Film > La spada magica - Alla ricerca di Camelot
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Autore: Marlena_Libby    22/03/2023    4 recensioni
Fino a che punto può spingersi un uomo accecato dal dolore?
Genere: Avventura, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno Re Artù avrebbe ricevuto la visita di Re Edmund, un suo vecchio amico che non vedeva da moltissimo tempo.
Quando il sovrano arrivò a Camelot, trovò Artù e i suoi cavalieri ad accoglierlo all'entrata del castello.
- Edmund, amico mio! - esclamò Artù stringendogli la mano. - Sono davvero felice di vederti!
- Anch'io, Artù! Non sei affatto cambiato dall'ultima volta!
- Nemmeno tu! Come ti sembra il mio regno?
- È stupendo. A Ronan sarebbe piaciuto venire qui - rispose Edmund incupendosi.
- Sì, ho saputo di tuo figlio... Mi dispiace!
- Grazie. Era malato e abbiamo fatto il possibile per lui. Peccato che tu non l'abbia mai conosciuto, era un ragazzo veramente speciale!
- Ti voglio presentare due cavalieri che sono entrati di recente nelle mie file: Lady Kayley e Sir Garrett.
Quando Edmund vide Garrett, sussultò e sgranò gli occhi.
- Qualcosa non va? - gli chiese Artù notando la sua espressione.
- No, niente - rispose Edmund.
- Allora forza, andiamo a festeggiare! - disse il re di Camelot conducendo il suo amico nella sala dei banchetti.

Arrivò l’ultima sera di Re Edmund a Camelot.
Quel cavaliere, Sir Garrett, somigliava così tanto a lui!
Il pensiero lo stava facendo impazzire e aveva preso una decisione pericolosa.
Ordinò a Sir Cassius, il suo cavaliere più forte e fidato, di venire nella sua stanza.
- Volevate vedermi, Altezza?
- Certo. Prendi questo, è un potente sonnifero - disse Edmund dandogli una boccetta. - Voglio che lo versi nella bocca di Sir Garrett, per evitare che si svegli quando lo nasconderai nella mia carrozza.
- C... Cosa?
- Hai capito bene: voglio che Sir Garrett venga a vivere nel mio castello!
- Maestà, non credo che Artù sarebbe contento se rapissimo uno dei suoi cavalieri...
- TACI! Ti ricordo che sono io il tuo re e devi fare quello che ti dico! Altrimenti sai cosa ti aspetta! - disse Edmund con gli occhi che brillavano di rabbia.
- Sì, mio Signore - sospirò Cassius.
Stando attento a non fare rumore, andò in camera di Kayley e Garrett.
Quest'ultimo stava dormendo con la bocca leggermente aperta, così riuscì a fargli bere il sonnifero. Poi se lo caricò in spalla, andò nel cortile del palazzo e lo mise nella carrozza di Re Edmund.

Il giorno dopo, quando tutti andarono a fare colazione, Kayley chiese: - Per caso qualcuno ha visto Garrett? Non era in camera quando mi sono svegliata.
- Non preoccupatevi Lady Kayley, sarà andato a fare un giro - cercò di rassicurarla Artù. - Vedrete che tra poco sarà qui.
Ma Garrett non si presentò per la colazione e nemmeno quando arrivò il momento di salutare Re Edmund.
- Sono preoccupata, non è da Garrett sparire così! - disse Kayley.
- Avete ragione, c'è qualcosa che non va - disse Artù. - Dobbiamo cercarlo!
Intanto, nella sua carrozza, Re Edmund continuava ad accarezzare il volto di Garrett con le lacrime agli occhi.

Quando Garrett si svegliò, capì subito che c'era qualcosa di strano: Kayley non era accanto a lui e le coperte del letto erano diverse.
Si alzò e si mise a toccare i mobili della stanza, ma anche quelli erano diversi.
Capì quindi che non si trovava nella sua camera.
All'improvviso sentì la porta aprirsi e qualcuno dire: - Ben svegliato!
- Re Edmund? - disse Garrett riconoscendo la voce. - Dove sono?! Cosa sta succedendo?!
- Non aver paura, non voglio farti del male. Sei nel mio castello.
- Perché mi avete portato qui?
- Da quando mio figlio Ronan è morto, mi sento così triste e solo! È come se niente avesse più senso! Garrett, tu somigli così tanto a Ronan, sei il suo ritratto sputato! Voglio che resti qui al suo posto!
- Maestà, mi dispiace per quello che vi è successo, ma non posso restare qui! - provò a dire Garrett. - Il mio posto è a Camelot, accanto al re e a mia moglie Kayley!
- E INVECE RESTERAI! NON PERDERÒ DI NUOVO MIO FIGLIO! - gridò Edmund con gli occhi che bruciavano di follia e uscì dalla stanza chiudendo la porta a chiave.
Cassius, che aveva assistito alla scena dal fondo del corridoio, si sentì terribilmente in colpa: accecato dalla sua fedeltà al re e dalla paura di terribili punizioni, aveva messo Sir Garrett in questo guaio!
Doveva assolutamente rimediare!
Andò nelle stalle del castello, prese un cavallo e si diresse a Camelot.
Quando arrivò ai cancelli, gridò: - Aprite! Sono Sir Cassius, un cavaliere di Re Edmund! Devo parlare con Re Artù, è un'emergenza!
Il suo messaggio venne riferito al re, che ordinò di lasciarlo entrare.
- Cosa succede, Sir Cassius? - chiese Artù quando il cavaliere fu al suo cospetto. - Re Edmund sta bene?
- Non è per lui che sono qui, ma per Sir Garrett: ho aiutato Re Edmund a rapirlo!
- COSA?! - esclamò Kayley.
- Non ci posso credere... Come avete potuto farmi un oltraggio simile, dopo tutti questi anni di amicizia?! - esclamò Artù furibondo.
- So di aver fatto una cosa terribile, ma voglio rimediare! Re Edmund ha rapito Sir Garrett perché è identico al defunto principe Ronan, e vuole tenerlo con sé al castello!
- Capisco che il dolore possa far impazzire una persona, ma non pensavo che Edmund potesse spingersi fino a questo punto - disse Artù. - Voglio provare a farlo ragionare.

Così Cassius condusse Artù e Kayley al castello di Edmund.
- Artù, non mi aspettavo una tua visita così presto! - disse il re quando li fece entrare.
- Sai bene perché siamo qui: vogliamo che tu renda la libertà a Sir Garrett! - disse Artù.
- Garrett? Qui non c'è nessun Garrett. Ci siamo soltanto io e mio figlio.
- Edmund, tuo figlio non è più tra i vivi! Non puoi tenere qui Sir Garrett come se fosse lui!
- MENZOGNE! MIO FIGLIO È VIVO E NON VI PERMETTERÒ DI PORTARMELO VIA!
Edmund sguainò la spada e la puntò alla gola di Artù, che tuttavia non batté ciglio.
Kayley fece per intervenire, ma Artù le fece cenno di restare indietro, perché era sicuro che Edmund non avrebbe sferrato il colpo fatale, e fece una cosa del tutto inaspettata: si tolse il fodero con Excalibur e la lasciò cadere a terra.
- Edmund, il dolore di un re che perde il suo regno non è neanche lontanamente paragonabile a quello di un padre che perde un figlio. Ma anche se stai soffrendo, non devi dimenticare i tuoi doveri di re. Io non combatterò contro di te, mi rimetto alle tue azioni, ma so che alla fine farai la cosa giusta.
Edmund esitò, poi iniziò a tremare, lasciò cadere la spada e scoppiò in lacrime.
- Mi dispiace, mi dispiace! Non avrei dovuto!
- Va tutto bene - disse Artù mettendogli le mani sulle spalle. - Ora per favore, libera Sir Garrett.
Edmund li condusse alla stanza dove aveva rinchiuso Garrett e l'aprì.
- Oh Garrett, ero così preoccupata! - esclamò Kayley abbracciandolo.
- Tranquilla, sto bene.
Edmund si gettò in ginocchio, scoppiò di nuovo a piangere e disse: - Sir Garrett, non ho parole per dirvi quanto mi dispiace! Non so cosa mi sia preso!
Garrett sorrise e disse: - Io non vi porto rancore, Maestà. So che non eravate in voi.
- Anch'io vi perdono. Fingiamo che tutto questo non sia mai accaduto - disse Kayley.
- Vi ringrazio! - disse Edmund commosso asciugandosi le lacrime.
- E ricorda, amico mio, che a Camelot troverai sempre la famiglia di cui hai bisogno - concluse Artù.
   
 
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