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Autore: Fujikofran    25/03/2023    3 recensioni
Chi nel 1985 si comprava un pc? In pochi, me lo ricordo bene. Ryo Saeba è uno di questi e, mentre cerca di capirne l'uso, scrive una lettera a Makimura, una sorta di lettera "all'Aldilà", confessandogli qualcosa. Poi arriva Kaori e Ryo si inventa una scusa stupidissima, che sembra funzionare
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideyuki Makimura, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Aveva appena comprato un pc. Quante persone, nel 1985, avevano un pc? Quasi nessuno, eppure Ryo Saeba lo aveva acquistato. “Mi servirà per inserire un po’ di dati; proprio come fa Saeko. Poi ci inserirò la lista delle bottarelle che ancora mi deve”, pensò la prima volta che lo accese, ridacchiando tra sé e sè. Ciò che lo colpì era un programma di scrittura che sembrava semplicissimo. “Altro che basic”, pensò Ryo, riferendosi a uno dei programmi informatici più “in voga” negli anni 80. Si chiedeva che cosa potesse scrivere e quale potesse essere il suo vero e proprio uso. Eppure, quel semplice programma di scrittura gli fece venire in mente l’idea più assurda che mai: scrivere una lettera per Hideyuki.

Una lettera per l’Aldilà?

La mente di Ryo sembrava come aver avuto un “bug”, una sorta di accavallamento di neuroni malfunzionanti. Almeno così sembrava e invece…no, Ryo voleva davvero scrivere una lettera al suo più caro amico, che aveva tristemente lasciato il mondo dei vivi. Sentiva il bisogno di dover condividere con Makimura i suoi pensieri e i suoi sentimenti su come le cose erano cambiate da quando lui era morto.

Ryo aprì il programma e iniziò a scrivere:

"Caro Makimura," iniziò Ryo, digitando le parole con cura. "Non posso credere che siano passati così tanti anni da quando ci siamo conosciuti. Ricordo ancora il nostro primo incontro, quando mi hai chiesto di lavorare con te come City Hunter. Ero giovane e inesperto, ma tu hai visto qualcosa in me che nessun altro aveva visto."
 
Ryo si fermò per un attimo, sorridendo mentre ripensava a quei giorni passati. Makimura aveva insegnato a Ryo tutto quello che sapeva sulla professione e lo aveva aiutato a diventare il miglior cacciatore di Tokyo. Ma la vera eredità che Makimura gli aveva lasciato era Kaori, la sorella che era diventata la sua migliore amica e il suo “compagno” di lavoro.
"Kaori è stata la tua migliore eredità, caro Maki," scrisse Ryo. "Lei è la mia compagna di lavoro e la mia vera famiglia. Mi protegge quando sono in difficoltà e mi tiene sempre sulla retta via. Senza di lei, non so dove sarei adesso."

Ryo ripensò a tutti i momenti difficili che aveva affrontato con Kaori al suo fianco: le sparatorie, le missioni pericolose e le situazioni estreme in cui erano stati coinvolti. Ma, nonostante tutto, erano riusciti a superare ogni ostacolo insieme.
"Davvero, non so cosa sarebbe successo se non avessi incontrato te, Makimura" scrisse Ryo "Probabilmente non sarei qui a scriverti questa lettera. Ma so che, ovunque tu sia adesso, sei fiero di me e di Kaori. E noi siamo fieri di te, per tutto quello che hai fatto per noi".

Ryo si fermò per un momento, sentendo le lacrime rigare le sue guance. Makimura era stato un uomo straordinario e la sua morte aveva lasciato un vuoto che nessuno avrebbe mai potuto colmare. Ma Ryo sapeva che il suo migliore amico sarebbe sempre stato con lui come spirito guida e che avrebbe continuato a proteggere lui e Kaori anche dopo la sua morte.

"Sei stato un grande amico e un grande mentore per me. E spero che tu possa guardare giù da qualche parte e vedere che stiamo facendo del nostro meglio per mantenere viva la tua eredità."

Ryo salutò la lettera con un sospiro, sapendo che non sarebbe mai stata spedita. Ma sapeva che Makimura lo avrebbe sentito. Poi si alzò dal suo posto e si avvicinò alla finestra. Guardando fuori, vide il riflesso di Kaori, che si era appena affacciata. Si sentì preso dal panico. Aveva appena scritto la sua “lettera a Makimura” e ora Kaori avrebbe intuito il suo atteggiamento strano. Lei aveva imparato a conoscerlo e a capire quando qualcosa non quadrasse. Dovette trovare una scusa.

-Uh, Kaori!- disse Ryo, cercando di sembrare il più naturale possibile -Non ti aspettavo così presto. Tutto ok lo shopping con Reika?-

-Sì…nel senso che non abbiamo concluso un cavolo- rispose Kaori, sorridendo -Ma cosa stai facendo?-

-Oh, niente di speciale- rispose Ryo -Stavo solo cercando di capire come si usi questo computer e poi riguardavo alcune foto vecchie che stanno nel cassetto della scrivania-

-Foto vecchie?- chiese Kaori, incuriosita.

-Sì, erano mie e di tuo fratello, le avevo ritrovate in soffitta e le ho messe qui nel cassetto- rispose Ryo, cercando di improvvisare -Per me era un modo per ripercorrere i vecchi tempi, sai? Quelli con Makimura…-

-Oh, capisco- disse Kaori, sorridendo -Posso vederle anche io?-

Ryo fu preso dal panico. In realtà nel cassetto della scrivania non c’era nessuna foto. -No, non credo che sia una buona idea- disse Ryo, cercando di sembrare disinvolto -Alla fine sono solo alcune foto stupide che ho trovato, niente di interessante-

Ma Kaori non sembrava convinta.

-Ma sai che io sono molto curiosa, Ryo?- disse, sorridendo maliziosa  -Sono sicura che mi piaceranno-
Ryo cercò di pensare a qualcosa, ma la mente gli si era completamente bloccata. Doveva trovare una scusa convincente.
Alla fine, si girò verso Kaori e le disse:
-Guarda, Kaori, non ti voglio nascondere niente. Ma queste foto sono abbastanza imbarazzanti. Sono…goliardiche. Non credo che tu voglia davvero vederle-

Kaori sembrò sorpresa, ma poi annuì con comprensione

-Capisco- disse -Forse un'altra volta-

Ryo si sentì sollevato. Era riuscito a evitare il disastro, anche perché aveva fatto in tempo a chiudere il programma di scrittura del pc. Poi si avvicinò alla finestra per guardare fuori e vide Kaori avvicinarsi. Sentì i battiti cardiaci aumentare. “Che diamine, Kaori non può farmi così effetto solo avvicinandosi a me!” pensò.
 
-Guarda, Kaori, ti giuro che le foto non sono niente di speciale. Sono solo vecchie foto, anche se per me contano tanto. E poi, non voglio che tu ti faccia un'idea sbagliata di me. Quelle foto potrebbero fare più male che bene. Ti prego, fidati di me e lascia perdere-

Kaori sembra un po' delusa, ma alla fine accettò la bizzarra spiegazione di Ryo e decide di lasciare perdere.

-Va bene, Ryo- disse, in tono un po' ironico -Mi fido di te. Ma la prossima volta, dovrai farmi vedere qualcosa di interessante, promesso?-

Ryo sorrise, sollevato di aver evitato il problema -Certamente, Kaori. Ci sarà sempre qualcosa di interessante da mostrarti- le rispose, facendole l'occhiolino.

“Ma che cavolo ho fatto?” pensò Ryo “mi sono incasinato con le mie mani con la storia delle foto”.

Poi decise di tornare il pc e di riaprire il programma di scrittura: aveva deciso di riprendere a scrivere la sua lettera a Makimura.
 
"Veramente, caro mio, su Kaori vorrei dirti ben altro: io ne sono innamorato, ma non sono davvero capace di dirglielo né dimostrarglielo. Non faccio altro che sovrapporre la mia mancanza di coraggio ad azioni perennemente stupide. Ma prima o poi troverò il coraggio per dirle la verità e, se non volesse accettarla, mi andrà bene così. Vorrei, però, giurare su me stesso e su di te e, se giuro su di noi, significa che il giuramento non è qualcosa di effimero o detto giusto per dire: io voglio davvero amare Kaori per tutta la mia vita e il solo pensiero di rischiare di non essere ricambiato, mi fa star male. Con lei mi blocco anche per questo motivo” .

Ryo si fermò per un attimo, pensando a quanto sia fortunato ad avere una persona come Kaori nella sua vita. Si sentiva disorientato, ma, al contempo, felice, perché innamorato. Poi sospirò e riprese la lettera:

"Quindi, grazie, Makimura. Grazie per avermi affidato la persona più preziosa della tua vita. Tu vivi ancora tra noi, ma anche in lei. Spero che tu sia fiero di me, come lo sono io di te.

Con stima,

Ryo Saeba"
 

Note dell'autrice: era tanto che non scrivevo storie su CH. "A volte ritornano..." si suol dire. E perché proprio io avrei dovuto far eccezione?
   
 
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