatuaggi e la barba lunga li accoglie con un dolce sorriso, che entrava in contrasto con il suo fisico.

“Ragazzi buongiorno. Cosa posso fare per voi oggi?”.

“Volevo fare un tatuaggio” dice Sirius.

“Bene, sei entrato nel posto giusto. E cosa vorresti fare?” continua il vecchio.

“Ragazzi, voi aspettatemi fuori, è una sorpresa”. Senza fare troppe domande (oramai erano abituati a fare così) gli altri tre Malandrini
escono dal negozio.

Passa una mezz’ora e poi finalmente la porta del negozio si apre tintinnando.

“Alleluia Felpato, ci stiamo squagliando qua fuori”. Commenta un sofferente James che ormai era un tutt’uno con il sudore.

“Dai, facci vedere la tua pazzia” dice Remus con tono un po’ sconsolato, subito seguito da un Peter che annuisce vigorosamente.

Sirius alza la maglietta. Al livello del cuore c’erano quattro cerchi. Avvicinandosi si vede chiaramente che cosa rappresentano: le quattro fasi lunari.

“Di grazia, vuoi spiegare?” chiede un Peter molto curioso.

“Non si capisce da solo? Sono le quattro fasi lunari. L’anno prossimo sarà il nostro ultimo anno a Hogwarts. Rappresentano qual è stato all’inizio il collante della nostra amicizia. La luna. Soprattutto quella piena, infatti è più grande rispetto alle altre. In questo modo mi rimarrà sempre nel cuore quello che ci ha legati e quello che ci spinge a sacrificarci gli uni per gli altri. Essere amici significa soprattutto condividere le fatiche e i dolori. Troppo facile stare insieme nei momenti felici. Noi siamo uniti, nonostante tutto. E se in futuro dovremmo mai separarci (Godric non voglia), questo tatuaggio mi farà ricordare voi, e la nostra amicizia”.

Remus è sconvolto. Si è tatuato il suo grande problema. Ma l’ha trasformato in una cosa bella, bella come la loro amicizia, bella come le lune piene passate a inseguirsi nella Foresta. E gli occhi gli si riempiono di lacrime. Non di dolore, ma di gioia e affetto.
Tempo zero anche gli altri tre Malandrini (anche il fifone Peter) si fanno lo stesso tatuaggio, nella stessa posizione.

“Dove è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” sussurra Remus, una volta tornato a casa.
 
Azkaban, 1991

Dalla finestra di sbarre una luce fioca entra illuminando la piccola e squallida cella dove era rinchiuso Sirius Black.
Lui alza lo sguardo. Trionfante nel cielo si staglia una luna piena in tutta la sua bellezza e pericolosità.
Inconsciamente Felpato si toglie la maglietta e fa passare la mano destra sopra la luna disegnata sul suo petto.
Il suo pensiero va a Remus, che deve affrontare quella sofferenza ormai da solo.
Il suo pensiero va a James, suo fratello, che è andato via in un soffio e sicuramente ora è di fianco alla luna a guardare giù.
Nonostante tutto, il suo pensiero va anche a Peter, il più debole dei quattro, il traditore che aveva consegnato il suo migliore amico e lo aveva fatto rinchiudere.

“Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” sussurra. Si promette che uscirà di lì, per ritrovare a tutti i costi il tesoro.
 
   
 
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