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Autore: uchiha_girl e bloodnyar    13/09/2009    4 recensioni
Schiuse una palpebra, avvistando Matt seduto sulla poltrona esattamente di fronte al sofà. Il rosso alzò lo sguardo dalla PSP per un istante e, togliendosi una cuffia dall’orecchio, gli rivolse un mezzo sorriso. «Che fai, non dormi?».
_MisaMisa_ dice: «Io Suprema, autorizzo tu, ad usare una mia citazione nella tua opera». Grazie Nyaii (L).
[Prompt: 077. Cosa? - BDT di Fanfic100_ita - Serie generale]
Genere: Drammatico, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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_MisaMisa_ dice: «Io Suprema, autorizzo tu, ad usare una mia citazione nella tua opera».
Anti-ficcyna all’ultima potenza. Andate in pace.


«Che fai, non dormi?».

[77 ~ Cosa?
637 parole.]



Dopo giorni e giorni di appostamenti alle spalle di quella «bimbetta», Mello sentì di aver bisogno di riposare.
Odiava dover restare sveglio troppo a lungo, dover rinunciare a preziose ore di sonno – oltre ai fastidi della stanchezza, odiava quelle antiestetiche ombre che si allungavano lentamente sotto gli occhi. Gli davano quell’aria malaticcia che cercava sempre di evitare.

Prima di abbandonarsi sul divano, decise di aver bisogno di una doccia.
L’acqua fredda lo riscuoteva, sciogliendo la tensione accumulata a livello delle spalle e allontanava, anche se per pochi minuti, quei pensieri di morte e sospetto, e vendetta, e morte ancora.

Chiuse le palpebre, poco a poco, appoggiandosi con una mano alla parete scivolosa e con l’altra sfiorando il collo, scendendo a strofinare i muscoli doloranti delle braccia e delle spalle con soddisfazione.


[Il biondo ormai totalmente in balia del massaggio del moro, decise non voler più subire.]


Riaprì gli occhi all’improvviso.
Cosa... Come... ?

Scosse il capo, cercando di recuperare il controllo sul proprio corpo allontanando quel flash assolutamente fuori luogo.
«Fottutamente fuori luogo» si corresse a voce alta, terminando velocemente di lavarsi e catapultandosi fuori dalla doccia.

Rischiò non poche volte in quei pochi secondi una commozione celebrale, ma poco importava.
Piano: asciugarsi, vestirsi, avvolgere i capelli in uno strofinaccio della cucina – preferibilmente pulito, gettarsi sul divano. Niente di più, niente di meno.

Si guardò intorno, non riuscendo a individuare i suoi pantaloni.
«Dove vi siete nascosti...» ringhiò, inginocchiandosi a terra e cercando l’indumento dietro lo stupido armadietto scassato.
Solo in casa di Mello un armadietto poteva essere stupido.

Richiamò a sé quel pensiero. Casa.
Cercò di ricordare l’ultima volta che aveva affibbiato quel nomignolo – sdolcinato e stereotipato. Gli si presentò davanti agli occhi un’immagine piuttosto sbiadita e distorta della Wammy’s House.

«Yo, Mello».

Keehl sobbalzò, cadendo a terra. Tenendosi coperto con una mano si voltò rapidamente.
«’Cazzo vuoi?»
«Nervoso?» ridacchiò l’amico, incrociando le braccia dietro la schiena. «Sei peggio di una donna, a questo punto torno a far da paralume a Linda».


[Con una mossa fulminea, fermò i polsi di Matt e iniziò a baciarlo... lentamente scese al collo e lo morse, eccitandolo ancora di più. Poi scese sul ventre e con la lingua stuzzicò l'ombelico del ragazzo.]


«CAZZO!».

Con una particolare dimostrazione di educazione, Mihael si coprì gli occhi con una mano.
Sospirò, cercando di imporsi un seppur minimo decoro. Dopotutto, avere delle immagini veramente poco caste che ritraevano lo stesso migliore amico il quale lo stava guardando dall’alto, così nudo sul pavimento del bagno, non era poi così conveniente.

«Sparisci, idiota» sibilò a denti stretti, aggrappandosi all’aria per sollevarsi.
«Mh, come vuoi».

Con una scrollata di spalle, abbandonò il bagno, lasciando la porta aperta.
Mello sentì la poltrona implorare pietà sotto il suo salto.

«Oh!,» lo raggiunse la voce dell’altro dal salotto “per modo di dire”. «se cerchi i tuoi vestiti li ho messi in ammollo nel lavandino».
«TUCOS’HAIFATTOCOMEQUANDOPERCHÉ?!».

Matt ridacchiò.
«In ammollo in acqua»
«Era pelle, pezzo d’idiota!»
«Lo so. Pelle particolarmente brutta, a dirla tutta».

Appunto mentale per Mihael: uccidere il collega il prima possibile.
Il biondo strisciò fino alla camera dell’altro, facendo ben attenzione a non farsi notare. Non senza disgusto aprì il cassetto dei pantaloni, prendendo fra l’indice e il pollice quel che sembrava essere l’orlo di un paio di jeans ancora indossabili.

Se li fece scivolare addosso, ovviamente dopo essersi preoccupato di recuperare quelli preferiti dall’amico, gli unici di marca originale, e lanciarli giù dalla finestra.
Non si curò di asciugare i capelli, una stanchezza prepotente che si allungava su ogni muscolo, sugli occhi. Una stanchezza mentale, prima che fisica.

Si lasciò cadere sul divano con un mugolio di soddisfazione, il mobile sfondato meno allegro di lui per la manovra.


["nnnngh...Mello...amami"
"Se è ciò che desideri..."]



Schiuse una palpebra, avvistando Matt seduto sulla poltrona esattamente di fronte al sofà. Il rosso alzò lo sguardo dalla PSP per un istante e, togliendosi una cuffia dall’orecchio, gli rivolse un mezzo sorriso.
«Che fai, non dormi?».

Si trattenne dal mandarlo a quel paese, voltando il capo e osservando lo schienale sporco, quel giorno particolarmente interessante.
Porcadiquellamiseria, gli era passato il sonno.

Borbottò una lamentela, costringendosi a chiudere gli occhi.

  
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