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Autore: _Naira    20/03/2023    0 recensioni
È stata un'estate magica che ricorderò per sempre. È stata anche l'estate in cui ho detto addio a lui. I ricordi di quella notte afosa di metà agosto rompono gli argini e mi invadono gli occhi, se li chiudo posso ancora sentire il peso del suo corpo sul mio, il contatto delle sue braccia che mi stringono fino a farmi mancare il fiato, il suo respiro regolare nel sonno e non cosa meno importante il suo terrore inconscio che potessi scappare da quel letto. Ce l'ho messa tutta per riuscire ad alzarmi quella mattina.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Spazio autrice: 
Rieccomi dopo tantissimo tempo! Inizio col dirvi che mi dispiace non aver scritto più nulla negli ultimi anni ma la vita da adulti è diventata caotica. Ho finito di scrivere la storia 'o mi salva o mi uccide' ma da qualche tempo mi prudevano le mani per la voglia di scrivere così ho buttato giù due righe ed il risultato è stato questa One shot. Spero vi piaccia e fatemi sapere che ne pensate! 
Buona lettura.
Un bacione la vostra _Naira.









"Allora cosa vi porto ragazze?" 
"Due spritz per favore" ordino i drink e mi giro a guardare la mia nuova amica dai capelli blu..
Siamo sedute qui da quasi 3 ore e ci stiamo raccontando quello che è successo nelle nostre vite, i ragazzi che ci hanno fatto battere il cuore, quelli che ci hanno fatto piangere e i casi umani. Mentre lei mi racconta del suo ex il mio pensiero va inevitabilmente a lui, lui che è come un tatuaggio, puoi coprirlo e cercare di cancellarlo quanto vuoi ma saprai sempre che è lì, appena sotto il primo strato di pelle.
Le racconto delle mie storie importanti e delle mie avventure, le racconto anche dei casi umani in cui mi sono imbattuta: il drogato bugiardo, il codardo tornato dall'ex moglie, il poliziotto "sincero" con una vera e propria agenda di trombamiche e via discorrendo. Sorrido al pensiero dell'estate 2019 in cui credevo di poter conquistare il mondo. Mi sentivo libera per la prima volta da che ho memoria e l'ho vissuta tutta in ogni secondo di ogni giornata. La mia prima ed unica estate in cui non ho dovuto rendere conto a nessuno, avevo un buon lavoro, una macchina, amici sinceri ed ero single senza il cuore spezzato. È stata un'estate magica che ricorderò per sempre. È stata anche l'estate in cui ho detto addio a lui. I ricordi di quella notte afosa di metà agosto rompono gli argini e mi invadono gli occhi, se li chiudo posso ancora sentire il peso del suo corpo sul mio, il contatto delle sue braccia che mi stringono fino a farmi mancare il fiato, il suo respiro regolare nel sonno e non cosa meno importante il suo terrore inconscio che potessi scappare da quel letto. Ce l'ho messa tutta per riuscire ad alzarmi quella mattina.
"Ti giuro mi sono dovuta puntare con le ginocchia sul suo petto e stringeva talmente forte che quando ha mollato la presa sono volata in terra con le gambe per aria!" Rido seguita da Sofia.
"Aveva paura che scappassi?!" Domanda scrutando il mio sguardo.
"Non lo so e ormai non importa più, quel giorno gli ho detto addio e da lì sono rinata. Sono andata avanti in tutto e per tutto. Non mi fa più nessun effetto la sua presenza." Rispondo con nonchalance e credo fermamente alle mie parole.
Alla fine di quell'estate mi sono impegnata per lavorare su me stessa e relegare lui nei ricordi, dopotutto sono passati 11 anni, era quasi l'ora.
"Ho saputo che si è fidanzato, ma sembra sia una cosa straseria.." continua lei.
"Sono contenta che abbia trovato qualcuno da amare, se lo merita.. Noi non eravamo destino.. l'ho sempre saputo e nel 2019, dopo 8 anni, finalmente me ne sono resa conto.. meglio tardi che mai no?!" Rido un po' su di giri per il quarto spritz.
6 mesi dopo
"Psyco dai andiamo a ballare stasera, se pure vicina a casa!" Sofia mi guarda attraverso gli scaffali che ci separano.
"Non ne ho molta voglia ma d'accordo va bene.. Magari conoscerò l'amore della mia vita!" Rido e lei scuote la testa mentre un sorriso le tende le labbra.
Entriamo nel locale verso le 11 e lo troviamo pieno zeppo, i nomi delle grandi discoteche degli anni '90 e 2000 richiamano una folla esagerata. Ci avviciniamo al bancone, ordiniamo da bere e nell'istante in cui prendo il mio drink un brivido mi attraversa la schiena. Lui è qui. Scuoto la testa dicendomi che è impossile che il mio cuore lo riconosca ancora prima di vederlo come succedeva anni fa. Mi volto sorridendo a Sofia e andiamo a ballare.
Non so quanto tempo abbiamo ballato prima di dedicare che avevamo bisogno di una pausa ed una sigaretta, posso solo dire che l'ho deciso una decina di tentati approcci maschili fa. Usciamo nell'aria fresca della notte con già le sigarette in bocca, parlando e ridendo. Finiamo di fumare e rientriamo la ressa che c'è è un cazzo di muro umano, prendo per mano Sofi e mi faccio spazio tra i corpi accaldati, non appena supero la porta di ingresso molla presa e abbasso lo sguardo per non saltare il primo scalino, un tocco leggero mi sfiora il gomito e mi volto già pronta a dare un pugno a qualcuno ma nell'istante in cui alzo lo sguardo lui troneggia su di me e mi pietrifica. Mi si mozza il fiato mentre il cervello vai in blackout, rimango qualche secondo a fissarlo a bocca aperta, i capelli biondo scuro più lunghi di 11 anni fa, la barba che gli ricopre la maschella, le labbra piene e gli occhi.. quei cazzo di occhi in quel momento sono la mia rovina, bruciano di vita. Mi ricompongo, gli lancio il mio peggior sguardo e snocciolo un ciao a denti stretti.
"Ciao biondina." Due parole, due cazzo di parole e mi sembra di essere tornata nel 2012. Ora gli spacco la faccia.
Alzo la testa in segno di saluto e scendo  le scale a passo di marcia, dove cazzo è Sofia!
"Scusami! Ti ho toccato io il gomito ma subito dopo lui si è messo in mezzo! Non ho visto volare nessun dente quindi non gli hai dato una gomitata.. giusto?!" 
"No tranquilla, te l'ho detto, non mi importa più.. e poi lasciatelo dire hai davvero un tempismo del cazzo!" Rido per smorzare il fuoco che mi brucia le vene e le si rilassa.
Pov Kaden
Parcheggio la macchina con un sospiro. Che cazzo ci faccio qui? Perché diavolo mi sono lasciato convincere da Davide che una serata a ballare mi avrebbe fatto bene? Sono uno straccio e lo sono per i motivi sbagliati. Dovrei essere triste perché la ragazza che mi piaceva, la mia ragazza, quella che credevo fosse quella giusta si è rivelata che non è lei.. mi ero convinto proprio bene stavolta e invece alla fine non sono più riuscito a farlo e l'ho lasciata. Perché Alice non è lei. Do un pugno al volante frustrato, dopo 11 anni non sono ancora riuscito a smettere di amarla ma non sono neanche riuscito a dirlo ad alta voce. A dirlo a lei e quella notte di 3 anni fa ho sentito di averla persa per sempre. Ho sentito il suo addio silenzioso e mi ha distrutto. Siamo sempre stati un casino noi due, ci siamo sempre rincorsi e punzecchiati per anni ma entrambi sapevamo che non era mai l'ultima volta, quella notte invece lo è stata, almeno per lei e io ho deciso di rispettare la sua decisione e di andare avanti facendo finta di nulla. Qualche mese fa mentre passeggiavo tra le vetrine con Alice lei si è fermata a guardare gli anelli e si è osservata l'anulare per qualche secondo, lì, proprio in quel momento la verità mi è piombata addosso e mi ha annientato: era sbagliato, tutto questo era dannatamente sbagliato. L'ho lasciata qualche settimana dopo rifilandole la solita patetica scusa 'non sei tu, sono io che ho qualcosa che non va'. 
Non sono più uscito da allora, non ho più parlato con nessuno e Davide è dovuto venirmi a prendere a casa per farmi uscire da quella stalla puzzolente, mi ha buttato di peso sotto l'acqua ghiacciata e mi ha dato un cazziatone di un'ora prima di mettermi in mano le chiavi della macchina e convincermi ad andare a ballare.
Mi faccio spazio tra i corpi ammassati per entrare a prendermi da bere, Davide mi saluta da lontano appoggiato al banco e quando lo raggiungo mi abbraccia, non lo fa mai se non mi vede a pezzi. Ordino il mio drink mettendomi a chiacchierare del più e del meno col mio amico quando un formicolio al collo mi fa irrigidire. Lei è qui. 
"C'è anche lei stasera vero." Domandò minaccioso anche se non è una vera e propria domanda.
"Cosa? Non lo so, non l'ho sentita." Davide fa cagare lo sguardo tra la folla cercando di individuare una testa bionda familiare.
Scolo il mio drink alla goccia e ne ordino un altro.
"Vado a fumare c'è troppa ressa qui." Urlo per sovrastante la musica poi mi volto ed esco seguito a ruota dal biondo. Una volta fuori respiro a pieni polmoni ed il suo profumo mi arriva come un pugno allo stomaco. Mi guardo intorno ma non la vedo, c'è troppa gente. Un paio di ubriachi mi spintonano, mi sto già alterando, butto la sigaretta e faccio dietrofront per rientrare diretto al bar, accenno un saluto con la testa a Sofia e la seguo dentro.
La ragazza davanti a me si allunga e sfiora qualcuno, non qualcuno, Lei. Prima di formulare un pensiero mi metto tra loro due nell'istante in cui Naira alza gli occhi ed incontra i miei. Il tempo sembra fermarsi, la folla si fa silenziosa mentre vedo ogni emozione attraversare i suoi occhi blu scuriti dall'ombra del locale. Il mio cuore manca un paio di battiti ed il mio uccello si mette sull'attenti. Vorrei alzare una mano e sfiorarla ma non riesco a muovermi, i suoi occhi mi inchiodano lì. Mormora un 'ciao' a denti stretti e mi guarda male ma sa che con me non funziona. I suoi occhi parlano, anzi urlano quello che prova.
"Ciao biondina." Quasi non riconosco la mia voce arrochita da tutte le emozioni che mi si agitano nello stomaco e un po' più giù. Non faccio in tempo ad aggiungere altro che lei è già sparita.
Passo il resto della serata appoggiato al bancone a tracannare alcool con Davide che mi lancia sguardi preoccupati. Stupida lingua, stupido cervello, stupido cuore. Maledico ogni singolo organo o muscolo di cui ricordo il nome per non aver fatto di più o per non averlo fatto prima di perderla.
A fine serata sono sbronzo come non lo ero da un po' , ho le palpebre pesanti, la testa che gira, il cuore sembra essere finito in una di quelle torture medioevali tanto fa male ed ho una voglia matta di spaccare tutto per non mettermi a frignare.. cazzo sono diventato una mezzasega. Mi trascino verso Davide che mi prende sottobraccio per cercare di portarmi almeno in macchina.
"Cazzo amico stai proprio da schifo e sei pesante.. ti ricordo che sei quasi una spanna più alto di me." Grugnisce e riderei non fossi così concentrato a trattenere il vomito.
"Hey Psyco dammi una mano per favore." Lo sento urlare ma non ho la forza di aprire gli occhi.
"Nanetto mi spiace per te ma passo grazie. Ricordi?! Io ero solo la sua puttana." Riconosco la sua voce e scivolo affianco al muro per vomitare. Quelle parole gliel'ho urlate io e mi sono fatto schifo da quel giorno, da quella notte. Ho cercato di chiederle scusa a modo mio. Ho lasciato le chiavi della mia macchina sul cruscotto finché la sua amica non l'ha convinta a venire a casa mia e nel momento in cui si è stesa nel letto affianco a me ho fatto di tutto per cercare di non farla andare via, l'ho stretta a me con tutta la forza che avevo. Speravo, pregavo che non arrivasse mai l'alba così l'avrei tenuta contro il mio petto ancora un po' ma alla fine l'alba è arrivata e me l'ha portata via per sempre. Ho visto il suo cuore chiudersi attraverso i suoi occhi quella mattina ed è lì che ho capito di averla persa per sempre.
Pov Naira
La melodia dell'amour toujours interrompe il mio contatto visivo con la scensa deprimente in fondo alla scale, leggo il mio del mio ex sul display e rifiuto la chiamata. Si in questi 11 anni il mio primo ragazzo è diventato un mio amico e per quanto possa sembrare assurdo è una delle persone che mi conosce meglio di me stessa a volte. 
"Se come hai detto non ti importa più perché non gli dai una mano?" Sussurra Sofia accanto a me.
"Non mi importa ma ciò non toglie che non si merita un cazzo." Digrigno i denti cercando di controllare la rabbia nella mia voce ma alla fine cedo ed inizio a scendere le scale.
Mi avvicino chinandomi per passare sotto al braccio di Kaden e aiuto Davide a portarlo in cima alle due rampe di scale che ci separano dal parcheggio.
"Bene. Ora che si fa?" Chiedo guardandomi intorno cercano la macchina dello zombie accasciato addosso a noi.
"Oh cazzo è vero siamo venuti a piedi. Abbiamo affittato una casa vicino alla scuola." Davide mi implora di aiutarlo con lo sguardo.
"Scherzi vero?! Sono quasi due chilometri e sto coglione pesa da morire e puzza di zombie." Mi altero, che fantastica mattinata di merda!
"Buttiamolo sulla mia e andiamo il là." Borbotto sempre più incazzata.
Sistemiamo il biondo sul sedile del passeggero e un flashback mi offusca la vista, scuoto la testa nel tentativo di liberarmene mentre metto in moto.
Arriviamo nel piazzale sotto il loro appartamento e Davide mi guarda dal sedile posteriore, un lampo passa nei suoi occhi ed in una frazione di secondo corre fuori dalla mia macchina chiudendosi il portone di casa alle spalle.
"Ma che cazzo nanetto! Sei serio?" Urlo scendendo mentre mi avvicino al portone a vetri.
"Non è divertente! Porta il tuo culo fuori di lì e dammi una mano a portare su il tuo amico!" Penso mi abbia sentito tutto il palazzo ma sono incazzata nera e non ho ancora preso un caffè.
"Psyco.. ehm.. le chiavi le ha lui da qualche parte.." mormora cercando di non ridere.
"Esci fuori! Io ispeziono le tasche tu il culo se necessario!" Ringhio mentre sento Sofia sbellicarsi affianco allo zombie.
Cerchiamo un'ora le chiavi ma non c'è verso di riuscire a trovarle, nel mentre sono le 7 del mattino e ho un disperato bisogno di un caffè.
"Ascolta Psy facciamo una bella cosa. Tu vai a casa tua e lo butti per terra, sul divano, in giardino, dove cazzo vuoi e io vado a prendere 3 caffè e 3 brioches che dici?" 
"Ti ucciderò nel sonno prima o poi sappilo." Minaccio Davide mentre salgo in macchina.
"Mi hai convinto solo per il caffè." Concludo partendo.
Io Sofia e lo zombie ci mettiamo pochi minuti ad arrivare da me, sbuffiamo mentre fissiamo le altre due rampe di scale che ci aspettano prima di poter entrare. Mi giro verso la mia amica seduta ancora dietro mi incoraggia e così ci armiamo di pazienza mentre tiriamo fuori 80 kg di cristiano e lo trasciniamo su per le scale. Lo lasciamo cadere sul divano e il suo peso fa crollare a sedere anche noi.
La porta si apre e Davide entra con la colazione aiutando prima Sofia ad alzarsi poi si avvicina per aiutare me ma quello stronzo mi passa il braccio sulla pancia e mi tira contro di lui scivolando per sdraiarsi. Rimango senza fiato e uccido il ragazzo in piedi con lo sguardo. Cerco di staccarmelo di dosso ma lotta peggio di quella notte così alla fine mi arrendo e alzo l'unico braccio libero per farmi passare il caffè. Facciamo colazione in silenzio poi Sofia e Davide vanno a dormire di sopra lasciandomi qui a boccheggiare in cerca di ossigeno, alla fine il sonno prende il sopravvento e mi addormento.
Pov Kaden
Mi sveglio per colpa del sole che punta dritto nei miei occhi causandomi un mal di testa lancinante. Sento il gusto schifoso in bocca e faccio per girarmi a vomitare quando il suo profumo penetra la nebbia che mi avvolge.
Sbatto un paio di volte le palpebre e metto a fuoco Naira. Ha le gambe fuori dal divano come se fosse seduta ma il suo busto è appoggiato al materasso, le mie braccia la stringono una la vita e l'altra le spalle. Respira piano tenendo una mano sulla mia schiena, vorrei stare qui per sempre ma il bisogno di svuotare lo stomaco è troppo impellente. Senza svegliarla mi alzo e barcollo in bagno chiudendo la porta. Quando torno in sala un paio di occhioni azzurri mi aspettano svegli e all'erta.
"Sei ancora vivo allora." Arriccia le labbra disgustata.
"Scusa biondina, sarà per un'altra volta." Abbozzo un sorriso.
"Tieni, prendine due poi esci da casa mia." Mi lascia una pacco di analgesici e il suo tono gelido mi incrina il cuore.
Seguo le sue istruzioni ma quando metto la mano sulla porta non riesco a decidermi. Non può finire di nuovo così. Non questa volta.
"Biondina io.." annaspo cercando le parole.
"Le parole che cerchi sono grazie, scusa e addio." Mi interrompe incrociando le braccia al petto.
"Te ne sei andata davvero quella notte eh?" Mi massaggio il collo cercando di leggere nei suoi occhi.
"Non so a cosa tu ti riferisca." Bel tentativo ma non ci casco.
"Lo sai benissimo di cosa o meglio di quando stiamo parlando perciò non cercare di nasconderti dietro un dito e rispondimi." 
"Si. Si quella notte me ne sono andata per sempre. Ti ho detto addio." Fatica a pronunciare quelle parole lo vedo benissimo ma i suoi occhi sono così sinceri e lontani che alla fine le credo e qualcosa dentro di me si spezza.
"Addio biondina." Sputo quelle due parole insieme al mio cuore sanguinante ed esco alla velocità della luce. 
Pov Naira
"Naira andiamo ma che ti dice il cervello? Quel ragazzo prova qualcosa per te! Sei cieca?" La voce di Josh è incazzata.
"Andiamo! Sei serio?! Stavi con me, sei mio amico e tifi per quel coglione?" Lo prendo in giro appoggiando il telefono sulla spalla per accendermi una sigaretta.
"In ogni caso sono passati mesi e lui si è arruolato ed è andato in missione." Continuo per poi cambiare argomento. Non mi va di analizzare i miei sentimenti a riguardo e Josh sa toccare le corde giuste quando vuole farmi ragionare.
"Oh Naira non prendermi in giro! Non ti ha mai fermato nulla! So che hai sofferto e tanto per lui, che vi siete scannati che vi siete urlati parole brutte ed insulti ancora peggio ma sai benissimo che quello che provi per lui non passerà mai! Smettila di essere così testarda! Avete perso già 10 anni cazzo! Quanti altri volete perderne prima di accettarlo e provare seriamente a costruire qualcosa insieme?" Colpita e affondata. Chiudo la comunicazione pochi minuti dopo e mi infilo a dormire, come ogni notte lui appare nei miei sogni, chissà se dall'altra parte del mondo anche Kaden pensa a me.
Sofia e Davide si litigano l'ultimo pezzo di pizza mentre li guardo divertita. Quattro colpi alla porta ci fanno sussultare. Chi può essere alle 7 di un sabato mattina festivo?! Mi alzo seguita a ruota da quei due e con un sospiro apro la porta. Un soldato con una sacca tra le mani invade il mio campo visivo, ha uno sguardo strano e la cosa mi mette i brividi.
"Lei è Naira?! Sono qui per via di Kaden." Lo osservò in silenzio con il cuore che si agita.
"L'ha indicata come suo contatto di emergenza, mi spiace informarla che il convoglio e stato attaccato e lui risulta disperso. Sospettiamo che non ce l'abbia fatta ma stiamo ancora cercando. Questo sono i suoi effetti personali. Le chiedo scusa se l'ho disturbata e la informerò se ci saranno novità. Buona giornata." Accenna un saluto militare mi schiaccia la sacca sul petto e si volta senza guardarsi indietro. Non so quanto tempo sono rimasta zimmobile con una mano sulla maniglia della porta aperta e l'altra a sostenere la sacca ma le parole di quel ragazzo mi vorticano ancora in testa. Disperso, non ce l'ha fatta, attaccato, il suo contatto di emergenza, disperso, non ce l'ha fatta. Alla fine il peso di quelle parole mi schiaccia facendomi crollare a terra. Sofia tiene ancora le mani sulla bocca spalancata e Davide trema inginocchiandosi affianco a me. Ci scambiamo un solo sguardo prima di scoppiare a piangere come bambini. Il mio cuore si è incrinato un pezzettino alla volta ed alla fine è esploso in mille pezzi. sento un dolore lancinante trafiggermi lo stomaco ed i polmoni fanno fatica a prendere aria. 
"Psy dai non puoi stare rannicchiata qui per sempre." Davide sbuca dalle scale affianco al mio letto e viene a sdraiarsi affianco a me.
"Dai, sono passati due mesi, usciamo, andiamo a bere qualcosa e cerchiamo di divertirci una sera." La dolcezza nella sua voce mi conforta e mi fa sentire in colpa. Lui ha perso il suo migliore amico ed io sono qui a commiserarmi quando dovrei cercare di stargli vicino.
Alla fine andiamo in un cocktail bar vicino al porto e cerchiamo di essere semplicemente dei ragazzi di 27 anni che non hanno nessun problema al mondo. Mentre parliamo e scherziamo sfioro il tatuaggio sul polso: Him.
Un brivido mi attraversa la schiena e per poco non mi prende un colpo. Lui è qui. Ma scuoto subito la testa, lui non c'è più. Lui non è più tornato. 
"Naira. Cerca di non pensarci. Almeno per qualche ora." Sofia mi guarda spostando le mie dita dalla scritta.
"Come faccio?" Chiedo con gli occhi gonfi.
"Naira. Lui ti amava lo so, ti ama tanto da rimanere stordito e sconvolto ma ti amava è per questo che ha messo te come contatto di emergenza. Sapeva che non sarebbe mai riuscito a dirti addio e sperava che non saresti riuscita neanche tu a farlo ma ora non vorrebbe vederti così. " La voce di Davide si incrina e per poco non mi fa crollare ma quel brivido non vuole andarsene. Non mi guarderò intorno perché so che non lo troverò. Non mi guarderò intorno... Troppo tardi, i miei occhi vagano fra i tavoli attorno a noi, attraversano i volti della gente sulla passeggiata affianco al bar ed alla si spingono fino al limitare della balaustra ed è lì che si fermano insieme al mio cuore ed al mio respiro. Lui è qui. È totalmente irrazionale perché è talmente lontano che potrebbe essere chiunque ed è in un punto al buio. Potrebbe essere chiunque ma il mio cuore sa che non è così. Mi alzo dal tavolo senza staccare gli occhi da quella sagoma ed inizio a correre tra i tavoli scavalcando qualcuno seduto in mezzo, corro col cuore in gola e lo stomaco in mezzo ad una centrifuga. È lui. Deve essere lui. Mi fermo ad un paio di metri di distanza trovando un barlume di lucidità e mi metto a ridere. Cazzo sono ridicola. Alzo lo sguardo sulla sagoma convinta di non trovarla ma è ancora lì e fa un passo avanti entrando nel fascio di luce. Si ferma tutto. Il tempo, le persone, le voci, la musica, il mio cuore, tutto. Perché è lui ed è qui. Prendo lo slancio bruciando la distanza che ci separa e mi lancio fra le sue braccia stringendogli le gambe in vita e le braccia al collo. Se è un sogno vi prego non svegliatemi. Sento le sue braccia stringermi e inalo il suo profumo. Le lacrime strabordano dai miei occhi e gli inzuppano la maglietta nera. Piombo sulle sue labbra carnose come a voler capire se sia reale o no. Lo bacio con tutta l'urgenza che ho in questo momento. Ho bisogno di sapere che sia tutto reale. Lo bacio mettendoci tutto l'amore che ho cercato di estirpare negli anni e mettendoci tutta me stessa, il cuore e l'anima.
"Ciao biondina." Piango ancora di più singhiozzando fino a farmi mancare l'aria. Non riesco a parlare. Credevo di averlo perso per sempre in un modo così definitivo che il sollievo del suo corpo premuto contro il mio mi destabilizza.
"Hey ma che diavolo fai?! Sei pazza?" Sento la voce di Davide dietro di me ma per niente al mondo mi staccherò da lui. Kaden si sposta su un fianco in modo che il suo amico possa guardarlo in faccia.
"Ciao nanetto. Sono tornato a casa." Sento le labbra del biondo allungarsi in un sorriso e poco dopo le braccia di Davide ci avvolgono.
Pov Kaden
La sensazione migliore che ho provato in tutta la mia vita è stato l'impatto del corpo di Naira contro di me questa sera. Si è letteralmente lanciata addosso a me ingabbiandomi con le gambe e le braccia esili, mi ha baciato in un modo così disperato che un paio di lacrime si sono mischiare con le sue. Ho avuto paura. Paura di non vederla mai più, di non poterla mai più stringere. Ho avuto paura che il tempo dedicato alla nostra storia fosse finito.
"Biondina. Mi dispiace che tu abbia sofferto per me. Ci hanno attaccato e abbiamo dovuto trovare un modo per tornare a casa senza dare nell'occhio. Ma ora sono qui e non me ne andrò più." La stringo con un braccio dandole un bacio sui capelli.
"Provaci e vengo a prenderti in culo al mondo. Mi hai fatto morire di paura." Cerca di essere minacciosa ma non le riesce molto bene, non con quella luce negli occhi.
"Ti amo." Sussurro contro la sua pelle.
"Anch'io. Il mio cuore ti troverà sempre, ovunque sarai. Lui saprà che ci sei." Ingoio un modo di lacrime a quelle parole.
"Il mio uccello farà lo stesso." Tentò di sdrammatizzare e lei mi tira un pugno sul petto prima di scoppiare a ridere. 
Davide interrompe il nostro scambio posando i drink sul tavolo.
"Ci sono voluti solo 10 anni e una guerra per farvi mettere insieme ho paura di cosa succederà quando deciderete di sposarvi!"  Ride di gusto e non possiamo fare a meno di dargli ragione.


“Che mi rispondi se ti dico di iniziare a correre?” Un largo sorriso tende le sue labbra.

“inizierei a correre ma conosco quel sorriso e so che non preannuncia niente di buono.” Per quanto cerchi di resistere non posso fare a meno di ricambiare il sorriso.

“Ti fidi di me?” Continua.

“Si anche se non dovrei.”

“Bene. Allora forza! Corri!” Il biondo mi prende per mano ed inizia a correre verso il mare.

“Sei serio?! Sono le 2 di notte!” Urlo cercando di rallentare ma senza successo.

“Iniziamo l’anno nuovo col botto! Dai biondina non fare la fifona!” Rido alle sue parole, tra i due abbiamo sempre fatto a gara per i colpi di testa. Polmonite arrivo.

“Ma sono vestita!” la sua risposta è lanciare via la sua maglia. Cerco di spogliarmi mentre l’acqua si fa sempre più vicina ma gli ometti in questo sono più fortunati, hanno meno strati da togliere.

Appena i miei piedi (con le calze) toccano l’acqua caccio un urlo maledicendo il ragazzo davanti a me mentre lui si lancia in acqua trascinandomi per il polso.

Riemergo boccheggiando sia per i milioni di spilli che mi si conficcano nella pelle sia perché non mi aspettavo di tuffarmi così presto.

“È gelata testa di cazzo!” cerco di arrampicarmi su di lui per sfuggire al gelo. Una risata gli scuote il petto. Dio quanto sono felice. E infreddolita. E incazzata. Ma dio quanto sono felice.

“non fa poi così freddo.” Bisbiglia ad un soffio dalle mie labbra.

“Devo smetterla di fidarmi di te.” Cerco di essere seria ma sento le labbra tendersi in un sorriso. Alzo lo sguardo nei suoi occhi e rimango senza fiato. L’unica cosa a cui riesco a pensare è: dio quanto sono felice. Non credevo di poter provare tanta felicità in tutta la mia vita. Le sue labbra piombano sulle mie e all’improvviso non sento più freddo. Le nostre lingue danzano sui carboni ardenti, è un ballo perfetto, una notte perfetta.

“Tanto lo so che mi ami anche per questo.” Alzo gli occhi al cielo sorridendo.

“prima o poi te le farò pagare tutte.” Cerco di essere minacciosa ma non credo di avere un futuro da attrice.

“dai Frozen usciamo di qui o domani sarai uno straccio.” Mi lascia un bacio sul naso poi inizia a nuotare verso riva.

“immagino di aver fatto bene a non scaricare le coperte dalla macchina.” Davide ci accoglie sulla spiaggia con due coperte pesanti fra le braccia.

“Oh grazie! Sei un angelo. Spiegami perché mi sono innamorata del tuo amico e non di te!” scherzo beccandomi un’occhiataccia da Kaden.

“oh mon cherie tu mi ami ma ancora non lo sai!” Davide si diverte quasi più di me.

“Sisi tutto molto bello ma ora accendiamo un fuoco playboy.” Kaden lo spinge lontano da me scuotendo la testa.

Mi arrotolo meglio la coperta addosso e vado a recuperare i nostri vestiti sparsi sulla sabbia, impresa non facile al buio. Sento il fuoco iniziare a scoppiettare dietro di me e non vedo l’ora di sedermici vicino o chissà magari direttamente dentro. Torno indietro facendo attenzione a dove metto i piedi ma quando alzo gli occhi mi blocco.

Kaden è in ginocchio affianco al fuoco, le fiamme danzano nel suo sguardo facendo brillare quella scintilla di vita che mi fa girare la testa. Ha le mani nascoste dalla luce ma un sorriso teso mi fa capire che sta per succedere qualcosa di grande. Mi avvicino ancora un po’ e vedo un anello riflettere la luce del fuoco, sento gli occhi gonfiarsi, il respiro fermarsi e il cuore, non so descrivere cosa prova il mio cuore in questo esatto momento.

“Ti ho detto che volevo iniziare l’anno col botto e quale modo migliore se non chiederti la promessa più importante di tutte?! Avrei dovuto farlo anni fa ma noi due insieme siamo un casino tale che ci ho messo un po’ per riuscire a sbrogliare i pensieri. Biondina non ti chiedo di fare le pulizie di casa o prepararmi la cena o farmi il bucato. Ti chiedo di farmi ridere come hai fatto stasera, di farmi incazzare come solo tu sai fare per poi fare l’amore, ti chiedo di salutarmi come quella sera al bar, ricordi?! Quando credevi di avermi perso per sempre. Ti chiedo di baciarmi come quella sera, di stringermi come quella notte di agosto perché quando le tue braccia toccano la mia pelle trovo il mio posto nel mondo, il mio piccolo angolo di paradiso. Mi basta questo. Mi basta che mi prometti di amarmi come fai ogni giorno e anche se litighiamo, se siamo un casino o se domani avremo una polmonite a me basti tu, biondina, per sentirmi la persona migliore e più fortunata del mondo. Quando infili le tue dita tra le mie mi fai sentire invincibile. Perciò ora ti chiedo… vuoi sposarmi?” abbiamo tutti il fiato sospeso. Io piango Kaden trema e Davide è poco dietro di lui col telefono in una mano e l’altra a coprirgli la bocca spalancata.

“Kaden…” singhiozzo il suo nome poi cerco di schiarirmi la voce.

“Si!” urlo precipitandomi addosso a lui che vola di schiena sulla sabbia; e come tre mesi fa piombo sulle sue labbra carnose con lo stesso amore e con ogni frammento della mia anima e del mio cuore.
“Sofi. Sono Davide sai per caso come si costruisce un bunker? Inizia a fare una lista dei beni di prima necessità. È in arrivo una catastrofe.” Davide chiude la chiamata con gli occhi lucidi mentre noi due lo guardiamo ridendo. Dio quanto sono felice.








  
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